HIV: in tanti ci mettono la faccia

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lunapiena74
00lunedì 25 aprile 2011 13:21


Nella campagna della Lila Lecce contro l’Aids, numerosi testimonial occasionali che si sono lasciati fotografare per promuovere l’importanza della prevenzione e solidarietà alle persone affette da hiv.

LECCE – “La prevenzione è donna”: era questo il titolo dell’incontro inserito in Itinerario Rosa 2011 del comune di Lecce, appuntamento promosso dalla Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids di Lecce con l’associazione fotografica Obiettivi, per parlare di hiv, mettendoci la faccia. Si spiega in tal modo il connubio della potenza fotografica unita ai messaggi di pubblica utilità, che ha condotto diversi giovani a lasciarsi fotografare per la campagna di prevenzione della Lila.

Nell’incontro sono intervenuti la presidente Lila Lecce, Viviana Bello, il medico infettivologo del Fazzi, Pierpaolo Congedo, e la presidente dell’associazione fotografica Obiettivi, Valentina Morello: “Lo sguardo, in particolare, è rivolto alle donne che - come sottolinea Viviana Bello - per motivi biologici, socioeconomici o culturali sono da 3 a 8 volte più vulnerabili rispetto agli uomini al virus dell’hiv. Oltre la metà (53,8%) delle donne che vivono con l’hiv, in Italia, scoprono l’infezione al momento della diagnosi di Aids. Ancora più grave è il dato per i giovani, e quindi anche per le giovani donne, che supera l’80 per cento”.

La presidente della Lila sottolinea come siano preoccupanti le cifre emesse dal notiziario dell’Istituto superiore di Sanità, dove si sottolinea “l’urgenza di incoraggiare l’adozione di comportamenti sessuali sicuri per le donne”. Il più delle volte, quindi, l’infezione arriva per rapporti non protetti: ecco il motivo per cui si continua a denunciare la completa assenza delle istituzioni nel rendere disponibile il preservativo, sia maschile che femminile, efficace nel prevenire le infezioni oltre che le gravidanze indesiderate.

Così, mentre in tutto il mondo, singole città e intere nazioni distribuiscono gratuitamente Condom e Femidom (preservativo femminile), in Italia si fatica a parlarne. Congedo ha insistito poi sull’importanza di fare il test, quando si pensa di aver avuto un rapporto a rischio, soprattutto se la donna sta programmando una gravidanza, sottolineando poi che un eventuale esito positivo nell’oggi non implichi aprioristicamente la trasmissione del virus: “Di fatto – ha spiegato - la somministrazione di farmaci antiretrovirali, il parto cesareo e l’uso del latte in polvere riducono sensibilmente il rischio di trasmissione dalla madre hiv al figlio; contribuisce inoltre ad abbassarlo sino all’1% anche la profilassi post-esposizione del neonato fatta con farmaci specifici”.

Valentina Morello ha evidenziato come nella lotta contro l’Aids servano “azioni urgenti di informazione, che siano a forte impatto visivo e che attivino i destinatari sin dalle primissime fasi”. È nata così l’idea della campagna fotografica “Hiv/Aids? Lotta in corso. Io ci metto la faccia”. Perché farsi fotografare? La ragione è che la lotta all’Aids è qualcosa che riguarda tutti e ha bisogno di tutti. Nella prima serata, sono stati in 70 i testimonial occasionali, che hanno impugnato slogan per dire sì alla prevenzione: giovani donne, ragazzi, padri, professori, studenti, attori, giornalisti, tutti insieme contro l’Aids, per promuovere la prevenzione e esprimere solidarietà verso le persone affette da hiv e ai loro diritti spesso negati.

www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=26844

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