GIRO DEL MONTE BIANCO

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fricius
00lunedì 25 gennaio 2010 15:39
Vista una leggera influenza ho un po' di tempo e provo a descrivervi un bel giro che ho fatto con tre amici l'estate del 2008. Era da molto che mi solleticava l'idea di fare il giro completo del Bianco in bici, e finalmente a fine giugno ci siamo decisi ed abbiamo trovato le condizioni ottimali.Ci siamo ritrovati ad Aosta il venerdì pomeriggio alle 5, con una giornata splendida, ma con vento di caduta dalle creste di confine svizzere.La salita è iniziata tra grandi panorami valdostani, con un po' di fastidio per lo zainetto superleggero contenente il minimo necessario per le notti fuori; man mano che saliamo il vento è sempre più forte e freddo e le cime di confine sono addirittura coperte di nuvole nere! Arriviamo al colle un po' provati dal vento contrario (la salita di per sè è lunga ma agevole), e ceniamo al colle.Notte all'ospizio dei monaci e il mattino dopo la giornata è perfetta.
fricius
00lunedì 25 gennaio 2010 15:41
continuo ad avere problemi con le foto...
ora provo ad inserire le prime del giro

fricius
00lunedì 25 gennaio 2010 16:17
fricius
00lunedì 25 gennaio 2010 17:24
NON CAPISCO DOVE SBAGLIO MA LE FOTO NON SI VEDONO
MirkoBL
00lunedì 25 gennaio 2010 17:55
www.imageshack.us
- "Carica" "immagine/video" -> browse -> scegli la foto da dove l'hai salvata
- Aspetti che si carichi
- "Opzioni di caricamento/ridimensionamento immagine" -> 800*600 o 640*480
- "Aggiungere etichetta" -> no
- "Carica adesso"
Compare la miniatura
- "Collegamento diretto" (seconda riga) -> copia il link completo che appare

www.salite.ch
- tasto IMG (primo in basso a sx sotto lo spazio bianco di scrittura del messaggio)
- incolla il link della foto nella finestra che appare


Dovrebbe venire
CiclistaperCaso@
00lunedì 25 gennaio 2010 20:32
Caro Fricius ...
... non so proprio dove tu "possa riuscire" (sorry, per la battuta) a sbagliare, ma come tutti i ciclisti penso sempre in positivo. [SM=g8077]
Quindi, provo io a darti una mano, postando le tue prime 2 immagini e così vediamo cosa succede ...

Questa è la prima:



... e questa la seconda:



Il posting è riuscito. Quindi abbiamo stabilito che:

- quanto tu hai fatto su imageshack è corretto (anche il dimensionamento delle immagini va bene: nè troppo piccole, nè troppo grandi);
- l'indirizzo diretto della foto lo hai catturato correttamente (se no io come avrei fatto a rilevarlo e postarlo???);
- probabilmente sbagli proprio nell'ultima operazione: quando effettui il link sul forum.

Scusa, ma clicchi il pulsante IMG prima di copiarci il link dell'immagine?
Non voglio darti l'impressione che sia una scemata. Io prima di imparare ero davvero imbranato.
Se posso aiutarti lo faccio volentieri.

... ovviamente se mai dovessi venire in Val d'Aosta in bici, so che tu mi ricambierai il favore ... [SM=g8119]

A proposito, visto che ci siamo, tu quale sei dei 2 ciclisti nella prima fotografia?

Ciao e spero di esserti stato utile
patavium82
00lunedì 25 gennaio 2010 22:37
CiclistaPerCaso@ è come Mr. Wolf in Pulp Fiction:

RISOLVE PROBLEMI [SM=g8119]
fricius
00martedì 26 gennaio 2010 12:32
Ti ringrazio molto CiclistaperCaso@, ed in effetti se clicco col tasto destro sulle piccole iconcine del post mi si aprono le foto, ergo il procedimento è quasi giusto; ora riprovo.

