FOTOGRAFATO PER LA PRIMA VOLTA UN PIANETA EXTRA-SOLARE.

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danielozma
00sabato 11 settembre 2004 11:09
FOTOGRAFATO PER LA PRIMA VOLTA UN PIANETA EXTRA-SOLARE

11/09/2004 - 03:52


Si trova a 230 anni luce da noi


Roma, 11 set. (Apcom) - Gli astronomi dell'Osservatorio europeo meridionale (Eso), il complesso strumentale collocato sulle montagne cilene, hanno annunciato di aver scattato per la prima volta una immagine ottica di un pianeta che ruota attorno a una stella diversa dal sole. Lo scrive nel sito on line la Bbc.


In precedenza, i pianeti extra-solari sono stati individuati solo grazie ad anomalie nella luminosità o i movimenti delle stelle intorno alle quali orbitano.


Il pianeta fotografato si trova attorno a una stella nota con la sigla 2M1207, che si trova a 230 anni luce dal Sole.
Zetapienne
00sabato 11 settembre 2004 13:09
Speriamo presto si possa fografare questi pianeti con una definizione migliore ...
Aggiungo il LINK
E la foto...


Ciaussssssssssssssss
Ironbeast
00domenica 26 settembre 2004 11:35
Sarebbe quello rosso?
Dottor Morlok
00venerdì 1 ottobre 2004 11:10
Re:

Scritto da: Zetapienne 11/09/2004 13.09
Speriamo presto si possa fografare questi pianeti con una definizione migliore ...
Aggiungo il LINK
E la foto...


Ciaussssssssssssssss



Ciao, questo e' il mio primo post.
Sara' cmq difficile riuscire ad avere una definizione migliore, in quanto gli stumenti attuali non lo permettono, mi sembra oltretutto molto starno che ci siano gia' riusciti, e per di piu' con un telescopio terrestre.

Ciao
Morlok
mj1983
00venerdì 1 ottobre 2004 13:58
wow! finalmente sembrerebbe che ne hanno fotografato uno!!![SM=g27959]
Ironbeast
00domenica 21 novembre 2004 11:30
E' comunque molto lontano. Potrebbe anche non esserci più adesso...
Zalez87
00sabato 25 dicembre 2004 22:25
interessante
interessante e per non dire afascinante... secondo il mio modestissimo parere quello rosso è il pianeta e quel'altro sarà la stella...
xò un dubbio, forse ha ragione Morlock, se non l'anno "beccato" con i telescopi spaziali, o con chissa cos'altro... con un telescopio terrestre, devono averlo fotografato???
potrebbe essere la così detta "pulce nell'orecchio"...

Ciao
mascoral
00lunedì 3 gennaio 2005 15:20
ma su questo pianeta sarebbe possibile la vita?
Ironbeast
00lunedì 3 gennaio 2005 15:30
Non lo so, forse sul link c'è scritto.
Dottor Morlok
00lunedì 3 gennaio 2005 16:31
Re:

Scritto da: mascoral 03/01/2005 15.20
ma su questo pianeta sarebbe possibile la vita?



No, perche' si tratta di un gigante gassoso, tipo Giove per intenderci.

Ciao
Morlok
Ironbeast
00lunedì 3 gennaio 2005 20:35
Ma se non può ospitare la vità, perchè è così importante?
Dottor Morlok
00martedì 4 gennaio 2005 09:39
Re:

Scritto da: Ironbeast 03/01/2005 20.35
Ma se non può ospitare la vità, perchè è così importante?


E' importante perche la presenza di altri pianeti intorno ad altre stelle, non fanno altro che confermare la teoria della relativita' universale.
In piu' anche nel ns sistema sono presenti dei giganti gassosi, come Giove, Saturno, Urano e Nettuno, e' ovvio che nessuno di essi e' in grado di ospitare la vita, almeno per come noi la intendiamo, ma la loro presenza ci da' un'idea su quale tipologie di stella andare a cercare dei sistemi solari, abbastanza simili al nostro.
Oggi come oggi siamo in grado di individuare, non vedere, la presenza di pianeti con masse molto grandi, e se la loro distanza dalla stella principale si avvicina a quella di Giove dal Sole, e' facile ipotizzare che nella prossimita' delle stella ci siano altri pianeti, magari rocciosi.
La distanza in cui un pianeta roccioso potrebbe avere le condizioni idonee per ospitare la vita e' di 1 UA, o 150.000.000 di KM

