Gli Italiani e l'amore per la casa. Corna in arrivo?

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
(sylvestro)
00sabato 23 giugno 2012 07:29
21/06/2012

Gli Italiani e l'amore per la casa. Corna in arrivo?



Gli ultimi dati dell'Agenzia del Territorio usciti in settimana e ripresi abbondantemente da tutti i quotidiani nazionali, parlano di un calo del numero delle compravendite per il trimestre 2012 rispetto lo stesso periodo dell'anno precedente, del -19,6%. Bisogna leggere bene questo dato per non rischiare di scivolare su una buccia di banana. Il numero di compravendite si riferisce ai rogiti stipulati i primi tre mesi del 2012, e ciò significa che l'idea di acquistare casa e il preliminare di compravendita sono azioni legate quasi totalmente all'anno 2011.

L'anno in corso con l'introduzione dell'IMU, voci di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, unitamente alle condizioni economiche degli Italiani, portano a prevedere un quadro immobiliare futuro che gli acquirenti auspicano e i venditori respingono fortemente.
Non è infatti eresia prevedere che il periodo di incertezza economica possa proseguire ancora, con conseguente mercato del lavoro fermo, mutui che non vengono erogati e che attestano l'erogazione media pari al 50% del valore dell'immobile, e salari tra i più bassi d'Europa.

I valori delle case caleranno? - Questi fattori stridono fortemente, come le unghie che scorrono sulla lavagna, con l'ultima rilevazione ISTAT sui prezzi degli immobili, che conferma come anche nel 2011 i valori di scambio sono rimasti pressoché invariati dall'inizio della crisi nel 2008. Che gli Italiani abbiano sempre espresso un amore incondizionato nei confronti della casa lo sappiamo tutti, ma l'amore è destinato a durare anche se sappiamo di essere cornuti? Questo è il senso dei dati promulgati dall’osservatorio Censis-Abi, nel quale viene espresso che solo il 17% degli Italiani reputa che acquistare casa in questo momento equivalga ad un buon investimento. Solo l'anno precedente il dato corrispondeva al 33,5%.
Quel che altresì sorprende, e che ci aiuta a capire se i valori degli immobili caleranno o meno, è che nel campione di persone intervistate ben il 36% (più di una su tre) dichiara che preferisce mantenere i risparmi liquidi, semplicemente perché non reputa il momento buono per acquistare convinti che i prezzi caleranno ulteriormente.

Perché si prevede un ribasso - A supporto della previsione “ribassista” portiamo un altro elemento. Nelle manovre che il Governo tecnico ha portato avanti per salvare l'Italia dal baratro, l'aumento delle imposte ha fatto la voce grossa andando a colpire sopratutto le proprietà immobiliari (case, negozi, terreni, uffici) che hanno portato nelle casse dello Stato ben 21 Miliardi di euro, aumentando però la base imponibile a fini fiscali del 60% sul valore degli immobili. Non dimentichiamoci che presto o tardi verranno adeguate anche le rendite catastali al reale valore degli immobili con la riforma del catasto. Gli Italiani ragionano comprensibilmente in termini domestici quando si parla di casa, ma non si può applicare lo stesso concetto alle società di fondi immobiliari che con questi ultimi ci lavorano e guadagnano. Il valore dei fondi Immobiliari sono prezzati dal mercato il 40-50% in meno rispetto il valore degli immobili stessi riportato in perizia, ovvero valore nominale o formale, insomma il valore su cui le banche hanno concesso credito e iscritti sul libro contabile. Tra valore di un immobile “prezzato” da una persona comune e valore “prezzato” da una società che con gli immobili ci lavora, potrebbe risultare più affidabile il giudizio del secondo. La domanda che ci poniamo, e che pone il Dott. Marco Liera in questo illuminante video è: “Se le quotazioni degli immobili dei fondi immobiliari sono molto più bassi di quelli espressi dalle perizie, perché i valori degli immobili dei privati dovrebbero rimanere inchiodati?”

