Guttuso. Roma, Chiostro del Bramante

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Nina@
00sabato 19 marzo 2005 00:10
































Roma - È la più rilevante collezione di dipinti di Renato Guttuso esistente, paragonabile in Italia solo alla Donazione fatta alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna dal figlio Fabio Carapezza Guttuso: è la raccolta di Francesco Pellin, un industriale lombardo divenuto collezionista e amico del pittore siciliano dopo averlo conosciuto in un albergo di Ischia nel 1973.
La collezione, notevole per la qualità delle opere e l'estensione temporale dell'attività pittorica documentata, è divenuta poi il fulcro della Fondazione Francesco Pellin, costituita a Varese nel 1999 e riconosciuta nell'anno seguente con decreto della Regione Lombardia: il suo scopo, come già in precedenza per Pellin, è onorare la memoria di Guttuso e valorizzarne l'opera attraverso iniziative come le pubblicazioni, curate sempre da Enrico Crispolti, tra cui i quattro volumi del "Catalogo ragionato generale dei dipinti di Renato Guttuso" e il libro dedicato al dipinto Spes contra spem di proprietà della Fondazione, e la mostra itinerante presentata in diversi spazi espositivi e musei italiani ed europei.
Quest'ultima è giunta ora a Roma, al Chiostro del Bramante, con 77 dipinti e 47 disegni realizzati da Guttuso tra il 1931 e 1986: curata da Enrico Crispolti, è presentata da Dart Chiostro del Bramante in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta di Milano e la partecipazione dell'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma.
Come ha precisato Crispolti, si tratta della più grande mostra dedicata all'artista presentata a Roma, dopo le retrospettive di Parma, Venezia, Bagheria e Milano: per la capitale rappresenta dunque una grande occasione per leggere la vicenda creativa di un pittore che si trasferì da Palermo nella città eterna all'inizio degli anni Trenta.
La parzialità del taglio riflette le scelte del collezionista, mosso da un impegno "mirato", quasi una missione, che lo ha portato a raccogliere solo opere di Guttuso. Al punto che, come ha ricordato lo stesso Pellin, di fronte alla possibilità di acquistare ad un prezzo ragionevole due dipinti di Picasso giudicati "molto belli" dallo stesso Guttuso, rinunciò per restare fedele alla promessa di costituire una "mono-collezione".
Oltre a testimoniare un profondo legame d'amicizia tra Pellin e l'artista, la collezione documenta l'attività del pittore dagli esordi all'ultimo periodo attraverso capolavori e dipinti-chiave del suo percorso artistico.
Nato a Bagheria nel 1912, Renato Guttuso frequenta a Palermo la bottega di un pittore di carretti siciliani; nel 1931 si trasferisce a Roma e partecipa alla I Quadriennale, stringendo rapporti con la scuola romana: da questa assorbe lo stile tonale e l'avversione al gruppo di "Novecento", una posizione rafforzata dal soggiorno milanese, tra il 1935 e il 1937, quando entra in contatto con Birolli, Manzù, Persico. È il momento in cui si orienta verso un'arte realistica, ispirandosi al Picasso di Guernica, a Van Gogh, all'arte popolare e ai realisti francesi dell'Ottocento come Gericault e Courbet.
Le sue tendenze antifasciste sfociano nell'iscrizione al Partito Comunista nel 1940, mentre tre anni dopo, a Roma, entra nella Resistenza. Nel dopoguerra partecipa al Fronte Nuovo delle Arti con opere legate a tematiche sociali e, dal punto di vista formale, di ispirazione neocubista: quando il Fronte si scioglie, Guttuso è tra gli animatori del movimento realista, una fase che a partire dal 1958 aggiorna lo stile dell'artista sulla base di influenze espressioniste.
In mostra sono presenti alcune importanti nature morte degli anni Quaranta, come Natura morta con drappo rosso (1942) e Grande natura morta con la scure (1947), opere legate al "realismo sociale" e poi "esistenziale" degli anni Cinquanta, come Pescatori in riposo (1950) e Uomo che mangia gli spaghetti (1956), fino a dipinti rappresentativi di quel particolare "realismo memoriale" e di libertà evocativa visionaria, come Armadio realista (1966), che rievoca l'arrivo a Roma del giovane Guttuso, o Stiratrice e ragazzo di Caravaggio (1974): si tratta di opere in cui entra una nuova dimensione, spiega Crispolti, la dimensione della memoria, che non si discosta dalla realtà ma consente di rendere visibile ciò che si può ricordare. Una dimensione che raggiunge l'apice, con una sistemazione di taglio classico, nel dipinto Spes contra Spem: quest'ultimo può essere considerato una specie di testamento di Guttuso, precisa Crispolti, anche se il titolo non spiega completamente i contenuti dell'opera. La "speranza malgrado tutte le speranze" di Sant'Agostino riflette i sentimenti di un Guttuso settantenne, che nel dipinto riassume la vita vissuta e la memoria che ne ha egli stesso: l'artista compare con Mimise davanti alla tela rossa, insieme a Rocco Catalano ed Elio Vittorini sulla sinistra e ad altri tre amici sulla destra. L'interno, caratterizzato da una stasi interrotta solo dall'azione della bambina che corre, si apre sul mare, mentre il soffitto è occupato dai "mostri" di Villa Palagonia a Bagheria, con un'antenna al centro. Il dipinto è considerato dalla critica l'esito più intenso dell'ultima stagione creativa del pittore. Negli ultimi anni di Guttuso, che muore a Roma nel 1987, la memoria viene "scavalcata" da un ritorno alla realtà evidente, spiega Crispolti, nei grandi nudi e in opere come Gineceo 1 (1985), Gineceo 2 (1986), e Nudo - Ombra di Allen Jones (1985).
Una panoramica completa sull'intera produzione di Guttuso, dunque, che va a completare la grande mostra in corso a Torino, a Palazzo Bricherasio (18 febbraio - 29 maggio 2005), dal titolo "Guttuso. Capolavori dai Musei", con una selezione di 80 dipinti prestati dai più importanti musei italiani ed esteri. Un confronto tra collezionismo privato e pubblico, quello proposto dalle due mostre, che costituisce il maggior evento dedicato a Guttuso realizzato finora.
Per agevolare il pubblico che intende visitare le due esposizioni è stata creata la GUTTUSO CARD, che permette l'entrata con biglietto ridotto nelle sedi delle due mostre:

- euro 7,00 anziché euro 9,00 al Chiostro del Bramante (Roma, via della Pace, www.chiostrodelbramante.it)

- euro 6,00 anziché euro 7,00 a Palazzo Bricherasio (Torino, via Lagrange, www.palazzobricherasio.it)

Catalogo Mazzotta

Chiostro del Bramante
Via della Pace
Tel. 06.68809035
Orario: 10.00-20.00; sabato 10.00-24.00; domenica 10.00-21.30. Lunedì chiuso
Pasqua 10.00-21.30; Lunedì dell'Angelo 10.00-21.30; 25 aprile 10.00-21.30; 2 giugno 10.00-20.00
Biglietto d'ingresso: intero euro 9,00; ridotto (per i gruppi al di sopra delle 20 persone) euro 7,00; il martedì per tutti (escluso i festivi) euro 6,00; Scuole euro 4,50
Dal 16 marzo al 5 giugno 2005

[Modificato da Nina@ 19/03/2005 0.12]

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