Dal 1989, anno in cui venne varata la legge sul default degli enti locali, hanno alzato bandiera bianca 428 enti in tutta Italia. Ora sono, oltre Taranto, 60 gli enti a rischio bancarotta ma la compagnia si allargherà certamente, soprattutto al sud. Nel meridione alcuni enti sono addirittura in defaulta da oltre 10 anni, come la provincia di Benevento (dissestata dal lontano 1993). Purtroppo però tali "fallimenti" non sono fallimenti veri, come capiterebbero ad una società privata (o almeno come dovrebbero capitare in una società privata), lo stato continuamente salva gli enti locali in rovina (e i didietro dei politici locali
) impedendo sia una responsabilizzazione dei governi locali che una richiesta di efficienza da parte dei cittadini-elettori e una pronta realizzazione di tale efficienza da parte degli eletti. Per non parlare poi delle città o regioni virtuose, che vengono di fatto decurtate dei loro soldi che serviranno non ad investimenti per un miglioramento dell'efficienza del governo ma a salvare Cuffaro o Bassolino. Ecco i soldi che i cittadini ed i governi locali virtuosi hanno dovuto cedere agli incompetenti e ai mafiosi:
1,235 miliardi di E (finora) di mutui per ripianare i deficit
50 milioni di E l'anno per gli interessi
43 milioni di E l'anno ulteriormente spesi per allineare alla media i trasferimenti erariali per i comuni falliti (un incentivo alla bancarotta!
)
Mutui e riallineamenti sono finiti soprattutto in Campania che ha assorbito in questi anni 728 milioni su 1.277; la Campania ospita anche il "primato" di avere gli unii casi di capoluogo di provincia e di regione finiti in default (Napoli)