Il calo dei valori degli immobili negli U.S.A. è stato certamente una molla che ha spinto il mercato immobiliare a riprendere la crescita iniziata nell'autunno del '11 e ora stabilizzata. Ciò significa che non necessariamente un calo dei prezzi delle case è da considerarsi un aspetto negativo.
(sylvestro)
00lunedì 9 luglio 2012 16:35
La crisi immobiliare è arrivata: se vogliamo ripartire è ora di una rivoluzione dei prezzi

Andrea Guarise - 9 luglio 2012

Negli ultimi tre giorni, sono tre le notizie, in ambito immobiliare che meritano un approfondimento. Andiamo con ordine.



L’obiettivo IMU centrato grazie alla raccolta di 9,551 miliardi dalla prima rata, e con il raggiungimento di 20,085 miliardi per la fine dell’anno gli italiani (e il Governo) hanno tirato un sospiro di sollievo visto l’ormai scongiurato aumento delle aliquote IMU per il versamento del saldo di dicembre e anche dell’eventuale seconda rata di settembre per chi avesse scelto la soluzione in tre rate con riferimento all’abitazione principale.

La seconda notizia riguarda l’intervista del Governatore della Banca d’Italia al Corriere della Sera secondo cui, riporto:

Da noi la bolla immobiliare non c’è stata. Nessuna bulimia di prestiti a fini immobiliari. Il nostro rapporto fra mutui e valore di mercato delle abitazioni è inferiore al 70 per cento. In altri Paesi è vicino, se non superiore, al 100
La terza notizia è la forte flessione del mercato del credito alle famiglie nel 2011 e nei primi tre mesi dell’anno, con le erogazioni di mutui immobiliari per acquisto di abitazioni calati nel -47% nel primo trimestre 2012.



Ora, vediamo di fare una semplice e diretta osservazione: per chi ancora non se ne fosse accorto, al di là del diverso del sentiment delle singole persone, tutti i dati mostrano come la situazione del mattone italiano sia (in realtà, per i lettori di questo spazio, è una situazione già evidenziata da diverso tempo) in costante peggioramento, e le previsioni di risalita, chi parla del 2013, chi del 2014, non mi sembrano abbiano dati a supporto.

La base di ri-partenza è essenzialmente vincolata alla questione prezzi: immobili con prezzi alti, a cui non corrispondono caratteristiche architettoniche, di risparmio energetico, di utilities intesi come servizi pubblici (uffici e trasporto pubblico) e privati (chiamiamola “vivacità commerciale”) che ne giustifichino il prezzo di vendita, o il canone di affitto.

L’immobiliare, e la casa, in particolare, muterà sempre più in futuro il suo ruolo percepito: da “bene rifugio” a “centro di costo”.

Facciamo il semplice esempio di un’automobile: l’auto serve per rispondere alla necessità della mobilità, ma tra consumo, manutenzione e tassazione è un “investimento a perdere”.

La casa, come ben recita Wikipedia, è una qualunque struttura utilizzata dall’uomo per ripararsi dagli agenti atmosferici dove vive generalmente una famiglia dove si compiono le azioni fondamentali per la vita, quali quelle di fare comunità, dormire, mangiare. Questa definizione è rimasta immutata nei secoli, e nel tempo (e tralascio ora gli aspetti di speculazione o di valutazione come asset class finanziaria), e solo negli ultimi anni, si è affacciata una “sensibilità” diversa, con un aumento dell’attenzione a concetti diversi quali il risparmio energetico, o la sicurezza sismica. Perché spendere tot. euro in riscaldamento, quando gran parte degli aumenti del gas vengono dispersi dall’involucro colabrodo della mia casa? Perché spendere tot. euro in spese di elettricità, quando gran parte degli aumenti vengono divorati da una gestione sommaria che potrebbe essere migliorata grazie alla domotica? E potrei continuare…

Per ripartire, una delle cose da fare, è ridefinire gli standard abitativi. La (conseguente) ridefinizione dei prezzi - la famosa parolina “repricing” - dei mutui, e della tassazione (ricordo che dopo gli annunci di marzo 2012 di riforma del catasto, sulle cui rendite catastali si calcola l’IMU, tutto è rimasto fermo), verranno a ruota.

Se tante domande sul settore immobiliare italiano restano senza risposte chiare, questa è una prima proposta.

