Fossati: "Ex timido ma non troppo"

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giuggyna
00martedì 14 ottobre 2008 22:39
Il cantautore a Tgcom sul nuovo disco
Ha pubblicato il nuovo "Musica Moderna". Ivano Fossati canta l'amore e non solo. Ex timido ("alle feste da ragazzino facevo tappezzeria"), ricorda la prima artista che ha cantato una sua canzone: "Catherine Spaak. Avevo 19 anni con la chitarra in mano le facevo ascoltare il brano. D'un tratto arriva il suo compagno Dorelli e mi vergogno". Stima Tiziano Ferro con cui ha collaborato al nuovo cd e la Mannnoia ("ha libero accesso al mio repertorio").


Fossati è un monumento del cantautorato italiano. Venticinque album all'attivo, tanti i premi ricevuti nella sua carriera, l'ultimo il David di Donatello per il brano "L'amore trasparente", colonna sonora del film con Nanni Moretti "Caos calmo" diretto da Antonello Grimaldi. Tante le collaborazioni da Mia Martini ad Adriano Celentano, da Patty Pravo a Zucchero. Ma in molti ricordano anche il rapporto artistico con Fabrizio De Andrè con cui ha scritto una decina di canzoni.

Però non tutti sanno che ha scritto anche per Catherine Spaak.
Pensa che è stata la prima che ha voluto cantare una mia canzone.

Può raccontarci com'è andata?
Erano gli anni 70 e assieme a Oscar Prudente (cantautore, musicista e produttore; ndr) andavamo in giro a proporre le nostre canzoni e nessuno ci voleva.

E' impossibile...
Eppure è così. Un giorno ci rechiamo in un grande albergo di Milano dove ci aspetta Catherine Spaak. Con le nostre chitarre le facciamo ascoltare la canzone 'Ancora libera'. Ma ad un tratto compare il suo compagno dell'epoca...

Johnny Dorelli?
Esattamente. Ho sempre avuto un grande rispetto per lui così in quel momento mi fermo e mi vergogno da morire...

Ma la canzone poi è piaciuta?
Beh direi proprio di sì, visto che poi Catherine l'ha cantata...

Molte interpreti hanno interpretato le sue canzoni. Su tutte le Mannoia.
Fiorella ha libero accesso a tutto il mio repertorio. Qualsiasi cosa faccia io sono felice.




E' l'unica a poterlo fare?
Direi di sì.

Ha scritto una canzone per il suo nuovo disco di inediti che esce il 7 novembre?
Sì. Ma non posso dire di più.

Ci racconta, invece, com'è andata la collaborazione con Tiziano Ferro?
Mi ha mandato il testo di una sua canzone. Non era assolutamente soddisfatto di alcuni passaggi e mi ha chiesto di dargli una mano. 'Se non ci riesci non la pubblico neanche questa canzone', mi aveva detto.

E lei cosa ha fatto?
Io ho trovato il testo molto bello. Ho aggiustato solo le parti che non lo convincevano.

Cosa le piace di Tiziano?
Ero a Cuba e un giorno l'ho visto in televisione. Sciolto, padrone della scena e parlava un ottimo spagnolo. L'ho ammirato da subito. Penso che alla sua età sia un artista completissimo. Ha una scrittura fresca, non banale.

Parliamo di "Musica Moderna". Qualche critico ha detto che la sua ultima produzione è 'soft' ma ne "Il Paese dei testimoni" canta "La faccia del colpevole ce l'ha/ L'ho visto e l'ho sentito/ L'avevo intuito/ Che non era a posto quello là"...
E' normale che il mio linguaggio sia diverso dalla produzione degli anni 80. Le mie vecchie canzoni, è vero, sono criptiche e difficili da penetrare. Ora i miei testi son più diretti.

Ha accolto l'invito di Gaber "a essere più esplicito"?
Una volta ci siamo incontrati e mi ha detto che gli piaceva la mia musica ma con i testi mi 'complicavo la vita' e mi diceva 'cerca di essere più esplicito'. Con il tempo ho recepito questo messaggio e ho attuato il suo consiglio.

