Comunque da vedere...
Il film svela gli ambigui retroscena della politica estera del presidente Bush, dei suoi proficui rapporti d’affari con la famiglia Bin Laden raccontati in modo dettagliato e con ironia dal regista Morre, un regista mediocre dal mio punto di vista.
Da vedere, anche se un tantino fazioso e un po’ troppo ironico vista la drammaticità del tema (la guerra in Iraq, il dolore di tutte le madri, lo sgomento dei soldati americani, la speculazione di petrolieri e trafficanti di armi che si arricchiscono coi conflitti). Il film/documentario, nel bene o nel male, sicuramente scuoterà l’opinione pubblica, non tanto perché denuncia la politica di Bush quanto per le immani di dolore: quelle dello strazio di una madre americana in lacrime per la perdita del figlio deceduto sul fronte irakeno, che effettua il suo personale pellegrinaggio alla Casa Bianca per cercare di lenire un dolore lancinante. O quello dei reclutatori militari che battono le zone più povere del paese per convincere i giovani disoccupati ad arruolarsi con promesse di brillanti carriere. Anche in campo musicale. Salvo poi mandare questi giovani allo sbaraglio, sul fronte irakeno, a combattere una guerra che i figli dei membri del Congresso non combatteranno mai.
“E’ stato solo un sogno o è successo davvero?”
(Michael Moore, incredulo per l’elezione di Bush)
Ciao Erika
Cat