Re:
grigua, 27/01/2010 21.03:
La difficoltà maggiore per me è a livello organizzativo... o chiamalo coraggio se preferisci.
Solitamente queste cose, come per il nostro nuovo amico
Fricius, vengono organizzate in un gruppetto di due-tre persone.
Ma io sono per lo più un animale solitario e ho un modo di andare un po' anomalo (accentato sulla "o", non sulla "a"...
): macino chilometri, ma non reggo le alte velocità, in più mi fermo spesso a fare foto, cosa difficilmente condivisibile con altri pedalatori.
Difficile quindi trovare la compagnia adatta.
In realtà trovare amici con cui farsi compagnia è difficile ma non impossibile; certo bisogna adattarsi, si perde sicuramente un po' di tempo in più nella somma dei piccoli gesti della giornata, ma certi giri in compagnia di un amico sono un tesoro prezioso, perchè c'è il piacere di condividere lo spettacolo naturale e la fatica.
Adesso riparto col racconto:
Dopo i primi km il col de la Forclaz, prima salita del sabato, entra nel bosco e diventa abbastanza monotona e senza punti di riferimento che non siano il conta km e l'altimetro; finalmente dietro una curva arriva il colle, dove in pochi minuti ci ricompattiamo e facciamo uno spuntino.
(c'è un bar, un negozietto di alimentari e una baita dove vendono formaggio fresco accompagnato da un bicchiere di vino)
colle conquistato, 1.100 metri in 13km
arriva Luca, provato dal caldo
Dopo una veloce discesa di 400 metri di dislivello, arriviamo al fondovalle della Vallorcine, dove si rientra in Francia attraverso una frontiera piuttosto tranquilla.
Inizia la seconda salita del giorno, che in pochi km ci porta al col de Montets, affacciato sul Bianco e la valle di Chamonix.
E' una salita di 4-5 km, in un angolo appartato e tranquillo del massiccio, lontano dalle folle di turisti e alpinisti, con pendenza dolce e il modesto dislivello di 350 metri.
In cima inizia lo spettacolo, appaiono le prime cime del Bianco:
pochi tornanti in discesa ci portano ad Argentierè,
e poi di lì giù fino a Chamonix.
In questo tratto di strada il pericolo maggiore è di finire fuori strada, perchè si viaggia costantemente col naso in sù, a guardare le colate glaciali e le guglie di granito; più di una volta mi sono accorto che stavo viaggiando in mezzo alla strada, con le auto che strobazzavano dietro, mentre ero in contemplazione!
Arrivati a Chamonix, ora di pranzo con vista ghiacciaio.
Qui si consuma il piccolo dramma del giro:
due di noi quattro temono quel che ci aspetta, (abbiamo alle spalle circa 130 km e 3.300 metri di salita, e davanti 210 km e 4.700 metri, insomma non siamo a metà), e passano il pranzo a rimuginare sul da farsi, finchè decidono di gettare la spugna, più per timore che per mancanza di gambe: vanno alla stazione dei pullman e prendono la corriera che fa il traforo.
Scenderanno subito fuori dalla parte italiana, e con una lunga discesa arriveranno ad Aosta nel secondo pomeriggio; il loro è diventato il mezzo giro del Bianco.
Siamo rimasti in due e ci accingiamo a scendere la valle di Chamonix, impresa che richiede due lauree e molta fantasia: siccome la superstrada che scende al fondovalle è vietata ai cicisti, dobbiamo arrivare per stradelline secondarie a Les Houches, e poi di lì a Vaudagne, Servoz ed infine le Fayet, con svariate risalite per un totale di 300 metri di dislivello!!!
A Le Fayet, sobborgo popoloso e caldo della bassa valle, attacchiamo sotto il sole cocente del pomeriggio la salita che ci porta a Saint Gervais e poi a Megevè, la Cortina d'Ampezzo dei francesi.
Relax alla fontana di Saint Gervais, cercando di non disturbare la novella sposa...
Pochi km di falsopiano e siamo a Megevè; ora si tratta di risolvere la logistica:
trovare la Messa prefestiva, trovare un albergo decente che non ci spenni vivi (qui in giro sono tutti splendidi...)
Siccome l'orario della Messa ci lascia spazio, giriamo un po' per le vie di Megevè e troviamo la nostra sistemazione, un albergo piccolo e tranquillo, non caro e con ... PISCINA!!!
Dopo una giornata così, questo è uno spettacolo!
Ecco che cambiamo sport...
Luca in pieno relax
Poi Messa prefestiva
, cena in piazza
, piccola passeggiata per le vie del centro e nanna.
Un saluto a tutti, domani ci attende il "Tappone" di rientro in Italia.