GLI ULTRAS VOGLIONO LA GUERRA? FACCIAMOGLIELA ASSAGGIARE!!

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HELLTROOPER
00venerdì 9 febbraio 2007 02:02
Era necessario, come sempre, che ci scappasse il morto affinche qualcosa (forse) cambiasse. Dopo il vergognoso omicidio dell' Ispettore Capo Filippo Raciti al termine del derby siciliano del 2 febbraio, i giornalisti, il mondo politico e l' opinione pubblica in generale sembrano come per magia guariti da un morbo che da decenni, ogni domenica di campionato, provocava loro forti amnesie che gli impedivano di ricordare cosa accadesse per 90 minuti in numerosi stadi italiani. La strana malattia consentiva che motorini lanciati dagli spalti, petardi scagliati in campo e contro le forze dell' ordine, individui armati di spranghe, coltelli ed accette facessero per breve tempo la propria comparsa sulle prime pagine dei quotidiani, per poi venire dimenticati la settimana successiva dinnanzi agli exploit del campione dopato di turno. Oggi il clima che si respira sembra diverso ma, ancora una volta, si propongono cure che piuttosto che medicine per combattere la malattia, non sono altro che degli inutili placebo. I pupazzi che siedono in Parlamento (ritorneremo sul loro ruolo nella tragedia piu' avanti) annunciano un cambiamento utilizzando espressioni come "tolleranza zero", "giro di vite" ed altre stupidaggini che fanno contenti i giornalisti, sempre in cerca di pochi fatti e tanti titoli ad efffeto. Si annunciano e si adottano misure quali lo stop al campionato e le partite a stadi chiusi, tutte "soluzioni" che (da grande tradizione italiana) non servono a colpire i colpevoli e danneggiano chi lo sport lo ama veramente. Fermiamo pure il campionato o disputiamo le partite senza spettatori, ma all' aprirsi della prossima stagione calcistica il problema dei gruppi criminali in curva si presentera' nuovamente e a farne le spese saranno ancora una volta i cittadini rispettosi della legge e le forze dell' ordine. Esistono quindi a nostro avviso due tipi di problemi da risolvere, prima che gli stadi italiani possano definitivamente essere dichiarati sicuri: il primo e' quello inerente la gestione degli interventi di polizia all' interno e fuori dagli stadi, il secondo e' prettamente legislativo e vede i nostri politici quali diretti imputati. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire se l' operatore di pubblica sicurezza possa essere ancora in grado di svolgere con efficacia il proprio mestiere, senza mettere a repentaglio l' incolumita' personale. Il contesto e' quello della curva e delle zone limitrofe allo stadio e la scena l' abbiamo vista migliaia di volte: da una parte i tifosi violenti, dall' altra le forze dell' ordine. Da una parte il teppista armato di corpi contundenti, armi da punta e da taglio e bombe artigianali. Dall' altra il Poliziotto, il Carabiniere o il Finanziere, munito (quando va bene) di casco, scudo e sfollagente (alle volte neanche quelli, come quando, fino a pochissimi anni fa, i nostri Carabinieri facevano uso dei calci delle carabine di legno al posto dei manganelli). Fedele alleato dell' agente (almeno finche' non cambia il vento) il lacrimogeno. Lo scontro inizia e fin troppo spesso tra l' elenco di feriti e morti ci sono i nostri uomini in divisa, che se dovesse scapparci il morto tra i teppisti, c' e' il rischio che qualche magistrato rosso decida di mandare al patibolo l' agente responsabile (in Italia la pena capitale non esiste ma sospettiamo che qualcuno chiuderebbe un occhio nel caso di "una guardia infame"). Alle volte anche a qualche innocente spettatore tocca farsi ricoverare, come quando il nuvolone di lacrimogeni (uno dei pochi strumenti di difesa delle forze dell' ordine in questi casi) decide di cambiare direzione ed investire anche chi e' allo stadio solo per divertirsi (c' e' da dire che in questo i lacrimogeni sono piu' democratici dei manganelli: non fanno distinzioni). Quando va bene i delinquenti vengono arrestati, processati, condannati e (visto che siamo in un Paese garantista e la galera non la si augura a nessuno) immediatamente scarcerati. E la scena e' sempre li che si ripete ogni domenica: da una parte un gruppo di rifiuti della societa' armati fino ai denti e dall' altra i nostri agenti, male armati ed equipaggiati, a farsi ammazzare per 6 Euro di straordinario l' ora. Ed ogni settimana il livello di provocazione contro gli agenti si alza, fino a creare un vero e proprio clima di "caccia alla guardia", in parte fomentato dalla vergognosa depenalizzazione del reato di offesa a pubblico ufficiale. E l' esito di tutto cio' ha finito per avere il volto e la divisa di Filippo Raciti, l' Ispettore Capo della Polizia di Stato ucciso in un vero e proprio agguato organizzato dagli ultras del Catania. I colleghi di Raciti sembrano infatti certi che la sua non sia stata una morte casuale, bensi' l' esito di un agguato premeditato volto ad eliminare il poliziotto. "Nelle settimane scorse - racconta Claudio Anzalone, responsabile catanese del sindacato di Polizia - Filippo aveva deposto ad un processo a carico di un ultrà del Catania, accusato di aver preso parte, a Palermo, ad altri atti di aggressione e di guerriglia. Era stato lui ad inchiodarlo, aveva ricostruito le scene di un' altra partita da incubo in quell' aula di tribunale. Era stato proprio Filippo a raccontarmi com' era finita. Quel ragazzo, che ha patteggiato la pena, è uscito dall' aula facendosi beffe di lui. Ora questo episodio può avere un significato, anche se nessuno ha mai prestato attenzione alle nostre denunce". Diversamente da quanto inzialmente comunicato, ad uccidere Raciti non e' stata la detonazione di una bomba carta, bensi' lo spappolamento del fegato dovuto ad un violento colpo portato con un grosso corpo contundente. Si capisce come, in un contesto nel quale gli agenti di polizia vengono visti come bersagli da abbattere, le vecchie logiche dell' intervento antisommossa debbano esser sostituite da una tattica decisamente piu' dura e di stampo militare, ma appunto per questo unico strumento efficace a terrorizzare, colpire, distruggere chi non si fa scrupolo ad uccidere per puro odio. Prima di procedere, ricordiamoci che ci si trova dinnanzi ad elementi con una chiara ed innegabile propensione alla violenza, spesso con precedenti penali e sovente sotto l' effetto di alcol e droghe. Appare quindi necessario mettere da parte quanto finora visto in Italia ed iniziare ad applicare misure gia' poste in essere con profitto dalle forze dell' ordine di diversi Paesi del mondo:




- Adeguata protezione individuale: non si puo' continuare ad inviare i nostri agenti in servizio antisommossa in giacca e cravatta. Casco e scudo spesso non sono necessari a proteggere da una sprangata o da una coltellata. O ci si mette in testa di "corazzare" i tutori dell' ordine o tanto vale evitare di mandarli a farsi pestare o, peggio, ammazzare.

