Gli Arcani Maggiori: IX - L'Eremita

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MAGUS ALTAIR
00sabato 13 settembre 2003 15:04


Il Trionfatore sul Carro dà decisamente un'immagine di attività e
movimento impetuosi, mentre la Giustizia appare come il simbolo di
un alterarnarsi di forze che però tende invece a fermarsi nella
staticità dell'equilibrio.

L'Eremita coniuga le due tendenze e ci mostra un vecchio dall'andatura
prudente, che cioè si muove ( = ha la Volontà di muoversi) ma è
anche in grado di valutare la situazione ( = ha la Comprensione
del luogo nel quale si muove) ed i suoi pericoli ( = il serpente).
Il vecchio potrebbe schiacciare il serpente, invece lo vuole controllare
e dirigere con la sua canna di sette nodi ( = il suo essere rettificato)
alla luce della sua Conoscenza.
E la Saggezza è proprio la retta applicazione della Conoscenza:
questo vecchio è dunque un uomo saggio.

Il mantello del vecchio è la sua copertura, cioè l'isolamento
della concentrazione, l'accumulazione delle energie: il mantello
è il risultato di questo lavoro interiore, che ora lo difende
dalle intemperie della vita. Il mantello ricopre il corpo, segno
che l'attività di crescita interiore, che attiene all'Anima ed allo
Spirito, influisce necessariamente anche sul Corpo.
MAGUS ALTAIR
00sabato 13 settembre 2003 15:14
L'Arcano in pratica
"Racchiuditi entro i tuoi limiti! Concentra le tue facoltà,
approfondite nel silenzio e nell'isolamento. Attingi in te la luce
che illumina il sentiero e che tu devi seguire. La tua saggezza s'ispiri
alla missione che ti spetta: avanza con circospezione, per non dover
mai indietreggiare."
(O. Wirth)

C'è una differenza sostanziale tra la Volontà e il Desiderio:
quest'ultimo infatti ci porta verso le cose in modo impulsivo e
sfrenato, perchè abbiamo visto l'obiettivo e ci buttiamo a capofitto,
salvo poi non aver visto davvero tutto, ed incappare in pericoli
che si presentano improvvisamente sulla nostra strada.
La Volontà è invece il frutto della Comprensione, dove si vede ciò
che è davvero necessario, e dove si vedono anche i giusti tempi e
modi di realizzazione, così da non dover mai rettificare la propria
azione, perchè si è prima rettificato il proprio essere.

E qui ritorno al solito discorso: questa rettificazione interiore
è possibile realizzarla sempre da soli? Il fatto è che, qualunque
cosa si faccia, si segue sempre un metodo, o più metodi, elaborati
da altri, quasi sempre in un ambiente dove vi è (o vi è era in origine)
il contatto di tipo maestro-discepolo.

Chi segue una religione di tipo devozionale spesso o vede questa
rettificazione solo dal punto di vista morale (il peccato) e questa
è una visione troppo parziale, oppure rinuncia a qualunque rettificazione
e si affida alla "misericordia" della divinità.
E' comunque una strada seguita da molte persone.
A questo punto la luce dell'eremita non è più quella tenuta da lui
stesso, ma diventa la luce di un altro, che l'uomo segue, rimanendo
però nel buio.

Infine c'è un'altra cosa: l'Eremita richiama un aspetto evidente del
lavoro interiore, ossia un giusto e misurato isolamento.
Chiediamoci perchè una vita troppo "piena di gente" ci sarebbe di
distrazione?

[Modificato da MAGUS ALTAIR 13/09/2003 15.25]

Momo-
00sabato 13 settembre 2003 15:49
di solito, agli ignoranti dei tarocchi (me compresa) questa carta appare come una carta un po' negativa, tutti pensano ad una persona sola che vaga, senza una meta, sono lieta di vedere che in effetti non è così, sino ad ora gli arcani non hanno "rappresentato" niente di negativo.. solo insegnamenti, ma forse, dal punto di vista divinatorio è un po' diverso.

