Fanghi

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neve67
00domenica 30 maggio 2004 18:25
Una vacanza alle terme è ormai quasi un obbligo modaiolo ma è soprattutto un momento in cui la terapia si unisce al relax, un momento in cui ci si dedica totalmente alla cura di sé e del proprio corpo. Fangoterapia, così si chiamano quei trattamenti che, utilizzando i fanghi – appunto - permettono al corpo di riscoprire il – e beneficiare del - contatto con un elemento fortemente simbolico, la terra, ciò che dà la vita e accoglie la morte in un ciclo rigenerativo di cui l’essere umano è parte integrante.

Cosa sono i fanghi?

Il fango termale è il risultato dell’unione di una componente solida argillosa e una componente liquida, vale a dire l’acqua termale - che può essere radioattiva, salso-bromoiodica, sulfurea, arsenicala-ferruginosa… - La parte solida è a sua volta formata da una componente organica e da una inorganica. La prima è il prodotto soprattutto della maturazione del fango – da un minimo di 6 mesi fino ad 1-2 anni – cioè dello scambio ionico tra solido e liquido che provoca appunto un aumento di sostanze microorganiche – vegetali o animali –

neve67
00domenica 30 maggio 2004 18:27
I fanghi sono tutti uguali?

I fanghi sono naturali nel caso in cui non subiscano trattamenti volti a stabilire a priori componenti chimiche e proprietà – in tal caso si definiscono artificiali – e vengono dunque utilizzati così come si presentano in natura. Essi inoltre si distinguono l’uno dall’altro a seconda delle diverse componenti liquide e solide – considerando che queste ultime differiscono a loro volta in base alle caratteristiche organiche ed inorganiche e alla loro composizione chimica -

Torbe: sono prevalentemente di origine lacustre o palustre e sono ricche di sostanze organiche – effetto della trasformazione degli organismi vegetali da cui derivano le torbe –

Limi: la componente liquida può essere acqua di mare o acqua minerale – soprattutto sulfurea - mentre quella solida si compone di minerali e sostanze organiche di provenienza lacustre o lagunare – dai fondali – e fluviale – dall’accumulo detritico nel letto del fiume –

Muffe: nascono dalla commistione di una parte solida, composta da alghe o da altre sostanze organiche marine, e di acque solitamente sulfuree.

Sapropeli: la componente solida si unisce in questo caso ad un acqua minerale, quasi sempre sulfurea, o ad acqua di mare – a volte, ma molto raramente, ad acqua dolce. Il termine “Sapropeli” significa “melme putrefatte”.

Bioglee: sono dei fanghi “gelatinosi” la cui componente organica è costituita soprattutto da mucillagini sostanze, lipidiche, vitaminiche… mentre quella inorganica si compone di materiale siliceo e sali.

I fanghi una volta utilizzati, possono essere di nuovo inseriti in un processo di maturazione e, una volta rigenerati, usati per nuove applicazioni.

Il fango

Solitamente un fango maturo contiene: pigmenti – clorofilla, xantofille e carotenoidi – lipidi – circa uno 0,5% - fosforo lipidico, l’ 1,6% di steroidi – questi ultimi sono legati alla presenza di sostanze organiche –

Quali sono gli effetti di un’applicazione di fango?

Innanzitutto l’innalzamento della temperatura cutanea e sottocutanea locale – nella zona trattata affluisce più sangue e più velocemente – Le proprietà fisiche e fisico-chimiche del fango termale lo rendono capace di apportare calore, rilasciandolo molto lentamente nella zona interessata. Un altro effetto prodotto dall’applicazione è lo scambio ionico, ciò significa che i minerali contenuti nei fanghi vengono rilasciati e quindi assorbiti dalla cute. Infine la secrezione di sudore: i fanghi agiscono sulle ghiandole sudoripare attivandole e stimolando la sudorazione e favorendo l’espulsione di acqua e tossine.

neve67
00domenica 30 maggio 2004 18:28
Come si svolge un trattamento di fangoterapia?

Il fango maturo viene lavorato, come se lo si stesse impastando, quindi viene riscaldato fino a raggiungere i 45-50 gradi circa. Viene poi steso sulla cute in strati di circa 7-12 cm e ricoperto con della tela cerata o con delle lenzuola. L’applicazione di fango termale dura dai 20 ai 30 minuti, dopodiché si fa una doccia o un bagno – viene sempre utilizzata l’acqua minerale – Le due fasi successive sono quelle della reazione sudorale – che dura dai 30 ai 60 minuti - e del massaggio. La terapia avviene generalmente il mattino e a digiuno, in ogni caso sempre a digestione ultimata.

I fanghi possono essere totali, e in questo caso la persona viene “ricoperta” quasi completamente – il fango non viene steso sulla testa e sulla parte anteriore del collo e dell'area toracica precordiale – o parziali. In quest’ultimo caso il fango viene applicato solo in una zona specifica. Viene utilizzato un mastello se le zone interessate sono mani e piedi; la “mutandine” per agire su organi genitali ed addominali; nel caso di alcune particolari nevralgie e di forme nevritiche si utilizzano dei “fanghi elettrici” – la corrente viene utilizzate in associazione al fango – L’applicazione può interessare solo un braccio o una gamba oppure può essere steso fino a ricoprire entrambe le gambe o il bacino o fino alla vita.

Gli effetti della fangoterapia si distinguono in: specifici, cioè quelli derivanti principalmente dal tipo di acqua minerale presente nei fanghi, e aspecifici, cioè quelli che derivano più direttamente dall’azione del calore o dal metodo e dai mezzi utilizzati durante le sedute.

Si possono utilizzare nel caso di…

- affezioni dermatologiche
- malattie reumatiche a danno dell’apparato osteoarticolare (in particolare nel caso di artrosi della mano, del piede, del ginocchio, dell’anca, della colonna vertebrale)
- postumi di contusioni, fratture o lussazioni
- tendiniti
- gotta
- fibrositi
- borsiti
- patologie epato-biliari
- infiammazioni delle tube
- vulvovaginiti
- disturbi legati al processo metabolico (per esempio: un eccesso di colesterolo)

Non si possono utilizzare nel caso di…

- patologie tubercolari
- cute con lesioni
- durante la gravidanza
- patologie a livello cardiocircolatorio
- malattie infettive acute
- tumori


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