- Cariche a cavallo: una volta c' erano le cariche a cavallo. L' impatto psicologico di una decina di quadrupedi lanciati alla carica, e' in grado di far disperdere anche le folle piu' facinorose. Ripristiniamo il cavallo quale mezzo antisommossa, consapevoli che una carica a piedi puo' essere fermata, ma la potenza dirompente di una a cavallo e' in grado di provocare seri danni a chiunque non si faccia da parte.

- Stop all' uso dei lacrimogeni: in particolare all' interno dello stadio. Finiscono per investire anche i tifosi pacifici e gli agenti e rendono inagibile la struttura per diversi minuti.

- Camionette con idranti: l' uso dell' idrante e' comune ovunque in Europa, con indubbi risultati. All' acqua sparata possono inoltre essere aggiunte sostanze orticanti a base di peperoncino. L' effetto e' assicurato.

- Uso dei proiettili di gomma: alziamo il tiro e proponiamo l' impiego di proiettili di gomma. Ideati per colpire di rimbalzo (un concetto che piacera' agli ultras fanatici del calcio) possono anche essere impiegati direttamente sul bersaglio. Il loro potere d' arresto sortisce l' effetto desiderato, causando inoltre dolorosi traumi.

- Taser: come tutti gli strumenti atti a difendere le vittime dalle aggressioni, il taser e' vietato in Italia, dove i delinquenti hanno il diritto di rapinarti senza farsi male. L' uso del taser e' particolarmente indicato su soggetti sotto l' effetto di alcol e droghe, a causa della maggiore resistenza al dolore di costoro. Potete frantumare un braccio ad un cocainomane senza sortire alcun effetto. Taserizzatelo, e la scarica elettrica paralizzera' i suoi muscoli quanto basta per amanettarlo e sbatterlo nel cellulare. Il taser non e' letale, ma soggetti con problemi di cuore potrebbero andare incontro a conseguenze fatali. Affar loro.

- Snatch tactics e tiratori scelti: e' noto come ogni manipolo di facinorosi abbia uno o piu' capi. La tecnica spesso utilizzata e' quella di estrarre costoro dal gruppo, onde far mancare la spinta coesiva e disperdere il branco criminale. Tale tecnica di snatching (rapimento) puo' essere effettuata solo in occasione di sommosse a bassa intensita'. Solo nei casi in cui tale tattica non possa venire impiegata a causa di grave turbativa all' ordine pubblico ed immediato pericolo nei confronti degli agenti ed in difesa del cittadino e della proprieta pubblica e privata, suggeriamo quale misura estrema l' impiego di tiratori scelti incaricati di eliminare rapidamente i capi rivolta. L' effetto psicologico e' assicurato: vedere i propri leader cadere improvvisamente causera' l' immediata dispersione dei rivoltosi. Non e' necessario uccidere, basta far saltare le ginocchia. Tagliata la testa, il corpo non ha piu' guida.




Chiunque ritenga che le proposte di cui sopra siano un' esagerazione degne di uno stato di polizia, e' cortesemente invitato a rileggersi le dichiarazioni di due ultras (uno di Milano e uno di Napoli) i quali spiegano crudelmente alla Gazzetta dello Sport come si vive all' interno delle curve: "La polizia è il nemico (...) morire allo stadio fa parte del gioco, le forze dell'ordine non ci rispettano". Facciamoli giocare allora questi ultras e vediamo cosa ne pensano dopo essere stati travolti da una carica a cavallo od esser stati colpiti da un taser. Ovviamente, quanto da noi propugnato, nulla puo' se non vi e' alla base una volonta' politica di combattere il fenomeno, volonta' spesso venuta a mancare a causa dei rapporti tra politica e le frange di tifoseria piu' estreme. Ricordiamo il caso di Alessandra Mussolini (OMISSIS), la quale nel Marzo 2004 aveva visitato in carcere (con tanto di fiori) gli Ultras della Roma responsabili per aver fermato una partita della squadra, dopo aver fatto circolare la notizia (falsa) della morte di un bambino investito da un 4x4 della Polizia fuori dallo stadio. La notizia era stata fabbricata ad arte solo per innescare una violenta aggressione nei confronti delle forze dell' ordine. I delinquenti vennero scarcerati. E' ovvio che, finche' certa feccia sara' protetta dai loro pari grado seduti in Parlamento, o ci si ostinera' nel non dare il via libera all' adozione di tattiche anti sommossa dure, nessun serio provvedimento potra' essere adottato per risolvere il problema. Non facciamoci illusioni: la morte di Raciti non portera' alcun cambiamento e negli stadi i nostri uomini in divisa continueranno a morire. Onore all' Ispettore Capo Filippo Raciti!
OMISSIS

