Eterno Legame (Spot Bruce per ED)

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Cangus
00domenica 25 giugno 2006 20:01
23 giugno 2006, Chicago, Illinois

ORE 10.30


Il mattino era ormai inoltrato, il sole aveva già fatto capolino sulla ridente Chicago, le vie si erano già animate e la città aveva preso di nuovo vita: uno spettacolo che si assiste ogni mattina in ogni città del mondo, sempre alla stessa ora, quasi come se fosse uno scherzo della natura che ci tiene come marionette e ogni giorno ci muove nella stessa identica maniera. In tutto questo splendore della natura, Bruce era a casa sua, nella sua vecchia casa dove è nato e dove ha tutti i ricordi più belli e crudi: la sua idea principale era stata quella di portare la sua Sylvia nel posto più personale che ognuno possa avere, la propria casa; voleva farle conoscere la sua infanzia ed in qualche maniera presentarla ai genitori.

B:” Benvenuta mia principessa…”
S:”Wow, che bella casina, molto intima e riservata…”
B:”Eh lo so che tu sei abituata ai villoni, però questo è tutto ciò che mi posso permettere e poi è la mia casa natia…”
S:”Guarda che non mi sto lamentando…secondo te perché ho lasciato Jack per stare con te?Ero stufa delle ricchezze, volevo stare con un ragazzo vero, rude, giovane…”
B:”Dai adesso non farmi arrossire…lo sai che in fondo in fondo sono dolce…”
S:”Si come un cioccolatino della Lindor…fuori duro e dentro così dolce…e caldo…mmmm”
B:”Dai se fai la brava avrai il ripieno caldo…ora seguimi ti faccio fare un giro rapido rapido della casa…”
S:”Okkey però me l’hai promesso ricordatelo!!”
B:”Si si dai ora vieni con me…”

L’ingresso della casa di Bruce era di quelli più semplici e spartani: tappezzeria bianca, qualche quadretto sbiadito e un solo mobiletto dove vi era posto il telefono con un ripiano nel quale vi era la classica guida dell’azienda telefonica. Andando più avanti vi è un piccolo cucinotto, una stanzetta dove vi è il minimo indispensabile per poter cucinare, un forno, un frigorifero piccolo, qualche mobiletto di contorno e nulla più: la casa sembrerebbe arredata in maniera molto modesta, non sfarzosa e in chiaro stile italiano come erano le origini della famiglia Borsetti. Il salotto era tappezzato con della orrenda carta da parati bianca contornata da greche stilisticamente orrende e per la fortuna degli occhi di chi la guarda in alcune parti veniva coperta da un divano di pelle marrone seppur orrendo ma almeno guardabile; il particolare però che dava più all’occhio erano ritagli di giornale sparsi dappertutto e questo particolare non era di certo passato all’occhio attento di una donna del calibro di Sylvia.

S:”Ehi amore aspetta, la tua casa è stupenda finora ma mi devi spiegare una cosuccia…”
B:”Dimmi….cosa vuoi sapere?”
S:”Come mai tutti questi ritagli sparsi in giro…” (prendendo in mano uno dei ritagli) “…e molti sono sul mio ex marito!”
B:”Ehm…ehm…passaparola!”
S:”No no ora parli..ora ci sediamo qui su questo stupendo divano e mi parli!!”
B:”Devo proprio?”
S:”Assolutamente si…sono curiosa…non arrabbiata tranquillo…”

