Flakpanzer 2 Cm MG-151/20 Flakvierling Auf Panther Fahrgestell
La sempre più pressante esigenza espressa dalla Wermacht di equipaggiare le proprie unità corazzate di efficienti veicoli antiaerei, portò alla realizzazione dei FlakPanzer, una nuova serie di carri armati specializzati nella difesa antiaerea. Per motivi di urgenza lo scafo inizialmente scelto per creare i primi FlakPanzer fu quello del Panzer IV che, grazie alla sua robustezza ed affidabilità, permise la realizzazione di vari tipi di carri antiaerei (“Mobelwagen”, “Wildwind e “Ostwind”) di grande successo soprattutto considerando che si trattava di veicoli concepiti come mezzi di transizione realizzati adattando alla meglio quanto già disponibile. Fra di essi furono particolarmente apprezzati il “Wildwind” e l’”Ostwind” che, grazie alla loro torretta avviluppante, permettevano l’immediato impiego dell’armamento e garantivano, nonostante il cielo aperto, una protezione dei serventi di gran lunga superiore a quella offerta dai veicoli antiaerei precedenti. Furono anche concepite evoluzioni potenziate degli stessi, quali: lo “Zerstorer ‘45”, l’”Ostwind II” ed il “Kugelblitz” che si distingueva dai precedenti per una avveniristica torretta sferica chiusa su tutti i lati in grado di garantire una protezione totale dell’equipaggio.
La famiglia dei FlakPanzer IV su scafo Panzer IV è, però, da considerare quale soluzione temporanea in attesa dello sviluppo ed entrata in servizio di una nuova generazione di carri antiaerei concepiti ad hoc per tale ruolo ed impieganti le tecnologie e gli armamenti più avanzati: i FlakPanzer V su scafo Panzer V “Panther”. Appartengono a tale famiglia il “Coelian” armato con due 3.7 cm Flak-43 ed i due “SuperCoelian” progettati da Krupp e Rheinmetall armati di 5.5 cm FlakZwilling.
Fra i FlakPanzer V va annoverato anche il meno fortunato progetto Rheinmetall codice HSK 82827 datato 21 maggio 1943 e consistente in una torretta integralmente chiusa e fortemente corazzata armata di quattro MG 151/20 da 2 cm dotati di una elevazione da -5° a +72°.
Questo veicolo è considerabile un’evoluzione del “Wildwind” in quanto condivideva con quest’ultimo un armamento similare, ma ne risolveva i principali difetti grazie ad una torretta chiusa dotata di una spessa corazza capace di garantire una efficace protezione all’equipaggio anche nei confronti del fuoco anticarro avversario.
Il Flakpanzer 2 Cm Mg-151/20 Flakvierling Auf Panther Fahrgestell “FlakVierlingPanther” fu un progetto abbandonato allo stadio embrionale in quanto prevalse la giusta considerazione secondo cui uno scafo “Panther” risultava eccessivamente sotto armato considerando le dimensioni e le prestazioni dello stesso. Per questo si considerarono le Flak da 3.7 cm come l’armamento minimo per i FlakPanzer V e, quindi, questo “FlakPanther” quadrinato fu scartato ed abbandonato.
Ciò nonostante devo confessare di essere affascinato da questo veicolo per vari motivi. Prima di tutto si tratta di uno dei progetti esteticamente meno riusciti che abbiano mai coinvolto l’elegante scafo del “Panther”; in secondo luogo questo “FlakVierlingPanther” sembra essere la massima evoluzione del secondo ruolo a cui erano chiamati i FlakPanzer ed in generale tutti i veicoli antiaerei: il fuoco di supporto alla fanteria contro bersagli terrestri. I “Wildwind” e gli “Ostwind” erano molto apprezzati non solo per l’efficacia dei loro armamenti contro bersagli poco o non corazzati, efficacia già comprovata da tutti i veicoli armati con le medesime Flak, ma anche perché, rispetto a questi ultimi, garantivano una protezione all’equipaggio che consentiva un ingaggio più ravvicinato e, quindi, efficace del veicolo in fase offensiva o difensiva e non necessitavano di complesse o lunghe attività per l’impiego delle armi come, ad esempio, l’abbattimento di paratie per consentire la rotazione a 360° della Flak trasportate.
Il “FlakVierlingPanther” sembra essere fatto apposta per essere impiegato con la massima efficacia contro bersagli terrestri, basti pensare all’altissimo rateo di fuoco delle quattro MG 151/20 trasportate e della spessa corazza frontale della sua torretta. E’ per questo motivo che ho deciso di dedicarmi a questo modello per collocarlo in un diorama in cui svolgerà proprio il compito di supportare l’assalto di alcuni fanti.
Unica differenza sarà la sostituzione delle MG 151/20 con degli Mk-103 da 30mm nella parte inferiore e più spaziosa della torretta e con delle Flak-38 L65 da 20mm nella parte superiore. L’impiego di armi più potenti vorrebbe offrire una parziale soluzione al difetto del “FlakVierlingPanther” che ne decretò l’abbandono, restando, però, sempre nell’ottica di un veicolo realizzato più per il supporto fanteria che per l’attività antiaerea.
Insomma, nella configurazione in cui realizzerò il mio “FlakVierlingPanther”, si potrebbe parlare più di uno SturmFlakPanzer, piuttosto che di un FlakPanzer propriamente detto.
Qui di seguito le immagini del kit e degli after market che utilizzerò per il mio modello.
Fino a questo momento ho assemblato lo scafo tentando di riprodurre la testurizzazione delle piastre corazzate stendendo con un vecchio pennello e poi lisciando lo stucco liquido Lifecolor, realizzando le saldature con dello stucco bicomponente ed enfatizzando lo spessore delle corazze modellando opportunamente dello stucco Molack.
Ho inoltre sostituito il cavo di alimentazione della Notek con del filo di rame, gli ancoraggi dei cavi di traino con dei tondini in ottone ed ho anche deformato a caldo ed assottigliato i parafanghi frontali.
Al fine di terminare il prima possibile i lavori più monotoni, ho colorato ed invecchiato le ruote del treno di rotolamento.
L’invecchiamento è stato realizzato con dei colori ad olio lavorati dopo che le ruote sono state protette con la cera Future.
Per terminare del tutto i lavori su queste parti, mancherebbe il color metallo a simulare l’usura sui denti delle ruote motrici, lungo quelle di ritorno e sul bordo più esterno delle ruote che compongono la fila interna del treno di rotolamento. Provvederò in tal senso solo dopo aver spruzzato il coprente opaco per evitare che quest’ultimo opacizzi troppo le tinte lucide del metallo esposto ad attrito.
Al momento sto assemblando i cingoli della ModelKasten.
A voi.