I Wandervogel, il movimento giovanile,la Hitlerjugend.

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Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:15

Le radici culturali

La storia dei Wandervögel ha inizio verso la fine del secolo scorso e precisamente intorno al 1896. secondo alcuni storici essa termina nel 1914, alla vigilia del primo conflitto mondiale, secondo altri nel 1933 con l’avvento del regime nazionalsocialista, altri studiosi infine sono del parere che essa non possa considerarsi definitivamente conclusa.

Tutti comunque sono concordi nel riconoscere l’importanza e il significato di questo movimento giovanile la cui conoscenza è indispensabile per ben comprendere e interpretare le radicali trasformazioni psicologiche, politiche e sociali che hanno caratterizzato la Germania nella prima metà del secolo ventesimo. D’altro canto, una completa comprensione del fenomeno Wandervögel non sarebbe possibile senza tener conto che esso affonda le sue radici nel movimento romantico dei primi anni dell’ottocento e nella mistica nazional-patriottica che pervase l’animo della gioventù tedesca all’epoca delle guerre di liberazione.

E’ così dunque che nel secondo dopoguerra l’attenzione dei ricercatori e degli studiosi si è appuntata sulla storia tedesca degli ultimi duecento anni, con l’intento specifico, da parte di taluni, di individuare nell’ambito della cultura romantica e antirazionalista dei primi decenni del diciannovesimo secolo le origini di quella che Gorge L. Mosse ha indicato come e che ha trovato la sua massima espressione nelle dimensioni e nelle forme politiche del nazionalsocialismo.

Proprio in questo senso non è un caso che il termine Wandervogel, la cui traduzione letterale è quella di uccello migratore, scelta dal movimento giovanile per autodefinirsi, sia stato tratto da una poesia di Joseph von Eichendorff (1788-1857), uno dei più rappresentativi e qualificati esponenti della letteratura romantica, autore del celebre Aus dem Leben eines Taughenichts ( il diario di un perdigiorno) che può essere considerato una sorta di vangelo della contestazione del mondo industriale e commerciale che si andava formando in Europa all’inizio dell’ottocento e di rivolta ai suoi pseudo-valori.

Eichendorff, di origine nobile, avvertì con disappunto e preoccupazione l’emergere di una classe di parvenus, da lui definiti con disprezzo filistei, che rapidamente si andava sostituendo alla antica e sana aristocrazia contadina, fondando il proprio primato sul potere del denaro. Eichendorff fu inoltre un’ardente patriota e molte furono le canzoni da lui composte che si ispiravano alle guerre di liberazione e che si riallacciavano a quelle di Theodor Körner, diMax von Schnkendorff e di Ernst Moritz Arndt del quale,in particolare, furono famose le Waffenstillstand der Nacht (tregua nella notte) e la poesia patriottica Wass ist des Deutscen Vaterland? (qual è la patria dei tedeschi?).

Nei primi anni dell’ottocento si era sviluppata in Germania una letteratura autenticamente patriottica che traeva spunto da una situazione politica instabile ed inquieta. Dopo la disfatta di Jena del 1806 che aveva visto gli eserciti prussiani completamente sbaragliati, il paese era stato occupato dalle armate di Napoleone Buonaparte e la popolazione aveva perso completamente la libertà e l’autonomia. Fu proprio di fronte alla tragedia della patria umiliata e divisa che Johann Gottlob Fiche sentì il bisogno di reagire e nel 1807 pronunciò i suoi Reden an die deutsche nation (Discorsi alla nazione tedesca) in cui esortava i suoi connazionali a riacquistare coscienza di sé, a riscoprire le virtù e le glorie del passato, condizione indispensabile per porre le basi della rinascita nazionale e per proiettarsi nell’avvenire, un avvenire libero dalla servitù e dalla vergogna.

Il suo messaggio e il suo appello non rimasero inascoltati. Di là a qualche anno infatti i giovani accorsero a migliaia da ogni angolo della Germania ad arruolarsi nelle armate prussiane del generale von Lützow e nelle formazioni dei volontari, offrendo un grande tributo di sangue nella battaglia di Lipsia ( 16-19 ottobre 1813 ), la storica battaglia delle Nazioni o dei popoli (Völkerschlacht), come allora si disse, che segnò il tramonto di Napoleone e il crollo della dominazione francese in Europa. Come vedremo, l’anniversario della battaglia di Lipsia era destinato a diventare oggetto di celebrazione e di culto da parte della Jugendbewegung che vide sempre nell’epopea del 1813 un esempio da emulare. In questi anni poi, esattamente nel 1808, Heinrich von Kleist compose Die Hermannschlacht (la battaglia di Arminio), un’opera in cui emergeva a chiare lettere l’esortazione ai suoi connazionali a respingere l’influenza della cultura e della civiltà francesi che troppo erano penetrate in Germania, a seguire insomma l’esempio di Arminio il Cherusco che, battendo nel 9 d.c. nella selva di Teutoburgo le legioni romane del console Varo, aveva saputo porre freno all’invasione straniera e al processo di romanizzazione in atto allora tra i germani.

La rivolta contro la cultura e la civiltà francesi ritenute straniere, nasceva dal rifiuto consapevole dei modelli sociali fondati sul razionalismo e sul cosmopolitismo, sul mito del progresso e, più in generale, sugli immortali principi dell’89. Ai valori democratici ed egualitari, il Romanticismo tedesco oppose la sua esaltazione del sentimento, della fantasia, della natura e della benefica diversità tra gli uomini. Esso preferì esaltare l’anima popolare, valorizzare la nazione intesa come entità spirituale e volle vedere la vita come una lotta incessante e titanica contro il destino considerato un elemento attivo dell’ordine universale.

Senz’altro impregnate di spirito romantico, oltre che di avversione antifrancese, furono le Burschenschaften e le Turnerschaften, le organizzazioni studentesche e ginnico-sportive fondate da Friedrich Ludwig Jahn, babbo Jahn (Vater Jahn) come lo chiamavamo affettuosamente i suoi seguaci. Professore all’università di Berlino e formidabile oratore, predicatore dedito al vagabondaggio e agitatore politico di prim’ordine, Jahn, all’epoca delle guerre di liberazione aveva ricevuto dal governo prussiano l’incarico di predisporre l’insurrezione della popolazione tedesca contro Napoleone, compito al quale si dedicò con tutte le sue energie.

Nel 1811 Jahn diede vita alla prima organizzazione ginnico-sportiva e contemporaneamente costituì un gruppo nazionalista clandestino. Sostenitore acceso della Weltanschauung che contrapponeva uno stato organico a base nazional-patriottica alla società atomistica e disgregata di stampo liberal-democratico, fu proprio lui a coniare il termine Volksturm per indicare la nazione di popolo (Volk) inteso come comunità di sangue e di destino.