I due si rannicchiano sul divano, Sylvia è completamente sdraiata ed ha la testa sul petto di Bruce, come i bambini fanno con i loro genitori: Bruce da sempre ha un rapporto amore – odio con Leone, i fogli di giornale erano un simbolo, infatti ce n’erano di integri e di strappati quasi a testimoniare un rapporto, quello con Jack, ai limiti del surreale; il metallaro da sempre pensava a Leone come ad un maestro, un simbolo da seguire fin dai suoi esordi quando venne introdotto in federazione da Revenger. Da sempre Bruce pensava che da quel vecchiaccio si poteva solo imparare, per lui Leone era un idolo, una specie di musa ispiratrice, quasi come se Bruce si trovasse lì per merito di Jack, quasi come se fosse stato creato a sua immagine e somiglianza, quasi come fosse suo padre. Suo padre e Jack, due eterni rivali, legati da un nonsochè ed ora la storia si stava ripetendo, Leone contro i Borgetti ma Bruce non riusciva a odiarlo appieno come aveva fatto in precedenza con Cocker, niente non ce la faceva proprio, era come odiare il proprio padre, rinnegare le proprie origini e le proprie essenze vitali: niente Bruce non ce la faceva a odiare quell’uomo che durante l’ultima notte della WBFF lo aveva definito il futuro, il suo erede ma che al tempo stesso nelle discussioni di quei giorni nel backstage definiva il metallaro un incompleto, un ragazzo che ancora non si era estraniato dalla faccia di bravo ragazzo che aveva ancora addosso.

Leone e Borgetti: due cognomi distinti, un destino in comune…


ORE 13.45


Le ore più calde del giorno erano scese su Chicago e in casa Borgetti sembrerebbe tutto passato, la visita alla casa si era fermata al salotto per poter pranzare in maniera del tutto tranquilla e rilassata dopo le confessioni di Bruce alla sua amata ed ora arrivava il difficile: le due camere da letto, una il suo regno e l’altra legata in maniera forte a un ricordo, a un omicidio, a una barbaria gratuita e inutile. Sylvia lo sapeva a cosa stavano andando incontro e sapeva benissimo che stava arrivando il momento più atteso di tutta quella giornata, Bruce lentamente si stava aprendo come non lo aveva mai fatto e lo stava facendo con la sua amata, segno di eterna fiducia. La camera da letto dei suoi genitori pareva si fosse bloccata nel tempo, era la classica stanza di due defunti, lasciata come l’ultimo giorno in cui si era animata: il letto, bellissimo, a baldacchino con le lenzuola in lino azzurro era ancora sfatto, l’armadio in pregiato legno d’ebano era semiaperto lasciando trasparire i vestiti che stavano per essere indossati, alcuni dei quali stesi sul letto, le tende semiaperte argentee discendevano sul pavimento come fili invisibili e in tutta la stanza vi erano quadretti familiari della famiglia Borgetti, foto in cui Bruce a tre anni giocava con la mamma, foto del ritiro di John, foto del matrimonio dei coniugi Borgetti; la stanza era bellissima e arredata stupendamente ma era tremendamente avvolta da un’atmosfera spettrale, come se vi fosse qualcuno oltre a loro due.

S:”Ehi piccolino tutto ok?”
B:”Si si, è solo che tutti i ricordi mi assalgono…”
S:”Eh lo so…ti capisco benissimo…ricordati che pur sempre sono una mamma…”
B:”Una mamma molto sexy direi….”
S:”Eh eh, diciamo che dopo due gravidanze…ehm una….mi tengo in forma…”
B:”Già, ti trovo in ottima forma tesoro…”
S:”Ehi, perché non mi parli dei tuoi genitori…ti va?”
B:”Ehm…devo proprio…?”
S:”Si tesoro…sento che puoi farcela a liberarti di tutto il tuo passato oggi…”
B:”Su questo non ci metterei la mano sul fuoco…”
S:”Perché?Non ti ricordi cosa ti ha detto Jack?Devi liberarti per sempre della tua faccia da bravo ragazzo…devi liberarti per sempre di tutto questo…perché la tua faccia buona ti è stata imposta…tu non saresti diventato così…”
B:”Jack…Jack…è stato come un secondo padre per me…mi ha accolto in questa federazione come un figlio e mi ha aiutato nella ricerca di mio padre…papà…mi manchi…”

