Elena
di Andrej Zviagincev
Un film di gelida bellezza che accosterei ad Aurora di Cristi Puiu, se questo fosse un complimento, nelle mie intenzioni vorrebbe esserlo.
La precisione e la perfezione esagerata delle riprese e del montaggio, aggiungono gelo a gelo
Non c'è molto da dire a commento di questo film che si pone allo spettatore con tutta la forza del suo pessimismo. Un pessimismo che non lascia scampo, proprio perché i personaggi non sono dei patologici irredimibili, appartengono comunque alla sfera della gente normale, o quanto meno quella che noi consideriamo normale, eppure essi sono un problema intrinseco.
Il padre è un benestante arricchito, non sappiamo come, possiamo immaginarlo, persona non esecrabile che vive con un certo stile, vestiti ed arredi sono lussuosi si, ma con misura ed un certo gusto, cosa rara per gli arricchiti, cosa ancora più rara da vedere nei film russi. Elena la moglie era una infermiera che con un matrimonio di interesse si è sistemata.
I rispettivi figli sono dei problemi, non ne conosciamo le ragioni e le origini, sono così, forse perché sono figli che hanno scelto di avere bisogno dei genitori, altro non saprei.
Il marito, la figlia del marito, il figlio di Elena e suo nipote, sono personaggi tra loro distanti ed a noi distanti, meno male che c'è Elena che fa la spola a coprire le distanze ed in un certo senso ci rassicura, ci convince che c'è ancora una parte buona di umanità sulla terra. Proprio Elena è invece quella che più ci delude, proprio la figlia scapestrata è invece quella che, seppure in minima misura, un po' ci consola.