Insieme a Ernst Moritz Arndt, Jahn diede un contributo importantissimo alla nascita di una nuova coscienza nel popolo tedesco e la sua opera Das deutsche Volksturm (la nazionalità tedesca) che si proponeva di risvegliare il nazionalismo ritenuto un fattore innato nell’anima germanica, ebbe una grandissima influenza nel suscitare il patriottismo indispensabile a mobilitare le masse e a spingerle alla lotta per l’indipendenza.

Anche dopo la disfatta di Napoleone e il nuovo ordinamento della Germania in una confederazione di trentanove stati, sancito dal congresso di Vienna, le corporazioni studentesche continuarono la loro azione di proselitismo e nel 1817 tennero un grande raduno sul castello della Wartburg nei pressi di Eisenach in Sassonia. Qui , tra lo sventolio delle bandiere dai colori nero-rosso-oro e gli antichi canti di guerra, vennero distrutti i simboli ed i libri stranieri, ritenuti avvelenatori della genuina cultura tradizionale del popolo tedesco.

E’ con questi presupposti e con questo spirito che doveva nascere e affermarsi la Jugendbewegung!







[Modificato da sissy66 01/11/2006 21.02]

Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:19
Il raduno sul monte Meissner


Una tappa fondamentale nella storia del movimento giovanile è costituita dal raduno sul monte Meissner che ebbe luogo verso la metà di ottobre del 1913. Il monte Meissner, che una leggenda vuole abitato da Frau Holle, una tipica figura delle antiche fiabe tedesche, si erge nella zona sud di Kassel nella Germania centrale. A organizzare il raduno che per tanti aspetti volle avere i caratteri di una festa giovanile e popolare, furono numerosi gruppi di Wandervögel che con la loro esistenza attestavano che ormai il Movimento anche se frazionato in mille rivoli si era esteso su tutto il territorio nazionale.

Il panorama delle sigle si presentava oltremodo variegato: Deutsche Akademische Freischar, Deutscher abstinenter Studenten, Deutscher Vortruppbund, Bund Deutscher Wanderer, Jungwandervogel, Osterreichischer Wandervogel, Germania, Bund Abstinenter Sculer, Freie Schulgemeinden Wiskersdorf, Bund fur freie Schulgemeinden Landschulheim am Solling, Akademische Vereinungen, Marburg und Jena, Burschenschaft Vandalia Jena, ecc.

La sera del 13 ottobre, dunque, convennero sul monte Meissner numerosi ragazzi e ragazze. Le stime parlano di tre o quattro mila partecipanti. In massima parte si trattava di studenti provenienti da diversi centri universitari come Monaco, Gottinga, Heidelberg, Friburgo, Jena, Tubinga, ecc. Non mancarono però le rappresentanze straniere tra le quali in particolare quella austriaca fu molto folta.

Per volontà dei dirigenti del movimento l’avvenimento coincideva con l’anniversario della battaglia dei popoli (volkerschlacht) combattuta a Lipsia cento anni prima e che aveva visto la sconfitta di Napoleone. In seguito alla vittoria riportata sulle armate francesi, la Germania aveva potuto riacquistare la propria libertà e indipendenza. In questa occasione, come abbiamo già accennato in uno dei capitoli precedenti, la gioventù tedesca aveva manifestato coraggio e amor di patria, accorrendo in massa nei reparti dei volontari del maresciallo von Lutzow.

Contemporaneamente anche il governo tedesco aveva organizzato cerimonie ufficiali per celebrare la ricorrenza, tanto più che la data veniva a coincidere con il venticinquesimo anniversario di regno del Kaiser Guglielmo II. La cosa pertanto, come si può immaginare, non mancò di suscitare aspre polemiche.

Molteplici erano i motivi che spingevano i giovani a radunarsi, da una parte, di fronte alla crescente espansione del movimento, era necessario stabilire delle linee direttrici comuni e dall’altra si voleva tentare di arrivare a una fusione di tutti in un’unica organizzazione. Cosa che avrebbe favorito un’azione più efficace e più fertile. La nuova formazione avrebbe dovuto chiamarsi Freiedutsche Jugend e avrebbe dovuto riassumere in sé un po’ tutte le caratteristiche dei gruppi esistenti. Tra i gruppi rappresentati, alcuni predicavano l’astinenza dall’alcool e dal tabacco e avevano impostato su questa tematica tutte le loro attività, altri avevano sposato in pieno il programma di Gustav Wyneken di dare vita cioè a libere comunità scolastiche, fucina della nuova gioventù, altri ancora, impregnati di un accentuato spirito nazional-patriottico, insistevano specialmente sull’importanza dell’elemento popolare (völkisch) e avevano fatto dell’opera Untem Ritterkreuz (sotto la croce di cavaliere), allora molto diffusa, la loro bibbia.

Gli esponenti della Akademische Freischar dopo aver affermato che non era affatto loro intenzione quella di illudere o ingannare la gioventù con ideali utopistici o di indicare delle mete irraggiungibili, ebbero a sottolinearecon grande convincimento come i loro principi ideologiciderivassero da pensatori come Thomas Carlyle, Fiche e Lagarde. Il Sera-Kreis di Jena invece, fondato dall’editore fiancheggiatore dei Wandervogel, Eugen Diederichs, diede della Jugendbewegung un’immagine idilliaca e insistette in particolare sulla pratica del Wanderen.

Prima dell’apertura dei lavori si ebbero i saluti e le dichiarazioni di sostegno da parte di numerose personalità. Tra gli altri Ferdinand Avenarius, Gertrud Baumer e Gerard Hauptmann; Ludwig Klages, impossibilitato a partecipare personalmente, inviò una relazione di diciotto pagine < nelle quali metteva in guardia i giovani contro il progresso e la ragione (Vernunft) intesi come motivi conduttori dell’esistenza>.

I lavori veri e propri vennero introdotti da Bruno Lemke, uno studente dell’università di Marburgo, che svolse una relazione sulle concezioni di fondo dell’intera Jugendbewegung. Nel corso del dibattito generale che fece seguito, si insistette soprattutto sulla lotta all’alcool e alla nicotina e vennero affrontati anche problemi di argomento pedagogico ed educativo, ma gli interventi che registrarono il maggiore interesse furono quelli riguardanti le scelte politiche e ideologiche, l’atteggiamento cioè che il movimento giovanile avrebbe dovuto assumere nei confronti della società Guglielmina, della sua cultura e dei suoi miti. La presenza di alcuni elementi di idee liberali destò polemiche e contrasti, suscitando una certa tensione.

Il pastore Gottfried Traub, dopo avere ricordato nel suo discorso il valore e il forte spirito patriottico che aveva animato gli studenti delle Burschenschaften all’epoca delle guerre di liberazione, rivolse un appello alla gioventù perché non vanificasse la sua azione e i risultati raggiunti facendosi strumentalizzare dai partiti politici. Il movimento giovanile infatti non era stato fondato per essere un’organizzazione politica e i suoi dirigenti si rendevano conto del pericolo rappresentato dai partiti di destra e di sinistra che di buon grado l’avrebbero assorbito nell’ambito delle proprie strutture.




Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:20
...continua.


La gioventù tedesca mostrava già allora un grande disprezzo per la democrazia alla quale rimproverava oltre la cronica decadenza morale che la contraddistingueva, anche la divisione e la contrapposizione del popolo in fazioni ostili. Il parlamentarismo leappariva superato e inefficiente, incapace di affrontare e risolvere i problemi della nazione e inoltre accusava i partiti di essere unicamente delle cricche di potere che avvelenavano l’anima germanica. Gli studiosi che hanno dedicato la loro attenzione al fenomeno della jugendbewegung non hanno mancato di osservare come l’orientamento che tendeva a prevalere in quegli anni tra i giovani fosse indirizzato verso le idee del nazionalismo rivoluzionario o della “rivoluzione conservatrice”. Del resto i beniamini dei Wandervogel , Jahn, Lagarde, Langbehen, H.S. Chamberlain, nei loro scritti avevano manifestato idee violentemente antiliberali, antidemocratiche e ipertradizionaliste.

Nella riscoperta dei valori spirituali e nazional-popolari, si faceva strada il mito del “nuovo regno” da fondare e si cominciava a parlare della necessità di riunificate sotto la bandiera della tradizione tutte le varie componenti del popolare germanico. Ai giovani naturalmente spettava in questa missione il ruolo di protagonisti, nel suo intervento Traub per rendere più incisive le sue parole, recitò i versi di Ernst Moritz Arndt, il vate della guerra del 1813:

Io voglio risuonare di libertà

Questo è il più alto suono

Della libertà io voglio cantare

Per l’intero corso della mia vita

Che il potente suono

Possa risvegliare i vostri freddi cuori

E per i migliori bottini

Si distenda l’anima della gioventù

Innumerevoli furono nel corso della festa i richiami e Fiche che aveva donato al popolo tedesco l’idealismo della volontà e della forza, a von Lutzow e a Gneisenau che nel 1813 erano stati a capo dell’esercito e agli eroi che si erano immolati per la libertà della patria.la sera vennero accesi ovunque fuochi da campo e riuniti intorno ad essi, i giovani innalzarono verso le vette gli antichi canti patriottici e avviarono danze popolari. Vennero rappresentate alcune scene dell’Ifigenia diGoethe e si cantò in coro l’inno alla gioia di Schiller “Freude, schoner Gotterfunke”.

Il giorno seguente, la domenica mattina, Wyneken tenne il suo atteso discorso che costituì il momento culminante della manifestazione. Anch’egli celebrò gli eroi della guerra di liberazione e ricordò l’esortazione di Fiche: “Salvate la Germania poiché il mondo ha bisogno di essa, salvatela come la più lucida ed aguzza arma dello spirito tradizionale”.

Si trattò di un discorso pieno di forza e di effetto che ancora di più convinse la gioventù dell’importante ruolo che essa era chiamata a svolgere. Avenarius concluse la manifestazione dando appuntamento ai giovani per l’anno seguente. Invano, infatti a causa della guerra la maggior parte di essi dovette partire per il fronte.




Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:21
Manifesto dei Wandervögel


Giovani tedeschi!

Pensate, nel corso delle vostre escursioni, alla gravità del tempo ed evitate ogni appariscenza nell'atteggiamento e nel vestiario! Abbandonate gli inutili orpelli e la condotta chiassosa! Evitate l'alcool e il tabacco nelle escursioni! Cantate canzoni decorose. Astenetevi però dal cantare e dalla gaiezza rumorosa, laddove ciò possa molestare gli altri. Il vostro comportamento dovrebbe guadagnarvi amore e rispetto.

Abbiate cura di prati e campi, selve e arbusti! Poiché la terra è sacra, così come tutto ciò che essa produce.

Difendete la nostra Patria tedesca!


Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:28
Il movimento giovanile tra il 1920 e il 1933.


I giovani soldati ritornarono dalla Guerra Mondiale delusi;non potevano e non volevano accettare che tutti i loro sacrifici, tutta la virtù militare, tutto l'eroismo, fossero finiti nel disastro della sconfitta tedesca. I membri del "Wandervogel" e delle "Freideutschen" cercando di formare i loro gruppi anche durante il servizio al fronte, furono influenzati dal pathos e dal mito del guerriero e fecero entrare questi pensieri ideologici nel movimento giovanile tra il 1920 ed il 1933.

Vediamo di nuovo dei conflitti e delle scissioni, dei fenomeni radicali: già nel 1919 fu fondata una confederazione come unione "di tutti quelli che pensano 'völkisch' e vogliono salvare l'integrità della patria"; tanti "Wandervögel" cercarono un contatto con la "Reichswehr" (l'esercito tedesco del dopo-guerra, in parte illegale); ma esistevano anche degli orientamenti pacifisti e internazionalisti assieme ai gruppi che si orientavano verso il marxismo.

C'è, però, un punto importante in comune: tutti si occupano della costruzione di una vita giovanile autonoma dagli adulti, che si orienta ad una interpretazione particolare del mondo, della vita, dell'età giovanile; tutti sono convinti del significato e dell'importanza della gioventù come un ceto (quasi nel significato medioevale!). La forma d'organizzazione è il "Bund", adesso in un senso nuovo e molto più ampio: non è soltanto una confederazione ma un patto di vita, un ordine nel significato quasi religioso del termine; si orienta al prototipo medievale dell'ordine cavalleresco tedesco! La confederazione si impegna a servire all'idea di un rinnovamento del popolo e dell'impero. Al posto del gruppo individualistico e rilassato dei girovaganti si crea adesso un gruppo disciplinato: i suoi membri portano una vera propria divisa che esprime all'esterno un comportamento ispirato alla buona creanza e alla disciplina: la meta è di tenersi a freno.

Alla consapevolezza giovanile di essere una parte autonoma ed importante della società corrisponde la "scoperta" della gioventù da parte della società medesima. La gioventù giocava nella Repubblica di Weimar un ruolo immenso; "Chi possiede la gioventù, possiede il futuro!" era la convinzione comune. Accanto al movimento giovanile i partiti politici fondavano le loro organizzazioni. Di grande importanza erano anche le organizzazioni della chiesa cattolica e delle chiese protestanti.

Malgrado i contatti politici e il grande influsso culturale del movimento della gioventù confederata, essa non riuscì a sviluppare un concetto concreto ed efficiente della politica pratica. Ciò non dipendeva solo dalla filosofia e dottrina più romantica che realistica del movimento: p.e. l'idea del "popolo" era confusa e molto lontana dalla struttura reale della società contemporanea. Neanche era soltanto espressione dell'arroganza giovanile che pretendeva di possedere nelle strutture e forme della sua confederazione un modello per l'ordine di tutta la società. Era anche la conseguenza di una sfiducia generale nella Repubblica di Weimar, nella democrazia (che non corrispondeva al sentimento elitario del movimento) e nella politica in generale (che era una cosa degli adulti).

