Gli italiani: no ai ladri, sì alla spintarella

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Eures
00sabato 28 maggio 2005 14:27

GIULIO AVATI Più serietà e rigore, ma sempre sotto il segno del garantismo. Dal secondo rapporto annuale dell’Eures (l’istituto di recerche economiche e sociali), costruito intorno alle valutazioni espresse da un campione di 2200 italiani maggiorenni, emerge una opinione pubblica complessivamente matura e consapevole della forte esigenza di modernizzazione del Paese, delle istituzioni e della sua cultura civica e politica. Talora sorprendenti i risultati del sondaggio: italiani attaccati alla bandiera ma europeisti convinti e fedeli all’euro; preoccupati per il quadro internazionale e nettamente favorevoli al rientro del contingente italiano in Iraq; severi con la corruzione dei dipendenti pubblici ma indulgenti nei confronti dell’«istituto» della raccomandazione; e decisamente favorevoli all’ingresso degli immigrati. Sì all’Europa. Il 67% degli intervistati, laddove anche in Italia si chiedesse ai cittadini di esprimersi sulla Costituzione europea, risponderebbe con un sì. E il 50,2% si dichiara favorevole a sostituire gli eserciti nazionali con una Forza militare europea, mentre l’ipotesi di costituire una «organizzazione mondiale delle democrazie» convince il 48,1% (contrario il 27,8%, indifferente il 24,1%). Effetto Ciampi sulla bandiera: il 57% degli intervistati chiede di esporla. Percentuale che aumenta nel campione di centrodestra (74%) e che cala in quello di centrosinistra (49%). Fedeli all’euro. Nonostante i problemi creati dal passaggio all’euro, solo il 26,8% degli italiani tornerebbe alla lira. Ma sempre in tema di economia il 48% degli intervistati chiede una politica di maggior rigore verso l’evasione fiscale e nei conti pubblici. Sentito anche il problema della casa: il 55,8% del campione è favorevole alla reintroduzione dell’equo canone come strumento per calmierare gli affitti. Ritiro dall’Iraq. Lo chiedono due italiani su tre. L’evoluzione assunta dal conflitto e il rischio di vietnamizzazione hanno indotto il 65,9 degli intervistati a dichiararsi favorevoli al rientro immediato del contingente italiano (contrario il 22,5, senza una posizione in merito l’11,6%). Cambiano invece i numeri se l’opinione è correlata all’orientamento politico: nel campione di centrosinistra la scelta di lasciare subito l’Iraq raccoglie l’87% delle adesioni, mentre in quello di centrodestra l’orientamento contrario (45%) supera di poco quello favorevole (40,5%). I disonesti. L’opinione pubblica chiede un paese più moderno, anche attraverso la moralizzazione della pubblica amministrazione. Ed ecco che sei italiani su 10 si dicono favorevoli al licenziamento dei dipendenti pubblici che commettono un reato. L’opzione punitiva è più netta nel campione di centrodestra (67%) che in quello di centrosinistra (57%). Severi con i disonesti, gli italiani si mostrano molto più indulgenti nei confronti dell’istituto della raccomandazione. Soltanto il 30,4% infatti si dichiara favorevole a inserirla tra i reati penali (contrario il 42,7%, senza posizione in merito il 26,8%). Più propenso a punire le raccomandazioni il popolo del Centro-Sud (31,3% e 33,7%) rispetto a quello del Nord (27,%). Immigrazione. Il 54,3% degli intervistati è per l’abolizione delle quote annuali di ingresso in Italia per gli stranieri e il rilascio del permesso di soggiorno a tuuti coloro che dispongono di un’offerta di lavoro regolare. Orientamento che prevale sia nel campione di centrosinistra (63,2%) che in quello centrodestra (46% contro il 38% di segno contrario).
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