I Duvalier

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ugo.p
00lunedì 17 gennaio 2011 09:43
Papa' Doc ( biografia da wikipedia)
François Duvalier (Port-au-Prince, 14 aprile 1907 – Port-au-Prince, 21 aprile 1971) è stato un politico haitiano. Noto con il nome di Papa Doc, fu presidente di Haiti dal 1957 e successivamente dittatore dal 1964 fino alla sua morte.


Nato e cresciuto a Port-au-Prince da una famiglia di martinicani, studiò da medico, facendo pratica nelle campagne. Nel 1939 sposò Simone Ovide e nel 1946 divenne direttore generale del servizio sanitario nazionale. Nel 1949 fu nominato ministro sia della sanità che del lavoro. Dopo essersi opposto ad un colpo di stato di Paul Magloire, fu obbligato a nascondersi fino alla proclamazione di un'amnistia nel 1956.

Prima elezione [modifica]
Nel 1957, probabilmente appoggiato dall’esercito[1], Duvalier vinse le elezioni haitiane; fece una campagna elettorale di stampo populista, attaccando l’élite mulatta al potere. Duvalier rinnovò la tradizione del vodoo e successivamente la usò per consolidare il suo potere, affermando di essere egli stesso un hougan, ovvero un mago nero. Per essere ancora più persuasivo, Duvalier imitò deliberatamente l’immagine di Baron Samedi, la divinità voodoo che attende e guida i morti nel loro viaggio verso l’aldilà: spesso compariva in pubblico nelle sembianze del dio, con un cappello a cilindro e una marsina neri, occhiali scuri, e un sigaro in bocca. Il popolo di Haiti, o almeno una parte di questo, si convinse che fosse Baron Samedi in persona, e ciò aumentò il terrore nei suoi confronti. Alcuni osservatori che ebbero modo di conoscere Duvalier sostengono che avesse effettivamente poteri paranormali. Di certo c’è che la sua insistenza nel riferirsi al culto voodoo provocò le ire del Vaticano, che scomunicò il dittatore malgrado il Cattolicesimo fosse formalmente rimasta la religione di stato ad Haiti.[2]

Rafforzamento del potere [modifica]
Lavorò per consolidare la sua posizione; dopo essere sopravvissuto ad un attacco nel corso del 1958, ripulì l'esercito. Riscrisse la Costituzione e nel 1961 vinse nuovamente le elezioni: i conteggi ufficiali furono di 1 milione e 320 mila voti a favore di Duvalier e nessuno contrario. Si autoproclamò presidente a vita nel 1964 e il suo ruolo diventò più brutale e repressivo[3]. Nel 1959, per proteggere il suo potere al di fuori della capitale, creò una milizia, la MVSN Milizia dei Volontari della Sicurezza Nazionale[3], successivamente nota come Tonton Macoutes. Siccome non ricevevano alcuno stipendio, traevano i loro mezzi di sussistenza attraverso il crimine e l'estorsione[senza fonte]. Va qui ricordato che una buona parte dei circa 6.000 prigioneri evasi dalle carceri crollate in seguito al recente terremoto sono proprio ex Tonton Macoutes incarcerati dopo la fuga di Jean Claude Duvalier, figlio di Papa Doc, nel 1986. Essi non hanno esitato a rimettere in pratica i metodi usati quando erano al servizio del regime, per saccheggiare e depredare approfittando della tragedia che si è verificata. Per proteggere la sua persona Duvalier usava la Guardia Presidenziale.

Presidente a vita [modifica]
Duvalier entrò sotto pressione durante la presidenza americana di John F. Kennedy a causa della sua lampante corruzione sugli aiuti ricevuti[senza fonte]. Gli aiuti furono ufficialmente sospesi nel 1962, ma la pressione cessò dopo la morte di Kennedy. Il paese assunse il manto di una presenza anti-comunista per bilanciare la vicina Cuba[2].