Questo "vuoto politico" fu riempito dopo il 1926 dalla destra politica. Già nel movimento dell'anteguerra c'erano gruppi con tendenze antisemitiche ed estremamente nazionalistiche che usavano contro gli avversari il rimprovero di essere "liberaleggiante", "minato mentalmente e personalmente dagli ebrei" ("verjudet"), e "contro gli interessi del popolo tedesco" ("gegenvölkisch"). Dopo la guerra si rinforzarono i sospetti paranoici - adesso anche contro il "pericolo bolscevico". Troviamo nel movimento giovanile confederazioni che sostengono l'antisemitismo, il razzismo, che pensano con la categoria "großdeutsch" (gran tedesco - nel significato che appartengono all'impero tedesco anche tutti i tedeschi fuori dai confini) e cominciano a coltivare l'ideologia di una cultura "nordica".




Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:29
"Hitler-Jugend" ("Gioventù hitleriana")


La fondazione della "Hitlerjugend" non ha molto in comune col movimento giovanile dell'epoca. Nella Sassonia sorsero nel 1925/26 alcuni gruppi giovanili locali del partito nazionalsocialista; essi venero riconosciuti durante il giorno del partito 1926 a Weimar e furono chiamati "Hitlerjugend. Bund deutscher Arbeiterjugend" (Confederazione della gioventù operaia tedesca). In realtà la HJ fu una sezione della "SA" (battaglioni d'assalto) per i giovani dai 14 ai 18 anni in una certa analogia ai ragazzi dei "fasci" nel primo tempo del fascismo in Italia! La HJ fu sottoposta alla dirigenza superiore della SA. Fondamentalmente si trattava di attività politiche: dimostrazioni, agitazione, "battaglie di strada" con i comunisti - nel 1933 si contavano ben 21 membri della HJ caduti in scontri politici...

All'inizio degli anni trenta sotto la dirigenza di Baldur von Schirach (nominato nel 1931 da Hitler "Reichsjugendführer" del partito nazista) la HJ riuscì a guadagnare simpatia fra la gioventù; benché essa contasse soltanto circa 40.000 membri iscritti, nel "giorno della gioventù" a Potsdam il 1 e 2 ottobre 1932 per sette ore circa 100.000 giovani in colonne militari marciarono davanti a Hitler.


Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:30
La HJ dopo la presa del potere nel 1933


Dopo la "presa del potere" (il 30 gennaio 1933) il partito nazista proclamò la HJ l'unica organizzazione giovanile nel Terzo Reich. Oltre che in famiglia e a scuola l'intera gioventù tedesca dovette essere educata nella HJ "al servizio del popolo e della comunità popolare". La HJ cercò di sopprimere tutte le leghe politiche, confessionali, confederate o autonome della gioventù, persino la gioventù sportiva e il lavoro per la gioventù delle associazioni professionali. Verso la fine della Repubblica di Weimar si contavano circa da 5 a 6 milioni di membri nelle organizzazione giovanili.

Il 5 aprile 1933 Schirach fece occupare da un gruppo della HJ l'ufficio del comitato centrale tedesco di tutte le istituzioni e organizzazioni della gioventù; il presidente del comitato, il generale Vogt, si affrettò a rimettere il suo carico nelle mani del "Reichsjugendführer". La HJ guadagnò tutto il materiale importante per conoscere esattamente i "nemici": nomi dei membri delle dirigenze ed i loro indirizzi, statistiche etc.

Pochi giorni dopo questo colpo di mano, così tipico per i nazisti, Schirach escluse le organizzazioni ebree e socialiste; al tempo stesso furono vietate con i partiti politici anche le loro leghe giovanili. I gruppi della destra (per esempio la "Bismarck-Jugend") entrarono in blocco nella HJ. Ma entrarono volontariamente anche non solo altri gruppi giovanili, ma la HJ poteva registrare anche l'adesione personale di tanti ragazzi che così diventarono per propria decisione individuale membri della HJ. Anche Hans Scholl, negli anni quaranta uno dei fondatori della "Rosa Bianca", in quel periodo quindicenne, entrò a far parte della HJ, attratto dalle sue mete apparentemente elevate...




Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:31
L'attrazione della HJ


Quali erano gli aspetti così attrattivi e affascinanti della HJ per tanti giovani? La scienza storica contemporanea accentua soprattutto tre elementi:

* La HJ si presentò come "movimento", accentuando l'esigenza di una riforma sostanziale: senza divergenze sociali, politiche, "egoistiche", promise una organizzazione per tutti i giovani sotto i principi della equiparazione e della autodeterminazione;
* La HJ si astenne da un concreto programma politico; aderendo alla ideologia della "Volksgemeinschaft" (comunità popolare) aprì una ampia prospettiva.
* La HJ (come il nazionalsocialismo in generale) promise il superamento della "crisi d'identità" sentita profondamente da tanti tedeschi, anche dai giovani, culminato nella crisi economica all'inizio degli anni trenta. Non a caso si aveva denominato il nuovo movimento "Hitler-Jugend" e non "NS-Jugend": Hitler, il "Führer", doveva essere la persona con cui identificarsi. Schirach stesso aveva sentito, quando aveva diciassette anni, questa ammirazione assoluta e credeva a Hitler finché - ma troppo tardi - scoprì le sue intenzioni criminali...


Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:32
La lotta contro le organizzazioni giovanili fuori della HJ


Schirach continuò la lotta contro tutte le organizzazioni fuori della HJ. Le confederazioni giovanili avevano cercato all'ultimo minuto di unirsi e così di continuare la tradizione della Gioventù confederata; sotto la protezione dell'esercito tedesco speravano allo stesso tempo di guadagnare l'approvazione dei nazisti e di preservare il loro ruolo autonomo fuori della HJ. Non si resero conto della realtà politica: non c'era più spazio accanto alla HJ totalitaria. Il 17 giugno 1933 fu vietata tutta la "gioventù federata"; soltanto gli scout potevano sopravvivere ancora fino al 1934, perché non si voleva distruggere la possibilità di relazioni con l'estero.

Il passo successivo fu il tentativo di escludere l'influsso delle organizzazioni confessionali. Schirach riuscì a incorporare formalmente tutta la gioventù evangelica tedesca (800.000 membri) nella HJ, ed il lavoro delle chiese evangeliche fu limitato alla cura dalle anime e nessuno giovane sotto 18 anni poteva essere membro di un gruppo ecclesiastico evangelico senza la tessera della HJ. Ma già dopo poco tempo fu cambiata la direttiva: nel luglio 1933 Schirach proibì di essere membro simultaneamente della HJ e di una organizzazione confessionale. Con la gioventù cattolica c'erano più problemi; a seguito del concordato fra il governo nazista e il Vaticano del 1933 a questa organizzazione fu permesso in un primo tempo di sopravvivere; ma già presto - nel 1934 - il nazionalsocialismo cercò con divieti particolari, atti terroristici e azioni propagandistiche di sopprimere anche la gioventù cattolica. Per esempio non dovevano essere membri di una organizzazione confessionale i figli degli impiegati statali!


Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:34
La HJ e la tradizione del movimento giovanile


Esteriormente la HJ usava elementi del movimento giovanile; la propaganda nazista nel 1933 affermava che la HJ era la continuazione e la perfezione, quasi il superamento nel senso dialettico, del movimento giovanile. In un primo tempo essa tollerava ancora l'influsso di tanti capi del movimento giovanile che erano entrati nel 1933 nella HJ e particolarmente nel "Jungvolk" (organizzazione dei piccoli dai 10 ai 14 anni), affascinati dall'idea di un movimento giovanile unico e convinti così di fare entrare anche nella HJ le forme e i contenuti principali del movimento giovanile.

Ma già presto la dirigenza della HJ si distanziò dalla sua interpretazione. Non soltanto perseguiva tutti gruppi illegali fuori della HJ che non volevano rinunciare ai suoi ideali ma anche cercava di scartare le memorie troppo chiare di questo movimento nella HJ - vietando certe forme di tende, canzoni, strumenti, vestiti, e sostituendo il "Lager" (accampamento organizzato quasi-militarmente) alla "Fahrt" (viaggio di un gruppo piccolo nello stile vecchio del movimento giovanile). In primo luogo tutti i capi nel "Jungvolk" che venivano sospettati di seguire le idee del movimento giovanile furono deposti, tanti furono arrestati, esclusi della HJ ovvero si ritirarono essi stessi dalla HJ.

Io non sono mai entrato a far parte della HJ vera e propria; a causa della mia età sono stato membro del "Jungvolk" dal 1940 al 1945 e ho provato una certa simpatia per la vita giovanile nel Jungvolk, nel quale si mescolavano lo scoutismo e le vecchie tradizioni del movimento giovanile, tutto al contrario della HJ. Noi cantavamo ancora le canzoni del "Wandervogel" marciando in formazione...!




Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:35
L'odio patologico della HJ per i "confederati"


Come per tutta l'ideologia del nazismo anche per la HJ è significativa la scarsità e l'irrazionalità della dottrina che, essendo dipendente dall'esistenza di nemici, operava sempre col sospetto di una congiura contro "il popolo tedesco" - prima fra tutte naturalmente la "teoria" di una congiura internazionale degli ebrei e bolscevichi.

Storicamente è facile provare come la dirigenza della HJ abbi anche usato i suoi "nemici" particolari (le organizzazioni confessionali e le confederazioni giovanili) per consolidare la sua indipendenza e il suo potere all'interno del governo nazista. Schirach convinse Hitler del "grande pericolo" che sovrastava la gioventù tedesca, e per combatterlo fu nominato "capo della gioventù tedesca del Reich" con una sezione indipendente all'interno del governo nazista e i poteri pieni per il controllo e per la dirigenza di tutta la gioventù.

Si può facilmente capire come la chiesa cattolica e il suo influsso sulla gioventù sia stata veramente una minaccia per la politica nazista (benché la chiesa cattolica fosse incline al compromesso con il nazismo, essa difendeva il suo diritto alla educazione religiosa). Ma perché la dirigenza della HJ sviluppò un odio quasi patologico contro un movimento, la gioventù confederata, con la quale condivideva diverse tendenze ideologiche?

Secondo me la paura paranoica della HJ possa esser compresa in un certo grado. E per capirlo devo ancora una volta ritornare al movimento giovanile di quel tempo.


Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:37
Movimento riformatore - "Jungenschaft" (confederazione dei ragazzi)


Ho parlato nella mia relazione del movimento giovanile di due epoche principali: la prima epoca verso l'inizio del secolo con i movimenti del "Wandervogel" e dei "Freideutschen" e la seconda epoca negli anni venti, l'epoca della "Gioventù Confederata". Devo adesso parlare di una terza epoca, alla fine degli anni venti, d'un movimento "riformatore" che praticamente non ebbe il tempo di svilupparsi (a causa del 1933), ma che ebbe tuttavia un grande influsso.

Parlando della "gioventù confederata" la dirigenza della HJ non si riferiva mai a tutto il movimento (con tutte le variazioni differenti). Essa sentì forse una certa simpatia per gli elementi "popolari" e allo stesso tempo un disprezzo per il carattere "settario" del movimento - Schirach scrisse una volta sprezzantemente dei "romantici megalomani"... Infatti la HJ parlando della "gioventù confederata" pensava quasi esclusivamente a questo movimento riformista, ai gruppi della "Jungenschaftsbewegung" (movimento autonomo dei ragazzi) e del "Nerother Wandervogel" (un movimento riformista ispirato alla vecchia tradizione del "Wandervogel" originale). La HJ era molto preoccupata:

* A causa dei nuovi ideali: la riforma spirituale da dentro; il ritorno all'autodeterminazione della gioventù; la riunione di "emozioni forte" con razionalità ed intellettualità; una cultura ampia con forti interessi per le altre culture; confederazione (quasi un patto) per tutta la vita basandosi sulle scelte e amicizie personali; un'inclinazione internazionale, "contro-popolare", "comunista", antimilitarista.

Nella nuova rivista della (movimento tedesco dei ragazzi del 1.11.1929 - il "nucleo" della riforma) che si chiamava "Lagerfeuer" (fuoco del bivacco), si trovava per esempio la dichiarazione programmatica: "Vogliamo per noi uno spazio al di là delle guerre passate e dei loro generali..."! I capi del movimento scrivevano anche nella rivista "Gegner" (avversario), organo dei gruppi sopranazionali, i cui editori erano anche ebrei. La HJ descriveva il contegno politico del "Nerother Wandervogel" - "essi presentano uno stile di letteratura di borgata che ha trovato la sua espressione propria nella 'Dreigroschenoper' (Opera Di Tre Soldi) di Brecht e Weill..."

Ma la riforma comprendeva anche le forme pratiche della vita giovanile. La "Jungenschaftsbluse" (una giacca a vento blu) diventò l'espressione dell'appartenenza, con questo vestito si andava "auf Fahrt", adesso anche molto lontano, all'estero, specialmente nel nord d'Europa, fino ai territori eschimesi, da dove si importava una nuova forma della tenda, la "Kohte", ("tenda di fuoco"), una tenda aperta sopra, così era possibile accendere un fuoco all'interno e vivere nella tenda anche in inverno... Andavano anche "auf Fahrt" nella Russia, la balalaica diventò lo strumento preferito, ci si interessava alle canzoni russe, coltivava il "mito della Russia" e si assisteva con entusiasmo ai concerti dei "cosacchi del Don"... La HJ accusava il movimento autonomo dei ragazzi di essere "bolscevichi" (e il "Nerother Wandervogel" di essere "omosessuale")!