[Modificato da Poliziotti.it 09/02/2007 9.42]

bitonale
00venerdì 9 febbraio 2007 07:45
Sono d'accordo con quasi tutto tranne che con il tuo "motto" finale che apparteneva alle SS.
Forse sarebbe il caso di rimuoverlo prima che qualcuno tra di noi si offenda.
Thank you.
Ghisa2193
00venerdì 9 febbraio 2007 08:46
Io qualche dubbio ce l'ho (sul "Gotto mit uns" le idee invece ce le ho chiare: vale come una svastica in curva. Non dobbiamo scendere al loro livello, secondo me, ma é opinione personale).
Protezioni individuali: ok, però in OP devi poter essere libero di muoverti con agilità, di correre. Bisogna che queste protezioni siano compatibili con queste esigenze. Ho un pessimo ricordo dell'OP a Venzia in occasione del G7, e del terrore che avevo di essere buttato in acqua con casco, anfibi e tutto il resto.
Cariche a cavallo: all'estero li usano, a Bruxelles ho visto un collega che rincorreva un pedone passato con il rosso [SM=g27760]
Presuppongono un addestramento particolare (che in Italia nessuno ha, e del quale si é persa la tradizione). Oltretutto, non bisogna dimenticare che gran parte dei servizi di OP avviene in città, su asfalto, vale a dire su terreni inidonei per i nobili quadrupedi. Penso che il ruolo dei cavalli possa essere tranquillamente adempiuto dalle camionette. Oltretutto, se i dimostranti si dovessero munire di fionde per colpire i cavalli, per i colleghi che li montano potrebbero esserci guai seri, senza contare il comportamento degli animali in determinate situazioni.
Uso dei lacrimogeni: già ora si utilizzano con parsimonia. Allo stato attuale delle cose, sono l'ultimo deterrente rimasto prima dello scontro fisico vero e proprio. In genere, un buon funzionario autorizza al lancio solo in situazioni davvero degradate. In tanti anni passati negli stadi, non l'ho comunque mai visto fare: Catania resta un'eccezione, e resto dell'idea che si debba arrivare a impedire prima che si creino i presupposti per il lancio dei lacrimogeni.
Idranti: d'accordo al 100%
Taser: meglio lo spray al peperoncino, a questo punto. Anche se fa molto "vigile", ti posso garantire che è davvero micidiale.
Proiettili di gomma e tiratori scelti: politicamente, neppure un Governo con colori diversi permetterebbe mai di trasformare uno stadio nella Striscia di Gaza. Bisogna esserne consapevoli e regolarsi di conseguenza.
Insisto: l'unica soluzione é tenerli fuori dallo Stadio, impedirgli di andare in curva. I piazzali antistanti sono l'ideale per le cariche, un vero caso di scuola: spazi ampi, vie di fuga per disperdere i facinorosi, possibilità di contenerli e di tenere d'occhio la situazione per mezzo degli elicotteri o dal tetto di palazzi circostanti, restando in contatto via radio. Forse sono un illuso, ma credo sia molto più semplice di come la vogliono vedere. La maggior parte sono ragazzotti della feccia peggiore, che si fanno forti dell'impunità che deriva loro dall'essere in gruppo e, quindi, difficilmente riconoscibili. Guarda come frignano quando li porti dentro. Se si riesce a togliere loro questa sensazione di impunità, ce li hai in pugno, almeno la maggioranza. I capi poi, senza truppe, non sarebbero più niente. Il vero problema è convincere i loro padrini politici (sindaci e anche qualche parlamentare) a lasciarli perdere, magari convincendoli che i voti che perdono oggi saranno acquistati domani tra la gente per bene che apprezzerebbe il loro atteggiamento intransigente. Secondo me, il vero problema é questo.
digos1979
00venerdì 9 febbraio 2007 09:03
Chiedo ai moderatori o a Helltrooper di rimuovere quel "motto". Non sono ne ebreo ne di sinistra, ma quella frase offende lo spirito di questo Forum.....Vi prego ,da semplice Cittadino e da futuro Poliziotto ,di non scendere al loro livello....Voi siete diversi.....Voi siete lo STATO.....digos1979

[Modificato da digos1979 09/02/2007 9.05]

|hyena|
00venerdì 9 febbraio 2007 09:17
Re:

Scritto da: digos1979 09/02/2007 9.03
Chiedo ai moderatori o a Helltrooper di rimuovere quel "motto". Non sono ne ebreo ne di sinistra, ma quella frase offende lo spirito di questo Forum.....Vi prego ,da semplice Cittadino e da futuro Poliziotto ,di non scendere al loro livello....Voi siete diversi.....Voi siete lo STATO.....digos1979

[Modificato da digos1979 09/02/2007 9.05]




Ma no, poi non è vero, "Gott mit uns" è un motto risalente, apparso per la prima volta nella guerra dei trent'anni, altro che Hitler... A seguito, fu prima dell'esercito prussiano e poi dell'esercito regolare tedesco (Heer), le SS sul cinturone avevano la frase "Meine Ehre heißt Treue" ovvero "Il mio onore è la lealtà".

A parte questo che è un dettaglio, scrivo e riscrivo questo post almeno per la quarta volta perchè non riesco a esprimermi nel modo giusto. Mi pare che quello che dice Helltrooper sia interessante, al di là delle preoccupazioni per la sorte della famiglia Mussolini. Le operazioni di snatching poi hanno un fascino tutto particolare (eviterei invece di sparare addosso ai capi ultrà se c'è un altro modo per contenere la loro becera aggressività). Quello che dice Ghisa sulla striscia di Gaza (per l'occasione, ribattezziamola "la striscia di Ghisa") invece non mi vede d'accordo... anche se ci fosse un'escalation, non sarebbe stata la polizia ad averla creata; fino a prova contraria, sono i teppisti che hanno ucciso un poliziotto, non i poliziotti che hanno ucciso un teppista, e ci mancherebbe.
Al di là però dello scenario dei tiratori scelti sugli spalti, che ha un grossissimo fascino estetico ma la cosa finisce lì, molto di quello che Helltrooper dice difficilmente potrebbe essere applicato... Perchè, come invece qui giustamente sottolinea Ghisa, non ci si metterà mai d'accordo. L'obiettivo di maggiore protezione dei poliziotti in servizio di OP è raggiungibile, credo; l'autorizzazione all'uso degli idranti anche, ma solo con l'acqua. Il resto? Troppo bello per essere vero. [SM=x165065]
Poliziotti.it
00venerdì 9 febbraio 2007 09:45
I moderatori sono già intervenuti in pvt, certi che il collega vorrà provvedere quanto prima. In questo forum non c'é spazio per le discussioni di carattere politico né per qualsiasi riferimento a simboli di matrice ideologica di qualsiasi genere essi siano.
Ghisa2193
00venerdì 9 febbraio 2007 09:47
Re: Re:

