Genesis - Selling England by the Pound

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mariusko
00sabato 20 agosto 2005 18:04


Titolo: Selling England by the Pound
Artista: Genesis
Genere: Rock
© 1973 Charisma Records
CD - Virgin Records, CASCD 1074 (1985)

Tracklist
1. Dancing with the Moonlit Knight [8:01]
2. I Know What I Like [4:06]
3. Firth of Fifth [9:35]
4. More Fool Me [3:09]
5. The Battle of Epping Forest [11:44]
6. After the Ordeal [4:13]
7. The Cinema Show [11:06]
8. Aisle of Plenty [1:32]

tutti pezzi scritti da tutti i componenti del gruppo


Peter Gabriel - Voce solista, Flauto, Oboe, Percussioni
Tony Banks - Tastiere e Chitarra 12 corde
Steve Hackett - Chitarra Elettrica e Classica
Phil Collins - Batteria, Percussioni, Canto,
Michael Rutherford - Basso, Pedaliera Basso, Chitarra 12 corde, Sitar


Prodotto da: John Burns e Genesis

Tecnici del suono: John Burns e Rhett Davis
Copertina di Betty Swanwick



E' il primo disco che ho comprato. Mi sembra lontanissimo. Potete immaginare cosa significa per me parlarne.
Questo e' un disco intimista, non nel senso comune, ma nel senso che e' il disco dove i Genesis smettono di essere un gruppo "enigmatico" e ci lasciano un testamento spirituale.
La voce di Gabriel, in apertura, nel silenzio assoluto, canta straziante "Can you tell me where my contry lies..."
Forse a qualcuno attento non sara' sfuggito che, verso la fine del disco, Tessa, persa nel grande ipermercato dice qualcosa di simile "I don't belong here", non appartengo a questo posto. Il tema della'appartenenza a un luogo tornera' nella musica dei Genesis piu' volte (Trick of the tail, One for the vine, etc.)
E cosi' il cavaliere illuminato dalla luna ci conduce nella mischia, seguiamolo finche l'oro e' freddo.
I Genesis rendono musicalmente questa epica lotta fra il vecchio ed il nuovo corso, in maniera superba. Qui la chitarra di Steve Hackett e' altrettanto efficace della voce di Gabriel.
Steve: l'anima schiva dei Genesis, l'uomo che vive in un sogno, a volte un'incubo. Anche per lui una prima volta. Per la prima volta protagonista. La sua Gibson ci guida su un sentiero tormentoso quanto meraviglioso. Se dite phatos io penso a Steve Hackett.
Alla fine, stremati da questo rito voodoo, cadiamo in trance, cullati dal flauto magico.
Ci risvegliamo in campagna. Ci aspetta ancora una faccia del nuovo corso. Una brutta faccia che si chiama disoccupazione.
"Devo ringraziare Miss Mort per aver scolastizzato un fallimento"
Tra uccellini che ci fanno "Buongiorno" e vecchie cariatidi che ti dicono "Ma vai a lavorare", la tua personalita' e' schiacciata, o almeno lo sarebbe se tu non avessi qualcosa di bello al tuo interno, una fonte di forza. Sai quello che ti piace e ti piace quello che conosci, te stesso, la tua sfera, il tuo mondo, la panchina dove ti sdrai e sogni un futuro diverso.
Non finiamo di stupirci che Tony Banks ci introduce nella possenza della natura, al cospetto della quale le nostre meschinita' appaiono vane. Il tutto sotto le spoglie di un immaginario fiordo scozzese. La parte pianistica, tecnicamente ineccepibile, apre sopra di noi cieli nuvolosi, intorno a noi scrosci di pioggia, davanti a noi marosi spaventosi fino a che la tempesta si placa e si incanala in un poderoso ruscello, un fiume che ci passa accanto come fa la vita e guardandolo luminoso e scintillante abbiamo l'impressione di vivere il tempo, di essere immortali. Ma Nettuno rivendica alla fine questa sua anima e le pecore (bella allusione) restano nel loro recinto, almeno finche qualcuno non le guidera'.
"Le sabbie del tempo sono erose dal fiume di costante cambiamento".
Tutto questo, quasi esclusivamente con la musica, pensate!
Dalla natura all'uomo, alla sua debolezza. Phil intona "Eccomi qua', a buttare via i giorni, da quando te ne sei andata...", forse non sembra un gran che, ma la condizione di un cuore che cerca pace non e' una cosa banale. "Eccoti li, cosi' sicura, sapendo benissimo che sarei stato io il primo a crollare...", "avresti detto di averne abbastanza, andando in giro da sola", "che stupido sono". I Genesis hanno scritto molte canzoni d'amore, ma questa e' di gran lunga la piu' bella.
Il disco poteva anche finire qua'. Ne ho avuto abbastanza? per nulla: "I wont you Genesis":
Ma ora c'e' un altro disco. Ci sono 2 dischi in 1
Dal generico al particolare.
Crimine. Come mostrare questa faccia di quel diamante che e' la societa', l'ambiente in cui "nuotiamo". Ma naturalmente all'inglese, con profonda ironia (come pure hanno fatto in Robbery, assoult & Battery). Gli eserciti del male sono introdotti da una marcetta militare. Nella foresta di Epping (ma potrebbe essere la campagna di Partinico o il parco di Secondigliano) e' in corso uno scontro fra cosche. I personaggi scorrono davanti ai nostri occhi e il synt di Banks ne delinea le grottesche forme. La soria del reverendo che viene tentato dal diavolo a vendere la salvezza (protezione) di casa in casa, complice una disavventura (cercava mobili e trovo tette - in inglese chest rende entrambe le parole). Alla fine gli sfacciati padrini, constatata la morte di tutti i contendenti, tirano una monetina per decidere la disfida. Morale "la peggiore cattiveria e' il potere". Questo e' un antipasto del disco successivo. Mi piace immaginare che Rael sia nato in un quartiere malfamato (d'altronde sappiamo che e' stato in riformatorio).
Dopo la dura prova (After the ordeal) ci trascina via e ci fa' fa camminare su un merletto, un vivace arabesco, un giardino arabo, nel quale il cuore che ha sperimentato l'onta della vita vissuta, rinfrancato, trova la forza di andare avanti, e il cuore pulsa vigoroso. Il pezzo e' di un lirismo eccezionale.
Cinema show. E in questo cinema vanno di scena i sentimenti, la forza vitale, la malinconica ma spasmodica attesa del futuro, quello vicino. "Stasera faro' il mio letto, lo faro' insieme a lei". In questo pezzo si rincorrono ansie, preoccupazioni, entusiasmi, delusioni. Un collage alla Wenders. Potremo chiamarlo "Il cielo sopra Londra". Una valanga di note di tastiere, ritmo incessante e spasmodico, battono la scansione di questo pezzo dallo sviluppo avvincente e sfiancante. Alla fine, questo lunghissimo e impressionante sviluppo sfuma nell'arpeggio che aveva fatto eco alla domanda iniziale di Gabriel "Where my country lies?". Country e' l'Inghilterra, ma anche quello che, socialmente, nel nostro ruolo, siamo. La nostra faccia, il nostro essere al cospetto degli altri. La nostra strada di casa.