Come hai detto tu il punto centrale di questa carta mi sembra proprio la solitudine e l'isolamento, altrimenti poteva essere semplicemente "il saggio" o "il pensatore", "il ponderatore", o [SM=g27814] "il viandante concentrato" ([SM=g27820] )

qui si torna al problema infinito, se siamo, o non siamo, frutto di assimilazioni dall'esterno..ma è un cruccio senza fine, secondo me una riflessione ed una consapevolezza personale e senza "maestri" è possibile, una vita affollata è una vita un po' futile frettolosa, le persone che vogliono mantenere 300 contatti al giorno fra amici e simili, pensano sopratutto a cose pratiche , l'appuntamento, l'aperitivo, telefonare a tizio a semprogno, credetemi l'ho constatato un po' di tempo fa, è tutto un altro vivere.
MAGUS ALTAIR
00domenica 14 settembre 2003 08:14
Il Mito del Fare
Mi capita spesso di scrivere su quaderni alcune mie riflessioni,
e parecchio tempo fa scrissi un testo dal titolo "Il Mito del Fare".
Non so se oggi, dato che sono passati tanti anni, riscriverei le
stesse cose e utiizzerei gli stessi termini, ma concettualmente mi
trovo ancora d'accordo con me stesso, sulla sostanza di quello scritto.

Chiamavo "Mito del Fare" l'atteggiamento comune a molte persone che
sta proprio all'opposto dell'insegnamento dell'Eremita, che sa di dover
porre un argine, seppur parziale, tra sè e il resto. Chi invece vive
sotto l'incanto di questo Mito, ritiene di potersi realizzare come
Persona solamente "facendo" cose, il che include anche l'affollare
la propria vita di persone.
C'è un limite, secondo me, oltre il quale ciò che ci affolla "fuori"
finisce per affollarci "dentro", non lasciando più alcuno spazio ad
un lavoro interiore, perchè i nostri "occhi" guardano solo all'esterno.
Anzi, molte persone, e ne conoscerete anche voi, hanno proprio paura di
guardarsi dentro, magari dicendovi che è una cosa inutile, il che
è un'alibi verso sè stessi, per non ammettere la loro paura.

Diventare Eremita significa dunque isolare nel modo giusto ciò
che sta dentro di noi per poterlo lavorare: questo significa dare
il giusto spazio alla nostra interiorità e anche al nostro corpo
per capire dove vogliono andare. Ecco perchè troppe distrazioni
esterne inficiano necessariamente questo intento.

C'è anche chi, all'estremo, si isola dal mondo in senso letterale,
e questo atteggiamento si ritrova anche in tutti i contesti religiosi.
Qualche superficiale psicologo si è permesso di classificare questi
comportamenti come patologici, io con maggior rispetto mi limito
ad osservarli con meraviglia, perchè si tratta senz'altro di
persone non comuni che hanno scelto una vita non certo comoda e
facile.

L'Eremita dunque ha molte facce!

[Modificato da MAGUS ALTAIR 14/09/2003 8.15]

MAGUS ALTAIR
00domenica 14 settembre 2003 08:19
Significati negativi
In effetti la lettura classica dei tarocchi considera alcune carte
come negative (Eremita, Morte, Diavolo, Torre, per esempio), perchè
ritiene di poter identificare attraverso i simboli degli arcani un
evento futuro.
Alla fine della nostra analisi degli arcani maggiori parleremo anche
della divinazione, e vi parlerò anche di come intendo io questa attività,
che non è in grado, secondo me, di leggere letteralmente il futuro,
ma solo di fotografare la situazione presente in profondità, evidenziando
le possibili linee di evoluzione.
In questo senso dunque non vi sarebbero mai delle carte che hanno
un significato negativo in sè.
.:avatar:.
00domenica 14 settembre 2003 17:37
L'eremita e' solo perche' questa e' una strada che soltanto noi possiamo percorrere in quanto e' allo stesso tempo una via interiore ed una esteriore. Come posso comunicare agli altri questa interiorita' e gli altri a me? Siamo lasciati a noi stessi in questa ricerca, seppur e' la conoscenza quella che ci guida: e questa viene anche appresa anche nello studiare e nel confrontarsi... E' quindi impossibile isolarsi totalmente dagli altri, erigere una barriera per scavare dentro di se? a mio avviso non e' possibile una chiusura totale e anche se lo fosse non sarebbe poi cosi' d'aiuto... come nemmeno lo sarebbe il comportamento opposto.