Scritto da: |hyena| 09/02/2007 9.17


Le operazioni di snatching poi hanno un fascino tutto particolare (eviterei invece di sparare addosso ai capi ultrà se c'è un altro modo per contenere la loro becera aggressività). Quello che dice Ghisa sulla striscia di Gaza (per l'occasione, ribattezziamola "la striscia di Ghisa") invece non mi vede d'accordo... anche se ci fosse un'escalation, non sarebbe stata la polizia ad averla creata; fino a prova contraria, sono i teppisti che hanno ucciso un poliziotto, non i poliziotti che hanno ucciso un teppista, e ci mancherebbe.
Al di là però dello scenario dei tiratori scelti sugli spalti, che ha un grossissimo fascino estetico ma la cosa finisce lì, molto di quello che Helltrooper dice difficilmente potrebbe essere applicato... Perchè, come invece qui giustamente sottolinea Ghisa, non ci si metterà mai d'accordo. L'obiettivo di maggiore protezione dei poliziotti in servizio di OP è raggiungibile, credo; l'autorizzazione all'uso degli idranti anche, ma solo con l'acqua. Il resto? Troppo bello per essere vero. [SM=x165065]



Il compito di noi Forze dell'Ordine é fermare l'escalation, non farla crescere. Uno scenario da "Striscia di Ghisa" (bella [SM=x165052] [SM=x165052] [SM=x165052] , se la scoprono i ragazzi mi rovinano [SM=x165057] [SM=x165057] [SM=x165057] ) starebbe a significare che sono stati falliti alcuni passaggi intermedi. Una situazione come quella attuale va fatta regredire con altri sistemi, e non con i tiratori scelti. La minaccia degli ultrà é differente, ad esempio, da quella delle BR negli anni '70: qua siamo di fronte a persone che fanno della visibilità il loro stile di vita. Niente di clandestino, nessuna copertura all'estero. Basta una buona capacità investigativa (che grazie al cielo c'é già) e regole (che mancano ancora). Pensiamo piuttosto all'introduzione del reato di "associazione per delinquere finalizzata alla turbativa di eventi sportivi" e contestiamola al capo ultrà che giocava a fare l'opinionista domenica sera a Controcampo e ai suoi amici.

[Modificato da Ghisa2193 09/02/2007 9.48]

bluewall
00venerdì 9 febbraio 2007 10:51
Io non ho capito una cosa, ma la prima parte del tuo intervento Helltrooper é scritta da te o é un comunicato di qualche sindacato ? Te lo chiedo per capire meglio perché leggo spesso "noi" come se chi scrive lo facesse "in nome e per conto di". E poi quel motto stroppia lo spirito di questo forum. [SM=g27759]
danilohdi
00venerdì 9 febbraio 2007 12:02
Re:

nn per fare il rompi, ma sono cose scritte su corpidelite.org
(e per la maggiorparte mi trovano d'accordo)
Cleanhead
00venerdì 9 febbraio 2007 12:24
..spero che l'invito del Moderatore sia seguito al più presto, esprimere le proprie idee le proprie convinzioni e le proprie soluzioni è sempre interessente e costruttivo, ma se poi lo si fa con l'ombra pesante delle ideologie allora tutto ciò che si dice, pensa scrive, assume un valore nettamente inferiore.
Non abbiamo nulla a che spartire con certi motti che non ci appartengono e ne ci apparterrano mai, motti di tutti i colori ovviamente...
HELLTROOPER
00venerdì 9 febbraio 2007 13:23
precisazione
Come da voi richiesto ecco eliminata la frase incriminata.
La nostra hyena che non è ferrata sulla storia di padova dimostra però di essere competente in altra materia..e di ciò mi complimento.Esatto..
Preciso che abbiamo colleghi di religione ebraica che sono rispettati, benvoluti e soprattutto amici.
Di certo non nego l'olocausto e me ne dolgo profondamente, ma per par condicio avrei desiderato studiare a scuola delle foibe o che la digos fosse andata a levare lo striscione apparso durante l'amichevole italia-slovenia nel 2002 allo stadio di trieste che recava la scritta IX CORPUS IS BACK...cmq fu un giorno memorabile, e qualche soddisfazione me la sono levata al di là delle mediazioni tentate e mal riuscite. 6 arresti..non poca cosa. e ne vado fiero.
Ecco quindi levata la frase.
A riguardo del post non è farina del mio sacco, non ho alcuna intenzione di attribuirmi il merito e la paternità di scritti non miei. L'ha scritto un sottufficiale della folgore che conosco, e siccome rispecchia esattamente il mio pensiero e quello di molti (almeno nel glorioso Reparto in cui ho l'onore di prestare servizio) ho voluto mostrarlo.
Non proviene da comunicati sindacali, io non faccio sindacato, non faccio demagogia e non uso la poltrona per scrivere bollettini di operazioni di op o altro che ho solo sentito narrare da chi le ha effettuate.
Ho 42 anni e non ho mai conosciuto un giorno di ufficio.Mai.
E mai lo conoscerò.
I saluti romani erano perchè come dicevo..sono romano :=)..ma sono stati OMISSIS...
SALUTI PADOVANI ALLORA! UN ABBRACCIO A VOI
bitonale
00venerdì 9 febbraio 2007 14:26
La storia ci insegna che più dure sono le repressioni più violente saranno le rivoluzioni.
Non cambierà nulla gente! Mettimocelo in testa una volta e per tutte.
Povero Filippo. Povero collega...
In questo ca@@@ di paese tutti sono allenatori di calcio quando gioca la nazionale e tutti avrebbero la loro formazione migliore per vincere il campionato.
Qui la cosa è diversa e deve essere tale.
Non voglio nemmeno io cadere nell'errore di dare la mia ricetta per la medicina ma PRETENDO che i tecnici che dovranno o che saranno chiamati a legiferare e regolamentare diano ascolto alle esperienze di chi per strada ci stà. In questo caso... noi dei Reparti Mobili.
Questa mattina ho avuto il piacere di fare due chiacchere con il mio capo appena tornato dalla riunione ministeriale.
In pratica rimestano la stessa brodaglia nel tinello solo che la chiamano diversamente.
Non posso dirvi qui le "merdate" che hanno avuto il coraggio di proporre ma vi garantisco che andiamo a peggiorare.
Sono molto... amareggiato e sconfortato.
Abbiamo raccolto materiale europeo sui vari omologhi del reparto mobile e con grandissimo stupore abbiamo avuto modo di vedere che anche paesi notoriamente in difficoltà economiche hanno una polizia equipaggiata, per l'ordine pubblico, meglio della nostra.
Non mi credete? Ecco... alla fine di questo post vi allego una foto di un collega portoghese. Lo sappiamo tutti. Il Portogallo non naviga nell'oro però guardate cosa hanno dato ai loro dipendenti.
Con questo non voglio fare l'esterofilo come solo gli italiani sanno fare.
Però se è vero che andiamo verso una europeizzazione totale...
Dal punto di vista emozionale, invece, io che non sono famoso per la mia pazienza, sono contrario ad ogni sorta di proclama di guerra e contrario ad ogni forma di "vendetta".
Io rappresento lo Stato e con esso le regole che ne governano la pacifica convivenza.
Il resto... i sentimenti... l'odio viscerale verso quella teppaglia... le forche... i forni crematori... i saluti romani o padovani che volete...
Non appartengono e non apparterranno mai nè a me nè alla storia del Corpo di cui faccio parte.
Questo desidero che sia chiaro!!!
Scadere, qui o altrove, in queste beghe da circolo della gioventù hitleriana è una speculazione vergognosa quanto idiota.
I buoni rispettano sempre le regole e le regole di questo paese ci PROIBISCONO qualsiasi forma di legame politico nell'esercizio delle nostre attività professionali.
Se a qualcuno non piace... vada nella Legione Straniera o cambi mestiere. Farebbe un piacere a tanti e renderebbe una cortesia alla comunità che è chiamato a proteggere.
Detto questo vi saluto come usiamo fare tra la mia gente: SHALOM.