ciao
Morlok
Ironbeast
00martedì 4 gennaio 2005 11:22
Grazie per la spiegazione.[SM=g27960]
xxcontattoxx
00mercoledì 5 gennaio 2005 14:10
La ricerca dei pianeti extrasolari è ancora agli inizi, ora come ora siamo in grado solamente di individuare pianeti giganti come Giove ad esempio. E' improbabile che ci sia la vita per come crediamo di conoscerla, in quanto tali pianeti sono essenzialmente composti da gas.
E' auspicabile comunque che secondo una certa distribuzione casistica in sistemi solari aventi pianeti giganti ci siano anche pianeti rocciosi come la terra, e quindi la scoperta di pianeti giganti è un ottimo indizio, ovvero quella stella ha dei pianeti, siamo riusciti a fotografarne uno, un gigante gassoso, ma è probabile che in orbita ce ne siano degli altri, magari simili al nostro.
Ironbeast
00mercoledì 5 gennaio 2005 14:13
Grazie, ma mi aveva già spiegato tutto il D.Morlok.
@le.net
00mercoledì 5 gennaio 2005 14:59
Re:

Scritto da: Ironbeast 21/11/2004 11.30
E' comunque molto lontano. Potrebbe anche non esserci più adesso...


Perchè? [SM=g27982] [SM=g27983]
xxcontattoxx
00giovedì 6 gennaio 2005 01:31

E' comunque molto lontano. Potrebbe anche non esserci più adesso...

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Perchè?


Perchè se è un pianeta a 230 anni luce da noi vuol dire che quella foto anche se fatta adesso mostra il pianeta 230 anni fa.
Comunque sempre pochi per farlo scomparire..WWW
xdefcon
00giovedì 6 gennaio 2005 16:49
E' bene fare un pò di Cronostoria per quello che si intende per "Pianeta Extra Solare".

Un pianeta extrasolare è un pianeta che non appartiene al nostro sistema solare e che orbita attorno ad una stella diversa dal sole. Per molto tempo se ne è ipotizzata l'esistenza, ma non ne fu scoperto nessuno prima del 1990, a causa dell'insufficiente potenza degli strumenti utilizzati.

I primi pianeti extrasolari furono scoperti negli anni '90, grazie ad un continuo miglioramento della tecnologia dei telescopi (come i CCD ,le analisi di immagini al computer), e ad un nuovo tipo di telescopio, l'Hubble Space Telescope, l'unico telescopio spaziale ottico esistente.

Questi progressi permisero una misura più accurata del moto proprio delle stelle, e agli astronomi di rivelarne i pianeti,
(non osservandoli direttamente a causa della loro debole luminosità), ma misurando la loro influenza gravitazionale sulle stelle (vedi astrometria).

Inoltre, i pianeti extrasolari possono essere individuati misurando la variazione nella luminosità apparente di una stella, che diminuisce leggermente quando un pianeta passa di fronte ad essa (vedi eclissi).

A tutt'oggi si conoscono 117 sistemi extrasolari con almeno 133 pianeti (più che altro giganti gassosi, probabilmente a causa di un effetto di selezione dovuto ai metodi di scoperta, (spiegati più in basso) e 13 sistemi multipli. Inoltre molte osservazioni indicano l'esistenza di milioni di comete anche nei sistemi extrasolari.

Nel luglio 2004 è stato annunciato che il telescopio Hubble avrebbe scoperto altri 100 pianeti, ma le osservazioni non sono state ancora confermate.

Metodi di individuazione

Vi sono attualmente cinque metodologie utili per scoprire pianeti extrasolari, i quali sono troppo deboli per essere scoperti con i metodi tradizionali dell'osservazione visiva al telescopio.

Astrometria
Il primo metodo è l'astrometrico i cui primi tentativi risalgono al 1943. Con questo metodo sono stati individuati molti candidati, ma nessuno è stato confermato come pianeta, costringendo la maggior parte degli astronomi a rinunciare al suo utilizzo, a favore di altri.

Il suo punto debole è dovuto al fatto che richiede una misura molto precisa del moto proprio di una stella: nel caso essa abbia un pianeta, il moto presenta piccole oscillazioni periodiche.

Sfortunatamente queste sono così piccole che i migliori telescopi esistenti non possono produrre misure abbastanza sicure. Inoltre le misure sono più facili quando le orbite dei pianeti sono perpendicolari alla nostra linea di vista (cioè sono viste di faccia invece che di taglio), cosa che rende impossibile l'uso degli altri metodi per confermare l'osservazione.

