L'ARCANGELO MICHELE
La predilezione degli umani nei confronti di Michael, divenuto per tutti San Michele Arcangelo, è dovuta al fatto che gli viene attribuito uno dei compiti più importanti: quello della lotta contro le Forze del Male. Per questo, è familiarmente raffigurato con la corazza e la spada di un guerriero nell’atto di calpestare e dunque sconfiggere Satana, rappresentato sotto forma di serpe o drago.
La sua spada fiammeggiante, naturalmente, ha valore simbolico: con essa, non solo trafigge il drago ma squarcia il buio, sconfigge le tenebre e riporta ai suoi protetti il conforto della Luce. Egli è dunque il protettore dalle insidie che provengono dalle forze oscure, è la roccaforte della Luce, il baluardo nei confronti delle tenebre. Il suo è il ruolo centrale di capo delle armate Celesti, il vincitore della Bestia, il vincitore per eccellenza di tutte le battaglie.
Questo suo aspetto di guerriero vittorioso ed invulnerabile gli assicurerà il grande favore da parte di tutti gli eserciti, dei soldati e dei regnanti di tutte le epoche. Infatti, già nel 313 l’imperatore Costantino gli tributa un intenso culto. Personaggio piuttosto dubbio, Costantino fu un feroce massacratore di Cristiani; si ravvide dopo aver avuto una grande visione. Una croce fiammeggiante gli apparve in cielo con una scritta: "In hoc signo vinces", (con questo segno vincerai). Stava infatti per scendere in battaglia contro l’esercito dell’imperatore Massenzio: la tradizione vuole che ciò accadesse alle pendici del monte Musinè. Dimenticando l’odio con cui ha martorizzato tanti cristiani proprio in nome di quella croce, decide di accettare il consiglio del cielo. Fa contrassegnare con la croce tutte le armi, i carri e gli stendardi e, com’era prevedibile, vincerà la battaglia. Toccato nel vivo, Costantino ordina immediatamente che cessino le persecuzioni contro i cristiani, viene catechizzato e fa costruire, tra l’altro, un grande santuario a Costantinopoli tutto dedicato all’Arcangelo, il Micheleion, ponendo la città sotto alla sua celeste protezione. In seguito, furono ben quindici le chiese della città costruite in onore di Michele. Dal mondo bizantino, il culto dell’Arcangelo Michele dilaga rapidamente ovunque, diffuso soprattutto dalla popolarità che gode fra i soldati.
Nel 490 in Italia inizia una serie di eventi miracolosi nel Gargano che culminerà con l’apparizione dell’Arcangelo all’arcivescovo Lorenzo di Siponto. Chiede che gli venga costruito un santuario in una grotta inaccessibile. E’ molto esplicito:
Io sono l’Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode… Là dove si spalanca la roccia i peccati degli uomini verranno perdonati… Quello che qui verrà chiesto con la preghiera, qui verrà esaudito.
Ma l’impresa è ardua, quella caverna è collocata in una posizione veramente impossibile per costruirci dentro. Il vescovo temporeggia, l’Angelo no. Tre anni dopo, Michele torna a riapparire, insiste. Avvisa che quel luogo è stato consacrato da lui stesso, che i culti possono iniziare senza aspettare oltre. Monsignore si reca nella grotta e, con suo grande stupore, trova un altare di marmo già pronto, ricoperto da un velo rosso "disceso dal cielo". Sul blocco di marmo è impressa l’orma dei piedi dell’Angelo. Il luogo viene denominato "la Celeste Basilica" e i culti iniziano immediatamente. A tutt’oggi Monte sant’Angelo sul Gargano è meta di continui pellegrinaggi, dettati da una grandissima devozione.
Altre grotte saranno consacrate dall’Arcangelo, altre basiliche saranno costruite in suo nome e altri potenti lo invocheranno a protezione dei propri regni o nelle battaglie: Michael giunge dunque fino a noi conservando intatte le sue prerogative di Principe delle Milizie Celesti, Guerriero e Difensore della Luce.