Riguardo al significato negativo in divinazione, bisogna ricordarsi anche che ne ha di positivi! Tutto dipende dal contesto ed insieme a quali altre carte appare. A me personalmente l'eremita ispira ammirazione, in quanto mi ricorda una figura titanica che va avanti vincendo le intemperie, aiutandosi con la sua luce! E' vero, e' solo... ma in certo senso non lo siamo tutti? Forse e' l'amore la nostra unica speranza di vero rapporto fra le persone.

Comunque anch'io mi trovo d'accordo con la tua visione della divinazione, Magus... non e' un oracolo, non e' il destino, bensi' sono dei moniti e degli indizi riguardo alla strada che stiamo percorrendo! Se non vado errato possiamo fare un discorso simile con gli i ching e tutte le altre forme di divinazione, vero? Ad ogni modo non vedo l'ora di fare un discorso sulla divinazione, piu' che altro per disquisire con voi sulla "fonte" dalla quale proviene la divinazione stessa [SM=g27822]
MAGUS ALTAIR
00lunedì 15 settembre 2003 13:58
Si, secondo me il discorso è applicabile a tutte le forme di
divinazione.
Che poi sia possibile avere delle informazioni davvero su un evento
futuro (premonizioni) questo è ovviamente un'altra faccenda.
MAGUS ALTAIR
00lunedì 15 settembre 2003 20:05
Appena ho un po' di tempo domani inserisco questo arcano tratto
anche da altri mazzi.
Se qualcun altro vuole farlo intanto!

Gnomooooooos!!!!

[Modificato da MAGUS ALTAIR 15/09/2003 20.05]

MAGUS ALTAIR
00mercoledì 17 settembre 2003 21:08


Questa è una carta dei tarocchi di Marsiglia, come si vede sempre
un po' più "poveri" di simboli rispetto a quelle di Wirth.
In effetti mancano il serpente e i nodi sul bastone.
MAGUS ALTAIR
00mercoledì 17 settembre 2003 21:12


Il nome della carta corrispondente nei tarocchi egizi è
"La Lampada Velata", e sembra mettere più l'accento sulla Luce
che viene nascosta (ai profani) piuttosto che all'azione di cercare.
Anche qui c'è il bastone (semplice) e non compare il serpente.
hiram-abif
00mercoledì 17 settembre 2003 21:27
la lanterna..
Egli cerca la giustizia con la lanterna, simbolo di illuminazione relativa, ma egli è cieco e inutilmente la pone davanti a se; non serve enunciare ciò che neanche si vede.
Il serpente è ai suoi piedi e egli rischia di calpestarlo accidentalmente.
Ma il bastone di sostegno "per fortuna" lo mette in fuga...la stampella è solo una casuale arma che salva senza certezze... e fruga nel percorso buio della cecità alla ricerca di evitare ostacoli.
MAGUS ALTAIR
00mercoledì 17 settembre 2003 21:30
In che senso dici che il bastone lo salva accidentalmente?
Per esempio Wirth fornisce invece una lettura "volontaria" dell'uso
del bastone da parte dell'eremita.
Nel senso che intendi tu allora, che cosa rappresenta il bastone?
Momo-
00mercoledì 17 settembre 2003 21:36
[SM=g27831] mamma mia che diversità di interpretazione!
Non so se vi siete accorti che sono l'esatto opposto!! quella che ci ha dato hiram sembra più parlare di un vecchio imbranato[SM=g27820]
Momo-
00mercoledì 17 settembre 2003 22:09
Discutete della cosa fra di voi!!! [SM=g27823]

sarebbe interessante![SM=g27822]
MAGUS ALTAIR
00mercoledì 17 settembre 2003 22:12
E' senz'altro interessante anche solo vedere come un pezzo di carta con dei
disegni sopra venuti da chissà dove, susciti così tante e alte
ispirazioni!

C'è qualcosa nei tarocchi che fa vibrare qualcos'altro dentro di noi no?
Poi cerchiamo di concettualizzare questo qualcosa e possiamo anche
prendere delle strade diverse, ma questa vibrazione rimane.