Per risponderti, io sono quello più alto con la maglietta della Fausto Coppi, ed ovviamente sarò ben lieto di aiutarti e darti info sulle alpi valdostane e piemontesi, se ne avrai bisogno.

questa foto, se visibile, è l'inizio della mattinata del sabato all'ospizio del Gran San Bernardo.

fricius
00martedì 26 gennaio 2010 12:33
WOW! è venuta!

allora adesso mi organizzo per farvi un resoconto decente [SM=g8119]
-Emiliano-
00martedì 26 gennaio 2010 13:34
Re:
fricius, 26/01/2010 12.33:

allora adesso mi organizzo per farvi un resoconto decente

Non vedo l'ora di leggere il tutto!
Conosco il "Giro del Monte Bianco", anche se non mi sono mai azzardato a metterlo in cantiere, quindi aspetto con ansia tutte le straordinarie immagini che - sono certo - ci regalerai!

Emiliano
CiclistaperCaso@
00martedì 26 gennaio 2010 14:05
Re:
fricius, 26/01/2010 12.33:

WOW! è venuta!

allora adesso mi organizzo per farvi un resoconto decente [SM=g8119]




Ciao Fricius, sono contento che con un paio di colpi al cerchio ed alla botte ... tu sia riuscito a postare le foto.

Ora attendiamo trepidanti. Dai. [SM=g8079] [SM=g8079] [SM=g8079]
MirkoBL
00martedì 26 gennaio 2010 16:15
Re:
fricius, 26/01/2010 12.33:

WOW! è venuta!
[SM=g8119]




[SM=g8079]

Adesso aspettiamo il resoconto con impazienza.
fricius
00mercoledì 27 gennaio 2010 00:19
ADESSO PROVO A RIPARTIRE COL RACCONTO
Il giro in sintesi:

340 km
8.000 metri di dislivello

Percorso con Paesi e Colli (7):

Aosta, Gran San Bernardo, Martigny, Col de La Forclaz, Col des Montets, Chamonix, Saint Gervais Les Bains, Megève, Notre Dame de Bellecombe, Col de Saisies, Beaufort, Cormet de Roselend, Bourg St Maurice, La Rosiere, Piccolo San Bernardo, La Thuile, Pre Saint Didier, Aosta.

Nazioni: Italia, Svizzera, Francia.

Tempo impiegato: da venerdì pomeriggio a domenica pomeriggio.

Difficoltà: non è una passeggiata, e alcuni forumisti lo potrebbero fare in un giorno solo addirittura; cosa che sconsiglio fortemente perchè sarebbe troppo fugace rispetto allo spettacolo naturale che si attraversa.

la carta del percorso:


l'immagine satellitare, che evidenzia le lingue glaciali del massiccio



fricius
00mercoledì 27 gennaio 2010 00:39
Ci siamo ritrovati ad Aosta il venerdì pomeriggio alle 5, con una giornata splendida, ma con vento di caduta dalle creste di confine svizzere.

L'allegria e il buon umore non ci fanno pensare troppo alla sofferenza fisica dell'avventura mentre già pregustiamo la bellezza dei panorami che vedremo nei giorni successivi.



La salita è iniziata tra grandi panorami valdostani, con un po' di fastidio per lo zainetto superleggero contenente il minimo necessario per le notti fuori; man mano che saliamo il vento è sempre più forte e freddo e le cime di confine sono addirittura coperte di nuvole nere!


Arriviamo al colle un po' provati dal vento contrario (la salita di per sè è lunga ma agevole), e ceniamo al colle.


Notte all'ospizio dei monaci e il mattino dopo la giornata è perfetta.

L'ospizio poco dopo l'alba


il tempo è perfetto, cielo blu pulitissimo


iniziamo la discesa del versante svizzero del gran San Bernardo tra nevai, cascatelle, e panorami glaciali


intorno a quota 2000 la strada si ricongiunge con la superstrada del traforo e si percorrono vari chilometri di discesa in galleria o semigalleria, occorre prudenza ed un fanalino posteriore, ma è tutta discesa veloce e passa in fretta. Somiglia un po' al lato nord del Sempione.

la strada poi si riapre e attraversa paesi, prati, boschi e giù fino ai 400 mt di Martigny, cittadina del cantone Vallese.