Ma non canta solo l'amore in questo album...
Esattamente. Per carità i sentimenti sono importantissimi ma non per questo debbo cantare solo di un lui e di una lei. Ci sono tanti temi: dalla carenza idrica alla prepotenza dei media.


Dalla musica all'editoria. Nel 1991 ha pubblicato il libro "Il Giullare" e scriveva: "In situazioni drammatiche l'artista non conta più nulla". La pensa ancora così?
No. Confesso che era una frase troppo dura. Oggi viviamo sicuramente una situazione drammatica e l'artista passa in secondo piano. Abbiamo bisogno di governi che siano tempestivi ad affrontare l'emergenza economica, di controllori sui mercati. Ma la gente quando esce da lavoro, dopo una giornata tremenda, ha bisogno della musica, dell'arte e dell'evasionie, di sognare e fantasticare. Ed ecco che entriamo in gioco noi.

"Innamorarsi di tutto in realtà significa non innamorarsi di niente. L'ho imparato dalla mia esperienza". L'ha detto nel 2003.
E confermo tutto. C'è un'età in cui ci si innamora di tutto e c'è sempre molto da imparare. Ma poi bisogna fare delle scelte, scegliere l'amore. Innamorarsi di certe cose essendo pienamente consapevoli della rinuncia a tutto quello che di bello potrebbe esserci ancora da esplorare.

Ha insegnato questo a suo figlio Claudio (che ha collaborato alle percussioni in Musica Moderna; ndr)?
Basta stare vicini ai figli e aspettare che loro imparino qualcosa da come ti comporti nella vita quotidianamente. Insomma bisogna dare il buon esempio e non imporre certe regole, specie in amore.

C'è un unicum nelle sue canzoni d'amore: finiscono sempre bene.
A ben pensarci sì, è vero.


Come mai?
Oggi più di ieri credo che sia importante essere positivi, almeno nei sentimenti. Siamo continuamente bombardati da messaggi negativi a cominciare dalle guerre che ci sono nel mondo. Per questo penso all'amore come a un qualcosa che sia bello e leggero allo stesso tempo.

Non deve essere stato facile per un "ex ammalato di timidezza" innamorarsi...
(Ride, ndr) Ero timidissimo da ragazzo. Ma è stato il mio lavoro a far da terapia e a sconfiggerla. La timidezza a 20 anni ha un senso, su un uomo di 40 o 50 anni è un po' ridicola. Mi sono fatto coraggio salendo sul palco e cantando davanti a tante persone.

Come se la cavava alle feste da ragazzino?
Facevo tappezzeria. Ma ero felice lo stesso!

Perché?
A parte che alle feste non andavo quasi mai e poi quando ci andavo ero felicissimo di essere lì con gli altri. Negli anni 60, mentre gli altri ballavano, io rimanevo in piedi, immobile, davanti ai musicisti e ascoltavo quello che suonavano.

Dall'adolescenza ad oggi però ha sempre lo stesso problema: non ricorda mai le parole delle sue canzoni...
Verissimo! Può sembrare una cosa assurda ma sin da quando avevo 20 anni ero talmente immerso nella musica che non pensavo alle parole. Questa cosa mi è rimasta sino ad oggi.

Come fa durante i tour?
Mi fanno un dischetto con i testi della canzoni e le imparo a memoria.

Ha sempre viaggiato molto. C'è qualche meta che consiglierebbe ai giovani di oggi?
L'Oriente. E' una zona con cui avremo molto a che fare nel prossimo futuro. Consiglierei ai ragazzi di visitare la Cina e tutti i Paesi del Medio Oriente per capire la loro cultura e percepire la bellezza di quei luoghi.

Finisce così la lunga chiacchierata con Fossati. Nella hall di un grande albergo di Milano, proprio come è successo a lui anni prima con Catherine Spaak. Le ultime battute riguardano Fiorella Mannoia che definisce una persona "lineare, senza colpi di testa e sempre disponibile e carina. Coerente in tutto quello che fa". Qualche auspicio per il prossimo tour: "Vorrei cercare di tenere i prezzi dei biglietti molto bassi. In tempi come questi direi che è quasi un obbligo. E' difficile però per i costi di una tournée ma lo voglio fare". Non resta allora che dare spazio alla sua musica e alle sue parole.


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