Il mercato va ripensato. Totalmente.



Leggi il resto: www.linkiesta.it/blogs/abc-always-b-be-c-closing/la-crisi-immobiliare-e-arrivata-e-siamo#ixzz2...
(sylvestro)
00mercoledì 11 luglio 2012 11:09


...
FINITA L’EPOCA D’ORO DEL MATTONE - Il problema vero è dato dal fatto che oggi il mattone non è più un bene rifugio come lo era stato negli ultimi 30 anni. “La fase della patrimonializzazione nel mattone, proseguita per 30 anni facendo salire costantemente il valore degli immobili è terminata”. Ora è il momento della valorizzazione e della gestione del patrimonio. Gestione significa razionalizzazione, e per questo motivo, secondo l’Osservatoio, gli italiani non venderanno casa ma la “gestiranno” magari riducendo le dimensioni, cambiando la struttura, nell’ottica della ricerca di un maggiore risparmio energetico”.
...



[SM=g2564972]
MARCHE66
00mercoledì 11 luglio 2012 12:13
Re:
(sylvestro), 11/07/2012 11.09:



...
FINITA L’EPOCA D’ORO DEL MATTONE - Il problema vero è dato dal fatto che oggi il mattone non è più un bene rifugio come lo era stato negli ultimi 30 anni. “La fase della patrimonializzazione nel mattone, proseguita per 30 anni facendo salire costantemente il valore degli immobili è terminata”. Ora è il momento della valorizzazione e della gestione del patrimonio. Gestione significa razionalizzazione, e per questo motivo, secondo l’Osservatoio, gli italiani non venderanno casa ma la “gestiranno” magari riducendo le dimensioni, cambiando la struttura, nell’ottica della ricerca di un maggiore risparmio energetico”.
...



[SM=g2564972]



Ciao Sly,
questo vorrà dire un - 40% 50% o 60% nei prossimi anni.
Ti sbilanci?
(sylvestro)
00mercoledì 11 luglio 2012 12:37
Re: Re:
MARCHE66, 11/07/2012 12.13:



Ciao Sly,
questo vorrà dire un - 40% 50% o 60% nei prossimi anni.
Ti sbilanci?



Si, non ho paura di dire cavolate, mi esercito tutti i giorni [SM=g7576]

Faccio una premessa: mi sono già sbagliato sulla previsione della sequenza delle zone, nel senso che credevo sarebbero crollate prima le zone con i prezzi più alti mentre ho dovuto assistere (parlo sempre di notizie prese perlopiù dai giornali in rete) al tracollo delle zone che già costavano poco (tipo Rovigo, Alessandria, Cremona, Palermo, ...)

Sto navigando a vista come tutti voi, avevo dichiarato che mi sarei guardato intorno seriamente nell'autunno del 2011 poi abbiamo assistito al perdurare ed al peggiorare della crisi e sono rimasto alla finestra.

E' notizia di ieri che a livello europeo abbiamo 15 milioni di disoccupati in più (soprattutto giovani) rispetto al 2007 e che lo stipendio medio di un under 30 e' 830 euro mensili [SM=j7568].
E dicono che peggiorerà.


Credo che i nostri conti non possono prescindere dalla realtà ad oggi quindi dobbiamo ipotizzare che nel prossimo futuro le giovani generazioni compreranno (se compreranno [SM=g9058]) con le attuali possibilità.

Tutta 'sta manfrina per dire che secondo me, per ora, non vale la pena chiedersi se sara' -20, -40 o -60, o compro la casa perchè lovogliomipiacemelapossopermettereemenefregodeldeprezzamento oppure meglio lasciar perdere, non si intravede ancora la fine del tunnel.

Con le ovvie differenze da zona a zona.

(sylvestro)
00martedì 24 luglio 2012 16:43
Se mi cede anche Breglia è finita [SM=g1765347]




Crisi, otto su 10 pronti a comprar casa

di Edoardo Blosi

Il dato Nomisma conferma la propensione degli italiani a rifugiarsi nel mattone. Ma l'investimento non conviene a chi specula.