Questo è il reparto mobile del paese economicamente più disgraziato d'Europa: il Portogallo.




webcop
00venerdì 9 febbraio 2007 16:07
Non mi sembra il caso di enfatizzare in un senso o nell'altro l'intervento di HellTrooper il quale invitato a modificare una "firma" inopportuna che potrebbe essere "interpretata" male e che oggettivamente non aggiunge ma caso mai toglierebbe (molto) al forum, l'ha fatto.
Piuttosto, HellTrooper, come avrai notato, quando vengono riportate notizie o altro viene anche citata la fonte, questo é utile per una migliore introduzione alla discussione e successivi sviluppi ed é anche utile a sgombrare il campo da equivoci. [SM=x165066] [SM=g27758]
markippo
00venerdì 9 febbraio 2007 17:10
Re: Re:
Solo per doverosa conoscenza.... ammazza che intelllllllligente che sono [SM=x165057] [SM=x165057] [SM=x165057]


"Gott mit uns" (Dio è con noi) Hitler lo fece scrivere su ogni cinturone di ogni combattente tedesco, ma non era una cosa nuova in quanto era già presente sulle fibbie dell'esercito tedesco (prussiano) almeno dal 1895 e durante tutta la prima guerra mondiale
Focus.Bolzano
00venerdì 9 febbraio 2007 18:17
Purtroppo ci saranno sempre gli estremisti, i pazzi ed i folli.

Bisogna ragionare, cercando di non venir meno alla razionalità ed alla dignità.

Odio chiama odio; violenza chiama violenza.

Tutti possiamo sbagliare, indipendentemente che il primo ad iniziare e provocare sia l'operatore di sicurezza (CC, PdS, ecc...) od il tifosso sfegatato, l'importante è capire dove sia il limite.

In questo caso, il limite non è stato lontanamente capito e, grazie alla megalomania ed alla adrenalina che nasce nel compiere simili azioni in certe persone, si è arrivati a ciò.

Alla fine, gli unici a soffrirne saranno i parenti e gli amici.
Parenti ed amici che, a mio parere, sono messi ancor più a disagio grazie a tutta la classica manovra "pubblicitaria", messa in atto dai max media, fini all'escusivo interesse di audience e vendita di copie.

Questo è il mio umile pensiero, un saluto.

Cleanhead
00venerdì 9 febbraio 2007 20:22
...


Tutti possiamo sbagliare, indipendentemente che il primo ad iniziare e provocare sia l'operatore di sicurezza (CC, PdS, ecc...) od il tifosso sfegatato, l'importante è capire dove sia il limite.




??? ..bè certo noi tutte le domeniche non vediamo l'ora di andare a provocare tifosi per poi prendere una bella dose di sassate sputi e m**** di ogni genere.....tanto per dovere di cronaca, la Polizia e in genere le Forze di Polizia si trovano alle manifestazioni non certo per provocare nessuno ma per mantenere l'ordine e dare la possibilità a tutti di usufruire liberamente della propria vita......il limite è contrapporre un tifoso ad un operatore della sicurezza...non sono per niente sullo stesso piano....

[Modificato da webcop 09/02/2007 21.31]

webcop
00venerdì 9 febbraio 2007 21:36
E no, che tutti possiamo sbagliare é ok, ma non confondiamo per favore, che ho appena sentito il padre del giovanotto arrestato e accusato dell'omicidio del collega dire che "se la Polizia non avrebbe sparato i lacrimogeni sono sicuro che non sarebbe successo niente" (TG2). Non ci siamo proprio, Focus.Bolzano. [SM=x165067]
bitonale
00venerdì 9 febbraio 2007 23:01
Re:

Scritto da: webcop 09/02/2007 21.36
E no, che tutti possiamo sbagliare é ok, ma non confondiamo per favore, che ho appena sentito il padre del giovanotto arrestato e accusato dell'omicidio del collega dire che "sono sicuro che non sarebbe successo niente" (TG2). Non ci siamo proprio, Focus.Bolzano. [SM=x165067]



Sono d'accordo con te! Noi non possiamo e non dobbiamo sbagliare.
Infatti non si dice se la Polizia non avrebbe sparato i lacrimogeni ma si dice se la Polizia non avesse sparato i lacrimogeni.
Ad ognuno il suo.
Cazzu iu cazzu iu. Ad ognuno il suo. Ohhh.
[SM=x165027]
digos1979
00venerdì 9 febbraio 2007 23:58
Re:

Scritto da: webcop 09/02/2007 21.36
ho appena sentito il padre del giovanotto arrestato e accusato dell'omicidio del collega dire che "se la Polizia non avrebbe sparato i lacrimogeni sono sicuro che non sarebbe successo niente" (TG2). Non ci siamo proprio, Focus.Bolzano. [SM=x165067]