Un fiume impetuoso pervadeva la testa di Bruce, ricordi, ricordi lo invadevano e gli facevano tornare in mente il suo tempestoso passato, flash interminabili gli si diffondevano nel cervello: il duro e rude metallaro d’improvviso stava crollando sotto il peso di un passato nudo e crudo che per tanto tempo aveva preferito dimenticare ma che ora era lì, davanti ai suoi occhi e non poteva più scappare, fuggire via dalle turbe del passato, non poteva più chiudere gli occhi del cuore e andare avanti, qualcosa in lui stava cambiando e se sarebbe riuscito a passare quel momento, il merito non poteva non essere di Sylvia. Il primo pensiero andava a lei, sua madre, era troppo piccolo quando la uccisero, ma neanche tanto per non ricordarsi nulla della sua immagine: lei sembrava per lui un angelo, come lo è ogni mamma per ogni bimbo, era bellissima e si ricordava solo dei suoi occhi, castani, grandi, dolci, e poi la sua voce così amorevole. Proprio ricordandola a Bruce stava tornando in mente un episodio in particolare della sua infanzia, uno dei momenti più ridenti della sua puerizia: un giorno, era piena estate, la famiglia Borgetti al completo era in giro come sempre per una passeggiatina pomeridiana; Bruce era come sempre mano nella mano dei suoi genitori, in mezzo come sempre, e i tre sembravano una gran bella famiglia quando andavano in giro quando all’improvviso Bruce inciampò su di un sasso e si mise a piangere dal dolore; fu allora che i due genitori si chinarono nello stesso medesimo istante e si ritrovarono tutti e tre per terra con il piccolino che non sapeva più se ridere delle boccaccie dei suoi genitori o se piangere dal dolore; John e sua moglie si baciarono teneramente ed era quel bacio che la mente di Bruce aveva maggiormente impresso. Anche lui come suo padre voleva trovare un qualcuno con cui dividere le gioie e i dolori della vita, anche lui voleva trovare l’amore vero ed ora aveva Sylvia, così dolce ma anche così autoritaria: le malelingue direbbero che lei amava il potere, amava le gerarchie ma era stata lei stessa a dare il potere a Bruce, lo avrebbe potuto dare a chiunque lei voleva, e poi potrebbero dire anche che Bruce aveva visto in lei quella figura materna che tanto gli era mancata nella sua adolescenza, “nulla di più vero forse” pensava Bruce in uno degli attimi in cui si faceva guidare dalla ragione; ma quando lui ragionava con il cuore pensava che la ha scelta perché per lei è perfetta, perché se avrebbe dovuto sopperire a un affetto materno avrebbe dovuto sopperire anche a una mancanza paterna. Leone era padre, Bruce pensava spesso come poteva una persona come lui essere padre e marito perfetti: no, non poteva esserlo, lo dimostra il fatto che si era lasciato scappare una bella donna come Sylvia e una figlia così unica come Jessica.

Jack come John, Sylvia come Katie, Jessica come Bruce…Leone vs Borgetti…ancora una volta…

ORE 16.30


Era pomeriggio inoltrato, il caldo torrido di questi giorni stava scendendo imperterrito su quella casa, loro due ancora lì, nella stanza dei genitori di Bruce, i loro due corpi sembravano come metalli appena forgiati stesi a raffreddare. Erano davvero amorevoli loro due, stesi a coccolarsi sul lettone dei genitori di Bruce, sul soffitto li sovrastava un lampadario di quelli con le pale, azionato al massimo della forza. L’aria era afosa, arida come mai lo era stato, era un pomeriggio di quelli più caldi che Chicago registrava negli ultimi anni e quei due avevano il coraggio di stare sdraiati dentro una casa dimessa ormai da almeno quattordici anni con una puzza di chiuso da far paura alle tombe; nonostante la calura estiva i due innamorati erano abbracciati, Sylvia era accoccolata sul petto di Bruce in maniera amorevole quando una domanda di Sylvia ha scosso l’apparente tranquillità che si era venuto a creare…