Potere del simbolo, quello vero!
hiram-abif
00venerdì 19 settembre 2003 08:45
Pura interpretazione.
Non esistono vecchi imbranati nei tarocchi, ma rappresentazioni simboliche di stati del divenire.
Come si osserva il bastone è posto avanti all'Eremita (l'eremita è un anacoreta per scelta) e parrebbe simboleggiare non il sostegno, in qual caso lo avrebe di fianco o lui sarebbe piegato nel gesto di appoggiarsi ad esso, ma lo ha davanti, come lo pone un cieco per sentire la consistenza del terreno dove poggerà i piedi, passo dopo passo.
Il bastone ha sette nodi, ma le sezioni divise sono otto.
Le sette sezioni (partendo dalla sua mano) sono le sette Arti lebere (Geometria, Aritmetica, scienza, retorica, logica,musica, astronomia)e poggiano sull'ultimo segmento La volontà quale sostegno delle altre sette, tenendo a bada il serpente "rosso" che spesso (non in tutte le interpretazioni)rappresenta l'energia del fuoco i rapporto con la vitalità.
Anche la lanterna posta di fronte indica, più che la certezza del cammino, la speranza di procedere correttamente.

NB: é bene ricordare che ogni interpretazione deve essere considerata in aggiunta alle altre e non in "sostituzione". Sarebbe sbagliato affermare un'interpretazione al posto di un'altra e non credo di aver fatto questo, quindi tra me, Magus e chiunque di voi, non può nascere un conflitto. Sappiamo bene che l'esegesi simbolica è un fatto assolutamente personale, ed il raggiungumento di una "buona " interpretazione oggettiva avviene attraveso l'unione di tutte le interpretazioni soggettive.
MAGUS ALTAIR
00venerdì 19 settembre 2003 10:22
E infatti l'idea di discutere gli arcani qui nasce proprio da
una considerazione di questo tipo! [SM=g27811]
Momo-
00venerdì 19 settembre 2003 12:10
Ovviamente, non era mia intenzione offendere il buon vecchio eremita..
hiram-abif
00sabato 20 settembre 2003 18:57
X Momo...
Non tu...[SM=g27838] Rettificavo solo il mio post, in quanto avevo dato io l'idea del "vecchio imbranato"
MAGUS ALTAIR
00domenica 21 settembre 2003 10:56
Il serpente
Hiram, qual'è la tua comprensione di questo simbolo?
Momo-
00domenica 21 settembre 2003 11:33
[SM=g27827] hiram...[SM=g27838]

questa notte ho sognato dei tarocchi ehm.. celti[SM=g27825] ,
erano incisi su pietra ed i personaggino tutti con le loro spadone gli "elmetti" delle armature ecc..credo di aver sognato l'imperatore in particolare, ma non ne sono certa non era seduto..mah, questo forum mi fa un brutto effetto![SM=g27828]
hiram-abif
00domenica 21 settembre 2003 19:23
Il serpente.
Nel credo comune il serpente è identificato con le forze del male, mentre nei riti pagani lo stesso simboleggia la forza vitale ( nel kalachacra Tantra è la rappresentazione della Kundalini, L'energia dell'albero dei cackra).Lo si trova anche avvilupato alla spada in uno dei gradi Massonici.
Considerando che i tarocchi sono di origine templare ( in essi nascosero i segreti esoterici del Tempio e le loro scoperte iniziatiche) il serpente rosso è l'energia che scaturisce dalla "conoscenza". Difatti l'uomo che cammina verso la luce va in cerca di questa liberazione d'energia che lo porterà a dominare sul mondo. Inoltre il serpente rosso forma con la coda una spirale ad indicare proprio la caratteristica del percorso iniziatico, simboleggiato da una "spirale" appunto.

hiram-abif
00domenica 21 settembre 2003 19:29
Potrebbe veramente essere..
In effetti concentrarsi sulle figure simboliche può dare atto a sogni relativi. E' una cosa normale non hai niente da temere, ma se ti accorgi che sei troppo rapita dagli stessi, stacca! e riposati occupandoti di altro.talvolta anche le passioni quando vengono prese troppo "di petto" possono disturbae un pò.
Nella vita quello che conta è l'armonia e l'equilibrio in ogni cosa.
silentman13
00lunedì 21 febbraio 2005 13:10
Vi propongo la mia interpretazione :

