Haggard - Eppur Si Muove

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Darkbard
00martedì 30 agosto 2005 23:00
Haggard - Eppur Si Muove
Classica/Death Metal Melodico
2004






1. All'Inizio è La Morte
2. Menuetto In Fa-Minore
3. Per Aspera Ad Astra
4. Of A Might Divine
5. Gavotta In Si-Minore
6. Herr Mannelig
7. The Observer
8. Eppur Si Muove
9. Largetto / Epilogo Adagio
10. Herr mannelig (short version)

Asis Nasseri: Voce e Chitarre
Andreas Hemberger: Chitarre
Robin Fischer: basso
Luz Marsen: batteria
+
22 elementi d'orchestra



Direttamente da Monaco arriva questo grande progetto innovativo dedicato a uno dei più grani scienziati di sempre: Galileo Galilei.
Loro sono gli Haggard: segnati in quattro, effettivamente il gruppo vero e proprio comprende sempre circa altri 20 elementi senza i quali sarebbe impossibili suonare dal vivo i propri brani.
Progetto particolare e già sperimentato da gruppi come i Therion, senza ombra di dubbio con ottimi risultati. E i tedeschi Haggard non sono da meno.

L'album, come già detto e come è facilmente intuibile dal titolo "Eppur Si Muove", è un vero tributo alla vita del nostro grande Galilei.
La bravura del gruppo nel saper mescolare perfettamente quel suono più duro e cupo di un death melodico agli arrangiamenti classici e alle voci dei soprani e tenori presenti nel gruppi è sorprendente, e il risultato è veramente una perla.
Già da subito con All'Inizio è La Morte, è possibile notare come dal mix di un growl piuttosto graffiante, gli acuti di Veronika Kramheller, i riff di chitarra distorta e gli arrangiamenti di viole, violini e violoncelli (in gran parte sono presenti strumenti a corde), escano fuori melodie inquietanti e altresì evocative che, grazie all'ottimo songwriting facilitato dalle doti linguistiche del gruppo (cantano in Tedesco, Inglese, Latino e Italiano), contribuiscono a creare un disco più unico che raro; gli stessi Therion si discostano abbastanza dal risultato finale.
Il prodotto finale risulta molto omogeneo. Tra le "normali" canzoni, se proprio vogliamo dividere questo concept, è possibile trovare alcune vere e proprie composizioni classiche che permettono a chi ascolta di immergersi nell'atmosfera del 500/600 italiano.
E così per tutto l'album si alternano composizioni a canzoni senza tralasciare ovviamente determinate citazioni: Of A Might Divine (una vera e propria critica nonché lamento del povero Galilei verso la chiesa), Her Mannelig (interamente in Italiano), The Observer (con la famosissima frase che non appare sul libretto"I do not feel obliged to believe, that the same God who has endowed us
with sadness, reason and intellect has intended us to forgo their use") e infine la classica Eppur Si Muove, nella quale si raggiunge proprio il culmine della performance; cantata in tutte le lingue prima citate tranne il Latino, la traccia si slega tra virtuosismi vocali, arrangiamenti scattanti e vari e cambi di tempo dovuti anche al poter permettere all'ascoltatore di apprezzare la sola soprano in tutto il suo splendore.
Per finire, oltre ad un'altra composizione classica, una reprise di Herr Mannelig, senza dubbio brano chiave dell'album e di Galilei stesso.

Un vero album senza particolari momenti di calo, ovviamente per gli amanti del sound diverso dal solito Death brutale o la classica monotonia che attualmente affligge molti generi metal. Insomma, una vera ventata fresca e pura di artisti che non si accontentano di suonare metal, ma di saper dimostrare come il famoso genere duro e cattivo sia quanto di più vicino alla musica Classica e lirica.

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