Sta continuando assieme all avv. su canale 5 a Matrix

[Modificato da digos1979 09/02/2007 23.59]

bitonale
00sabato 10 febbraio 2007 00:27
Domani con i giornali contenenti questa intervista mi ci pulisco il culo e se ne restano lo pulisco pure ai due cagnoloni.
folgore.45
00sabato 10 febbraio 2007 14:48
come volevasi dimostare
Ed e' come dicevo io, Filippo e' Nostro e solo Nostro, anche ieri vedendo in tv il programma di Mentana, tutti davano giustificazioni pseudo sociologiche sul perche' certa gente (che io chiamerei con altro appellativo) si comporta in quella maniera, tutti cercavano di spiegare perche' la repressione non serve ma al contrario con quei bast... bisogna dialogare!!!!
Tutti dicevano tutto, ma nessuno ha speso una sola parola per dire che una partita di calcio non vale la vita di un Poliziotto!!!!!
Complimenti anche al Funzionario presente in sala, anche lui non e' riuscito a dire ADESSO BASTA o forse non poteva?????
-Lazzarus-
00sabato 10 febbraio 2007 15:15
Re:

Scritto da: HELLTROOPER 09/02/2007 2.02

--CUT--

OMISSIS

[Modificato da Poliziotti.it 09/02/2007 9.42]




Sono d'accordo sul fatto che siano necessari equipaggiamento e tattica; altra buona idea ad esempio è quella dei proiettili marchianti (ad es. per calibro 12 oppure in submunizioni per armi in 40mm come il Franchi GL 40/90), che permettono di individuare a posteriori le persone che hanno preso parte ai disordini.
Sull'idea di spedire una palla che viaggia ad oltre 1000 mt/sec (e magari nemmeno hollow point) in un contesto ad altissima densità di folla rimango abbastanza perplesso.
CRYPTO+
00sabato 10 febbraio 2007 16:25


Iniziamo dalla fine, ovvero dagli ultrà. Oggi, nella commedia massmediatica, essi sono i cattivi, i malati, i pericolosi dai quali guardarsi. Un po' come era in passato (e non solo in passato!) per gli anarchici o i fascisti. Così i facinorosi del calcio si trovano a vestire i panni del diavoletto, quello sul quale – secondo la filosofia che in alcuni popoli mediorientali produsse l'idea di capro espiatorio – si concentrano tutte le attenzioni irose di una collettività disordinata e isterica che vi esorcizza il proprio disordine culturale e spirituale e la propria inconsistenza endemica.

Tribalismo urbano

Se tale è il ruolo oggettivo di vittima sacrificale assunto dagli ultrà, ciò non significa che questi ultimi siano angioletti o che rappresentino un modello sociale positivo. Sono a loro volta il frutto della società dis-sociata e spettacolare, rappresentano espressioni di tribalismo urbano che cercano di colmare il vuoto esistenziale moderno tramite surrogati clanistici e bellici. Ovvero provano a ritrovare il senso identitario e sociale smarrito e ad assumere la repressa bellicosità – che in stato naturale è cosa sana e creativa – in un senso di appartenenza che si vuole facinoroso, “antagonistico” e troppo spesso teppistico che fa leva sul calcio inteso come conflittualità. Non sto facendo il solito discorso paternalistico della sinistra d'antan; ovvero non pretendo di risolvere tutto dicendo : “sono vittime della società”, ma ritengo essenziale inquadrare il problema nella sua connotazione reale. Quando sento dire che “non si può morire per una partita di pallone o per una squadra di calcio” non posso che condividere questo buon senso qualunquistico, ma il problema è che esso non coglie affatto quello che significa per l'ultrà essere ultrà. Ovvero per un giovane lasciato colpevolmente senza riferimenti dalle sue élites sociali, trovare un branco, un capobranco, un'appartenenza e una bandiera.

Non c'è poi questa differenza

Sbagliato è quindi liquidare gli ultrà come semplici teppisti un po' folli che vivono al margine del calcio e che devono essere neutralizzati al più presto. Essi sono un'espressione compensatoria della centrifuga socioculturale cui siamo soggetti. Non sono peggiori delle così esaltate pacifiche famigliole che si dedicano al calcio da spettatori satolli della domenica, fruitori passivi del gladiatorio talk show con cui le vestali dell'informazione/spettacolo imbottiscono settimanalmente i giochi circensi per plebi in pantofole. Potrebbero persino essere migliori di questi insetti/mammiferi se la cultura del teppismo non si sovrapponesse all'apparente vigoria, se la lealtà non si andasse spesso smarrendo nello stato di folla e se traffici illeciti di canne e cocaina non s'immischiassero nel groviglio di uomini e colori. Ma non c'è poi tanta diversità da altri agglomerati sociali e culturali, anche raffinati, della nostra società disarticolata, robotizzata e preda del crimine del capitale.
Cleanhead
00sabato 10 febbraio 2007 18:57

Sbagliato è quindi liquidare gli ultrà come semplici teppisti un po' folli che vivono al margine del calcio e che devono essere neutralizzati al più presto. Essi sono un'espressione compensatoria della centrifuga socioculturale cui siamo soggetti. Non sono peggiori delle così esaltate pacifiche famigliole che si dedicano al calcio da spettatori satolli della domenica, fruitori passivi del gladiatorio talk show con cui le vestali dell'informazione/spettacolo imbottiscono settimanalmente i giochi circensi per plebi in pantofole. Potrebbero persino essere migliori di questi insetti/mammiferi se la cultura del teppismo non si sovrapponesse all'apparente vigoria, se la lealtà non si andasse spesso smarrendo nello stato di folla e se traffici illeciti di canne e cocaina non s'immischiassero nel groviglio di uomini e colori. Ma non c'è poi tanta diversità da altri agglomerati sociali e culturali, anche raffinati, della nostra società disarticolata, robotizzata e preda del crimine del capitale. Sbagliato è quindi liquidare gli ultrà come semplici teppisti un po' folli che vivono al margine del calcio e che devono essere neutralizzati al più presto. Essi sono un'espressione compensatoria della centrifuga socioculturale cui siamo soggetti. Non sono peggiori delle così esaltate pacifiche famigliole che si dedicano al calcio da spettatori satolli della domenica, fruitori passivi del gladiatorio talk show con cui le vestali dell'informazione/spettacolo imbottiscono settimanalmente i giochi circensi per plebi in pantofole. Potrebbero persino essere migliori di questi insetti/mammiferi se la cultura del teppismo non si sovrapponesse all'apparente vigoria, se la lealtà non si andasse spesso smarrendo nello stato di folla e se traffici illeciti di canne e cocaina non s'immischiassero nel groviglio di uomini e colori. Ma non c'è poi tanta diversità da altri agglomerati sociali e culturali, anche raffinati, della nostra società disarticolata, robotizzata e preda del crimine del capitale.




