Etimologia dela parola "assassino"

@New
00mercoledì 18 aprile 2012 10:59
Forse non tutti sanno che la parola "assassino" deriva dal termine Hashashyyn applicato a seguaci del movimento ismailita fondato da Ḥasan-i Ṣabbāḥ.

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it.wikipedia.org/wiki/Assassino

Etimologia

La parola "assassino" si rifà al termine usato per identificare comunemente i Nizariti (gli Assassini appunto), ovvero gli aderenti al movimento ismailita fondato da Ḥasan-i Ṣabbāḥ, che, nell'Oriente islamico dell'età delle Crociate, diede vita a una peculiare esperienza statuale ad Alamūt, nelle montagne dell'Iran centro-occidentale. I Nizariti erano infatti chiamati Hashashyyn, termine che ha forse origine dalla parola hashish, in quanto si credeva che i Naziriti, gli Assassini, si drogassero con l'hashish prima di uccidere o fossero drogati con lo stesso per essere meglio controllati dal loro capo, il Veglio o anche Vecchio della montagna (Ḥasan-i Ṣabbāḥ appunto). Il termine potrebbe anche significare seguaci di Hasan. Gli Assassini erano dei sicari ismailiti (una minoranza sciita), che eliminavano i capi politici sunniti in paesi mediorientali come Persia e Siria. Da questo l'associazione moderna tra la parola Assassino e il concetto di sicario o più in generale di omicida.

Storia del termine

Il nome assassino era usato nell'Occidente cristiano per designare i seguaci del vecchio della collina o gran maestro degli assassini, Ḥasan-i Ṣabbāḥ, l'Imam cui dovevano cieca obbedienza. Il nome deriva da ḥaššāšīn, cioè mangiatore di hashish, di cui si sarebbe servito il vecchio della montagna per provocare l'inebriamento dei suoi fedeli. Un' altra etimologia è data da Amin Maalouf, che fa derivare il termine da asās (basi, fondamenti). Questa organizzazione fu una diramazione degli eretici musulmano-sciiti fondata dal persiano Hasan al-Sabbah il quale, dapprima sostenitore dei Fatimiti egiziani, divenne poi seguace di Nizar, fratello e rivale del loro capo, musta'li: egli, postosi alla testa degli ismailiti persiani, stabilì nel 1090 la propria base nella fortezza di Alamut a Nord/Est di Qazwin (Persia orientale), organizzando rigidamente la setta e combattendo con successo i sovrani musulmani ortodossi, specialmente i selgiuchidi.

Morto Hasan nel 1124, la setta perfezionò ulteriormente i suoi dogmi ereticali, perdendo, tuttavia, progressivamente potere, sinché fu abbattuta dal khan mongolo Hulagu nel 1256 e l'ultimo degli assassini, Rukn ad-din, fu condannato a morte. La setta contò fino a 60.000 membri. Uno dei suoi rami si era esteso anche in Siria, dominando empori come Aleppo, Apamea, Amida, mescolandosi alle rotte fra musulmani e Crociati, parteggiando ora per questi ora per quelli, adoperando i metodi di assassinio politico istituiti dal fondatore (da qui il nome moderno di assassino nel senso di omicida). Anche questo ramo però cadde definitivamente nel 1273, ad opera di Baibars, sultano d'Egitto. Altri si salvarono, dando vita ai Khoja, attualmente comandati da Karim Aga Khan IV. Molte delle notizie sul vecchio della montagna e sui Nizariti si hanno da Marco Polo.
@New
00mercoledì 18 aprile 2012 12:23
Altro interessante articolo che precisa che la parola assassino deriva dall'arabo hashishiya che significa fumatore di hascisc.

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unaparolaalgiorno.it/significato/A/assassino.htm

Assassino

[as-sas-sì-no]

SIGN Che uccide, omicida

dall'arabo: [hashishiya] fumatore di hascisc.

Agli albori del secondo millennio, dalla impenetrabile rocca persiana di Alamut, una setta islamica guidata dal capo carismatico Hasan i-Sabbah - anche noto come Vecchio della montagna - si imponeva sugli equilibri di potere del medio oriente. Si trattava della setta dei Naziriti, meglio noti come Assassini, che perseguivano i propri obiettivi politici tramite un uso sistematico dell'omicidio. Ferrei nella propria morale e smaliziati nella scelta di chi ora appoggiare, ora osteggiare, la loro fama ci mise poco ad arrivare in Europa - anche perché se la dovettero vedere con loro gli stessi crociati.
Si dice che prima di commettere gli omicidi fossero soliti fumare hascisc. E si dice anche che all'interno delle mura di Alamut il Vecchio della montagna avesse ricreato il paradiso di Allah, con giardini fioriti, e donne bellissime, e fiumi artificiali di vino e latte e miele, dove ogni desiderio veniva esaudito: si dice che rapisse chi voleva diventasse suo adepto (uomini usi all'esercizio delle armi), e che lo facesse vivere per un po' in questo paradiso - finché non fosse stato necessario l'omicidio di qualcuno: al che l'adepto veniva drogato e trasportato fuori dal paradiso di Alamut. E la sola speranza di rientrarvi era portare a compimento la missione omicida comandata dal Vecchio della montagna.
Fra realtà e fantasia, fra storia e romanzo si sviluppano le nostre frammentarie conoscenze di questa specialissima società che si estese dalla Persia alla Siria - dalla sua scismatica nascita alla sua fine sotto gli zoccoli delle orde mongole - e che però ancora, a distanza di secoli, impone sulla nostra lontana lingua la cifra del suo terrificante costume, affascinante come sa essere solo l'atmosfera degli ombrosi saloni delle antiche fortezze mediorientali, coperti di tappeti, fumosi di incensi e droghe, e avvolti in musiche pizzicate su lunghe corde o ritmate su piccoli tamburi.
@New
00mercoledì 18 aprile 2012 14:52

Altro copia e incolla da questo sito che conferma ciò che è detto nei precedenti:

http://www.etimo.it/?term=assassino 


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