S:”Maritino mio…perché non mi parli del tuo esordio?Quando avevi una faccia da bravo ragazzo ed io stavo con quell’idiota di The Destroyer…”
B:”Devo proprio?Ti ricordo che centra il tuo amato ex marito…”
S:”Beh potresti censurarlo ad esempio con un bip!Ehehe…”
B:”Stupida…anche se ti adoro…”
S:”Dai…ti ricordi perché siamo qui??Ti devi liberare la mente per poter distruggere Jack…”
B:”Non è facile liberarsi dei ricordi…”
S:”Ma bisogna farlo per poter vivere meglio e togliersi facili rimpianti…”
B:”Lo so hai ragione…ma…sono bloccato..”
S:”Dai amore…siamo all’ultimo piano…ricordati quando quel bastardo ti ha tradito…”
B:”Lo so che siamo vicini…ma niente non ce la faccio…non riesco a odiare appieno Jack…”
S:”Devi…devi farlo per me…per te…per la stable…per tutti quelli che credono in te…”
B:”Ok…ti racconterò tutto così mi libererò per sempre…”

Pensieri sparsi, frasi contorte, la mente di Bruce era un turbinio di emozioni e di sensazioni nascoste da tempo, un turbine porta la sua memoria a quel primo show a cui ha partecipato, quello dello split roster, accompagnato dal suo maestro The Revenger: le prime lotte, i primi feud, la voglia di emergere prevaleva su quel bravo ragazzo, stimato da tutti e accolto benissimo da tutti i face della federazione. Tutti tranne uno, Jack Leone: quel vecchiardo dalla faccia pulita covava qualcosa, si vedeva che sapeva qualcosa che Bruce non conosceva, quella vecchia vipera era a conoscenza di un segreto che avrebbe potuto cambiare la vita stessa di Bruce e puntando sulla sua innocenza, sulla sua assoluta fiducia nei riguardi dell’owner della WBFF, sarebbe arrivato diritto a fargliela pagare a quel ragazzino di ottima famiglia, figlio del suo rivale di sempre John, causa del calo di attenzioni nei suoi riguardi; Jack era geloso, era troppo orgoglioso di ammettere che il figlio del suo rivale, una persona con un sangue diverso dal suo, stesse catalizzando su di sé tutta quella attenzione, privandola a lui stesso; invidia, pura invidia negli occhi di Jack, che voleva utilizzare quella carta, quella mossa che solo lui la conosceva, quel segreto che sapeva solo lui in quanto owner. L’invidia era un brutto male, uno dei più brutti che ha colpito Jack, che non gli aveva mai permesso di fare qualcosa di buono nella sua insulsa e lunga vita su questo pianeta. Il suo grande ego ormai stava prendendo il sopravvento sul marito e padre di famiglia, la sua gelosia per il piccolo Bruce era ormai arrivata a livelli platealmente alti ed era il momento giusto di metterlo di fronte al suo maestro: Bruce vs The Revenger. La pazzia di Leone era arrivata a un punto tale che in una puntata lo stesso Bruce aveva ucciso The Revenger ed è stato allora che Leone aveva rivelato il suo raccapricciante progetto: The Revenger era il padre di Bruce, John ed era stato trucidamene ucciso in questo macabro gioco dal suo stesso figlio per puro divertimento e cupidigia di Jack.