Il tempo di togliere i kway e attacchiamo la salita della forclaz, non lunghissima, ma un po' noiosa e con una pendenza elevata e costante che non lascia prendere il passo; non è da trascurare, anche perchè molto calda e senz'acqua sul percorso.

La parte bassa è panoramica e passa in mezzo ai vigneti (foto presa in prestito, ma assolutamente fedele: notare il muro laterale che si arroventa al sole e ci accompagnerà a lungo per i primi km)


Ora vado a nanna, buonanotte e arrivederci a presto.
CiclistaperCaso@
00mercoledì 27 gennaio 2010 09:02
Sono già contento per la prima puntata ...

... chissà quando avremo visto l'intero reportage ???

Che invidia: abitare in una zona con tali montagne a portata ... di bici ... Altro che la pianura lombarda ...

Ciao
mmeasso
00mercoledì 27 gennaio 2010 12:18
Re:

CiclistaperCaso@

Sono già contento per la prima puntata ...

... chissà quando avremo visto l'intero reportage ???



Concordo.
grigua
00mercoledì 27 gennaio 2010 13:55

Beh, se questo è solo l'antipasto....

Dev'essere stato bellissimo svegliarsi al mattino in cima al passo!!

Questi sono i giri che invidio, zainetto in spalla e andare. Chissà se un giorno ci riuscirò anche io.

Ciao!

CiclistaperCaso@
00mercoledì 27 gennaio 2010 14:11
Re:
grigua, 27/01/2010 13.55:


Beh, se questo è solo l'antipasto....

Dev'essere stato bellissimo svegliarsi al mattino in cima al passo!!

Questi sono i giri che invidio, zainetto in spalla e andare. Chissà se un giorno ci riuscirò anche io.

Ciao!





Io ho provato a chiedere ufficialmente dove lavoro "Posso ricevere lo stipendio dei prossimi 20 anni e ... tornare a lavorare qui aggratis quando sarò in pensione???" [SM=g8119] [SM=g8119] [SM=g8119]

Mi hanno risposto che sono già abbastanza rimbambito adesso, figuriamoci tra 20 anni ... con il pannolone poi ... [SM=g8119] [SM=g8119] [SM=g8119]

Quindi niente, ci tocca attendere [SM=g8161] [SM=g8161] [SM=g8161]
CaSe63
00mercoledì 27 gennaio 2010 14:32
Complimenti!! Che spettacolo!
CaSe63
00mercoledì 27 gennaio 2010 14:34
Re: Re:
CiclistaperCaso@, 27/01/2010 14.11:




Io ho provato a chiedere ufficialmente dove lavoro "Posso ricevere lo stipendio dei prossimi 20 anni e ... tornare a lavorare qui aggratis quando sarò in pensione???" [SM=g8119] [SM=g8119] [SM=g8119]





Ci avevo pensato anche io... [SM=g8119]
grigua
00mercoledì 27 gennaio 2010 21:03
[QUOTE:100820642=CiclistaperCaso@, 27/01/2010 14.11]

Io ho provato a chiedere ufficialmente dove lavoro "Posso ricevere lo stipendio dei prossimi 20 anni e ... tornare a lavorare qui aggratis quando sarò in pensione???" [SM=g8119] [SM=g8119] [SM=g8119]


Beh, non si tratta solo di questo.

La difficoltà maggiore per me è a livello organizzativo... o chiamalo coraggio se preferisci.
Solitamente queste cose, come per il nostro nuovo amico Fricius, vengono organizzate in un gruppetto di due-tre persone.
Ma io sono per lo più un animale solitario e ho un modo di andare un po' anomalo (accentato sulla "o", non sulla "a"... [SM=g8119] ): macino chilometri, ma non reggo le alte velocità, in più mi fermo spesso a fare foto, cosa difficilmente condivisibile con altri pedalatori. Difficile quindi trovare la compagnia adatta.