Metodo Doppler
Il metodo Doppler richiede la misura del movimento delle linee spettrali della stella, dovute all'effetto Doppler causato dall'orbita del pianeta. Questo è il metodo di maggior successo, ma funziona solo per stelle relativamente vicine (fino a 160 anni luce, usando i telescopi odierni). Questo metodo è in grado di individuare facilmente pianeti molto vicini alla loro stella, ma entra in difficoltà se i pianeti hanno orbite più lontane.

Microlente gravitazionale
L'effetto della lente gravitazionale avviene quando i campi gravitazionali di un pianeta e della sua stella cooperano per focalizzare la luce di una stella lontana. Affinché riesca l'effetto, occorre che l'osservatore, la stella, il pianeta e la stella lontana si trovino per caso esattamente sulla stessa linea di vista.

Poiché un allineamento così perfetto capita molto di rado (e l'effetto è molto piccolo, da cui il nome micro) occorre tenere sotto sorveglianza un grande numero di stelle. Questo metodo funziona al meglio per le stelle che si trovano tra noi e il nucleo galattico, perché esso mette a disposizione un gran numero di stelle sullo sfondo.

Gli eventi-lente sono brevi, solo alcuni giorni o settimane, perché le due stelle e la Terra si muovono l'una rispetto all'altra. Sono stati misurati più di 1000 eventi-lente negli ultimi dieci anni.

Il vantaggio fondamentale di questo metodo è che permette di scoprire pianeti di piccola massa (cioè simili alla Terra) usando le tecnologie oggi disponibili.

Un grande svantaggio è che l'osservazione non può essere ripetuta, perché l'allineamento necessario non si ripete quasi mai. Inoltre, la maggior parte delle stelle osservate con questo metodo sono molto distanti (varie migliaia di anni luce), cosa che rende impossibile l'osservazione di pianeti con altri metodi.

Ma se fosse possibile osservare con continuità un grande numero di stelle, si otterrebbe almeno una stima di quanto sono comuni i pianeti simili alla Terra nella nostra galassia.

Oltre all'OGLE, finanziato dalla NASA e dall'NSF, c'è almeno un altro esperimento in corso, il MOA (Microlensing Observations in Astrophysics]] (MOA). Gli astronomi si aspettano che sia possibile rilevare un pianeta di dimensioni simili alla Terra entro cinque anni.

Transito
Il metodo più recente consiste nella rilevazione dell'ombra che un pianeta lascia quando transita di fronte alla sua stella. Questo funziona solo per la piccola percentuale di pianeti la cui orbita è perfettamente allineata col nostro punto di vista, però può essere utilizzato fino a grandi distanze.

L'osservatorio spaziale Kepler, il cui lancio è previsto nel 2007, potrà svolgere osservazioni di questo tipo.

La maggior parte dei pianeti trovati con questo metodo sono di massa relativamente elevata (almeno 40 volte quella della Terra). Un paio sembrano di dimensioni simili a quella della Terra.

Dischi circumstellari
Un approccio ancora più recente consiste nello studio delle nubi di polveri. Molti sistemi solari contengono una quantità notevole di polvere, la cui presenza è dovuta a passaggi di comete e di collisioni tra asteoridi e pianeti.

Questa polvere forma un disco attorno alla stella, assorbe una parte della queste messa e la riemette come radiazione infrarossa. Questi dischi possono fornire molte informazioni attraverso lo studio della loro densità e distorsione, che possono essere causate da un pianeta che "raccoglie" la polvere, oppure che distorce il disco con la sua influenza gravitazionale.

Sfortunatamente questo metodo può essere usato solo con osservazioni dallo spazio, perché la nostra atmosfera assorbe la maggior parte della radiazione infrarossa, rendendo impossibili le osservazioni da Terra. Il nostro stesso sistema solare contiene una quantità di polvere pari ad un decimo della massa della Luna.

Anche se questa quantità è insignificante nel totale della massa, l'area su cui è distribuita è così elevata che, da grandi distanze, l'emissione infrarossa della polvere sarebbe 100 volte più intensa di quella di tutti i pianeti.

L'Hubble Space Telescope può svolgere queste osservazioni, utilizzando la sua camera NICMOS (Near Infrared Camera dand Multi-object Spectrometer), ma non è stato possibile far svolgere questo compuito a causa di un guasto al raffreddamento della NICMOS, che l'ha resa inutilizzabile dal 1999 al 2002.

Immagini migliori sono state riprese nel 2003 da una camera "sorella", montata sullo Spitzer Space Telescope (conosciuto prima come SIRTF, Space Infrared Telescope Facility). Lo Spitzer è stato progettato specificatamente per le osservazioni infrarosse, e, per questo tipo di immagini è molto più potente dell'HST.