...non mi pare che qui si liquidino gli ultra oppure si faccia tutta l'erba un fascio, questo qualunquismo che dici tu ha ammazzato un mio collega che come me e come migliaia di noi ogni domenica DEVE recarsi negli stadi di tutta italia e se mi permetti è un pochino fastidioso uscire alle dieci di mattina e morire per mano di un disadattato alle cinque del pomeriggio, penso ne sarai concorde anche tu, poi se vogliamo farci le elucubrazioni mentali (per non chiamarle in altra maniera) possiamo stare qui a discutere quanto vuoi, ma una cosa è certa, la famigliola pantofolaia figlia dei quiz e dei giochini perbenisti, non va in giro a tirare sprangate alla Polizia ed è gia un bel risultato, ovviamente per te non è un gran risultato perchè poi diventano tutti un po come gli sbirri, figli del dio tv e poco intelligenti, schiavi del burattinaio di turno . Poi con i se e con i ma non si va da nessuna parte...se non c'era la droga se non c'era la criminalità..si erano tutti santi e missionari!!
webcop
00sabato 10 febbraio 2007 21:12
Re: come volevasi dimostare

Scritto da: folgore.45 10/02/2007 14.48
Ed e' come dicevo io, Filippo e' Nostro e solo Nostro, anche ieri vedendo in tv il programma di Mentana, tutti davano giustificazioni pseudo sociologiche sul perche' certa gente (che io chiamerei con altro appellativo) si comporta in quella maniera, tutti cercavano di spiegare perche' la repressione non serve ma al contrario con quei bast... bisogna dialogare!!!!
Tutti dicevano tutto, ma nessuno ha speso una sola parola per dire che una partita di calcio non vale la vita di un Poliziotto!!!!!
Complimenti anche al Funzionario presente in sala, anche lui non e' riuscito a dire ADESSO BASTA o forse non poteva?????


Almeno Matrix me lo sono risparmiato, il mio stomaco non ce l'avrebbe fatta. [SM=g27768]
Vesuvio65
00domenica 11 febbraio 2007 11:07
Scusate ma non sono assolutamente daccordo. Non possiamo scendere ai loro livelli....non bisogna giungere allo scontro frontale....
Bisognerebbe che ci dessero gli strumenti legislativi per far ritornare il rispetto per le istituzioni, la certezza della pena, la paura di essere carcerati per aver rubato, ucciso, rapinato.....etc...etc..qualcuno.
Io nonostante vesto la divisa da 19 anni, quando vengo fermato da qualche collega ancora provo una certa sensazione di disagio....
Invece oggi ho notato che tutti sti ragazzini, che ovviamente sono molto più scaltri ed intelligenti delle generazioni che li hanno preceduti, sanno che la certezza della pena non esiste e che nel branco si può agire con possibilità maggiori di non essere scoperto.
Allora mi chiedo non sarebbe il caso di fare un discorso più ad ampio raggio ???? In fondo la morte di Filippo non è altro che una diretta conseguenza di quello che ognuno di noi è costretto a subire quotidianamente !!!!!!

[SM=x165074] ONORE AI CADUTI [SM=x165074]
Ghisa2193
00lunedì 12 febbraio 2007 07:45
Re:

Scritto da: Vesuvio65 11/02/2007 11.07
Scusate ma non sono assolutamente daccordo. Non possiamo scendere ai loro livelli....non bisogna giungere allo scontro frontale....
Bisognerebbe che ci dessero gli strumenti legislativi per far ritornare il rispetto per le istituzioni, la certezza della pena, la paura di essere carcerati per aver rubato, ucciso, rapinato.....etc...etc..qualcuno.
Io nonostante vesto la divisa da 19 anni, quando vengo fermato da qualche collega ancora provo una certa sensazione di disagio....
Invece oggi ho notato che tutti sti ragazzini, che ovviamente sono molto più scaltri ed intelligenti delle generazioni che li hanno preceduti, sanno che la certezza della pena non esiste e che nel branco si può agire con possibilità maggiori di non essere scoperto.
Allora mi chiedo non sarebbe il caso di fare un discorso più ad ampio raggio ???? In fondo la morte di Filippo non è altro che una diretta conseguenza di quello che ognuno di noi è costretto a subire quotidianamente !!!!!!

[SM=x165074] ONORE AI CADUTI [SM=x165074]



Condivido in pieno. Il bersaglio, oggi, é la divisa, sia allo stadio, sia per strada a rilevare una sosta vietata. La realtà é che, ormai, a mettere le mani addosso ad un uomo in divisa si rischia relativamente poco. Se sei in gruppo, e quindi difficilmente identificabile, addirittura niente.
Ghisa2193
00lunedì 12 febbraio 2007 07:57
Re: precisazione

Scritto da: HELLTROOPER 09/02/2007 13.23
Come da voi richiesto ecco eliminata la frase incriminata.
La nostra hyena che non è ferrata sulla storia di padova dimostra però di essere competente in altra materia..e di ciò mi complimento.Esatto..
Preciso che abbiamo colleghi di religione ebraica che sono rispettati, benvoluti e soprattutto amici.
Di certo non nego l'olocausto e me ne dolgo profondamente, ma per par condicio avrei desiderato studiare a scuola delle foibe o che la digos fosse andata a levare lo striscione apparso durante l'amichevole italia-slovenia nel 2002 allo stadio di trieste che recava la scritta IX CORPUS IS BACK...cmq fu un giorno memorabile, e qualche soddisfazione me la sono levata al di là delle mediazioni tentate e mal riuscite. 6 arresti..non poca cosa. e ne vado fiero.
Ecco quindi levata la frase.
A riguardo del post non è farina del mio sacco, non ho alcuna intenzione di attribuirmi il merito e la paternità di scritti non miei. L'ha scritto un sottufficiale della folgore che conosco, e siccome rispecchia esattamente il mio pensiero e quello di molti (almeno nel glorioso Reparto in cui ho l'onore di prestare servizio) ho voluto mostrarlo.
Non proviene da comunicati sindacali, io non faccio sindacato, non faccio demagogia e non uso la poltrona per scrivere bollettini di operazioni di op o altro che ho solo sentito narrare da chi le ha effettuate.
Ho 42 anni e non ho mai conosciuto un giorno di ufficio.Mai.
E mai lo conoscerò.
I saluti romani erano perchè come dicevo..sono romano :=)..ma sono stati OMISSIS...
SALUTI PADOVANI ALLORA! UN ABBRACCIO A VOI



