RONCADE. E’ un prete ortodosso greco il mandante del furto delle reliquie di San Cipriano. Fu il religioso, secondo la Procura di Treviso, a decidere il colpo nella chiesa di Roncade del 31 dicembre 2007. L’uomo andrà a processo il prossimo 17 maggio, insieme a due donne che avrebbero materialmente portato via i resti sacri e a un quarto complice.
Davanti al giudice del tribunale di Treviso compariranno il prossimo 17 maggio il prete ortodosso Kristakis Kalogeridis, 62 anni, originario di Atene e ritenuto il mandante del furto; le veronesi T.B., 47 anni di Nogara e A.D.V. (originaria di Roncade) accusate di aver commesso materialmente il furto e l’imprenditore A.G., 55 anni, di Monselice che avrebbe custodito le reliquie trafugate. Reliquie che furono trovate dai carabinieri in un magazzino di proprietà dell’uomo, nel gennaio del 2008.
Il colpo nella chiesa di San Cipriano venne messo a segno l’ultimo giorno di dicembre del 2007: due donne elegantemente vestite si presentarono in canonica qualificandosi come studiose e chiesero di vedere l’urna che custodiva i resti del santo. Nessuno poteva sospettare le loro reali intenzioni e la tèca venne aperte senza esitazioni. Pochi istanti, un attimo di distrazione da parte del custode, e le due donne sparirono con la reliquia. Un furto sacrilego che mise immediatamente in mòto le indagini dei carabinieri. Si ipotizzò inizialmente la pista dell’esoterismo: l’a ttività di una banda legata a una qualche setta.
Venti giorni dopo, l’urna venne trovata a Camposampiero. Le reliquie furano prontamente restituite alla comunità roncadese mentre gli investigatori denunciarono per l’accaduto tre persone: le due donne T.B. e A.D.V. e A.G. nella cui proprietà erano nascoste le reliquie. Le successive indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonio Miggiani, hanno portato all’i scrizione nel registro degli indagati di un sacerdote ortodosso, il greco Kristakis Kalogerids. Sarebbe lui, secondo gli inquirenti, ad aver ordinato il colpo poi firmato dalle veronesi. Accuse respinte dal greco, così come dagli altri imputati. Il movente? Una sorta di guerra mossa da un gruppo ortodosso alla camunità cattolica per il controllo dei preziosi resti di San Cipriano, considerato dalla chiesa un grande teologo e martire.
Si tratta al momento di ipotesi: la verità sul colpo a San Cipriano potrà venire alla luce con il processo.
(01 aprile 2010)
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