Ghareeb - Mohammed Hussein Ramadan

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cercatore01
00mercoledì 8 settembre 2004 12:08
Martyrdom of Palestinian journalist in US bombing of Najaf
Aug 24, 2004, 14:23

Khan Younis - A Palestinian journalist identified as Mohammed Hussein Ramadan, 36, was martyred a couple of days ago while attempting to rescue a number of wounded Iraqis in Najaf city in Iraq.

Palestinian sources in Khan Younis said that Ramadan’s corpse was due to be transferred to the Palestinian lands for burial if the Zionist occupation authorities allowed.

Ramadan, who had been staying in Iraq along with his family since 1992, was working as a translator for press agencies there.

American forces were launching a violent offensive on the Iraqi city of Najaf over the past few days in a bid to quell the revolting Shiite cleric Muktada Al-Sadr and his loyalists.
http://www.palestine-info.co.uk/am/publish/article_7471.shtml
cercatore01
00mercoledì 8 settembre 2004 12:17
da pinoscaccia.rai.it/torre - Ghareeb e Baldoni
Enzo ha appena conosciuto Ghareeb che subito vanno insieme a Falluja. E’ il primo viaggio, prima di Najaf, cioe’ della prima volta a Najaf. Ecco quello che scrive Enzo nel blog l’11 agosto. Serve per capire il ruolo di Ghareeb. Cosi’ amico dei ribelli sciiti, ma anche amico dei mujaeddin. Cosi’ desideroso di portare aiuti umanitari. Nessuna conclusione, assolutamente, solo ragionamenti. Anche perche’ le impressioni di Enzo, persona molto attenta, sono discretamente inquietanti, lette adesso.

“Ghareeb deve portare qualcosa a Falluja. Non indago, non voglio sapere niente, ma sono certo che si tratta di aiuti umanitari. Partiamo la mattina di buonora. Io lo copro con "gli americani e i loro cani da guardia iracheni", e lui mi copre con i Mujaeddin. Insomma, lui è diventato il mio Amanah: l'angelo custode. E anch'io sono il suo Amanah. Ghareeb è nervoso, non l'ho mai visto così teso. Pensare che questo ragazzone più alto di me ha guidato un'ambulanza carica di dieci feriti a Falluja, e quando i cecchini americani gli hanno sparato addosso, lui è riuscito comunque a portarsi via macchina e pazienti”. >>>
http://www.pinoscaccia.rai.it/torre/archives/001690.php
cercatore01
00lunedì 13 settembre 2004 13:03
da repubblica.it - estratto di articolo su Ghareeb e "Un ponte per"
Quei manovali della paura
che seminano veleni dal Web

un estratto che riprende una questione secondo noi centrale.

(...)In quelle stesse ore, tuttavia, comincia a gocciolare dell'acqua sporca. Una fonte istituzionale rivela alla Stampa che "Mohammed Hussein Ramada, detto Ghareeb (in arabo "lo straniero") rimasto ucciso durante il sequestro di Enzo Baldoni, era di casa nell'ufficio di Bagdad di "Un ponte per..." ed era stato presentato al giornalista milanese proprio da una delle volontarie". La circostanza è smentita poche ore dopo da accreditate fonti dell'intelligence italiana e, quel che più conta, da dirigenti di "Un ponte per...".

Chi ha l'interesse, nelle istituzioni, a creare un nesso (finora non documentato) tra la morte di Enzo Baldoni e il sequestro delle due Simone? (...)

http://www.repubblica.it/2004/i/sezioni/esteri/itarapuno/acquadava/acquadava.html
cercatore01
00lunedì 13 settembre 2004 13:05
27 agosto 2004 - "Un Ponte per" sulla scomparsa di Baldoni: «La guerra ci ha portato via due amici»
Un ponte per: «La guerra ci ha portato via due amici»
27 agosto 2004
Dai volontari e dagli operatori di Un ponte per: «Iraq. Questa guerra ci ha portato via due amici.
Uno si chiamava Gharib, era un iracheno di origine palestinese, gioviale e generoso, sempre pronto ad essere lì dove la guerra colpiva per tentare di salvare qualcuno. Andava e veniva da Falluja, durante l'assedio statunitense, per portare i feriti negli ospedali.
Ora si stava dedicando alle vittime di Najaf. Gharib è una delle tante vittime irachene di questa guerra, vittime di solito senza nome né volto.
L'altro amico di chiamava Enzo, era con Gharib quando quest'ultimo è stato ucciso, forse tentando di difenderlo.
Abbiamo conosciuto Enzo a Baghdad, era passato più volte nel nostro ufficio prima di partire per Najaf.
Enzo non era solo un giornalista. Era apertamente contrario alla guerra e alla partecipazione italiana alla occupazione dell'Iraq. Voleva sapere di più di quanto di solito si dice di questa guerra, e voleva raccontarlo.
Enzo e Gharib non sono vittime solo dei terroristi, ma di una guerra che non volevano.
Ci uniamo oggi al dolore delle loro famiglie».

http://ww2.carta.org/notizieinmovimento/articles/art_797.html


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