Ancora una volta un Leone si impiccia nella famiglia Borgetti…ancora Leone e Borgetti…

ORE 20.13


La sera sta pian piano calando su Chicago, il sole non fa più capolino sulla skyline della città, ma invece tramonta lentamente per inabissarsi nell’infinito orizzonte: Bruce e Sylvia sono ancora sdraiati ma questa volta nella camera di lui. La stanza era parecchio disordinata, giochi ovunque e un lettino piccolo con la copertina colorata: tutto intorno a loro era rivolto a un bambino di sei anni, quel bambino che Bruce era quando gli era stata portata via la mamma adorata; il letto era sfatto con loro dentro, nudi come vermi, dopo aver avuto diciamo una bella oretta, oretta e mezza di sano sesso, Bruce era ancora molto titubante, come se fosse successo qualcosa in lui anche se pareva più deciso contro Leone, quasi come se Sylvia gli avesse detto qualcosa di spiacevole che l’avesse fatto infuriare e caricare di più contro quel vecchiaccio della malora; Bruce era davvero carico, aveva una forza dentro anche se aveva un viso quasi come se non volesse credere a ciò che aveva appena sentito dalla sua amata, che la storia idilliaca stava già per finire?No, non poteva finire così, solo per una rivelazione di Sylvia e Bruce lo sapeva ma aveva chiara ben altra cosa dopo quello che gli aveva confidato Sylvia.

S:”Ehi…scusa tesoro…davvero…non te l’ho detto prima per non farti preoccupare…credevo che quel piccolo segreto si sarebbe messo tra noi…”
B:”Tu non capisci che così ancora una volta avrò Jack tra le scatole?Ancora una volta sarò legato a lui?Spiegami come posso ora andare contro al mio…”
S:”Ssst dai amore…non temere…è mio il segreto non il suo…e poi non permetterò che il ciclone che verrà dopo che lui avrà rivelato il segreto colpisca te…”
B:”Ma tu non capisci diamine…tu non capisci che non è un segreto solo vostro?Che c’è un’altra persona tra voi??E che quella persona sta male per questo?No non ci pensate?”
S:”Lo so, lo so bene che lo odi…ed era proprio questo che volevo…scatena tutta la tua ira su di lui…come hai gia fatto un mesetto fa…scatena il tuo odio più recondito verso la fonte dei tuoi guai…ritorna la forza della natura che sei…Bruce…Ti amo ed è per questo che ho atteso ora di rivelarti il mio segreto non avercela con me…
B:”Sylvia anch’io ti amo…e quel vecchiaccio avrà ancora poco per vivere…verrà distrutto dalla vera forza della WBFF…ti disintegro…”

Jack e Bruce…per sempre legati…così è stato scritto e così sarà…
Cangus
00domenica 25 giugno 2006 20:01
scusate il ritardo ma ho avuto parecchi problemi personali...stasera credo di riuscire a spottare anche per gli Icelandic Dreams...se volete commentate pure e siate duri se non vi piace...
cell in the hell
00domenica 25 giugno 2006 20:45
guarda, lo leggo dopo aver letto tutti gli altri, tu sei la mia sorpresa preferita. :Sm1: Cerco di non spoilerarmi i commenti, poi ti faccio sapere la mia.
Cangus
00domenica 25 giugno 2006 21:19
Re:

Scritto da: cell in the hell 25/06/2006 20.45
guarda, lo leggo dopo aver letto tutti gli altri, tu sei la mia sorpresa preferita. :Sm1: Cerco di non spoilerarmi i commenti, poi ti faccio sapere la mia.


ok poi leggi nello staff cith!
HHHThegame
00lunedì 26 giugno 2006 16:42
ma allora lo fate apposta a farvi sgamare!!! [SM=x837067]:

cmq correttore di word rulez..

come erano le origini della famiglia Borsetti
cell in the hell
00lunedì 26 giugno 2006 22:56
IMHO è stato troppo narrativo per i miei gusti, inoltre è pieno di erroracci di storyline. Revenger è stato ucciso da The Black Devil senza che Bruce avesse a che fare con questo. C'era un altro errore, ma me lo sono dimenticato

Sto correttore di Word rompe, ma non è colpa tua, anche se una rilettina allo spot può servire.

In tutti i casi, uno spot da main eventer, non è per niente male, hai dimostrato di poter stare nel main event. :Sm1:
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