Gli strumenti delle streghe: I FILTRI

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spirit angel
00martedì 24 ottobre 2006 00:25
Estratto, riassunto ed adattato dal libro di Roberta
Astori, "Formule Magiche – Invocazioni, giuramenti, litanie,
legature, gesti rituali, filtri, incantesimi, lapidari
dall'Antichità al Medioevo. Ed. Mimesis, Milano

La parola "Filtro" deriva da un termine greco che si riferisce
specificatamente al sentimento passionale, per cui a prima vista
sembra limitare la sua sfera d'azione al solo campo amoroso, cosa
che si ritrova anche nei suoi sinonimi ("poculum", ad esempio indica
una coppa che contiene un liquore dagli effetti inebrianti ed
afrodisiaci). Se il filtro fa nascere - anzichè il desiderio
amoroso - la follia o addirittura la morte più che di "filtrum" ci
si riferisce al "venenum" o al "veneficium". Altro sinonimo di
filtro è "pozione", dal latino "potio"(<-poto/are = "bere").

Filtri, pozioni & Co possono prendere il nome generico di "herbae",
poichè le sostanze principali della loro composizione - anche se non
esclusive - sono per l'appunto vegetali.

Le "herbae" utilizzate più frequentemente sono l'alloro (laurus),
l'incenso (tus), la verbena (intendendo con questo nome non soltanto
il fiore omonimo ma tutte le piante d'uso magico-religioso), tutti
ingredienti che si ritrovano anche nell'ottava ecloga di Virgilio,
quella in cui viene descritta un'incanto d'amore della maga Canidia.
Ancora, era comune l'uso della "faba" la fava, legata al mondo
ctonio ed infero. Altro ingrediente "speciale" per la sua
somiglianza alla figura umana era la mandragola, diventata in
seguito pianta simbolo della stregoneria.

Tra le componenti di origine animale, quelli utilizzati con maggior
frequenza erano tutte le secrezioni del corpo umano (capelli,
unghie, escrementi, sangue, urina, saliva...), l'ippomane (ippos->
cavallo + mainomai-> essere folle) utilizzato in particolare per i
filtri amorosi.

Elementi d'uso non secondario erano il sale e l'acqua. Ma anche
alcune pietre potevano far vedere "meraviglie ed incantamenti".

Di interesse particolare è il fatto che - mentre è possibile
trovare "ricette" ed ingredienti rituali, ben poco è stato
tramandato sulle modalità di preparazione e dosaggi; a volte si
prescrive la raccolta delle erbe "durante la notte" o "a piedi
scalzi" o "sine ferro", cosi come a volte si prescrive di preparare
e somministrare la pozione in un "vaso ligneo", in modo che le
sostanza vegetale conservino quanto più possibile inalterate le loro
proprietà. Colpisce il fatto che - parlando di "filtra" in senso
generico non venga specificato se ci si riferisca a decotti,
unguenti, infusi o polveri essiccati.
Iside@
00martedì 24 ottobre 2006 10:04
Mi piacerebbe saperli fare [SM=g27828]
spirit angel
00venerdì 27 ottobre 2006 00:41
allora vedrò di porre fine alla tua curiosità uno di questi giorni ^_^
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