Girare da soli

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arteriolupin
00martedì 29 aprile 2008 10:43
Lo so, è un topic che scatenerà qualche polemica...

Per cui metto subito un cartello: chi non ha sufficiente esperienza, per il momento non segua il topic ed eviti di imitare...

L'ho scritto perché devo. Devo, perché andar per monti da soli significa aumentare a livello esponenziale il tipo e la quantità di rischi cui si va incontro.

Però andar da soli permette una full-immersion nella natura e nell'ambiente. Permette all'escursionista-alpinista-ferratista di trovarsi e dover decidere da solo, calcolando attentamente le proprie capacità e le proprie forze, ricercando da solo gli itinerari, traendosi d'impaccio da solo e godendo da solo di quanto visto...

Su pro et contra dell'andare in solitaria se ne è discusso, se ne discute e se ne discuterà sempre. Questo vale per l'alpinismo (nelle sue varie faccettature), ma vale anche per la vela o per qualsiasi altro sport o attività...

Io amo, spesso, girare da solo. So di non essere l'unico, qui dentro.
Molto spesso s comincia ad andare da soli poiché non si trova un compagno che abbia lo stesso "sentire"... Altre volte, semplicemente perché le possibilità di organizzazione di una gita arrivano all'ultimo momento e non si riesce a trovare nessuno...
Poi, però, chi gira da solo scopre un piacere - secondo alcuni perverso - che è quello della "sfida con sé stessi"... Io, semplicemente, preferisco chiamarla non sfida, ma conoscenza di sé stessi e dei propri limiti...

Che si vada a percorrere un sentiero, una cresta, una ferrata o a fare, come è avvenuto di recente, la via del Pesce in marmolada o la Nord dell'Eiger in solitaria totale, al di là delle difficoltà, la preparazione mentale è sempre la stessa:

conoscenza e studio preventivo dell'itinerario

valutazione delle difficoltà che verranno incontrate

calcolo della propria forma fisica

studio delle possibili vie di rientro rapido (o di fuga, a scelta)

studio meticolso di ciò che un solitario si deve portare appresso, onde ridurre al minimo i rischi e poter contare sulla possibilità di cavarsi dalle rogne...

Una gita non deve MAI essere organizzata alla carlona, magari semplicemente sulla base della frase "vedo un sacco di gente che ci va, quindi ci vado pure io..."
Vanno studiato l'altimetria, le curve di lvello, i dislivelli parziali e totali, la presenza di tratti "difficoltosi" ed il tipo di difficoltà che si presume potremo incontrare.

A questo punto potremo anche preprarrci uno zaino, che contenga il necessario, soprattutto per quanto concerne la sicurezza, senza però esagerare, onde evitare di trovarsi a non farcela più per aver caricato come se andassimo sull'Everest uno zaino che ci serve per una scarpinata da 3 ore...

Partendo, poi, avremo sempre l'accortezza di far sapere a qualuno - a casa e, possibilmente, per strada - dove stiamo andando ed a fare cosa... Aiuterà eventuali, si spera sempre lontanissime nel calcolo delle probabilità - operazioni di soccorso.

Avendo cura di essere preparati mentalmente e fisicamente, la gita diventerà un piacere assoluto, regalerà alcune ore di rapporto quasi carnale tra l'uomo e la natura... Un qualcosa difficilmente riassumibile nella feddezza di un rapporto scritto... Ma che tenteremo a lungo di raccontare...

Dopo queste considerazioni, per alcuni ovvie, per altri magari idiote, mi piacerebbe sentire che ne pensano sul forum dell'andare in giro da soli... Magari vedere qualche appunto, qualche critica, qualche consiglio su come prepararsi...

Buone Montagne a tutti

Arterio
stefanom86
00martedì 29 aprile 2008 12:21
Sull'andare da soli
Io francamente non ho mai fatto nessun giro, escursione, ferrata ecc... da solo, anzi avrei paura a farlo! Però ammiro chi come Arterio riesce a farlo nella massima sicurezza possibile mentale e fisica.
Comunque io, anche se ho una discreta esperienza in montagna, non mi arrischerei mai ad andare da solo e questo vale per tutto quello che ho fatto, dal giro per pensionati intorno alle 3 cime di Lavaredo alla Tomaselli preferisco sempre essere in compagnia ( di solito sono i miei genitori, ma questo è un altro discorso).
Saluti a tutti
Stefano
Pspola
00martedì 29 aprile 2008 18:51
Rispondo con piacere ad Arterio, anche se in confronto a lui sono un principiante della montagna...
Rispondo riportando un post scritto in un'altro forum che ho creato qualche anno fa. Non è certo la difficoltà dell'escursione (in questo caso molto bassa) a fare la differenza, ma proprio quel "sentire" che raramente riesce a venire a galla quando si è in compagnia "fisica" di qualcuno...