Prezzi in discesa e pochi affari. Si può riassumere così l’andamento del mercato immobiliare italiano negli ultimi 4 anni, durante i quali la crisi finanziaria internazionale è riuscita persino a far vacillare un legame che sembrava inossidabile: quello dei nostri connazionali con il mattone, cioè il bene rifugio per eccellenza che, poche volte nella storia, ha tradito le aspettative degli investitori.

IN 5 ANNI RENDIMENTO NEGATIVO DEL 15%. Dal secondo semestre del 2008 a oggi, mentre le Borse internazionali erano in picchiata, anche i prezzi delle case e dei fabbricati hanno avuto infatti una sensibile diminuzione: secondo i dati della società di ricerca Nomisma, nell’arco di 4 anni il calo è stato complessivamente del 10,5% per gli uffici e le abitazioni residenziali e dell’8% circa per i negozi. Certo, non si tratta di crolli vertiginosi come quelli registrati in Spagna, dove la bolla immobiliare ha messo in ginocchio l’intera economia del Paese. Tuttavia, chi nel 2007 ha puntato sul mattone non può dire certo di aver fatto un grande affare. Tenendo conto degli effetti negativi dell’inflazione che erode ogni anno il valore del patrimonio, il rendimento complessivo degli immobili è stato addirittura negativo per oltre il 15% nell’ultimo quinquennio.

LA TENTAZIONE DI COMPRARE. Eppure, agli italiani il mattone continua ancora a piacere. Mentre l’intera area euro rischia il collasso e i mercati finanziari sono di nuovo in picchiata, secondo Nomisma ben l’80% delle famiglie di tutta la Penisola si dichiara interessato a comprare un immobile.
La domanda sul mercato non manca, dunque. Anche perché, visto che i prezzi sono calati e non sono più proibitivi come qualche anno fa, l’acquisto di un bene reale come la casa mantiene comunque un profilo rassicurante e appare sempre una valida alternativa all’altalena dei mercati finanziari, dove molte azioni, bond e persino i titoli di stato rischiano di trasformarsi in carta straccia nel giro di poche settimane.

COMPRAVENDITE A SINGHIOZZO. Pure per il mattone, tuttavia, si profilano all’orizzonte mesi difficili. Rispetto al 2008, le compravendite annue sono calate di oltre il 20% (da 134mila a 105mila) e i tempi medi delle transazioni, in rapporto a 5 anni fa, oggi sono saliti del 25% (da 5,6 a 7,1 mesi), poiché la crisi del sistema creditizio ha reso le banche molto avare nel concedere i mutui ipotecari.
Vendere un fabbricato o un’abitazione sta diventando dunque sempre più difficile, a meno che non venga applicato uno sconto sostanzioso.
Di conseguenza, le quotazioni si stanno muovendo verso il basso: «A fine 2012, i prezzi di mercato registreranno probabilmente un calo del 5% su base annua», dice Mario Breglia, presidente della società di ricerche Scenari Immobiliari, le cui previsioni vengono confermate anche dagli esperti di Nomisma.

DIFFICILE RIPRESA DELLE QUOTAZIONI NEL 2013. In questo contesto macroeconomico tutt’altro che roseo, è dunque difficile guardare avanti con fiducia. «Se non ci saranno segnali positivi sul destino dell’area euro e se lo stato di salute del sistema bancario non migliorerà» dice ancora Breglia, «una ripresa dei prezzi già da 2013 appare al momento molto improbabile». Per questo, il presidente di Scenari Immobiliari oggi ritiene conveniente l’investimento nella casa soltanto se avviene senza finalità speculative, ma per scopi personali. E’ il caso, per esempio, di chi ha già a disposizione un capitale consistente e vuole acquistare un nuovo immobile per andarci ad abitare o per lasciarlo in eredità a un figlio, senza costringerlo a far ricorso all’indebitamento. Breglia, invece, sconsiglia di comprare un’immobile residenziale o commerciale da dare in affitto, a causa del peso eccessivo del fisco. L’introduzione dell’Imu, che comporta per i proprietari un esborso di 1.000 o 2mila euro all’anno per un fabbricato di media superficie (attorno ai 100-200 mq) sta dando infatti un duro colpo al mercato delle locazioni.
MARCHE66
00martedì 24 luglio 2012 17:09
Re:
(sylvestro), 24/07/2012 16.43:

Se mi cede anche Breglia è finita [SM=g1765347]




Crisi, otto su 10 pronti a comprar casa

di Edoardo Blosi

Il dato Nomisma conferma la propensione degli italiani a rifugiarsi nel mattone. Ma l'investimento non conviene a chi specula.





