Falce e carrello

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bentoribeiro
00giovedì 27 settembre 2007 16:17
la denuncia di Mr Esselunga in un libro
Bernardo Caprotti ha scritto un libro-j'accuse contro gli ostacoli posti al suo gruppo nelle regioni rosse. Seguirà esposto in precura


MILANO - Da tempo denuncia la sua difficoltà ad accedere al mercato della grande distribuzione in alcune regioni italiane, dove a suo dire vige un vero e proprio regime di sudditanza nei confronti delle Coop. La protesta di Bernardo Caprotti, 81enne fondatore di Esselunga, è diventata ora un libro dall'evocativo titolo di «Falce e carrello», edito da Marsilio. E scaturirà presto anche in una vera e propria azione penale: il patron della catena di supermercati più diffusa del nord Italia ha infatti annunciato di voler presentare in procura un esposto proprio per denunciare questa sorta di conventio ad excludendum che amministrazioni locali e operatori economici vicini alla sinistra starebbero attuando nei suoi confronti.
«MERCATO DISTORTO» - Già o scorso gennaio Caprotti aveva parlato della questione con il commissario della Ue alla concorrenza, Neelie Kroes: «Le ho raffigurato la situazione di cui sono stato vittima e testimone - ha raccontato Caprotti alla presentazione del libro -: una distorsione della Repubblica attraverso un vero e proprio controllo territoriale che ti impedisce di entrare in certe zone del Paese con vari sistemi: piani regolatori, decisioni delle sovrintendenze, velate minacce ai costruttori. Il controllo del territorio comporta una tendenza al monopolio: è questa che abbiamo denunciato all'Unione europea». E «Falce e carrello» è dedicato proprio «a ciò che ho dovuto subire per mani delle Coop».
VOCI DI VENDITA - La presentazione del libro è stata anche l'occasione per affrontare il nodo della possibile vendita di Esselunga, dopo la voce di un interessamento da parte del gruppo tedesco Rewe. Caprotti ha precisato che «al momento non c'è interesse alla vendita» anche perché «l'azienda va bene». Ma ha evidenziato come, qualora intendesse passare di mano il suo gruppo, questo potrebbe essere fatto solo di fronte a candidati affidabili dal punto di vista della qualità. «Ci sono solo tre o quattro gruppi che potrebbero prendere in mano il nostro e mantenerne la qualità e lo spirito - ha spiegato il gran capo di Esselunga -. Wal Mart e Tesco, ad esempio, sono l'antitesi di Esselunga». Esclusa infine la cessione a fondi di private equity e all’amico Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi: «Andiamo a caccia insieme volentieri, ma lui fa cementi», mentre quello del retailer è un mestiere che può fare «solo chi è colpito dal bacillo».
«NESSUNA FRETTA» - In ogni caso, ha spiegato Caprotti, non c'è particolare fretta: «E’ vero - ha detto - che sono anziano, un vegliardo, ma qui siamo quasi tutti italiani e l’anno scorso abbiamo scelto per sette anni un presidente della Repubblica che qualche mese fa ha compiuto i miei stessi anni ed è attivissimo: è tutti i giorni in tv. Lavora quasi come me, anche se io non ho i corazzieri. Ma a lui non chiedete che cosa succede se muore prima di Natale o Pasqua. Io mi diverto a fare girare questa baracca».
Alessandro Sala
corsera.it
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