Il raduno sul monte Meissner
Una tappa fondamentale nella storia del movimento giovanile è costituita dal raduno sul monte Meissner che ebbe luogo verso la metà di ottobre del 1913. Il monte Meissner, che una leggenda vuole abitato da Frau Holle, una tipica figura delle antiche fiabe tedesche, si erge nella zona sud di Kassel nella Germania centrale. A organizzare il raduno che per tanti aspetti volle avere i caratteri di una festa giovanile e popolare, furono numerosi gruppi di Wandervögel che con la loro esistenza attestavano che ormai il Movimento anche se frazionato in mille rivoli si era esteso su tutto il territorio nazionale.
Il panorama delle sigle si presentava oltremodo variegato: Deutsche Akademische Freischar, Deutscher abstinenter Studenten, Deutscher Vortruppbund, Bund Deutscher Wanderer, Jungwandervogel, Osterreichischer Wandervogel, Germania, Bund Abstinenter Sculer, Freie Schulgemeinden Wiskersdorf, Bund fur freie Schulgemeinden Landschulheim am Solling, Akademische Vereinungen, Marburg und Jena, Burschenschaft Vandalia Jena, ecc.
La sera del 13 ottobre, dunque, convennero sul monte Meissner numerosi ragazzi e ragazze. Le stime parlano di tre o quattro mila partecipanti. In massima parte si trattava di studenti provenienti da diversi centri universitari come Monaco, Gottinga, Heidelberg, Friburgo, Jena, Tubinga, ecc. Non mancarono però le rappresentanze straniere tra le quali in particolare quella austriaca fu molto folta.
Per volontà dei dirigenti del movimento l’avvenimento coincideva con l’anniversario della battaglia dei popoli (volkerschlacht) combattuta a Lipsia cento anni prima e che aveva visto la sconfitta di Napoleone. In seguito alla vittoria riportata sulle armate francesi, la Germania aveva potuto riacquistare la propria libertà e indipendenza. In questa occasione, come abbiamo già accennato in uno dei capitoli precedenti, la gioventù tedesca aveva manifestato coraggio e amor di patria, accorrendo in massa nei reparti dei volontari del maresciallo von Lutzow.
Contemporaneamente anche il governo tedesco aveva organizzato cerimonie ufficiali per celebrare la ricorrenza, tanto più che la data veniva a coincidere con il venticinquesimo anniversario di regno del Kaiser Guglielmo II. La cosa pertanto, come si può immaginare, non mancò di suscitare aspre polemiche.
Molteplici erano i motivi che spingevano i giovani a radunarsi, da una parte, di fronte alla crescente espansione del movimento, era necessario stabilire delle linee direttrici comuni e dall’altra si voleva tentare di arrivare a una fusione di tutti in un’unica organizzazione. Cosa che avrebbe favorito un’azione più efficace e più fertile. La nuova formazione avrebbe dovuto chiamarsi Freiedutsche Jugend e avrebbe dovuto riassumere in sé un po’ tutte le caratteristiche dei gruppi esistenti. Tra i gruppi rappresentati, alcuni predicavano l’astinenza dall’alcool e dal tabacco e avevano impostato su questa tematica tutte le loro attività, altri avevano sposato in pieno il programma di Gustav Wyneken di dare vita cioè a libere comunità scolastiche, fucina della nuova gioventù, altri ancora, impregnati di un accentuato spirito nazional-patriottico, insistevano specialmente sull’importanza dell’elemento popolare (völkisch) e avevano fatto dell’opera Untem Ritterkreuz (sotto la croce di cavaliere), allora molto diffusa, la loro bibbia.
Gli esponenti della Akademische Freischar dopo aver affermato che non era affatto loro intenzione quella di illudere o ingannare la gioventù con ideali utopistici o di indicare delle mete irraggiungibili, ebbero a sottolinearecon grande convincimento come i loro principi ideologiciderivassero da pensatori come Thomas Carlyle, Fiche e Lagarde. Il Sera-Kreis di Jena invece, fondato dall’editore fiancheggiatore dei Wandervogel, Eugen Diederichs, diede della Jugendbewegung un’immagine idilliaca e insistette in particolare sulla pratica del Wanderen.
Prima dell’apertura dei lavori si ebbero i saluti e le dichiarazioni di sostegno da parte di numerose personalità. Tra gli altri Ferdinand Avenarius, Gertrud Baumer e Gerard Hauptmann; Ludwig Klages, impossibilitato a partecipare personalmente, inviò una relazione di diciotto pagine < nelle quali metteva in guardia i giovani contro il progresso e la ragione (Vernunft) intesi come motivi conduttori dell’esistenza>.
I lavori veri e propri vennero introdotti da Bruno Lemke, uno studente dell’università di Marburgo, che svolse una relazione sulle concezioni di fondo dell’intera Jugendbewegung. Nel corso del dibattito generale che fece seguito, si insistette soprattutto sulla lotta all’alcool e alla nicotina e vennero affrontati anche problemi di argomento pedagogico ed educativo, ma gli interventi che registrarono il maggiore interesse furono quelli riguardanti le scelte politiche e ideologiche, l’atteggiamento cioè che il movimento giovanile avrebbe dovuto assumere nei confronti della società Guglielmina, della sua cultura e dei suoi miti. La presenza di alcuni elementi di idee liberali destò polemiche e contrasti, suscitando una certa tensione.
Il pastore Gottfried Traub, dopo avere ricordato nel suo discorso il valore e il forte spirito patriottico che aveva animato gli studenti delle Burschenschaften all’epoca delle guerre di liberazione, rivolse un appello alla gioventù perché non vanificasse la sua azione e i risultati raggiunti facendosi strumentalizzare dai partiti politici. Il movimento giovanile infatti non era stato fondato per essere un’organizzazione politica e i suoi dirigenti si rendevano conto del pericolo rappresentato dai partiti di destra e di sinistra che di buon grado l’avrebbero assorbito nell’ambito delle proprie strutture.