Una domanda mi sorge spontanea.
In Italia 8 su 10 sono pronti a comprar casa, 8 su 10 famiglie è proprietaria di un'immobile, ma allora chi è che sta vendendo? [SM=g1749704]

Mah i soliti dati di Nomisma.

(sylvestro)
00mercoledì 5 settembre 2012 22:09
Gli immobili un ottimo investimento: neanche per sogno!

5 settembre 2012 Di Giovanni Baudo

Mi risulta assai difficile comprendere il motivo per il quale ancora oggi, con una (supposta) cultura economica abbastanza diffusa, si continui a ritenere l’immobiliare un mercato esente da rischi e redditizio, quando basterebbe fare i cosiddetti conti della serva per comprendere agevolmente che così non è, anzi!

Sentiamo parlare continuamente di spread, di tassi, di inflazione, ma quando si devono impiegare queste semplici nozioni per fare un po’ di conti e scegliere tra investimenti alternativi, ecco che arriva inesorabile il più atavico dei retaggi culturali: “il mattone non tradisce mai”.

Allora vi propongo di farli insieme i conti della serva.

Ipotizziamo di avere 530.000€ e di volerli investire. Mettiamoci alla ricerca di un immobile di questa cifra e successivamente lo “offriremo” in affitto.

Apro il portaportese (famoso giornalino di annunci romano) e trovo:



Vendo 650x677 Gli immobili un ottimo investimento: neanche per sogno!



Ecco il mio immobile! Che affarone, poco più di mezzo milione di euro per salone due camere cucina e un bagno. La zona è eccellente, siamo a Prati, ottimo quartiere di Roma.

Passiamo alla fase b, diamo in affitto il nostro immobile. Quanto potrò ricavarci? Senza bisogno di perderci il sonno, riapriamo il portaportese e vediamo a quanto viene concesso in affitto un appartamento similare.

Affitto 650x675 Gli immobili un ottimo investimento: neanche per sogno!



E’ decisamente meglio quest’appartamento, 1700 euro e in più a Piazza Cavour, dietro palazzo di giustizia, tra via Crescenzio e via Cola di Rienzo. Per chi non vive a Roma sono solo nomi, ma per chi conosce l’argomento sarà chiaro quanto è più pregiato questo appartamento rispetto all’altro. Dimenticavo, ha pure un bagno in più e il riscaldamento autonomo, che non è poco. Ma noi siamo fortunati e riusciamo trovare il pollo, perchè di ciò si tratta che firma il nostro bel contratto.

Dimenticavo, dobbiamo pagare la nostra agenzia immobiliare (per l’affitto lo trascuro), il notaio, l’imposta di registro. Mi sono dimenticato qualcosa? Può essere, ma questo basta.

Il notaio è amico mio e pago solo 5000€. L’agenzia è truffaldina e si fa pagare solo il 3% di cui una parte in nero. L’imposta di registro…boh, diciamo zero! Per comodità.

Allora, il mio immobile è costato in totale 550.000 (era un po’ di più, arrotondiamo, sempre per difetto).

Vediamo ora la mia rendita: 1700 x 12 mesi = 20.400. Un pizzico di cedolare secca: 20.400 – 20% = 17.000. Una spruzzata di IMU: diciamo 2000 euro se si sono dimenticati di aggiornare il catasto dal 50 a.C..

Rendita totale: 15.000 euro. Che su 550.000 euro investiti sono la bellezza di…2.7%!

Signori niente da dire, abbiamo proprio la stoffa dell’investitore!

Cosa avrei potuto farci con 550.000 euro? Una festa ad Arcore? Si… Oppure?

