HITCHCOCK : Il maestro del brivido fa paura anche a 25 anni dalla morte.

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m.harlock
00venerdì 29 aprile 2005 18:08

Roma, 24 aprile 2005 - 'Non c'è nessuna paura in un colpo di pistola, il terrore è nell'attimo che lo precede'. Questa, probabilmente, è una delle frasi più celebri e significative di Alfred Hitchcock, il Regista dei registi, il Re dei gialli, il Maestro del brivido, come lo hanno definito in tutti questi anni.

Un brivido che scorre ancora nella schiena di tutti ogni volta che si guarda un suo film, anche se sono trascorsi 25 anni dalla sua scomparsa. Il grande regista inglese, infatti, si spense a Los Angeles il 29 aprile 1980, dopo aver firmato quasi sessanta film e due serie televisive. Nessuno, come lui, ha saputo miscelare humor, intrigo, poesia, paura e desiderio.

Hitchcock amava spaventare e ci riusciva, ma ha anche dimostrato che era possibile coniugare l'arte e l'intrattenimento, riuscire a fare un film d'autore pur restando all'interno dell'industria cinematografica.

Nell'olimpo degli autori cinematografici, il regista di 'Psycho' sicuramente incarna la parte meno ermetica, la più comprensibile agli occhi degli spettatori. Anche chi non è un appassionato del mondo del cinema, o chi ne ha scarsa conoscenza, ha apprezzato almeno un film del grande regista inglese.

Alfred Joseph Hitchock nasce a Londra il 13 agosto 1899, studia presso il Collegio Gesuita di Santo Ignazio, ricevendo un'educazione rigida. Il padre, infatti, era piuttosto severo e sapeva inventarsi originali e memorabili punizioni, come quella volta che, d'accordo con il commissario di Polizia del quartiere, lo fece chiudere in prigione per una notte, per fargli capire che quello era ciò che accadeva alle persone che si comportavano male.

Si dice che fu proprio quell'esperienza a far scattare, nel piccolo Alfred, quel terrore per i poliziotti che lo accompagnerà anche nella sua futura produzione cinematografica. Nel 1915 trovò lavoro come disegnatore presso la Compagnia Telegrafi W. T. Henley. Ma la vera passione di Alfred Hitchcock era il cinema.

E il suo primo impiego nel campo cinematografico arrivò nel 1920, grazie alla mediazione di un attore che lavorava saltuariamente presso Hanley: divenne disegnatore di titoli e didascalie presso la 'Famous Players-Lasky'.

Nel 1922 quando il regista di 'Always tell your wife' si ammalò, Hitchock terminò di girare il film al suo posto mettendosi immediatamente in luce per le sue buone qualità. Grazie a quest'esperienza capì che quella della regia era la sua vocazione. Lo stesso anno girò il suo primo film, 'Number thirteen', rimasto però incompiuto per mancanza di capitali.

È da questo film che, in genere, si fa iniziare il periodo inglese della produzione hitchcockiana. Alfred Hitchcock fa risalire gli inizi della sua carriera a 'The Lodger' il suo primo grande successo e il suo primo film di 'suspance'. Nel 1929 gira 'Blackmail', il primo film sonoro britannico. L'opera fu un successo trionfale e prefigura diversi aspetti dei film successivi: dalla descrizione dei tormenti di una donna, alla famosa nozione di 'transfert' di colpa, espressa con il montaggio parallelo. Del 1937 è 'Giovane e Innocente', il film che contiene la più bella carrellata in avanti della storia del cinema, ma il film più famoso del periodo inglese è 'The Thirty-Nine Steps' ('Il Club dei 39').

Il trasferimento a Hollywood arrivò nel 1939, quando si conclusero le trattative con il produttore indipendente David ÒSelznick, lo stesso di 'Via col vento'. Il secondo periodo della produzione del cineasta, quello americano, sotto la guida di ÒSelznick, inizia, infatti, nel 1940 con la regia di 'Rebecca, la prima moglie', il film tratto dal romanzo di Daphne Du Maurier, che vinse l'Oscar come Miglior Film.

Fa parte di questo periodo anche 'Io ti salverò', costruito in funzione di Ingrid Bergman, ma in cui la presenza di ÒSelznick diventa troppo ingombrante. Con la stessa attrice Hitchcock gira, nel 1946, 'Notorious, l'amante perduta', una produzione indipendente per la Rko, una spy story legata a una love story.

Dal pubblico fu accolto con freddezza. Forse per quella miscela concentrata di estrema concretezza e schematismo. 'The Rope' ('Nodo alla gola'), il primo film da cineasta indipendente è una scommessa. È costituito, infatti, da un'inquadratura sola. L'anno successivo Hitchcock realizza il suo sogno: gira 'Under Capricorn' ('Il peccato di Lady Considine'), probabilmente il miglior soggetto che il regista abbia trattato.

Sono questi gli anni in cui Hitchcock gira i suoi film più celebri: da 'Il delitto perfetto', a 'La finestra sul cortile', entrambi con la bellissima Grace Kelly. E ancora 'Rear Window', 'Caccia al ladro', 'L'uomo che sapeva troppo'. Passata alla storia è poi, la scena finale di 'Intrigo Internazionale' del 1959, in cui i protagonisti si arrampicano sui ritratti dei presidenti americani scolpiti sul Monte Rushmore.

Del 1960 è 'Psycho'. Ancora oggi Alfred Hitchcock è considerato uno dei maggiori registi di tutti i tempi e, nessuno, nonostante i numerosi tentativi di emulazione, è riuscito a tratteggiare e smascherare nella stessa maniera, lucida e cinica allo stesso tempo, le ipocrisie e gli aspetti più detestabili che si nascondono dietro ogni persona, magari dietro l'uomo della porta accanto.

Fonte Repubblica.it
m.harlock
00venerdì 29 aprile 2005 18:10

Semplicemente un mito, un vero maestro del brivido !!!

[SM=g27811]
m.harlock
00venerdì 29 aprile 2005 18:16



Ecco l'immagine del film che adoro di più del maestro, tratta da "La finestra sul cortile"

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