"Venerdì scorso ho fatto un'escursione in solitaria sul Monte Pelmo... un monte abbastanza impervio, una roccia friabile e tagliente, per questo poco frequentato...
Ho provato durante il tragitto tutti i sentimenti credo che si possano trovare... in primis la paura e la solitudine durata, grazie al mio speciale compagno di viaggio, pochi istanti...
quanto poco basterebbe alla natura per terrorizzare e far impazzire completamente il genere umano... 30 secondi... una nuvola nera che spunta dal nulla e copre improvvisamente il sole in una giornata limpida, il vento che aumenta improvvisamente la sua intensità sbattendo violentemente contro la parete rocciosa provocando un suono spettrale, agghiacciante, la temperatura che improvvisamente si abbassa... e tu, solo, piccolo, impotente, sotto i piedi di un gigante.
La fede/fiducia cieca nel mio compagno di viaggio e la consapevolezza di essere immersi nel Suo Tutto, in un attimo zittisce il vento e manda un raggio di sole a riscaldare il cuore e la pelle dell'uomo, che solo se messo di fronte al suo essere insignificante nei confronti del Tutto può scegliere cosa fare... fare nulla. Nulla, e arrendersi all'Amore più infinito del suo Creatore, e Vivere... nulla, e farsi immergere in un vortice di paura... e soccombere..."
marcodegl
00mercoledì 30 aprile 2008 14:54
Più di metà dei miei percorsi a piedi li ho fatti da solo, cosa ne penso?

Di carattere sono un orso solitario... che ama la compagnia. Sì, da questo punto di visto devo gestire due aspetti del mio carattere abbastanza contraddittori.

Conosco molto bene le sensazioni che descrivono Arterio e Pspola e che, ad esempio, ho sentito fortissime attraversando l'altopiano della Pale di San Martino, quando mi sono reso conto all'improvviso che l'unico rumore che sentivo oltre al suono dei miei passi, era il sibilio del vento. Non c'era nessun fruscio di ali perchè non c'erano uccelli in cielo, e neppure frinire di grilli perchè sull'altopiano i ciuffi d'erba son troppo radi... probabilmente ero l'unico "animale", in quel momento, sui 25 km. quadrati di quel mondo magico.

Ma al di là dell'aspetto sicurezza, quello che qualche volta mi è mancato nelle mie uscite in solitaria, è stato poter guardare negli occhi qualcuno per condividere le sensazioni che provavo davanti alla bellezza dei posti attraversati, e poter dire "cavolo, hai visto che bello" vedendo risuonare le stesse emozioni negli occhi di qualcun'altro [SM=g7073]

Non potrei rinunciare a camminare da solo ma, visto che tra le persone con cui ho camminato, ho avuto spesso la fortuna di incontrare persone molto rispettose, che non hanno nulla da ridire se qualcuno si mette due passi avanti (o dietro) e se ne sta zitto per mezz'ora mi piace anche poter condividere questa passione.

E veniamo agli aspetti "tecnici":
un suggerimento che mi sento di dare, basato su cose successe a me (che certamente non toccano chi usa bene cartine altimetro e..testa): io non porto orologio e, quando sono da solo, tendo a camminare troppo velocemente. Mi è capitato un paio di volte l'esperienza, non piacevole, di ritrovarmi "sfiatato" prima del dovuto, perchè non sapevo quanto ancora mancava al punto di arrivo. [SM=g7073]

È importante tenere d'occhio i tempi di percorrenza, prendere riferimenti precisi, e possibilmente avere un altimetro per sapere con discreta precisione dove si è, non solo per non perdersi, ma anche per non rimanere senza "benzina" nelle gambe prima dell'arrivo, anche perchè, quando non si è sicuri di quanto manca ancora all'arrivo si tende ad accellerare ancora di più il passo. [SM=g7077]
arteriolupin
00mercoledì 30 aprile 2008 16:38
Riprendo il discorso di Marco


Andar da soli non vuol dire - assolutamente - essere orsi incapaci di muoversi in compagnia...

