Giuseppe Berto: La poesia della sconfitta

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ugo.p
00sabato 2 settembre 2006 04:23
Giuseppe Berto e' senz'altro uno degli scrittori piu' controversi della letteratura italiana del dopoguerra.
Amato o odiato, stimato o vilipeso. Il suo nome, le sue opere cosi' come la sua vita sollevano sentimenti e giudizi contrastanti spesso influenzati da pregiudizi politici.

La vita (Dalle Biografie di Rai International On line)
Nasce nel 1914 a Mogliano Veneto; combattente volontario in Africa nel ‘43, viene fatto prigioniero dalle forze alleate e rinchiuso in un fascist camp, nel Texas. Qui redige le pagine di alcuni testi, tra le quali quelle del racconto lungo edito nel ‘48 "Le opere di Dio", che preludono al vero e proprio romanzo d’esordio "Il cielo è rosso" (1947), seguito quattro anni dopo da "Il brigante". Laureato in lettere, egli lascia l’insegnamento per dedicarsi interamente alla scrittura: l’esperienza d’Africa ritorna nel diaristico "Guerra in camicia nera" (1955), in seguito al quale gli viene appiccicata definitivamente l’etichetta di fascista. Con "Il male oscuro" (1964) vince i premi Viareggio e Campiello; successivamente, firma il romanzo per ragazzi "La fantarca" (1965), l’amaro "La cosa buffa" (1966), il celeberrimo "Anonimo veneziano" (1971), l’ironico "Oh, Serafina!" (1973) e la raccolta - uscita postuma - "Dialoghi col cane" (1986). Da segnalare, pure, il pamphlet provocatoriamente conservatore "Modesta proposta per prevenire" (1971). Muore nell'indifferenza generale a Roma nel Febbraio '78


considerazioni personali
Ho voluto aprire questo topic non tanto per adesione spassionata a cio' che ha scritto Berto anche se a mio parere il "Male oscuro" resta una delle piu' belle opere letterarie del dopoguerra, ma perche' a mio giudizio questo autore meritava forse maggior interesse o maggiori critiche ma non cio' che la vita gli ha riservato, l'oblio.
Quello che mi ha sempre affascinato ed anche commosso era vedere in lui l'immagine di uno sconfitto, sconfitto dalla storia, sconfitto dalla cultura dominante con la quale non seppe mai integrarsi, (famoso il suo litigio con Moravia che ebbe anche un lungo seguito giudiziario), sconfitto dai suoi stessi nervi (Il Male oscuro del libro, altri non e' che la depressione che lo accompagno' negli ultimi anni della sua vita).
Un vinto. Un vinto che pero' riesce a trarre da queste sconfitte spunti di bellezza, pagine di sentimenti profondi, momenti di ottima letteratura.
Anche se a volte il risentimento eccessivo finisce, a mio giudizio, con il condizionarne la prosa, nell'insieme ritengo la sua opera a livello di molti altri scrittori suoi contemporanei che hanno goduto e godono di maggior considerazione.
Degno percio' di essere ricordato in questa sede.


ugo.p
00martedì 22 novembre 2016 05:15
dai suoi racconti
sono stati tratti anche films, il piu' famoso dei quali e' senza dubbio Anomimo Veneziano. Eccone una clip

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