E andare da sola... pensare di dover far fronte a qualsiasi imprevisto, senza la certezza di dove dormirò la sera successiva: qui entra in gioco il coraggio di cui parlavo.... e che non ho.

In realtà una piccola esperienza del genere in solitaria l'ho fatta: un mini tour in Toscana in 3 tappe , ma me le ero disegnate con dei margini di sicurezza stratosferici. Indimenticabile.

Scusa, Fricius, se ho rubato spazio al tuo post: è tutta - sana e benevola - invidia!

fricius
00mercoledì 27 gennaio 2010 22:54
Re:
grigua, 27/01/2010 21.03:



La difficoltà maggiore per me è a livello organizzativo... o chiamalo coraggio se preferisci.
Solitamente queste cose, come per il nostro nuovo amico Fricius, vengono organizzate in un gruppetto di due-tre persone.

Ma io sono per lo più un animale solitario e ho un modo di andare un po' anomalo (accentato sulla "o", non sulla "a"... [SM=g8119] ): macino chilometri, ma non reggo le alte velocità, in più mi fermo spesso a fare foto, cosa difficilmente condivisibile con altri pedalatori.

Difficile quindi trovare la compagnia adatta.




In realtà trovare amici con cui farsi compagnia è difficile ma non impossibile; certo bisogna adattarsi, si perde sicuramente un po' di tempo in più nella somma dei piccoli gesti della giornata, ma certi giri in compagnia di un amico sono un tesoro prezioso, perchè c'è il piacere di condividere lo spettacolo naturale e la fatica.

Adesso riparto col racconto:

Dopo i primi km il col de la Forclaz, prima salita del sabato, entra nel bosco e diventa abbastanza monotona e senza punti di riferimento che non siano il conta km e l'altimetro; finalmente dietro una curva arriva il colle, dove in pochi minuti ci ricompattiamo e facciamo uno spuntino.
(c'è un bar, un negozietto di alimentari e una baita dove vendono formaggio fresco accompagnato da un bicchiere di vino)

colle conquistato, 1.100 metri in 13km


arriva Luca, provato dal caldo


Dopo una veloce discesa di 400 metri di dislivello, arriviamo al fondovalle della Vallorcine, dove si rientra in Francia attraverso una frontiera piuttosto tranquilla.

Inizia la seconda salita del giorno, che in pochi km ci porta al col de Montets, affacciato sul Bianco e la valle di Chamonix.

E' una salita di 4-5 km, in un angolo appartato e tranquillo del massiccio, lontano dalle folle di turisti e alpinisti, con pendenza dolce e il modesto dislivello di 350 metri.

In cima inizia lo spettacolo, appaiono le prime cime del Bianco:


pochi tornanti in discesa ci portano ad Argentierè,


e poi di lì giù fino a Chamonix.

In questo tratto di strada il pericolo maggiore è di finire fuori strada, perchè si viaggia costantemente col naso in sù, a guardare le colate glaciali e le guglie di granito; più di una volta mi sono accorto che stavo viaggiando in mezzo alla strada, con le auto che strobazzavano dietro, mentre ero in contemplazione! [SM=g8080]

Arrivati a Chamonix, ora di pranzo con vista ghiacciaio.


Qui si consuma il piccolo dramma del giro:

due di noi quattro temono quel che ci aspetta, (abbiamo alle spalle circa 130 km e 3.300 metri di salita, e davanti 210 km e 4.700 metri, insomma non siamo a metà), e passano il pranzo a rimuginare sul da farsi, finchè decidono di gettare la spugna, più per timore che per mancanza di gambe: vanno alla stazione dei pullman e prendono la corriera che fa il traforo.

Scenderanno subito fuori dalla parte italiana, e con una lunga discesa arriveranno ad Aosta nel secondo pomeriggio; il loro è diventato il mezzo giro del Bianco.