Non per caso questo arcano è preceduto dalla morte.
Dopo che abbiamo raggiunto la consapevolezza della futilità di alcuni aspetti della nostra quotidianità che, come zavorre, impedivano la nostra ascesa, siamo pronti per diventare eremiti ed intraprendere il viaggio.
Viaggio inizialmente solitario perchè non si può capire il mondo senza conoscere prima se stessi (capire il piccolo, anche perchè il grande è fatto di tanti piccoli).
Dopo la morte ci si aspetterebbe di rinascere infanti, invece l'eremita ci ricorda che siamo maturati.
Il mantello delle esperienze ci protegge dalle intemperie esterne. Il bastone è la nostra volontà che ci sorregge. Il serpente "rosso" è la passione ed il desiderio addomesticato dall'intelligenza. Non a caso il serpente non è in posizione di attacco ma sembra seguire la direzione dell'eremita e mi ricorda un po' la forma della lettera ebraica.
La lanterna non è la vera "luce" perchè siamo noi a direzionarla dove vogliamo, ma ci aiuta ad andare avanti.
Quando avremo superato questa fase, saremo pronti per buttarci nel turbine del mondo "la ruota della fortuna".

Sto riflettendo sull'affermazione di Hiram, che dice che l'eremita è cieco. Vi farò sapere.
silentman13
00mercoledì 23 febbraio 2005 10:01
Nessuno corregge il mio errore!
Ho scritto che la morte (XIII) precede l'Eremita (IX) !!!
Invece è la giustizia (VIII).
Il punto è che ne ero convintissimo [SM=g27814]
Ciò mi ha fatto chiedere se l'ordine numerico dei tarocchi (visti come percorso evolutivo cifrato) sia corretto per tutti.
Voi cosa ne dite?
MAGUS ALTAIR
00giovedì 24 febbraio 2005 21:37
Nella Storia c'è il tempo sequenziale che conosciamo, ma nel Mito
le regole sono diverse. Io non credo che gli Arcani Maggiori vadano
visti necessariamente come una progressione. Forse (o: anche) si devono
considerare come le facce di un prisma: sono tutte contemporaneamente
presenti anche se le scopriamo una dopo l'altra. E tuttavia sono ordinate.
In fondo quando li leggiamo non creiamo delle sequenze sempre diverse,
che pure sanno talora dirci qualcosa?

[Modificato da MAGUS ALTAIR 24/02/2005 21.38]

silentman13
00venerdì 25 febbraio 2005 08:39
Anch'io sono d'accordo con te Magus...
Io attualmente, in base alle mie esperienze, le vedo un po' tutte collegate [SM=g27825]
Però mi pare che sia proprio Wirth a dare un filo logico...
All'inizio del libro ci sono quegli schemi...
arielbianca
00venerdì 4 marzo 2005 18:50
Re:

Scritto da: silentman13 25/02/2005 8.39
Anch'io sono d'accordo con te Magus...
Io attualmente, in base alle mie esperienze, le vedo un po' tutte collegate [SM=g27825]
Però mi pare che sia proprio Wirth a dare un filo logico...
All'inizio del libro ci sono quegli schemi...



Il filo logico di cui parli...ma gli Arcani vanno letti utilizzando la logica? [SM=g27820]
MAGUS ALTAIR
00domenica 6 marzo 2005 12:42
Che gli Arcani siano legati tra loro è indubbio, e a dimostrare questo
è sufficiente considerare che, da quando sono apparsi sulla scena
occidentale, sono apparsi tutti insieme. E' una constatazione che
può sembrare banale, ma è una prova di fatto.
Altra cosa è l'interpretazione: qui ciascuno li vede a suo modo,
ma su questo punto vorrei fare una considerazione che per me è molto
importante.
Quando dico che ciascuno li interpreta a suo modo non intendo dire
che ciascuno li interpreta come vuole, ma piuttosto che ciascuno
li interpreta come è letteralmente costretto dalla sua condizione
interiore, ed è per questo che possono dire molto di noi, se abbiamo
la necessaria apertura.
Non so se ho reso bene l'idea, vorrei i vostri pareri al riguardo.
silentman13
00lunedì 7 marzo 2005 08:56
Io forse ho inteso quello che dici... proviamo.

Mi verrebbe da prendere in esame l'arcano della Torre che spesso è visto come un arcano negativo e di sventura... mentre per me è solo un buon consiglio [SM=g27822]
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