Firenze

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flora2
00martedì 7 novembre 2006 21:48
Ci pensavo stamane mentre frettolosa percorrevo alcune vie del centro e mi trovavo tra gruppi di turisti che con il naso all'insù e armati di macchina fotografica ammiravano questa splendida città. Passavo proprio davanti alla casa di Dante e l'ho guardata di sfuggita, perchè ci passo ogni giorno, perchè si perde l'abitudine delle cose belle, perchè per noi che ci viviamo è tutto scontato.
Ma solo sabato qui c'erano le manifestazioni di quel novembre infausto di quaranta anni fa...la sera del sabato in piazza della signoria si proiettavano immagini di quei giorni tremendi per questa città, ma anche per l'Italia e per il mondo, visto l'enorme patrimonio artistico toccato da quell'alluvione, le perdite di vite umane e la distruzione di tutto.
Ci pensavo stamane con un nodo alla gola...passando per le vie di questa città...mi sono fermata un attimo davanti alla chiesa di Beatrice, lì vicino alla piazzetta di Dante epoi agli Uffizi.
Ci pensavo stamane a quant'è bella Firenze soprattutto in questa stagione, quando il freddo è pungente, il sole tiepido accarezza il viso e da un ponte sull'Arno si può scorgere la cupola del Duomo, la torre di Arnolfo e San Miniato.
peccato che la fretta della vita e i problemi quotidiani ci facciano diventare ciechi davanti a cotanta bellezza....

Flora
beren erchamion
00martedì 7 novembre 2006 22:22
vero ho visto anch'io i filmati d'epoca che rievocavano quella tragedia, e anche l'enorme solidarietà che percorse molti giovani di allora , gli angeli di firenze e mi era passata l'idea di ricordarli anche qui, fra l'altro io che non sono assolutamente un viaggiatore conosco un pochino firenze per esserci stato 2o 3 volte ospite di un amica, ed è davvero una città stupenda
Heartless-
00mercoledì 8 novembre 2006 13:01
Non sono


mai stato a Firenze,ma l'ho mancata di poco :) ,
mi riservo di andarci,anche perche'nessuno mi ha mai invitato a firenze,eppure credevo di avere degli amici là. (ironia inside)

Scherzi a parte,ho visto anche io le immagini di quella tragedia,indescrivibile.

Una sola cosa ancora,e'bello vedere che nonostante tutto,nel bisogno e nel dolore,le persone si uniscano cosi',senza riserve.
Peccato solo che funzioni solo nel dolore.

Vabbe',divago e non sono all'altezza di scrivere qualcosa di sensato ultimamente quindi.


Firenze,arrivoooooooooooooooooooooooo
flora2
00mercoledì 8 novembre 2006 16:34
Less...faccia tosta
Avresti il coraggio di dire che nessuno ti ha invitato a Firenze?
Noi ti s'aspetta e poi facciamo i conti.
Da quanti anni ci conosciamo? Quanti anni ha Viola?....
Vedi un po' tu....

Flora
Caleidos
00mercoledì 8 novembre 2006 16:51
Firenze
Ci vuole la colonna sonora anche qui, per non sentire lo sparlare di Massi!
Scelgo le note di Ivan Graziani:

I. Graziani

(1980)

Firenze lo sai non è servita a cambiarla
La cosa che ha amato di più è stata l'aria
Lei ha disegnato ha riempito cartelle di sogni
Ma gli occhi di marmo del colosso toscano guardano troppo lontano........




Caleidos [SM=g27822]
poeta76
00venerdì 10 novembre 2006 18:32
Avevo undici anni la prima volte che la vidi, tre anni dopo la tragedia, da allora ci sono tornato innumerevoli volte(riporto quì un passaggio di una cosa che scrissi tempo fa dove cito Firenze)

Il viaggio
Gli anni sessanta, non sono stati solo quelli della protesta studentesca, almeno per quanto riguarda me e, forse, tante altre persone.
Negli anni sessanta e più precisamente, nel sessantanove, ho fatto il mio primo ed unico viaggio con i miei genitori. Unico: sembrerà strano ma è proprio così.
La ragione è molto semplice, l’unicità dell’evento è dovuta al fatto che mentre io avevo solo undici anni, i miei genitori all’epoca erano già anziani, mio padre aveva ben sessantatré anni e mia madre cinquantaquattro.
Il mezzo di trasporto usato per quel viaggio, fu il treno.
In effetti, non mi ricordo che mio padre avesse mai avuto un’automobile, ma tanti acciacchi si, era invalido di guerra e di lavoro e questa fu anche la ragione di quel viaggio, destinazione Padova, con tappe a Firenze e Venezia, per una veloce visita alle due città.
Ci recammo a Padova, perché mio padre, Antonio, era devoto a quel santo, ma non ricordo bene quale grazia da chiedere o ricevuta, gli fece prendere la decisione di muoversi insieme a noi: me, mia madre e una delle mie sorelle, da Napoli, nostra città natale.
Non nascondo che scrivendo questo,sta affiorando dal mio archivio, uno dei più bei ricordi della mia infanzia.
Non ho bene in mente l’ora della partenza da Napoli, né la sicura sosta a Roma, però ricordo bene l’arrivo a Firenze.
Avvenne quasi all’alba, la prima che i miei occhi di fanciullo vedevano.
Ricordo distintamente il barista che aspirando la "c", ripeteva l’ordinazione di mio padre: .
Che strano modo di parlare avevano in quella città, così secco, diretto, eppure, affascinante. In quale luogo ero capitato?
Dalla vetrata del bar della stazione, potevo ammirare estasiato il cielo che piano piano sbiadiva e pensai entusiasta: “Sto per conoscere il mondo!”
La giornata che trascorremmo a Firenze, mio primo immenso amore geografico, fu semplicemente fantastica, anche se quel giorno, mi beccai un manrovescio da mia madre.
Giro turistico in piena regola: piazzale Michelangelo, gli Uffizi, Ponte vecchio, Lung’Arno e, immancabile, buonissima, irripetibile, enorme...bistecca alla fiorentina, accompagnata da due mezzi calicetti di un buon Chianti, causa scatenante di un mio comportamento troppo allegro con conseguente, gia citato, manrovescio.
La sera tardi, di nuovo in treno, la prossima tappa sarebbe stata, Venezia...


Nonostante tutti i posto in cui sono stato, e sono tanti, questa città non smette mai di emozionarmi, per me ha qualcosa di magico anche se non so esattamente di cosa si tratti, forse...la mia prima alba? [SM=g27822]

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