Girar da soli permette di raggiungere uno stato di quasi grazia nel contatto con la natura e con le proprie capacità ed i propri limiti psicofisici... Certo, verissimo.

Trovarsi, però, a girare con altre persone che condividono la tua stessa passione, ciascuno secondo le proprie particolarità, è un piacere cui gli orsi solitari non sanno rinunciare...

Andar da soli in compagnia non è un ossimoro: significa camminare a qualche passo di distanza l'uno dall'altro, parlare quasi a monosillabi durante l'escursione, limitandosi magari ad un cenno per un panorama, uno sprazzo di cielo, un animale da osservare...
Scambiare un sorriso per una veduta unica di uno spigolo che si staglia nel blu...

Essere orsi non significa essere lupi solitari e non significa nemmeno cercare il branco solo per l'accoppiamento: significa avere ben presente che il tempo a disposizione di ciascuno è poco, limitato e, come tale, va speso con chi lo merita o ne è degno... Non da un punto di vista di censo, casta o altro.. Ma da un punto di vista di un comune "sentire" natura e montagna.

Girare da soli significa, talvolta, rinunciare anche a questa minima compagnia, a contare solo su sé stessi ed a gioire da soli... Magari con la lontana speranza di poter raccontare - a voce, con le parole, con le immagini, con dei dipinti - un domani quanto provato e quanto vissuto.

Epure - pare davvero un paradosso - spesso chi ama girare da solo è tra quelli che urla ai quattro venti che in montagna non si va mai da soli... Certo, bisogna acquisire una sana sicurezza... Conoscenza di sé e dei propri limiti, del terreno, delle difficoltà, di tutto... Poi, però, il senso di libertà, il poter essere artefici ed unici responsabili della scelta dei tempi, dell'itinerario, del "sentire"... Sono una sensazione che dà e darà piacere... E, spesso, porterà nuove idee per le prossime uscite in compagnia di altri...

Forse sbarello, forse cerco una giustificazione al mio amore per le escursioni o le salite solitarie... Ma non le disgiungo dalle uscite in compagnia: se non ci fossero le une non ci potrebbero essere le altre, perché quello sono io e quello è il mio modo di andare in montagna.

Per il momento,

Buone Montagne a tutti


E che il week end porti bel tempo

Luca, in arte Arterio, Bradipus Magnus et Bevus
antico43
00venerdì 2 maggio 2008 15:43
Sono andato e vado ancora oggi molto spesso da solo in montagna e sono tra quelli che raccomanda vivmente agli altri di andare sempre in compagnia perchè considero troppo pericoloso andare da soli.
La mia preferenza d'andar da solo era ed è il fatto che, com questa attina,visto il cielo limpido mi son preso una giornata di "ferie",preparato lo zaino,salutata la moglie e son partito. Non potevo quindi cercare persone subito libere e gli amici li ho trovati per strada:8 camosci. Non tutti assieme,ma due di quadue di là.
E avere la possibilità di fermarmi a godere di certi panorami,il poter decidere di modificare il percorso quando voglio,il poter fare il mio ritmo in tanti tratti mi rende felice. Se trovo altre persone magari poi faccio anche quattro chiacchere volentieri e magari anche il resto del percorso assieme.Cmq stamattina mi son fatto 1300mt di dislivello,ma mi son reso conto che ormai ho un'età e dovrei sicuramente darmi una regolata(come continua a chiedermi mia moglie.
Il sentiero delle 52 gallerie,sul Pasubio,non è ancora percorribile per la troppa neve che chiuide ancora l'entrata di molte di queste.
CIAO CIAO A TUTTI
antico43
00sabato 3 maggio 2008 10:38
Nel discorso precedente mi sono accorto che tralasciavo il fattore più importante:la sicurezza!!!!
E' una cosa che ( me ne vergogno) ho sempre trascurato e, dico la verità,molte volte ho portato a casa la pelle per non so quale e quanta fortuna...ora,raggiunta un'età piuttosto matura sto molto più attento,ma ancora non sufficentemente.
CIAO A TUTTI
SHERPA61
00lunedì 19 maggio 2008 10:11
andar da soli
ciao a tutti....
....andar da soli.....

come sempre ci sono mille variabili....
io penso (tra le altre cose) che bisogna capire se si va soli (sono uno di quelli) oltre a quello che è stato scritto ....anche per trovare l'isolamento....e non la solitudine....
sono due concetti diversi.....come il giorno e la notte....

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