* La HJ riconosceva l'influsso del movimento autonomo dei ragazzi, che dopo poco tempo erano riusciti (circa nel 1932) ad influenzare quasi tutte le altre organizzazioni giovanili, innanzitutto attraverso la rivista "Lagerfeuer" e le pubblicazioni della casa editrice Günther Wolff a Plauen, e poi anche grazie alle loro canzoni. Infatti si può vedere questo influsso per esempio nella gioventù cattolica; Hans Scholl aveva contatti con il movimento e Willi Graf, poi un altro membro della "Rosa Bianca", apparteneva all' "ordine grigio", una associazione giovanile cattolica di riforma spirituale, influenzata visibilmente di questo movimento di riforma. Anche nelle organizzazioni giovanili politiche di sinistra entravano le idee di quello movimento.

La HJ conseguentemente perseguiva tutti coloro che si radunavano in gruppi illegali aderendo a una posizione così contraria alla dottrina nazista. A mio parere è un fenomeno molto interessante che la HJ non si accontentasse della persecuzione fisica, ma credesse di dovere combattere questo pericolo anche con i mezzi della propaganda. In questo modo, spinta da un odio preconcetto e irrazionale, essa ha causato un effetto contrario; praticamente ha mantenuto in vita la memoria delle forme autonome di una vita giovanile autodeterminata: Chiunque sentisse un sentimento opposto al nazismo ed alla HJ trovò nei "pericoli" evocati dai nazisti la possibilità di identificarsi! Così malgrado le persecuzioni la tradizione autonoma visse e finalmente diede impulso a un movimento d'opposizione giovanile contro il nazismo molto differente dal movimento giovanile originale.




Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:38
La HJ, sempre più totalitaria - Persecuzione anche della Gestapo


Il 1 dicembre 1936 Hitler firmò la legge sulla gioventù hitleriana, che cercava di istituire il carattere legislativo della pretesa totalitaria della HJ. In conseguenza di ciò la dirigenza della HJ rinforzò la sua lotta contro la sopravvivenza illegale della gioventù confederata, di cui Schirach aveva dichiarato già nel 1934: "Ciò che si chiamava movimento giovanile tedesco, è morto"... Malgrado le persecuzioni permanenti esistevano non soltanto ancora gruppi illegali di "confederati" ma ne nascevano nuovi che cercavano contatti con gli altri al di là delle vecchie divergenze.

A questo punto anche la Gestapo cominciò a combattere questo "pericolo"; nel "Reichssicherheitshauptamt" (la centrale della Gestapo a Berlino) fu disposta una sezione speciale per la persecuzione dei gruppi illegali, incaricata anche di perseguire la omosessualità. E fu fondato anche il famigerato "Streifendienst" della HJ (ronde di controllo, quasi una polizia interna della HJ) che doveva consegnare giovani sospetti alla polizia ed alla Gestapo ed esercitava spesso il terrore e la tortura.

I nazisti sospettavano sempre che ci fossero degli istigatori; una volta immaginarono una congiura bolscevica, con intenzioni di alto tradimento, un altra volta si favoleggiava che i pantaloni corti di pelle fossero procurati da un "ispiratore cattolico". I ragazzi, scoprendo questa paura paranoica, si inventarono durante un interrogatorio, che il loro capo più alto si trovasse nel quartiere generale del "Führer" a sua insaputa! I nazisti non capirono mai il vero carattere della opposizione giovanile. La HJ mise in guardia senza posa i giovani contro i "pericoli" e esortò i genitori e gli altri adulti ad essere vigili. Così diffondeva essa stessa la conoscenza di una opposizione giovanile contro la HJ!


Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:39
La realtà della HJ


Forse è difficile immaginare che cosa accadesse realmente nella HJ. Vorrei descrivere le esperienze che ho fatto:

La cosa principale era il cosiddetto "Dienst" (servizio). Due o tre volte alla settimana andavamo in uniforme al "Dienst" nel "Jungvolk" (ancora una volta: l'organizzazione dei giovani dai 10 ai 13 anni), regolarmente il pomeriggio del mercoledì e del sabato, talvolta anche la domenica mattina (dopo aver partecipato alla messa in uniforme!). Per questo "Dienst" c'era un "rituale" comune: noi ragazzi di un "Fähnlein" (formazione di base come una compagnia militare, di circa 90 giovani della stessa età), ci radunavamo e dovevamo allinearci in formazione con precisione assoluta.

Dopo andavamo normalmente nella classe di una scuola per fare il cosiddetto "Heimabend" (che significava un programma di attività simile alle attività degli scout): cantavamo, si leggevano storie, ci distraevamo con lavori manuali, giocavamo etc. Il "Fähnlein" consisteva in tre "Jungzüge" (sezione di circa 30 ragazzi); ogni "Jungzug" faceva indipendentemente i suoi "Heimabend", e come "Jungzugführer" (capo di questa sezione) io sono stato responsabile per queste rappresentazioni, con un alto grado di autonomia.

Dopo circa 90 minuti andavamo fuori di nuovo, ci radunavamo nel "Fähnlein", facevamo gli esercizi che trovavamo sempre un po' noiosi, ma li accettavamo a causa della concorrenza con gli altri: siamo stati orgogliosi di essere i più precisi di tutti durante la marcia attraverso la città. Per questa marcia ci radunavamo con gli altri "Fähnlein", marciavamo cantando canzoni abbastanza marziali, talvolta anche accompagnati da un gruppo di giovani musicisti con tamburi e buccine (che a mio parere facevano più rumore che musica e che conoscevano troppo pochi pezzi...). Con un appello e il "Sieg Heil" (saluto nazista) tre volte ripetuto finivamo il servizio e andavamo a casa.

Bisogna parlare un po' di più dei contenuti. Al primo posto stava lo sport - per me questo era un problema immenso perché ero tutt'altro che sportivo! Il problema ritornava regolarmente ogni anno: il "Reichssportwettkampf", quasi una gara obbligatoria per scoprire la capacità sportiva di ognuno. Dovevamo fare alcuni esercizi fisici, per esempio correre gli 80 metri; si misurava il tempo e si riceveva una certa quantità di punti che corrispondeva a una tabella ufficiale che teneva conto dell'età. Tutti i punti venivano addizionati e il ragazzo con i più punti era il vincitore; se si rimaneva sotto un certo livello di punti non si poteva superare l'esame, il che era assai vergognoso. Non esisteva nessuna possibilità di allenarsi.

Essere poco sportivo aveva conseguenze dolorose: mancavano non soltanto i punti per l' "HJ-Leistungsabzeichen" (insegna di abilità). ma era proprio un impedimento a diventare capo. Ma la "pedagogia quantitativa" della HJ apriva allo stesso tempo delle possibilità di compensazione.

Il "lavoro ideologico" della HJ si muoveva su di un livello stranamente basso; per quella insegna bisognava per esempio sapere la biografia di Hitler e conoscere gli dei nordici, una cosa facile per un allievo della media abituato di imparare a memoria. Oltre a ciò lo "sport campestre", al secondo posto d'importanza a causa dell'istruzione paramilitare, offriva una buona occasione per le capacità più intellettuali.