Un BTP decennale che frutterebbe netto il 4.9% ossia 26.950 euro?

Dei Bonos decennali spagnoli che rendono il 6.2% netto ossia 34.100 euro?

Dei conti deposito vincolati a 30 o 36 mesi che rendono netti circa il 4% ossia 22.000 euro?

(http://www.rendimax.it/scopri_rendimax/rendimax_vincolato , siconto.bancasistema.it/it/index.php , ad esempio, con la tutela del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi)

Delle obbligazioni corporate che su scadenze oltre i 5 anni rendono facilmente il 5% ossia 27.500 euro?

Mi abbono a RC Plus?

Dei fondi con performance consolidate nel tempo con massimi voti di rating (Carmignac o Templeton ad esempio) che su 10 anni offrono un annualizzato di oltre il 7% ossia 38.500 euro?

Gentili lettori, la lista potrebbe continuare ancora a lungo, in vero la scelta più azzeccata sarebbe un mix variegato di tutte le offerte di cui sopra e, dormendo sonni tranquilli, potremmo ottenere un rendimento del 4% netto sul nostro capitale, e il tutto senza muoverci da casa, senza pagare spese di manutenzione straordinaria, senza imbatterci in inquilini morosi o che ci distruggono la casa, senza essere il tiro al bersaglio delle patrimoniali immobiliari, senza avere il patema del crollo immobiliare, ecc.

Perchè tanto, lo vogliate o no, i prezzi si dimezzeranno. E non è colpa di RC, è colpa di chi pensava di poterli mantenere doppi rispetto al potere di acquisto dei salari medi pompando a più non posso il credito.

Qualcuno dirà, ma il mio capitale si inflaziona. La risposta è, il prezzo della casa no? Ricordiamoci che parliamo sempre di prezzi nominali per le abitazioni. Se un appartamento resta in vendita per due anni allo stesso prezzo (ammesso che qualcuno lo paghi quel prezzo), ha già perso secco 3 + 3 % di inflazione (sarebbe composta, ma rendiamo le cose semplici).

Qualcuno dirà ma in caso di default italiano mi resta metà del BTP che ho comprato. E si, invece per la casa rimane il prezzo originale. Babbo Natale esiste e i bimbi li portano le cicogne.

Ma volendo esagerare, per coprire (quasi) il 2.7% netto posso semplicemente acquistare un trentennale tedesco! (Non lo consiglio per ovvi motivi).

Ora, alzi la mano chi è convinto che l’immobiliare è un ottimo investimento…



PS: il discorso è speculare per le prime abitazioni.
fabio_c
00domenica 9 settembre 2012 22:07
Re:
(sylvestro), 05/09/2012 22.09:

Gli immobili un ottimo investimento: neanche per sogno!

5 settembre 2012 Di Giovanni Baudo

Mi risulta assai difficile comprendere il motivo per il quale ancora oggi, con una (supposta) cultura economica abbastanza diffusa, si continui a ritenere l’immobiliare un mercato esente da rischi e redditizio, quando basterebbe fare i cosiddetti conti della serva per comprendere agevolmente che così non è, anzi!

Sentiamo parlare continuamente di spread, di tassi, di inflazione, ma quando si devono impiegare queste semplici nozioni per fare un po’ di conti e scegliere tra investimenti alternativi, ecco che arriva inesorabile il più atavico dei retaggi culturali: “il mattone non tradisce mai”.

Allora vi propongo di farli insieme i conti della serva.

Ipotizziamo di avere 530.000€ e di volerli investire. Mettiamoci alla ricerca di un immobile di questa cifra e successivamente lo “offriremo” in affitto.

Apro il portaportese (famoso giornalino di annunci romano) e trovo:


...


