Fabio Fazio e la laicità del PD

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
-Giona-
00sabato 19 aprile 2008 17:52
Su "La Stampa" di domenica 6 aprile c'erano due articoli di fondo, uno dei quali era a firma di Fabio Fazio. Lo riproduco qui sotto traendolo dalla pagina www.verdiforlicesena.org/2008/04/07/la-stampa-di-ieri-fabio-fazio-quanto-e-la...

FABIO FAZIO
Quanto è laico il PD?
Il Partito democratico è arrivato improvvisamente e persino inaspettatamente. Come tutte le sorprese, ha portato con sé entusiasmo e anche inquietudine, persino scetticismo a volte. Di certo ha creato spaesamento. Mettere insieme la tradizione cattolica con quella popolare della sinistra democratica non è cosa da poco.Era obbligatorio, era scritto nel Dna del nostro Paese, ma sino ad oggi, prima di Walter Veltroni, nessuno concretamente ci era riuscito e tutti sappiamo quali tragedie l’Italia abbia conosciuto nel tentativo di composizione di queste due anime.Il problema è come l’incontro di due anime differenti non diventi rinuncia per entrambe, come cioè si possa definire questa operazione una addizione e non una sottrazione: il problema in sintesi è ancora una volta quello della laicità del Partito democratico. Su questo, ed è evidentemente la mia personale opinione, si giocherà non soltanto il presente quanto piuttosto il futuro del partito ma soprattutto l’entusiasmo dei suoi elettori. A costoro in questi giorni viene chiesto di indicare una priorità da aggiungere al programma elettorale per sottoporla a Veltroni. Ciascuno ha la propria scala di urgenze e di necessità, ma se tutti siamo d’accordo che la lotta alla criminalità organizzata e le misure per ridare potere d’acquisto ai salari sono addirittura vitali, i temi legati ai diritti delle persone e alle libertà personali sono dirimenti per poterci sentire contemporanei e rispettati nella nostra dignità di cittadini.Le ingerenze della politica sono spesso discutibili e opportunistiche: a volte persino comprensibilmente. Ma c’è un terreno sul quale non sono ammissibili opportunismo e ingerenza: quello che riguarda la sfera personalissima di ciascuno di noi dove si decidono la felicità o la sorte nostre e dei nostri cari: la nascita, le relazioni e la vita di coppia, la possibilità di morire con dignità.Sono i temi cosiddetti eticamente sensibili sui quali ciascuno ha il diritto di confrontarsi solo con se stesso e il dovere di rispettare le scelte altrui. Il mio auspicio è che un partito laico e moderno che voglia far sentire a casa e a proprio agio chi proviene da esperienze e da storie diverse decida di sacrificare il voto di coscienza dei propri eletti per lasciare libertà di coscienza ai propri elettori. Il parlamentare nel nostro ordinamento viene eletto «senza vincolo di mandato», il che gli consente di poter prendere qualunque decisione in ambito parlamentare e addirittura di disattendere il proprio programma elettorale: è una prerogativa prevista dalla Costituzione ed è evidente l’intento di garanzia che la ispira.

Ma su quegli aspetti a cui facevo riferimento e che a volte confinano e sconfinano nel credo religioso di ognuno il sacrificio deve essere sopportato dall’eletto, indipendentemente dalle sue convinzioni etiche e religiose. Si sacrifichi la libertà di coscienza del parlamentare per consentire l’esercizio della nostra: la laicità, in quanto tale, deve permettere ai cittadini elettori tutte le possibili opzioni (divorziare o no, abortire o no, eccetera). E gli eletti devono consentire questa pluralità di opzioni, impegnandosi a non impedirne l’esercizio. Sacrificando la propria «libertà di coscienza». Solo così è ammissibile una serena e rispettosa convivenza all’interno di un grande partito. Questo sacrificio potrebbe, se sancito, risolvere una volta per tutte il cosiddetto problema della laicità e probabilmente convincere molti degli indecisi ad avere fiducia nella novità che il Pd rappresenta.

L’attuale legge sulla fecondazione assistita, per esempio, avrà messo in pace la coscienza di qualche parlamentare, ma ha calpestato le coscienze di milioni di cittadini invitati addirittura a disertare il referendum che voleva modificarla. È una legge cattiva che ha cambiato la vita di molti e che a molti altri la vita l’ha negata.
_______________________

Le parole di Fabio Fazio sulla "moratoria della libertà di coscienza" mi fanno paura. Soprattutto perché quei parlamentari che votano secondo coscienza in genere la pensano come una larga parte degli elettori che li hanno votati: negare tale possibilità sarebbe come dire a quegli elettori che hanno sbagliato a votare quella lista. Ergo, se un partito prendesse un provvedimento che andasse contro dei valori "cattolici" e vietasse ai suoi rappresentanti in parlamento la libertà di coscienza, sarebbe come dire che per i "cattolici" in quel partito non c'è posto.
princepsoptimus
00domenica 20 aprile 2008 13:59
Re:
-Giona-, 19/04/2008 17.52:



Le parole di Fabio Fazio sulla "moratoria della libertà di coscienza" mi fanno paura. Soprattutto perché quei parlamentari che votano secondo coscienza in genere la pensano come una larga parte degli elettori che li hanno votati: negare tale possibilità sarebbe come dire a quegli elettori che hanno sbagliato a votare quella lista. Ergo, se un partito prendesse un provvedimento che andasse contro dei valori "cattolici" e vietasse ai suoi rappresentanti in parlamento la libertà di coscienza, sarebbe come dire che per i "cattolici" in quel partito non c'è posto.