Inoltre durante la guerra mancavano capi più grandi e così rimanevamo nel nostro "Fähnlein" solo noi compagni di scuola: capo del "Fähnlein" era un compagno di classe (famoso come asso dello sport, ma un po' debole nella matematica e in questo dipendente del mio aiuto...) e il "maresciallo" del "Fähnlein" era il mio amico, anche lui sportivo, ma orgoglioso di vincere nelle gare dello sport campestre.

Così formavamo una squadra particolare, in cui io avevo il dovere di insegnare a lui e gli altri tre le abilità di uno "scout" (capire le carte topografiche, usare la bussola, conoscere le forme delle foglie degli alberi etc.). Il mio amico, essendo "maresciallo", aveva il privilegio di entrare al campo di tiro e così avevamo la possibilità di perfezionare la nostra abilità a sparare... Abbiamo vinto tutte le gare malgrado avessimo bisogno di più tempo per il corso (circa dieci chilometri) rispetto alle altre squadre e spesso i miei compagni dovettero quasi portarmi in braccio nell'ultimo pezzo del percorso...

Spero che si capiscano le difficoltà inevitabili per la HJ di rendere "attrattivo" il "servizio" per i giovani più grandi. Noi più piccoli trovavamo nelle strutture del "Jungvolk", influenzato dallo scoutismo e anche dallo stile del movimento giovanile tradizionale ancora quasi una soddisfazione infantile, poco attraente per i ragazzi più grandi. Una certo ripiego erano i gruppi speciali della HJ - gruppi per giovani, che, per esempio, si interessavano della costruzione di aeromodelli o del volo a vela. Queste attività presupponevano, però, certe abilità; in conseguenza di ciò l'uscita dei ragazzi più attivi dalla HJ "normale" significava per gli altri soltanto ancora più noia e malcontento. In poche parole: l'ideologia nazista si mostrava quasi cieca quanto alla psicologia giovanile e cercava di imporre senza riguardi i propri scopi; così procurava essa stessa l'opposizione fra i giovani!




Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:41
Rafforzamento dell'opposizione giovanile


Nel 1939 il governo nazista introdusse il dovere per tutti di partecipare al servizio della HJ, paragonabile al servizio di lavoro ed al servizio militare. Ancora una volta fu inasprito questo dovere dopo l'inizio della guerra; adesso la HJ dovette assumere tanti impegni caratteristici della situazione di guerra per esempio nella protezione antiaerea e come pompieri.

In questa situazione fra i giovani crebbe l'inclinazione a cercare una vita propria fuori della HJ. Spesso essi usavano imparzialmente forme del movimento giovanile. Si andava "auf Fahrt" cercando di sfuggire così dalla miseria delle città bombardate o per dimenticare almeno per una fine-settimana la pressione crescendo nel settore del lavoro: i giovani dovevano lavorare adesso sempre più intensamente e più a lungo fino a 60, 70 ore la settimana!

Già presto i giovani fecero l'esperienza della persecuzione implacabile del la HJ e della Gestapo. Tanti si imbatterono in quelli che si opponevano già alla HJ e al nazismo. I motivi di questa opposizione sono molto differenti; li sappiamo al primo posto degli atti della Gestapo. Ma in quegli interrogatori naturalmente i giovani non parlavano del loro sentimento nei confronti dell'assurdità della guerra, del fatto che essi venivano a sapere della morte al fronte di conosciuti e amici soltanto poco più vecchi di loro. Si rilevavano sempre più visibili i veri scopi dei nazisti: di fare di essi soltanto "carne da cannone"!

Veramente c'erano tanti membri giovani della HJ fedeli alla autorità, acritici e timorosi di fare opposizione. Ma in quegli anni crebbe grandemente il numero di tali giovani che cercarono di ottenere una vita propria ribellandosi alla HJ.




Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:42
La storia dei "pirati della stella alpina"


Un esempio tipico dell'opposizione giovanile sono i cosiddetti "pirati della stella alpina". Durante alcuni interrogatori la Gestapo "scoprì" una insegna, portata da tanti giovani opposti alla HJ e al nazismo. In questa denominazione un po' strana vediamo due elementi:

* il "pirata" era nel movimento giovanile, lontano dalla realtà storica, un simbolo romantico della "libertà". Non ci sono soltanto tante canzoni che cantano della "libertà dei mari", ma c'erano anche gruppi giovanili che si chiamavano "pirati". Conosciuti per esempio erano a Düsseldorf i "Kittelsbachpiraten", una confederazione evidentemente influenzata dal "Nerother Wandervogel". Essi avevano combattuto prima del 1933 accanto alla SA nazista contro i comunisti. Dopo lo scioglimento nel 1933 i membri non obbedirono all'ordine d'entrare nella HJ, ma rimasero uniti. La HJ e la Gestapo perseguitarono i "Kittelsbach-Piraten" illegali con grande sforzo propagandistico e così li resero popolari fra i giovani operai che ammiravano i Kittelsbach-Piraten come "uomini forti" che vincevano in ogni rissa...
* La seconda parte della denominazione è: "stella alpina". Corrispondeva alla mentalità giovanile di usare simboli e insegne per esprimere l'appartenenza a un'associazione più o meno clandestina. Ma perché proprio la "stella alpina"? Non ci sono tante spiegazioni serie dei motivi di questo nome. Forse una spiegazione un po' banale si avvicina alla realtà storica: una parte comune del vestito dei ragazzi che andavano "auf Fahrt" erano i pantaloni corti di pelle, certamente di origini bavarese, che si portavano con bretelle, ancora usate oggi nella Baviera. E su queste bretelle si vede come ornamento comune la "stella alpina"! Insegna popolare del turismo alpino, il distintivo di questo bel fiore, si vendeva in tutti i posti turistici e anche nei magazzini di Düsseldorf e Köln...

Soprattutto furono giovani operai. Negli atti della Gestapo si trovano quasi esclusivamente due motivazioni di andare "auf Fahrt" con i pirati della stella alpina e di cantare con loro le canzoni vietate: perché la HJ non faceva "Fahrten" e il servizio diventava sempre più noioso; e secondo: perché non si era contento con i "Führer" (i capi) della HJ. Un ragazzo interrogato, di professione meccanico per automobili, dichiarò che era stato volentieri nella "Motor-HJ", (una delle sezioni particolari della HJ per giovani che si interessavano per le moto e le macchine), finché allievi della scuola media non avevano cominciato a dargli ordini. Generalmente il giudizio fu: ai pirati della stella alpina "ist mehr los!" (c'è di più...)




Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:43
Aumento esplosivo dei "gruppi di cani sciolti" giovanili


I "gruppi di cani sciolti", come i "pirati della stella alpina", non appartenevano ai gruppi illegali dei "confederati", nonostante l'influsso della tradizione del movimento giovanile, e benché la Gestapo e la HJ li chiamavano "confederati". I veri confederati illegali parlavano di loro persino con un certo disprezzo. Ma quasi tutti coloro che nella Renania si radunavano in un gruppo di giovani fuori della HJ, adesso chiamavano se stessi "pirati della stella alpina". Per la regione della Renania bassa si stimava che ci fossero 10.000 membri dei "pirati della stella alpina", da Wuppertal si riferì che quasi tutti i ragazzi dai 15 ai 17 anni portassero il segno della stella alpina, a Köln la Gestapo registrava in uno schedario particolare 3.000 nomi di giovani sospetti di aderire ai "pirati della stella alpina".

Nella parte orientale della Germania si sviluppò quasi una guerra civile fra i "pirati della stella alpina" e i nazisti. Nonostante le persecuzioni, gli interrogatori permanenti, le punizioni draconiane, la tortura, la Gestapo non riuscì di sopprimere i "pirati della stella alpina". La loro "attività" non consisteva esclusivamente negli atti diretti di resistenza, in primo luogo essi volevano seguire le loro idee di una vita "autodeterminata"; per esempio radunarsi la sera in certi punti per chiacchierare e cantare, cosa che era vietata. I limiti fra "resistenza" e comportamento criminale oscillavano continuamente; talvolta si rubarono armi, poi usate per attentati, talvolta si trattava di saccheggi dopo un bombardamento. Cercavano contatti con i tanti giovani stranieri deportati nella Germania per lavori forzati, cosa vietata severamente. Anche i gruppi dei pirati della stella alpina si combattevano, quando un membro invadeva il territorio di un altro gruppo.

Ma il nemico comune era sempre la HJ: a Wuppertal la sera nessun ragazzo in uniforme della HJ osava andare sulla strada perché temeva di essere bastonato di santa ragione; e sono conosciuti casi in cui un pirata ammazzò un poliziotto che cercava di arrestarlo... Di simili forme di opposizione giovanile si riferisce a Frankfurt, Leipzig, München. Ma nella Germania occidentale questo "movimento" aveva la più grande estensione e anche maggiori riferimenti alle tradizioni del movimento giovanile "classico". La Gestapo fondò "lager" particolari per la "rieducazione" di questi giovani, a causa della loro crudeltà e dei maltrattamenti paragonabili con i KZ nazisti; alla fine, p.e. a Colonia nel novembre del 1944, anche quattro sedicenni furono condannati a morte e impiccati pubblicamente! Gli alleati, interrogando dopo l'occupazione i ragazzi che erano appartenuti ai "pirati della stella alpina", constatarono ingenuamente che essi non conoscevano la parola "democrazia" senza vedere che erano in primo luogo vittime del nazismo, che si opponevano a modo loro al Terzo Reich...



Britannicus
00mercoledì 1 novembre 2006 20:46
Una opposizione giovanile di carattere principalmente nuovo


Vorrei chiudere la mia relazione con un rimando ad un'altra forma di opposizione giovanile nel Terzo Reich, che si allontanava definitivamente dalla tradizione del movimento giovanile tedesco. Una ultima volta sto raccontando una esperienza personale:

Un delitto particolarmente grave (minacciato della pena di morte!) era durante gli ultimi anni della guerra di ascoltare le notizie della radio BBC. Nel 1944/1945 la radio era uno strumento molto importante per noi, perché si poteva ascoltare le cosiddette notizie antiaeree che ci informavano del volo degli aeroplani americani e britannici. Aspettando queste notizie, la tentazione di cambiare e passare alla BBC era molto grande per un quattordicenne. Ma per dire la verità: io non ascoltavo le notizie, annunciate sempre con quel motivo della quinta sinfonia di Beethoven; mi interessava molto di più la musica! Scoprivo così Glenn Miller e il fascino dei ritmi della sua musica - in mezzo ai terrori della guerra...

La HJ e la Gestapo temevano estremamente una opposizione singolare: ad Amburgo (e anche nei paesi occupati, p.e. a Parigi) gruppi di giovani (di famiglie della media ed alta borghesia!) si entusiasmavano per la musica "Swing": per essi era l'espressione di uno stile di vita tanto lontano dall'ideologia nazista. Himmler stesso, il capo delle SS, si occupò della persecuzione degli "Swingboys" e comandò l'eliminazione totale di quei gruppi. I nazisti si confrontarono col fenomeno di una resistenza allegra, ironica, già petulante, non politica, e oltre ciò parte di un "movimento" internazionale e "anglofilo"...

Nel 1941 ad Amburgo si radunarono alla stazione centrale circa 60 ragazzi e ragazze, aspettando l'arrivo di due loro amici, che salutarono con un applauso immenso come "Reichsstatistenführer" (molto ironico: capi delle comparse del Reich!). I due ragazzi, che erano saliti sul treno soltanto una stazione prima, erano vestiti tipicamente come "Swing": una giacca estremamente lunga e ampia, a grandi quadri, i pantaloni anch'essi molto ampi, le scarpe con suola molto alta, e sempre portando l'ombrello... I compagni, vestiti in modo simile, suonarono un grammofono, si disposero come su due ali, i due salirono tra i lampi dei flash su di una carrozza aperta e andarono attraverso la città, accompagnati dai loro amici che gridavano di giubilo ...!

Ma con la Gestapo non si scherzava: La conseguenza fu una ondata di arresti, interrogatori, maltrattamenti, torture. Alcuni ragazzi furono condannati, altri furono portati per due, tre anni a Moringen, il famigerato "lager" per i giovani. La persecuzione degli "Swing" ad Amburgo è un capitolo vergognoso della storia dei giovani nel Terzo Reich: Insegnanti e allievi delle scuole di Amburgo denunziarono altri allievi di appartenere agli "Swing". Più di 300 giovani furono arrestati e maltrattati dalla Gestapo e nella prigione di Fuhlsbüttel. Si stima che fino a 70 giovani furono portati nel "lager" di Moringen; quanti vi morirono non è dato di sapere. Anche i genitori dovevano temere ritorsioni. Lo choc dell'arresto, la paura dei maltrattamenti, le minacce permanenti contro i genitori spinsero il diciassettenne Dirk Dubber al suicidio. Anche lui membro dell'opposizione giovanile nel Terzo Reich e vittima del nazismo!

I giovani nel Terzo Reich -
tra adattamento e resistenza

Testo della conferenza - Relatore: Dr. Gerd Neises



Britannicus
00giovedì 2 novembre 2006 09:08
Gut Licht


...I Wandervogel...
un modello di libertà e di anticonformismo:vengono oggi finalmente riscoperti,dopo essere stati a lungo emarginati,perchè ingiustamente assimilati ai movimenti della gioventù nazista.
Bellissimo il loro augurio,il saluto che si scambiavano...
...Gut Licht,Buona Luce...
Attraverso l'uso della loro "cassettina della luce"(la macchina fotografica) seppero far conoscere ed imporre un preciso stile di vita.
...Gut Licht,Buona Luce...
...lo farò mio!
Brit
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