Qualcuno aveva valutato il primo appartamento 560.000 euro.
In teoria, un eventuale interessato all'acquisto attendendo avrebbe già risparmiato l'equivalente di un anno e mezzo di mensilità del secondo appartamento.

fabio
marco---
00martedì 27 novembre 2012 10:36
Immobiliare.it: cala la fiducia degli italiani nel mattone (Fonte: ilghirlandaio.com - 27/11/2012)

“L’indagine di Immobiliare.it su come varia la percezione degli Italiani del mercato immobiliare italiano registra, nel terzo trimestre 2012, una situazione di perplessità su tutto il territorio. La percentuale degli italiani che pensano questo non sia il momento migliore per vendere casa cala leggermente rispetto a tre mesi fa, ma resta comunque alta: il 72% del campione intervistato preferisce tenersi stretto ciò che possiede, temendo di dover svendere pur di chiudere le trattative. Al contempo, torna ai livelli più bassi mai registrati dall’inizio delle rilevazioni la propensione all’acquisto: solo il 45% degli italiani intervistati pensano che sia un buon momento per comprare casa. Il breve salto oltre il 50% registrato a luglio è stato, quindi, solo momentaneo”. “Lo scenario particolarmente critico in cui gli operatori del settore sono costretti a muoversi, tra contrazione dei volumi delle compravendite immobiliari e difficoltà conclamate per l’ottenimento di un mutuo”. Lo dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it, condiziona anche la percezione dei cittadini, che reagiscono con l’attendismo.

TEMPI MIGLIORI - “Effettivamente, il dato che raccoglie la crescita più elevata è la percentuale di chi pensa che nel prossimo anno ci saranno tempi migliori per acquistare casa: in tre mesi la percentuale passa dal 21% al 35%. Cala solo di un punto percentuale, infine, la percentuale dei pessimisti, che ritengono questo sia un brutto momento per investire nel mattone: passiamo dal 16% di luglio ad un 15%, che conferma un trend in discesa da diverse rilevazioni. I dati evidenziati emergono dall’analisi dell’indice di fiducia dei consumatori di Immobiliare.it: strumento creato per monitorare come si modifichi nel tempo la percezione degli Italiani riguardo all’andamento del mercato immobiliare. Il sentiment del Paese è ricavato dalle risposte di oltre 60.000 utenti che hanno mostrato interesse nei confronti del tema immobiliare, avendo (nei tre mesi precedenti la rilevazione) pubblicato un annuncio immobiliare o effettuato una ricerca di casa. Il dato che mostra l’inasprimento maggiore è quello connesso all’andamento dei prezzi nel mercato immobiliare. Se nella rilevazione di luglio la percentuale di italiani che prevedeva una diminuzione dei prezzi di vendita delle case era al 51% (già in crescita rispetto ad aprile, in cui era al 39%) l’ultima indagine continua a spostare l’asticella più in alto: per il 67% degli italiani, nei prossimi dodici mesi, i prezzi scenderanno e comprare casa costerà di meno.

STABILITA’ DEI COSTI - Scende, parallelamente, la quota di chi ipotizza una stabilità dei costi: è al 23,7%, mentre superava il 31% tre mesi fa ed era al 35% sei mesi fa. Davvero minoritari a, infine, la posizione di chi è convinto di un incremento dei prezzi di vendita: questo segmento non rappresenta più del 7% del campione. Le differenze regionali Interessan te è verificare come cambino comportamenti e percezioni in base alla regione italiana d’appartenenza. Se l’ultima rilevazione vedeva lo scettro dell’ottimismo in mano a Lombardia e Toscana, adesso è la Puglia la Regione in cui il sentiment è migliore: la regione arriva al 54,6%, seguita dal Piemonte con il 53,5% di ottimisti. Da notare che queste sono le uniche regioni in cui la percentuale supera il 50%, tutte le altre restano attorno al 40%, con picchi negativi in Campania (36,8%) e nelle Marche (37,1%). I più restii all’idea di vendere sono i cittadini del Friuli Venezia Giulia (78,1%) e i Siciliani (75,7%), mentre i Lucani (62,1%) e gli Abruzzesi (63,3%) si trovano alla base della classifica. “Analizzando più nel dettaglio le ragioni per cui si valuta sia un buon momento per comprare – continua Giordano – è emerso in maniera chiara come questa opinione sia legata alla consapevolezza che, data la difficoltà del momento, sia possibile trovare occasioni dettate dalla necessità del venditore di realizzare”. (agenparl)
marco---
00martedì 27 novembre 2012 20:56
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:12.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com