I Genesis, per presentare il disco, fecero il piu' celebrato dei loro concerti, al Rainbow di Londra. Un autorevole rivista titolo' "L'esplosione dei mostri". Era il 1973

Resta in assoluto il mio disco preferito.

E' un disco unico, anche nella produzione dei Genesis. E' semplicemente "un incanto", una fotografia a colori tenui come quelle che ti fanno a tua insaputa quando sei ragazzo e mentre sei assorto. Guardandola dopo anni ti fa tenerezza e, guardandoti dentro, ti ritrovi "corrotto".

Ora guardate la copertina dell'album.

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Dimentico qualcosa? ah, si..
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[Modificato da mariusko 20/08/2005 18.40]

mariusko
00sabato 20 agosto 2005 19:14
Nel Cd ci sono solo i testi in Inglese
Sull'involucro del LP invece c'e' la traduzione in Italiano di Armando Gallo, un giornalista/fotografo italiano che li seguiva dovunque e che ha fatto la sua fortuna scrivendo le biografie ufficiali.
Il particolare non e' trascurabile. Il tentativo di tradurre e di spiegare l'infinità di doppi sensi e modi di dire fatto del nostro connazionale, sfiora l'impossibile (In pratica ci sono un sacco di spiegazioni "tra parentesi", proprio come questa [SM=x125591])
I Genesis si sono sempre divertiti a non farsi capire. E, in definitiva, anche questa era una loro caratteristica: erano leggermente goliardici.
Quando un giornalista RAI, intervistando Gabriel, gli chiese da dove venissero testi tanto affascinanti, Peter si tolse la scarpa e l'avvicino all'orecchio, fingendo di ascoltare chissà quale voce misteriosa mentre il suo sguardo sembrava quello di Bernadette davanti alla Madonna.

