Fondo anti Aids, a 11,7 miliardi

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harrypotter79
00domenica 10 ottobre 2010 18:02
Usa da record, l'Italia non s'impegna
Alle Nazioni Unite si è svolta la sessione in cui i Paesi annunciano il loro impegno contro Hiv, malaria e Tbc. Obama rilancia per 4 miliardi di dollari in tre anni. Il nostro governo non fa proposte e cerca una "rateizzazione" dei mancati versamenti 2009-2010

ROMA - Undici miliardi e settecento milioni di dollari in tre anni: è la cifra che i principali paesi del mondo (quaranta in tutto, ma l'Italia non ha versato nulla), la Commissione Europea, organizzazioni, fondazioni e donatori privati hanno assicurato al Fondo Globale contro Aids, tubercolosi e malaria. L'annuncio è arrivato oggi nella riunione di New York sul rifinanziamento della più grande alleanza pubblico-privato esistente per la salute mondiale. Si tratta di uno sforzo notevole, se si compara ai 9,7 miliardi promessi nel settembre 2007, a Berlino, per il triennio 2008-2010, ma lontani da quei 20 miliardi che sarebbero necessari.

Impegno di Usa, Francia e Norvegia. Gli Stati Uniti hanno annunciato un forte incremento, 4 miliardi dollari in tre anni, un vero boom considerando che gli Usa nei dieci anni di esistenza del Fondo hanno versato 5,5 miliardi di dollari. Il Dipartimento di Stato di Washington ha definito gli aiuti "senza precedenti" dal momento che rappresentano una cifra superiore del 38% rispetto al precedente impegno su un periodo di tre anni. Oltre il 20% di aumento hanno annunciato Francia (che nei dieci anni di esistenza del Fondo ha versato 2,4 miliardi di dollari, secondo Paese donatore), Canada (era all'ottavo posto) e Norvegia (al dodicesimo posto, ma al primo posto come contribuente se si relazione al Pil e al numero di abitanti). La Commissione Europea, tra i principali donatori, con oltre un miliardo in 10 anni, prevede un incremento di circa il 10 per cento. Australia e Giappone hanno dichiarato aumenti, mentre la Gran Bretagna ha solo potuto confermare la cifra dei precedenti anni, non escludendo nuovi fondi.

Il rappresentante italiano (funzionario all'Onu in assenza di una rappresentanza politica) ha ammesso l'impossibilità di prendere, per ora, impegni. L'Italia deve ancora i soldi promessi per il 2009 e il 2010, nonostante sia stato uno dei paesi promotori del Fondo che venne lanciato a Genova da Berlusconi nel G8 del 2001. Tra i 40 paesi che hanno promesso soldi anche new entry come la Tunisia (2 milioni) o la Malaysia; la Cina ha leggermente aumentato (14 milioni di dollari in tre anni) come l'India. Per le Fondazioni, quella di Bill e Melinda Gates ha confermato l'impegno di cento milioni l'anno, ma per 5 anni. Tra i privati, forte l'impegno della Chevron (25 milioni). Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban-Ki Moon, che ha presieduto il meeting, ha sottolineato: "Nel momento in cui tanti governi tirano la cinghia in casa, questo impegno è un segnale potente: mostra quanto seriamente i leader mondiali vogliono fare la giusta cosa oltre le loro frontiere. Vuol dire che capiscono quanto sia importante la salute dei popoli. Nonostante l'impressionante impegno ottenuto oggi, la richiesta di fondi è ancor più alta. Ciò significa che dovremo continuare a cercare nuove risorse, percorrere innovative strade di finanziamento, portare nuovi donatori al nostro tavolo".

Gli annunci dei Paesi donatori, sottolineano comunque al Fondo globale, non coprono interamente le esigenze relative ai programmi dei paesi in via di sviluppo. "Donatori pubblici e privati hanno dimostrato di fidarsi del Fondo globale", ha detto Michel Kazatchkine, direttore esecutivo del Fondo, "ma va detto che la cifra non è sufficiente a coprire i progetti. Continueremo a cercare risorse per giungere alle cifre che ci servono per rispettare, entro il 2015, gli Obiettivi del millennio".

Lettera aperta. Una lettera aperta al presidente del Consiglio e al Governo italiano, sottoscritta dalle maggiori organizzazioni di lotta all'Hiv/Aids (Osservatorio Aids, Anlaids, Nadir, Gruppo Abele, Medici Senza Frontiere, European Aids Treatment Group di Bruxelles, e tanti altri, il testo è reperibile nel sito www. lila. it) è stata inviata oggi per sottolineare l'assenza e il silenzio italiano e chiedere di rispettare gli impegni precedenti e impegnarsi per il futuro. "Perché", dice la Lila, lega anti Aids, "le promesse mancate uccidono". Per quanto riguarda gli impegni già presi, Elisabetta Belloni, direttore del dipartimento Cooperazione sviluppo del ministero degli Esteri, ha così dichiarato: "Il nostro dipartimento sta trattando con Palazzo Chigi e con il ministro Giulio Tremonti per definire un piano di rientro per i contributi che l'Italia non ha erogato al Fondo negli ultimi due anni" (si tratta in totale di 260 milioni di euro più 30 milioni di dollari annunciati da Berlusconi al vertice G8 del 2009 a L'Aquila).

Effetti del mancato contributo. L'Osservatorio globale dell'Aids, network di varie ong nazionali e internazionali, segnala che "i soldi che l'Italia ha promesso ma non ha mai versato potrebbero significare molto per la vita di milioni di persone minacciate dalla tre pandemie. Con i 260 milioni di euro delle due quote annuali, per esempio, si potrebbe pagare il trattamento salvavita con i farmaci antiretrovirali a 100mila persone affette da HIV/AIDS; si potrebbero trattare 284mila persone malate di tubercolosi e distribuire 8 milioni di zanzariere impregnate con insetticida per la prevenzione della malaria. Per il nostro paese, quindi, si tratta solo di sfigurare davanti al resto del mondo. Per i beneficiari dei progetti finanziati attraverso il Fondo, significa molto di più".

www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2010/10/05/news/fondo_anti_aids_usa_da_record_l_italia_non_prende_impegni-...

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