Non sono d'accordo col tuo pensiero. Primo perchè non è detto che quei parlamentari che votano secondo coscienza la pensino come una larga fetta della popolazione. Poi bisogna discutere sul concetto di libertà di coscienza. Noi viviamo in una paese dove la componente cattolica risulta essere molto significativa, e forse è a causa di questo che non ci rendiamo conto che anche le questioni etiche devono avere un loro dibattito politico che trascende la formazione più o meno cattolica di un individuo. Il parlamentare siede in parlamento perchè fa parte di un partito e deve eseguire in quell'aula le direttive che provengono dal suo partito perchè le questioni etiche sono anche e soprattutto questioni politiche. Votare secondo coscienza vuol dire affontare la questione solo da semplice cittadino, non da parlamentare. Il parlamentre, infatti, possiede una responsabilità superiore rispetto al cittadino in quanto rapprsenta la fetta di elettorato che ha votato il suo partito, e se il partito dopo un AUTENTICO dibattito interno dasse una esplicita direttiva il parlamentare deve accettarla in veste della sua duplice responsabilità, oppure cambiare partito. [SM=x751530]
-Giona-
00domenica 20 aprile 2008 18:53

Il parlamentre, infatti, possiede una responsabilità superiore rispetto al cittadino in quanto rapprsenta la fetta di elettorato che ha votato il suo partito, e se il partito dopo un AUTENTICO dibattito interno dasse una esplicita direttiva il parlamentare deve accettarla in veste della sua duplice responsabilità, oppure cambiare partito.


Su questioni come le tasse o i trattati internazionali posso essere d'accordo con quanto scrivi. Ma quando si tirano in ballo la vita e l'etica di certi comportamenti che coinvolgono soggetti deboli per me deve valere l'assoluta libertà di coscienza, in qualsiasi partito.
Malduin
00domenica 20 aprile 2008 20:25
I parlamentari non dovrebbero rendere conto ai segretari di partito, ma agli elettori, perchè il parlamentare rappresenta chi lo ha votato.


Un parlamentare eletto porta in parlamento le proprie idee ed i propri valori (che di per se dovrebbero essere quelli del suo partito), in base a questi egli decide e vota per quello che ritiene essere il bene del paese. Sulle questioni morali dovrebbe essere lasciata libertà di coscienza, in fatti anche i regolamenti parlamentari prevedono la possibilità di "voto segreto", piccolo problema: tutti sanno chi è a richiedere che il voto sia segreto:P

"Sacrificando la propria «libertà di coscienza»" questa è una cosa GRAVISSIMA, proprio loro che si dicono baluardo della democrazia, si permettono di fare queste uscite che denotano le tendenze totalitarie, di matrice comunista, ancora presenti all'interno della sinista.

Rinnegare se stessi in nome dell'ideologia? siamo alla follia.

E' evidente che per certa gente libertà vuol dire "essere liberi di pensarla come me, perchè se la pensi differentemente devi sacrificarti per quel che ritengo io sia il bene".

Scandaloso.
princepsoptimus
00lunedì 21 aprile 2008 15:26
Re:
Malduin, 20/04/2008 20.25:

I parlamentari non dovrebbero rendere conto ai segretari di partito, ma agli elettori, perchè il parlamentare rappresenta chi lo ha votato.


Un parlamentare eletto porta in parlamento le proprie idee ed i propri valori (che di per se dovrebbero essere quelli del suo partito), in base a questi egli decide e vota per quello che ritiene essere il bene del paese. Sulle questioni morali dovrebbe essere lasciata libertà di coscienza, in fatti anche i regolamenti parlamentari prevedono la possibilità di "voto segreto", piccolo problema: tutti sanno chi è a richiedere che il voto sia segreto:P

"Sacrificando la propria «libertà di coscienza»" questa è una cosa GRAVISSIMA, proprio loro che si dicono baluardo della democrazia, si permettono di fare queste uscite che denotano le tendenze totalitarie, di matrice comunista, ancora presenti all'interno della sinista.

Rinnegare se stessi in nome dell'ideologia? siamo alla follia.

E' evidente che per certa gente libertà vuol dire "essere liberi di pensarla come me, perchè se la pensi differentemente devi sacrificarti per quel che ritengo io sia il bene".

Scandaloso.




Gurda che l'ideologia non c'entra nulla, c'entra semmai la COERENZA di certi parlamentari verso il loro partito. Il partito non è formato solo dal segraterio, è formato anche dai parlamentari, per cui che male c'è a svolgere all'interno di un partito un dibattito serio su questioni morali e poi, al termine di questo dibattito seguire le direttive del partito che comunque non provengono da un solo uomo (segretario) ma da tutta l'assemblea formatasi. Trattare le questioni etiche come questioni personali vuol dire trattarle come problematiche di serie b, dove non è possibile una idea comune del partito, ma vi è la frammentazione del singolo. L'ideologia ormai nei partiti moderni non esiste più. Ogni decisione dovrebbe venir fuori da un serio dibattito interno. [SM=x751530]
Granduca di Milano
00lunedì 21 aprile 2008 19:27
Le decisioni vengono prese seguendo gli ordini dei capogruppi in tutti i partiti specialmente adesso che senza il voto di preferenza gli eletti sono scelti per la disciplina di partito e non per le loro idee personali.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:24.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com