[Modificato da mariusko 20/08/2005 19.15]

Asgeir Mickelson
00giovedì 1 settembre 2005 19:12
BRAVO MARIUSKO, COMPLIMENTI!
[SM=x125585] [SM=x125585] [SM=x125585] [SM=x125585] [SM=x125585]

Qui potete trovare i testi tradotti dei Genesis

Leggeteli con attenzione, scoprirete che i Genesis erano davvero avanti per le storie oniriche che scrivevano.
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Purtroppo, il mio giudizio su questo disco è critico, molto critico, anche se "Can you tell me where my country lies?" è stata la prima cosa che ho ascoltato del gruppo. [SM=x125629]


[SM=x125620]
mariusko
00giovedì 1 settembre 2005 21:44
Re: BRAVO MARIUSKO, COMPLIMENTI!

Scritto da: Asgeir Mickelson 01/09/2005 19.12
[SM=x125585] [SM=x125585] [SM=x125585] [SM=x125585] [SM=x125585]

Qui potete trovare i testi tradotti dei Genesis

Leggeteli con attenzione, scoprirete che i Genesis erano davvero avanti per le storie oniriche che scrivevano.
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Purtroppo, il mio giudizio su questo disco è critico, molto critico, anche se "Can you tell me where my country lies?" è stata la prima cosa che ho ascoltato del gruppo. [SM=x125629]


[SM=x125620]



Spero non l'ultima...

Grazie per l'integrazione. A occhio la traduzione e' proprio quella di Gallo. E' un vecchio disco, si puo dire che incomincia a risentire del tempo (ma, accidenti, dopo piu' di 30 anni). Tuttavia per chi ama certe atmosfere, certe dolci prelibatezze, e' sempre un "gioiello" da tirare fuori nei momenti bui.

[Modificato da mariusko 02/09/2005 16.37]

Asgeir Mickelson
00venerdì 2 settembre 2005 01:56
Re: Re: BRAVO MARIUSKO, COMPLIMENTI!

Scritto da: mariusko 01/09/2005 21.45
Grazie per l'integrazione. A occhio la traduzione e' proprio quella di Gallo. E' un vecchio disco, si puo dire che incomincia a risentire del tempo (ma, accidenti, dopo piu' di 30 anni). Tuttavia per chi ama certe atmosfere, certe dolci prelibatezze, e' sempre un "gioiello" da tirare fuori nei momenti bui.

ed è un gioiello da far ascoltare ai ragazzi che si avvicinano ai Genesis e al prog in generale.[SM=x125585] [SM=x125585]



Scritto da: mariusko 01/09/2005 21.45
Spero non l'ultimo...

[SM=x125611] nn l'ho capita
mariusko
00venerdì 2 settembre 2005 17:10
Volevo dire: spero che non sia stata l'ultima cosa che hai ascoltato dei Genesis....

Dopo la partenza di Gabriel e poi di Hackett, i Genesis hanno avuto un solo vero compositore: Tony Banks. Sue sono quasi tutte le cose migliori del periodo post Hackett. Gabriel e soprattutto Hackett sono stati sottovalutati come artisti solisti, ma la loro musica e' un gradino superiore a quella del gruppo superstite. Per me gran parte del fascino dei primi anni era dovuta a questi due musicisti. Gabriel tocca il punto massimo nel III e IV disco, che si chiamano entrambi "Peter Gabriel" (come i primi due). Hackett invece sforna subito 5 dischi stupendi, e qualcuno vorrei esaminarlo per benino. Se volete....


Facendo un passo indietro
Armando Gallo racconta che i Genesis degli esordi fecero una specie di ritiro spirituale. Furono ospiti in un antico castello. In quest'ambiente spettrale e isolato vollero portare un impianto stereo ed un solo disco, "In the court of the Crimson King", che ascoltavano tutte le notti prima di dormire. E' sicuramente questo il motivo dell'improvviso cambiamento della loro musica dal pop sdolcinato e Beat del primo disco alle sonorita' "prog" del secondo, uscito dopo soli 2 anni dal primo. Se siete arrivati fin qui senza annoiarvi, vi invito dare un'occhiata alla recensione di Discipline dei King Crimson.