Verso la metà degli anni sessanta fu chiaro che Duvalier non aveva nessuna intenzione di ritirarsi. Nel giugno 1964 si autoproclamò presidente a vita ed iniziò a creare un culto della personalità intorno all'immagine di se stesso come emblema fisico della nazione haitiana. Come altri suoi predecessori, Duvalier fu sospettato di aver cercato di diventare imperatore di Haiti e di trasformare la nazione in una monarchia.

Regno del terrore [modifica]
Nel suo paese, Duvalier utilizzò sia l'assassinio, sia l'espulsione per sopprimere i propri avversari politici; si stima che le persone assassinate siano più di 30 mila. Attacchi a Duvalier da parte dei militari furono trattati con particolare durezza; nel 1967 l'esplosione di alcune bombe nei pressi del palazzo presidenziale ebbe come conseguenza l'esecuzione di venti ufficiali della Guardia Presidenziale[3][4]. Duvalier sapeva come seminare il terrore tra i suoi sudditi basandosi sulla violenza, ma anche sul terrore e la superstizione, attraverso l'uso distorto della cultura vodoo alla sua elezione infatti, Duvalier assunse le insegne di alto sacerdote e formò la polizia segreta dei Tonton Macoutes (spauracchi, uomini neri) che godevano della doppia immagine di stregoni e poliziotti. Il culto della personalità del Presidente Duvalier era arrivata a tal punto da far circolare migliaia di volantini con l'immagine di Cristo che posava una mano sulla sua spalla con la scritta "io l'ho scelto". Papa doc incoraggiava la devozione nei suoi e loro confronti e diffondeva ad arte racconti di oppositori trasformati in zombi[2][5]. Il suo regno del terrore[6] mantenne il paese sotto le sue mani fino alla sua morte nel 1971, dopo che aveva proclamato successore il figlio diciannovenne Jean-Claude Duvalier. Nel febbraio del 1977 il presidente americano Jimmy Carter minacciò di sospendere gli aiuti internazionali ad Haiti se la situazione dei diritti umani non fosse migliorata.

ugo.p
00lunedì 17 gennaio 2011 09:46
Baby Doc
Jean-Claude Duvalier, detto anche Baby Doc o Bébé Doc (Port-au-Prince, 3 luglio 1951), è un politico haitiano, figlio di François Duvalier, detto Papa Doc, fu presidente dittatore di Haiti dalla morte del padre, nell'aprile del 1971, al 1986

Nato nella capitale del paese, visse in un'infanzia agiatissima ma isolata sotto la protezione paterna. Frequentò scuole cattoliche e, al momento della morte del padre, stava studiando giurisprudenza all'università di Haiti. Quando iniziò la sua esperienza governativa, non aveva ancora compiuto vent'anni (era il più giovane Capo di Stato dell'epoca[1]) e pertanto si dimostrò abbastanza inesperto. La sua presidenza fu marcata, nei primi anni, da una volontà di distensione e di risanamento. "Baby Doc" diede qualche segnale di buona volontà democratica: egli ristabilì infatti le relazioni del suo paese con gli USA e la Repubblica Dominicana e il suo mandato conobbe la ripresa dell'aiuto internazionale verso Haiti.

Pare che inizialmente egli fosse contrario a ricevere la nomina presidenziale, preferendo che essa fosse concessa alla sorella maggiore Marie-Denise Duvalier. Di conseguenza fu ben contento nel lasciare molti degli affari di stato nelle mani della madre Simone Ovide e del gerarca Luckner Cambronne, ministro dell'Interno nel precedente esecutivo. Per molto tempo, Duvalier jr. si accontentò semplicemente di presenziare alle cerimonie ufficiali, mentre nel privato conduceva una vita da playboy[2].

Nonostante la propaganda governativa affermasse il contrario, la costituzione del paese garantiva a Duvalier un potere assoluto; inizialmente egli fece qualche riforma liberale, come la scarcerazione di alcuni nemici politici e l'allentamento della censura dei mass-media, ma la base del regime non venne smantellata: l'opposizione continuava a non essere tollerata, così come la stampa indipendente.

