Premetto che non voglio creare una nuova discussione del tipo: "era meglio l'esercito del I secolo o quello del IV?"
Vorrei solo analizzare più o meno come fa Luttwak nella sua strategia dell'impero romano il problema della difesa e dell'esercito e di come quest'ultimo è stato adattato in funzione della prima.
La discussione continua da questa:
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arysfalian, 07/07/2011 18.26:
Allora vuoi dire che tutte le forze di qualità disponibili vennero bruciate ad Adrianopoli,come se fossero state spazzate via 20 legioni augustee in un solo colpo??
Poi,avendo letto il libro di Luttwak,so bene la disposizione in difesa sui limes,come il problema del saliente degli agri decumatici e dei vari metodi di preservazione dei confini.
Detto questo,possiamo dire che i limitanei sono allo stesso livello degli ausiliari?
La risposta presumo sia no,poiché gli ausiliari erano in sostanza dei legionari di serie B,ma che ne condividevano addestramento e armamento.
Mentre i limitanei erano perlopiù dei lancieri abbastanza addestrati a compiti di polizia di confine,ma scarsamente utili in battaglia.Per questo erano fondamentali le truppe di movimento del basso impero,i comitatensi,che vennero cancellati nella piana tracia.
La difesa nel principato e basso impero prevedeva la mobilità come principio fondamentale,anche nelle stesse fortificazioni dei campi legionari.E questo si riflette anche negli ausiliari e nelle alae,reparti ottimi ma MOBILI.
I limitanei non solo erano pressoché statici,ma non al livello dei precedenti.
Condividi quello che dico?
Poi un altra domanda:nel 365 d.C. l'Occidente era messo ancora abbastanza bene?Anche per le forze disponibili.
Se contiamo 150000 legionari più non so quanti ausiliari nel sistema difensivo dell'alto impero,su quanto poteva contarne?
Poi dobbiamo aspettare Teodosio o possiamo anticipare una netta separazione tra Occidente e Oriente?
L'esercito di Augusto prevedeva 28 legioni, di cui tre, la XVII, XVIII e XIX andarono distrutte a Teutoburgo, per cui ne rimasero 25 a Tiberio (i dati sono forniti da Tacito). Nel corso del I secolo d.C. praticamente vennero reintegrate con l'arruolamento stabile della I Italica, XXII Primigenia, I Adiutrix, II Adiutrix, I Minervia e VII Gemina, IV Flavia Felix, XVI Flavia Firma. Nello stesso lasso di tempo andarono distrutte la I Germanica, la IV Macedonica, la XVI Gallica, la XXI Rapax, la V Alaudae e la XV Primigenia arruolata sotto Caligola.
Quindi alla fine del I secolo le legioni dovrebbero essere state 27 o 28. Traiano ne arruolò 2 (la II Traiana Fortis e la XXX Ulpia Victrix), e nel II secolo rimasero stabilmente 30, finchè Marco Aurelio non arruolò la II e III Italica, portandole a 32.
Settimio Severo arruolò la I, II e III Parthica, di cui la II aveva l'accampamento ad Albano Laziale, vicino Roma. Inoltre raddoppia gli effettivi della guardia pretoria.
Caracalla arruolò la IV Italica portandole a 36. Già qui si capisce che c'erano dei seri problemi perchè oltre ad avere ben 6 legioni più di Traiano aveva praticamente raddoppiato la paga, dissanguando le casse dello stato, per ottenere dei risultati, oseri dire, del tutto discutibili. Inoltre bisogna considerare che la peste Antonina 40 anni prima aveva ucciso molte persone, riducendo le entrate fiscali e gli uomini atti al reclutamento, nel momento in cui si spendeva di più per la difesa.
