I Vicerè

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°°Jen Lindley°°
00venerdì 16 novembre 2007 23:51




Sicilia. Ultimi anni di dominazione borbonica prima della nascita dello stato italiano. La morte della principessa Teresa introduce la famiglia Uzeda discendente dei vicerè di Spagna. Le vicende degli Uzeda e i loro intrighi, raccontati negli anni attraverso gli occhi di Consalvo, l'ultimo discendente, rappresentano la società dell'epoca in rapido divenire, in cui sopravvivere significa innanzitutto essere schiavo di regole e tradizioni.
Liberamente tratto dall'omonimo romanzo del 1894 di Federico De Roberto, il film di Faenza è innanzitutto un quadro famigliare. I luoghi, le abitudini, le parentele, l'invidia, l'onore e il denaro, sono introdotti in modo impietoso, nella prima parte del film. L'insieme e il singolo sono descritti efficacemente attraverso momenti chiave in cui gli Uzeda si ritrovano: le esequie della principessa, la lettura del testamento, la nascita di un figlio, la caduta dei Borboni. Sono questi gli attimi in cui il film riesce a convincere, grazie anche alle credibili ambientazioni, alla fotografia di Maurizio Calvesi (che utilizza luci e ombre, alternando teatralità e realismo), ai costumi di Milena Canonero, e all'ottima interpretazione di Lando Buzzanca, arrogante pater familias.
Quando la storia si sposta però sulla crescita e sulla vita di Consalvo (Alessandro Preziosi), I vicerè abbandona il ritratto d'insieme e mostra un personaggio in bilico fra perfida anarchia e celata redenzione, che non riesce ad affascinare, paradossalmente perchè esce dagli stereotipi dell'eroe, sia esso positivo o negativo. Consalvo, potenzialmente un paladino di un'Italietta cha già allora era fondata sui compromessi, disorienta, e si manifesta in molteplici situazioni che dovrebbero servire a descrivere il suo essere, e che creano tuttavia un senso di ripetitività. È necessario sottolineare come il progetto di Faenza sarà sviluppato, in seguito, in versione estesa per la televisione (i campi infatti sono spesso molto stretti), e, di conseguenza, il percorso del protagonista, così come messo in scena, si adatterà meglio al piccolo schermo.
Se, infine, I vicerè vuol essere un parallelo fra la società attuale e quella dell'epoca (la politica entra in scena nell'ultima parte), il rischio che affronta è quello di puntare su concetti semplici e diretti, che sfiorano il didascalismo, con la coscienza di saper trasferire il messaggio quando è la famiglia a parlare, eterno manifesto di ciò che siamo. Sia ieri che oggi.

Angeluss
00sabato 17 novembre 2007 01:41
Questo film vale la pena di vederlo solamente xche' c'e' Cristiana Capotondi [SM=x223086]

Cmq se volete un anticipazione vi posto qui sotto il trailer in versione integrale (basta cliccare sul media player x farlo partire) [SM=x223124]

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