Foto dei Genesis del 1972 (Gabriel aveva 22 anni)
Dall'alto verso il basso: Steve Hackett, Peter Gabriel, Mike Rutherford, Tony Banks, Phil Collins

[Modificato da mariusko 02/09/2005 19.17]

lion in a cage
00giovedì 15 settembre 2005 17:19

Per molti il capolavoro genesiano.
Io non credo.
Un capolavoro non ha cadute di stile (more fool me, appunto), un capolavoro non ha momenti di esitazione (la dubbiosa cinema show) e non ha nemmeno sbavature stile I know what I like, molto poco progressive e troppo pop. Naturalmente ci sono poi brani eccelsi come the battle of... e firth of fith che elevano il tutto e non di poco, ma non bastano per definire un capolavoro l'intero disco.
Oppure per capolavoro si intende un disco che, con le sue influenze, ha tracciato un solco tra il prima e dopo nella musica? Perché nemmeno questo è selling england. Forse allora bisognerebbe chiamare in causa nursery crime, la cui linea di demarcazione tra il "prima dei genesis" e "dopo i genesis" è senza dubbio netta. O the lamb lies... che di sicuro merita molto di più l'appellativo di capolavoro soprattutto se contestualizzato al fenomeno "progressive".
Intendiamoci, ci sono momenti in selling england che producono vibrazioni emotive che senza dubbio fanno pensare al capolavoro, ma non tutto il disco è all'altezza di questa parola.
I brani cantati da Collins non hanno certo il carisma di Gabriel,ma di Gabriel ce n'è uno solo.
mariusko
00giovedì 15 settembre 2005 19:51
Lo considero un album simbolo, un capolavoro non in senso tecnico, ma espressivo e stilistico, come ho già detto. Una specie di quello che ha significato "Find the cost of Freedom" per i Crosby Stills Nash & Young. La sola voce di Gabriel nei secondi iniziali ha significato musicale, e puo' essere ascoltata avulsa dal resto. Brani come More fool me (l'unico cantato da Collins - ripeto) e I know what I like sono tasselli, cornici, indispensabili per conferire al tutto una varietà ed una ariosità che i brani piu' lunghi, messi uno dopo l'altro, non avrebbero avuto.

More fool me prepara un'atmosfera malinconica, agro-dolce, prima dell'indigesto The Battle.

I Know what I like ha la funzione di creare ritmo, pulsazione, fra 2 brani dall'andamento quanto mai tormentato e capriccioso.
Ricordo che la suonavamo col mio gruppo e la gente batteva le mani. Alla fine, doppia batteria (come talvolta faceva Gabriel) e il pezzo continuava per 10, 20 minuti, trasformandosi in reggae, funk o altro a seconda dell'umore.

Ascoltare questo disco saltando questi 2 brani e' come mettere insieme un piatto rotto avendo smarrito dei cocci.

"Ma quando alla fine tutto si riduce a me e te, ne sono certo: tutto andrà nel modo migliore" (More fool me)

[Modificato da mariusko 15/09/2005 19.54]

[Modificato da mariusko 15/09/2005 19.55]

[Modificato da mariusko 15/09/2005 19.56]

Asgeir Mickelson
00martedì 20 settembre 2005 01:05
Re:

Scritto da: lion in a cage 15/09/2005 17.19

Per molti il capolavoro genesiano.
Io non credo.
Un capolavoro non ha cadute di stile (more fool me, appunto), un capolavoro non ha momenti di esitazione (la dubbiosa cinema show) e non ha nemmeno sbavature stile I know what I like, molto poco progressive e troppo pop. Naturalmente ci sono poi brani eccelsi come the battle of... e firth of fith che elevano il tutto e non di poco, ma non bastano per definire un capolavoro l'intero disco.
Oppure per capolavoro si intende un disco che, con le sue influenze, ha tracciato un solco tra il prima e dopo nella musica? Perché nemmeno questo è selling england. Forse allora bisognerebbe chiamare in causa nursery crime, la cui linea di demarcazione tra il "prima dei genesis" e "dopo i genesis" è senza dubbio netta. O the lamb lies... che di sicuro merita molto di più l'appellativo di capolavoro soprattutto se contestualizzato al fenomeno "progressive".
Intendiamoci, ci sono momenti in selling england che producono vibrazioni emotive che senza dubbio fanno pensare al capolavoro, ma non tutto il disco è all'altezza di questa parola.
I brani cantati da Collins non hanno certo il carisma di Gabriel,ma di Gabriel ce n'è uno solo.

Come non quotarti!! [SM=x125598]
mariusko
00martedì 20 settembre 2005 15:35
Gabriel, vestito da Albione, parlava:

" Io ero la voce dell'Inghilterra
gia' molto prima del Daily Mirror.... "

So quello che mi piace.
[SM=x125629]



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