I belli e i brutti di via Mazzini

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Davide
00lunedì 7 aprile 2008 15:34
Rispolvero un topic di Iulius perché sono proprio curioso di sentire cosa ne pensate.
Commentiamo pure qui.

A pagina 18 del giornale "l'Arena" leggiamo l'articolo (Punti di Svista) dal titolo: "La gente di via Mazzini, lontana parente dei tedeschi dirottati in Turchia e Spagna" di Silvino Gonzato, un brano che fa riflettere sui mutamenti di costume e sulla situazione turistica ed economica italiana.
(Le parti in grassetto sono quelle più importanti, evidenziate appositamente per i più pigri).
Lo si legga SOPRATTUTTO da un punto di vista satirico
.

Brutta gente in via Mazzini.
L'allarme viene lanciato dai negozianti.
Non da tutti. Perché ci sono quelli che si espongono e quelli che "vai avanti tu che a me mi scappa da piangere".
La brutta gente stavolta non sono gli ambulanti abusivi (resta comunque immutata la rabbia impotente di vederli regolarmente sfuggire all'ergastolo ogni volta che un vigile riesce a mettergli il sale sulla coda), ma i deambulanti legittimi, cioè quelli che per la via dello struscio vanno su e giù e giù e su, avendone ampiamente diritto.
Non si tratta di bruttezza fisica né morale, o, almeno, non è questo il punto, visto che per via Mazzini, che è una specie di valle di Giosafat, passa di tutto.
Si tratta di una bruttezza cromosomica, generazionale, censuaria che si riflette inevitabilmente sull'abbigliamento, sull'eloquio, sul portamento, soprattutto sulla propensione a spendere che, a quanto si dice, non è mai stata così bassa.
Non dovevano essere molto diverse le facce che si vedevano in giro per Roma alla vigilia della caduta dell'Impero.
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Il primo segno di forte preoccupazione era venuto dal "ponte" di Pasqua.
Turisti brutti e pochi, pochissimi, quasi zero gli stranieri.
Veronesi fuori porta, al mare, al lago, a Gardaland, in campagna a fare picnic o all'Arsenale ad assistere agli ultimi crolli della caserma asburgica.
Ma chi sono questi "brutti" che non spendono?
I negozianti non si sbilanciano.
Si dice il peccato ma non il peccatore.
E, comunque, si può sempre dire chi erano i "belli".
Belli erano i turisti tedeschi prima che il potente tour operator Tui li mandasse in Turchia e in Spagna, scavalcando l'Italia, troppo cara e troppo poco attrezzata.
Belli erano i francesi, gli inglesi e gli scandinavi quando affollavano gli alberghi del Garda e venivano a fare shopping a Verona.
Belli erano gli americani che adesso trovano attraenti perfino le Canarie.
Belli erano gli orientali, soprattutto i giapponesi e i sudcoreani che venivano a comprare le "griffes" che costavano molto meno che a casa loro.
L'Italia, che da sola vanta la metà di tutto il patrimonio artistico mondiale sul quale potrebbe vivere di rendita se solo si dedicasse a modernizzare le infrastrutture turistiche, a rendere più efficienti gli aeroporti e le aviolinee, a diversificare gli standard alberghieri adattandoli a tutte le esigenze, a combattere con decisione il follemente suicida aumento dei prezzi, questa Italia che straripa di Storia e di monumenti e non si chiede come mai la Spagna, che ha molto meno attrattive, le sia balzata davanti con un fatturato turistico che costituisce l'11 per cento del Pil contro il nostro 7,5, questa Italia svagata e miope si deve accontentare dei "brutti" nello stesso modo in cui ieri dava per acquisiti in perpetuum i "belli".
E via Mazzini, nel suo piccolo, nel suo infinitesimale piccolo, è lo specchio di una situazione generale sulla quale, più che riflettere, oggi si possono solo versare lacrime.
Ma quando i negozianti di via Mazzini parlano della "brutta gente" di adesso, non rimpiangono solo i turisti di qualche anno fa, ma anche, e soprattutto, i molti veronesi che per molteplici ragioni, tra cui lo spopolamento del centro storico (si va verso un centro dove a ogni altro uscio ci sarà una banca ma che non per questo diventerà la City londinese: l'ultima vittima è uno storico bar di piazza Erbe che sta per chiudere), hanno rinunciato alla tradizionale passeggiata.
Via Mazzini, specie il sabato e la domenica, è invasa da nuove moltitudini sconosciute, incolpevolmente ma geneticamente diverse da quelle che le hanno precedute, gente da sagra di paese più che da struscio cittadino, gente che si lustra gli occhi guardando le vetrine dei negozi ma che poi tira dritto.
O magari si ferma a comprare solo la merce taroccata dei "vu' cumprà".
Proprio "brutta gente" la nuova gente di via Mazzini.
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