Siamo rimasti in due e ci accingiamo a scendere la valle di Chamonix, impresa che richiede due lauree e molta fantasia: siccome la superstrada che scende al fondovalle è vietata ai cicisti, dobbiamo arrivare per stradelline secondarie a Les Houches, e poi di lì a Vaudagne, Servoz ed infine le Fayet, con svariate risalite per un totale di 300 metri di dislivello!!! [SM=g8092]

A Le Fayet, sobborgo popoloso e caldo della bassa valle, attacchiamo sotto il sole cocente del pomeriggio la salita che ci porta a Saint Gervais e poi a Megevè, la Cortina d'Ampezzo dei francesi.

Relax alla fontana di Saint Gervais, cercando di non disturbare la novella sposa...


Pochi km di falsopiano e siamo a Megevè; ora si tratta di risolvere la logistica:
trovare la Messa prefestiva, trovare un albergo decente che non ci spenni vivi (qui in giro sono tutti splendidi...)

Siccome l'orario della Messa ci lascia spazio, giriamo un po' per le vie di Megevè e troviamo la nostra sistemazione, un albergo piccolo e tranquillo, non caro e con ... PISCINA!!!

Dopo una giornata così, questo è uno spettacolo!
Ecco che cambiamo sport...


Luca in pieno relax


Poi Messa prefestiva [SM=g8091] , cena in piazza [SM=g8100] , piccola passeggiata per le vie del centro e nanna.

Un saluto a tutti, domani ci attende il "Tappone" di rientro in Italia.
fricius
00mercoledì 27 gennaio 2010 23:11
Stavo dimenticando le ultime due foto di Megevè by night...



Buona notte.

Fricius
fricius
00venerdì 29 gennaio 2010 22:23
stesera sonostanco dalla settimana di lavoro; cerco di raccogliere le forze per il giorno finale...
CiclistaperCaso@
00sabato 30 gennaio 2010 08:20
Splendido ed emozionante il racconto e altrettanto belle le fotografie.

In più con la piccola avventura ... della rinuncia di 2 su 4 partecipanti. Immagino che qualche scossone all'atmosfera del gruppo ci sia stato [SM=g8077]

Insomma, avete avuto di che divertirvi ... [SM=g8119]

Ciao

Ah, dimenticavo: vogliamo leggere il resto quanto prima possibile ... altro che stanchezza per la settimana lavorativa. Uno che fa il giro del Monte Bianco non può accampare scuse simili [SM=g8119] [SM=g8119] [SM=g8119]
fricius
00sabato 30 gennaio 2010 23:28
Domenica: il tappone dei 3 colli

Dopo una lauta colazione al buffet dell'albergo, alle 8.30 di domenica mattina ripartiamo da megevè con un sole bellissimo, anche se il meteo prevede temporali nel pomeriggio...

Ci attende il tappone di rientro, con 3 colli: il col de Saisies (1657 m), il cormet de Roselend (1968 m) ed il Piccolo San Bernardo (2188 m).

La strada è pianeggiante, con piccole ondulazioni sino a Praz sur Arly, poi , poco dopo il paese, svoltiamo a sinistra e attacchiamo il col de Saisies, nel bosco ancora all'ombra.

La salita è subito ripida, ma molla dopo pochi km e diventa ben pedalabile; saliamo in un'alternanza di prati e boschi e ormai lo zainetto non lo sentiamo più, è diventato una cosa normale.

In un'oretta siamo in cima, il panorama è molto aperto ed il cielo sempre bellissimo.


Dopo le foto di rito e un sorso d'acqua ci tuffiamo nel Beaufortain, angolo di Savoia ricco di prati e ruscelli; la strada è sempre molto aperta e ci sono begli scorci sul gruppo del bianco

e sulla vallata sottostante che ci aspetta. (foto in prestito)


In breve siamo a Beaufort, in fondovalle, quota 700, nel caldo crescente, e ci aspetta il piatto forte della giornata: il Roselend, da un lato che per noi è assolutamente sconosciuto.

La strada sale dapprima a strappi nel bosco, poi a quota 1200 circa si arriva in una conca verde chiusa su tutti i lati da boschi ripidissimi, e pare che non ci sia uscita dalla valle. La strada invece si inerpica a tornanti lunghissimi sulla parete di fronte e prende quota sino al colletto di Meraillet (1600), che non è altro che un cambio di versante con panorama sul lago artificiale di roselend.