Duvalier divenne estremamente ricco grazie soprattutto alla Régie du Tabac (Amministrazione del Tabacco), un'azienda che sotto la sua presidenza godette di numerosi privilegi quali l'esenzione al pagamento delle tasse e il monopolio del tabacco. Successivamente l'azienda riuscì a controllare anche altri settori della produzione haitiana e si venne poi a scoprire che il dittatore aveva in essa dei fondi neri, cosa facile da nascondere visto che i bilanci della Régie du Tabac non erano pubblici[3].

A poco a poco emerse nel paese una cricca di sostenitori della dittatura duvalieriana chiamati "dinosauri" che sperperavano insieme al presidente denaro pubblico. Nonostante ciò il gabinetto di "Baby Doc" ricevette un'accoglienza internazionale migliore rispetto a quello del padre e già nel corso del 1971 gli Stati Uniti reintrodussero il programma di aiuti economici ad Haiti[3] (aiuti che poi, tra l'altro, finivano quasi esclusivamente nelle tasche degli esponenti più in vista del regime).

Il matrimonio [modifica]
Il 27 maggio del 1980 Jean-Claude Duvalier si sposò con la mulatta Michèle Bennett Pasquet; queste nozze ebbero l'effetto di diminuire la popolarità del presidente in quando la nuova First Lady del paese aveva in precedenza divorziato da Alix Pasquet, figlio di un ufficiale mulatto noto per aver partecipato ad un colpo di stato non riuscito contro Papa Doc. Inoltre, nonostante lo stesso Jean-Claude fosse di carnagione ambrata, la famiglia Duvalier era conosciuta per il suo sostegno alla classe media nera e la sua avversione verso l'élite mulatta: con il suo matrimonio, Duvalier figlio sembrava abbandonare lo stretto legame politico che lo avvicinava idealmente all'azione del padre.

La cerimonia che portò al fatidico sì fu molto stravagante e costosa (vennero impiegati circa tre milioni di dollari dell'epoca) e ciò fece accrescere il risentimento verso il governatore. Inoltre l'aumento della corruzione politica e gli scandalosi retroscena giudiziari inerenti alla famiglia della sposa, coinvolta nella compravendita dei cadaveri poi ceduti alle scuole mediche straniere e nel traffico di droga, e la repressione sempre più crescente resero più infuocata ed incerta la situazione di Haiti[2].

Il matrimonio ebbe anche l'effetto di allontanare dal potere i vecchi duvalieristi cari a Papa Doc in favore di una generazione più giovane e spregiudicata di tecnocrati fedeli a Baby Doc: tra di essi ricevettero molte prebende Jean-Marie Chanoine, Fritz Merceron, Frantz-Robert Monde e Theo Achille. Il leader spirituale della famiglia, ossia la madre di Jean-Claude, Simone Ovide Duvalier, fu infine espulsa da Haiti presumibilmente su richiesta di Michèle Duvalier. Con la coniuge Bébé Doc ebbe due figli: François Nicolas e Anya[4].

La caduta [modifica]
Verso la fine degli anni Settanta Duvalier adottò, seguendo la scia paterna, metodi di governo repressivi e mise sotto controllo la stampa. Nel 1985, dietro pressione della comunità internazionale, concesse una nuova costituzione che istituiva la carica di primo ministro.

Nel febbraio del 1986, a causa della sua politica autoritaria e delle difficoltà economiche del paese, scoppiò una rivolta popolare che lo costrinse alla fuga. Si stabilì in Francia, anche se non ottenne mai ufficialmente l'asilo politico.

Il divorzio pare che gli sia costato una grande parte della sua ricchezza, anche se le voci che si fosse veramente impoverito siano prive di fondamento. Nel 2004, annunciò la sua intenzione di rientrare ad Haiti e di presentarsi alle elezioni presidenziali, ma l'annuncio è rimasto senza seguito..........(fino a ieri)
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