Per par condicio, io avrei voluto studiare a scuola la storia dei crimini di guerra perpetrati in Jugoslavia dalle truppe del Regio Esercito, comandate dal Gen. Roatta, o quello che accadde in Africa ai tempi di Graziani, ma poi andiamo OT [SM=g27765] . Non c'é assolutamente demagogia nel tuo intervento, é un contributo alla discussione. Però si vede che proviene dalla mano di chi vuole dare un'impostazione "militare" del problema. Io priviligerei maggiormente l'aspetto investigativo, in questo momento, in modo da far si che i capi alla partita non si possano neppure presentare perché già impegnati altrove [SM=g27760] . Fra le varie "nuove regole" ci vedrei volentieri l'istituzione di un bel reato di a "Associazione per delinquere finalizzata alla turbativa di manifestazioni sportive". Del Tuo Reparto ho buoni ricordi, specialmente di quando si andava assieme a fare OP (io facevo parte del XIII° Btg CC "FVG". "Secondi a nessuno"? . Non é vero: secondi a noi [SM=g27760]
CRYPTO+
00giovedì 15 febbraio 2007 11:20
Disordini alimentari, abitudine a fumo o alcol, inizio dell'attività sessuale e anche bullismo sono direttamente proporzionali alle ore passate da piccoli e ragazzi davanti al mezzo televisivo... Il bullismo arriva a far breccia sul 13% dei bambini tra i 9 e gli 11 anni che passano almeno 5 ore al giorno davanti alla televisione. E ancora, nella fascia d'età 11-14 anni, il consumo di alcol (birra, vino o altro) è doppio tra chi resta davanti al video per almeno 3 ore al giorno rispetto ai coetanei che si concedono al massimo un'ora.

I giovani crescono in un sistema pieno di contraddizioni e paradossi: la religione li reprime sessualmente, mentre la Tv e la pubblicità li stimolano; viene loro insegnato che i beni materiali non possono determinare la loro crescita interiore, tuttavia la pubblicità li condiziona a ritenere che il possesso di oggetti si accompagna ad un senso di adeguatezza e di accettazione sociale di cui non possono fare a meno. Il ragazzo si trova dunque a sperimentare un falso senso di soddisfazione attraverso il consumismo, che non eliminerà il vero bisogno di autorealizzazione o di autoespressione.

I mezzi di comunicazione di massa hanno acquisito così tanto potere da condizionare lo stile di vita dei giovani, inducendoli a costruire identità soggettive attraverso modelli con cui identificarsi. I personaggi offerti dal panorama mediatico sono presentati come adeguati e di successo, e l'identificazione con essi può provocare gravi problemi al sé, in quanto il soggetto perde il riferimento alle proprie vere emozioni e aspirazioni, a favore di una personalità frammentata e fittiziamente costruita sulla base dei condizionamenti esterni. Inoltre, questi modelli sono sempre più aggressivi, violenti e cinici. Ad esempio, nei telefilm per adolescenti, come "Geni per caso", i protagonisti ridono cinicamente anche quando uno di loro si trova in difficoltà, oppure utilizzano mezzi tecnologici per attuare un controllo onnipotente della realtà. I giovani di oggi sono continuamente bombardati da messaggi che li "disumanizzano", che li privano delle normali emozioni empatiche dirette ai loro simili. L'altro appare sempre come nemico o come avversario. Una realtà ostile da affrontare con ostilità.

I messaggi pubblicitari, televisivi e cinematografici sono sempre più spesso messaggi di distruzione, morte e di esaltazione della forza fisica. Questa è diventata la realtà di molti giovani di oggi.

A tutto questo si aggiunge la grave situazione lavorativa. Ormai i giovani assunti con contratti precari sono l’87% contro il 12,3% assunti a tempo determinato. Una situazione che peggiora nel tempo, e del 75% delle assunzioni di lavoratori lavori precari soltanto 1/3 di loro saranno assunti a tempo indeterminato. La precarizzazione è in aumento: nel 2000 i contratti di lavoro con durata inferiore ai 30 giorni erano il 35% delle assunzioni, nel 2006 sono diventati il 50%. Molti dei lavoratori precari sono costretti anche a subire problemi nei pagamenti dello stipendio. Oltre a non avere tutele sindacali o aziendali, il 30% di loro non percepisce regolarmente (mensilmente) lo stipendio. La disoccupazione è in aumento, e in alcune regioni d'Italia tocca vette del 70%. I giovani disoccupati o precari, sono soggetti ad accumulare una forte rabbia che non sanno come indirizzare contro il sistema, e finiscono per esprimerla contro coetanei, disabili, animali, immigrati, o attraverso la "tifoseria" sportiva.

I nostri politici invocano punizioni e misure repressive contro la violenza giovanile. Queste misure toccano soltanto la punta dell'iceberg, e non affrontano il problema alla radice
bitonale
00giovedì 15 febbraio 2007 11:41
Non ho capito cosa c'entra con la violenza negli stadi.
Dal mio punto di vista quel gruppetto (si tratta di pochi sparuti elementi) sono solamente un "fascio" di frustrati che singolarmente non valgono nulla.
Sebbene io sia per la "mediazione" o comunque per una risoluzione non cruenta della problematica, questa volta, auspico una reprimenda che possa essere narrata ai posteri per secoli ancora.
E tu, Criposaituchecosa, mi stai cominciando a rendere nervoso come quell'altro di prima.
Interventi provocatori, fuoriluogo, spopositati, farneticanti.
Aggiungo altro o ci pensi un po' sopra anche tu?
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