Prima della riforma di Diocleziano e Costantino sembra siano state reclutate altre legioni, per un totale che direi oscillare tra le 38 e le 45 legioni. A questi si somma la creazione di nuovi reparti come i Domestici, i Protectores Augusti etc., e l'aumento della cavalleria sotto Gallieno che la porta a 726 per ogni legione (prima erano 120)
In pratica c'è un aumento di circa una decina di legioni in un paio di secoli, a cui bisogna affiancare un aumento pari di ausiliari e di numeri, cioè reparti che combattevano secondo i loro costumi, cioè un aumento in termini di effettivi stimabile in almeno 150000 unità, e contemporaneamente riduzione delle entrate, aumento delle spese, riduzione della popolazione e dei territori disponibili (Agri Decumates, Dacia).
Gli effettivi del Principato possono essere calcolati abbastanza bene. Una legione conta circa 5300 uomini e diciamo che sono mediamente 28/30, per cui il totale era di circa 150000 legionari.
E' ipotizzabile un numero pari di ausiliari, distributi in coorti ed ali, almeno altri 150000 se non qualcosa di più (sono state calcolate un numero di coorti semplici attorno al centinaio, chi dice più chi meno).
Gli ausiliari a dispetto di quello che si pensa erano ottime truppe, addestrati praticamente come i legionari e quasi con lo stesso equipaggiamento. La distinzione più profonda infatti era che non erano cittadini romani e che ricevevano una paga più bassa.
Dunque l'esercito regolare del I-II secolo d.C. calcolava circa 300000 uomini in base a questi calcoli. Si devono aggiungere 9 o 10 coorti pretorie, che contano in totale 5000 uomini circa; 5 coorti urbane, pari a 2500 uomini; 7 coorti di vigili, pari a 3500 uomini; i Germani Corporis Custodes, la guardia personale dell'imperatore, attorno ai 1000-2000 uomini, sostituiti poi dagli Equites Singulares Augusti sotto Traiano, il cui numero non doveva essere molto differente.
Pertanto l'esercito del Principato è stimato generalmente tra i 250000 e i 320000 uomini.
Nel IV secolo perciò, probabilmente già prima di Costantino, era stata sfondata quota 500000 uomini, il tutto in una situazione di profonda crisi economica.
Diocleziano, e soprattutto Costantino riorgarizzarono il sistema, dividendo le truppe in limitanei e comitatensi, le prime alle frontiere, le seconde di riserva. A questi si aggiungono i reparti palatini, cioè d'elitè, che soppiantarono la guardia pretoria, sciolta da Costantino.
Il sistema restò immutato fino al VII secolo.
Per quanto riguarda la strategia difensiva.
Nel Principato le legioni erano spesso accorpate, almeno fino a Domiziano, e quindi rappresentavano un forza mobile di tutto rispetto, visto che stavano abbastanza in profondità.
Gli ausiliari erano divisi generalmente in forti più piccoli, per coorti o ale, e stavano sulle frontiere.
A questo sistema vanno aggiunte le vexillationes, in pratica dei distaccamenti che venivano generalmente accorpati altrove con altre unità per rafforzare la frontiera.
Proprio dalle vexillationes nasceranno le unità più piccole del tardo impero, visto che era prassi che le vexillationes poi restassero sul posto (almeno dal III secolo).
Contemporaneamente dalla fine del I secolo il confine cominciò a diventare sempre più "solido", con la costruzione di palizzate, mura, fossati, forti, fortini e via dicendo (es: vallo di Adriano).
Questo sistema andava bene in situazioni di bassa pressione, ma nel Tardo Impero infatti si tornò ad una difesa di profondità. Tuttavia, a mio parere la gerarchizzazione netta delle truppe fu controproducente, perchè appunto i limitanei finivano per restare dov'erano, e perdere molti reparti comitatensi come ad Adrianopoli voleva dire ripetere il III secolo quando ci furono incursioni in lungo ed in largo, con la differenza che il sistema adottato dal IV secolo non permetteva di distogliere le truppe dalle frontiere e quindi si restava totalmente in balia di queste genti (come appunto successe dopo Adrianopoli).
EDIT: Ho dimenticato di dire che la XXII Deiotariana e IX Hispana andarono distrutte sotto Adriano, per cui bisogna sottrare 2 legioni al totale.