Facciamo una specie di pre-pranzo leggero al baruccio sul lago, poi attacchiamo gli ultimi bellissimi km, che sono uno spettacolo di torrenti, ruscelli glaciali, prati e panorama.

Arriviamo al colle, dove di solito non c'è nulla, e , gradita sorpresa, troviamo il chiosco ambulante di un simpatico signore di origine bresciana; ci ristoriamo dunque con qualche bibita e soddisfiamo la voglia del nostro nuovo amico di ripassare l'italiano.

Le nuvole intanto crescono lentamente nel cielo...


La discesa verso la valle dell'Isere si svolge in un vallone aspro e selvaggio; ad un certo punto si apre un bello scorcio verso le pareti sud del Bianco e la Aiguille de Glaciers.


Arrivati a Bourg St. Maurice, cittadina della Tarentaise, ci attende il Piccolo S.Bernardo, salita che sulla carta è molto facile per via delle sue pendenze molto dolci, ma molto lunga: 28 km.

A salire costantemente ai 14 km/h ci vogliono due ore, e abbiamo già oltre seimila metri nelle gambe; per di più il cielo si chiude ed iniziano a rimbombare in lontananza i primi tuoni...

Conduciamo una piccola gara con il temporale, e , nonostante un calo di zuccheri verso i duemila metri, arriviamo al colle con le primissime goccie d'acqua.

Al bar del confine festeggiamo la fine del dislivello, telefonando agli altri due amici che ieri hanno mollato a Chamonix, mentre fuori viene giù il temporale.


Il festeggiamento della fine delle salite continua fuori.

Sotto scrosci di pioggia battente, ma ormai quasi a casa, scendiamo la valle di la Thuile fino a Prè St. Didier, e da lì la valle d'Aosta centrale fino ad Aosta.

Gli ultimi chilometri sono emozionanti, ti rendi conto che ce l'hai fatta, che stai per arrivare alla macchina, e da una parte sei contentissimo, dall'altra qualcosa dentro di me era ormai abituato al lento procedere tra le montagne e vorrebbe andare avanti...

La gioia di Luca all'arrivo alla macchina.


Ore 18 di Domenica pomeriggio, carichiamo le bici in macchina e l'avventura è finita.
Finita fino alla prossima... [SM=g8119]

Fricius


-Emiliano-
00domenica 31 gennaio 2010 11:03
Spettacolo!
Che invidia! [SM=g8216]

Peccato per l'acqua finale, ma forse ha reso ancor più "epica" la vostra avventura!

Bravissimi...

Emiliano
christian
00domenica 31 gennaio 2010 14:48
Bello bello bello, complimentoni!
E una domanda: del cormet de roseland quale versante e' piu' bello paesaggisticamente secondo te?
Il tuo racconto mi ha involgliato ha esplorare la zona di chamonix per ammirare il massiccio del bianco anche dalla parte francese.
ciao ciao
Alefederico
00domenica 31 gennaio 2010 15:30
Bellissimo racconto
Me lo sono goduto parola per parola, foto dopo foto. Complimenti.
CiclistaperCaso@
00domenica 31 gennaio 2010 18:46

Grazie mille per il bel regalo Fricius.
Che emozioni !!!
Complimenti anche al tuo socio d'avventura.

Mi ha colpito molto l'esternazione dello stato d'animo sul finale. Per mancanza di tempo e per un'esperienza non grandissima come ciclista amatoriale, solo negli ultimi 2 anni ho osato allungare i percorsi.

Quel senso quasi di esaltazione del finale, che non ti fa sentire più la fatica che hai nelle gambe, che ti dà contemporaneamente euforia per avercela fatta e (quasi) un senso di dispiacere perché l'avventura è finita (quando magari sull'ultima salita eri lì a sputare l'anima ...) è a dir poco curioso.

Ciao e tantissimi [SM=g8080] [SM=g8080] [SM=g8080]
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