Spero di essere stato abbastanza chiaro nella mia esposizione, ci risentiamo alle prossime bye xdefcon.












xdefcon
00giovedì 6 gennaio 2005 17:07
Messa in Orbita dello Spitzer Space Telescope :



Ricostruzione Telescopio Spitzer Space Telescope :






[Logo Project]


Foto trasmesse dal Spitzer Space Telescope, tecnologia per la scoperta di nuovi pianeti Extra Solari:






[Costellazione Tarantula]



A risentirci bye xdefcon.

[Modificato da xdefcon 06/01/2005 17.11]

@le.net
00giovedì 6 gennaio 2005 20:45
Re:

Scritto da: xxcontattoxx 06/01/2005 1.31

E' comunque molto lontano. Potrebbe anche non esserci più adesso...

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Perchè?


Perchè se è un pianeta a 230 anni luce da noi vuol dire che quella foto anche se fatta adesso mostra il pianeta 230 anni fa.
Comunque sempre pochi per farlo scomparire..WWW


Grazie, dimenticavo che la luce riflessa del pianeta, distante 230 AL da noi, impiega per l' appunto 230 anni per giungere fino a noi, cmq piuttosto pochi per causare la scomparsa di quel sistema solare.
Ironbeast
00giovedì 6 gennaio 2005 21:42
Ne sei sicura???
@le.net
00giovedì 6 gennaio 2005 22:05
Xkè?
Difficilmente nell'universo le cose cambiano velocemente, e 230 anni sono astronomicamente quasi insignificanti. Panta rei, ma non così velocemente! [SM=g27960]
Ironbeast
00giovedì 6 gennaio 2005 22:13
Avevo letto su Focus mi sembra che c'era qualcosa che non facevi in tempo ad accorgerti e ti spazzava via, sentiamo cosa dicono gli esperti, perchè secondo me è possibile, anche se non ne sono sicuro...
Dottor Morlok
00venerdì 7 gennaio 2005 11:28
Re:

Scritto da: Ironbeast 06/01/2005 22.13
Avevo letto su Focus mi sembra che c'era qualcosa che non facevi in tempo ad accorgerti e ti spazzava via, sentiamo cosa dicono gli esperti, perchè secondo me è possibile, anche se non ne sono sicuro...



In teoria sarebbe possibile, se entro questi 230 anni la stella sia esplosa, e quindi quando sara' la vdremo brillare come una nova, ma tanto e' solo questione di tempo e anche il ns sole fara' un bel botto, solo che il tempo nello spazio e' molt diverso, e quindi 230 anni non e'che una frazione di millesimo di secondo.

ciao
Morlok
Ironbeast
00venerdì 7 gennaio 2005 11:37
Pensavo che alla luce ci volevano 230 anni per arrivare qu viaggiando alla velocità della luce, no?
Dottor Morlok
00venerdì 7 gennaio 2005 12:51
Re:

Scritto da: Ironbeast 07/01/2005 11.37
Pensavo che alla luce ci volevano 230 anni per arrivare qu viaggiando alla velocità della luce, no?



E' esatto, quindi se durante il periodo e' successo qualcosa alla stella, lo vedrai solo dopo 230 anni dall'evento.

Ciao
Morlok
Ironbeast
00venerdì 7 gennaio 2005 13:07
Allora ho ragione io o sbaglio che non ci potrebbe essere più?
Dottor Morlok
00venerdì 7 gennaio 2005 13:31
Re:

Scritto da: Ironbeast 07/01/2005 13.07
Allora ho ragione io o sbaglio che non ci potrebbe essere più?



Improbabile ma non impossibile.

http://img.freeforumzone.it/upload/517729_Giove 15Marzo04 c_prolunga Iris.jpg

intanto beccate sto ' giove.

ciao
Morlok
Ironbeast
00venerdì 7 gennaio 2005 13:34
Metti l'url la prossima volta
http://img.freeforumzone.it/upload/517729_Giove 15Marzo04 c_prolunga Iris.jpg

Non l'hai fatta te?

[Modificato da Ironbeast 07/01/2005 13.35]

Dottor Morlok
00venerdì 7 gennaio 2005 14:21
Re:

Scritto da: Ironbeast 07/01/2005 13.34
Metti l'url la prossima volta
http://img.freeforumzone.it/upload/517729_Giove 15Marzo04 c_prolunga Iris.jpg

Non l'hai fatta te?

[Modificato da Ironbeast 07/01/2005 13.35]




L'ho fatta io si, e chi se no?

Ciao.
Morlok
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