Esploratori

Ofi
00mercoledì 22 febbraio 2012 16:32
Buongiorno a tutti.
Non mi è mai stato chiaro come, nell'esercito italiano nel corso della grande guerra, venisse assegnata la qualifica di Ufficiale Esploratore.
Mi ero fatto l'idea che per far parte di questa specialità bisognasse offrirsi volontari, e che magari fosse necessario frequentare un corso. So per certo, infatti, che un Ufficiale Esploratore - oltre a possedere doti fisiche e morali non comuni - doveva sapersela cavare con la topografia, con il disegno, con elementi di telegrafia e segnali, e che costituiva titolo di merito il fatto che conoscesse la lingua dell'avversario.
Poi ho letto queste righe tratte dal libro Scontri di pattuglie ed è cascato il palco...

A mensa, (...) come di tradizione, Carafa “bagnò” il suo arrivo al reggimento. Il Comandante di battaglione ebbe per lui parole di incoraggiamento e, come per provarne la qualità, lo nominò di punto in bianco ufficiale ardito, capo degli esploratori del battaglione, carica questa assai onorifica, a sentir lui; bene appropriata, a sentire i subalterni, che non la preferivano.

Qualcuno può chiarirmi le idee?
Grazie per l'attenzione e un salutone a tutti.
Paolo
lemberg
00mercoledì 22 febbraio 2012 17:41
La specialità nasce con il nuovo regolamento di fanteria del 30.6.1914. I compiti previsti erano: procedere le colonne, esplorare il terreno per rendere "esatto conto dei particolari topografici", sventare eventuali attacchi, impedire l'infiltrarsi di pattuglie o nuclei nemici, spingersi avanti fino a entrare in contatto con le colonne nemiche.
Compiti come vedi da guerra di movimento, legati al passato.
Comunque al 24 maggio in ogni Rgt. c'era un reparto esploratori forte di 4 ufficiali e 80-90 uomini di truppa e sottufficiali; il reparto era diviso in tre gruppi, ognuno dei quali al comando di un ufficiale esploratore. C'erano anche alcuni ciclisti da usare quali staffette. Il 27 maggio 1915 Cadorna scrisse raccomandando di .

Trincee e fili spinati posero fine a queste "iniziative" artigianali lasciando spazio alle varie così dette "compagnie della morte".

Lemberg (già sergente esploratore del Btg. Cividale)

Ofi
00giovedì 23 febbraio 2012 08:25
Grazie Lemberg.
Ti risulta che gli esploratori dovessero seguire qualche particolare corso per acquisire la specialità? 
Sto ricostruendo le vicende di un sottotenente veneziano, comandante del plotone esploratori del III battaglione del 228°.
Alcuni giorni prima di morire, in una delle cartoline inviate a casa si firma - credo con un certo orgoglio - come Sottotenente Esploratore.
Un paio di settimane prima era stato per alcuni giorni a Parma, presso la scuola di Fanteria. Può essere che ci sia andato per diventare ufficiale esploratore?
Ad esempio, tu quando sei diventato esploratore hai dovuto seguire qualche corso? 

Un saluto da un tuo pari-grado, anche se anziché sulle vette io ho svolto il mio servizio sotto terra e invece di corde e piccozza ho utilizzato il tasto Morse in qualche base della Marina. Viva il Cividat!
Ofi
00giovedì 23 febbraio 2012 08:50
Lemberg, come ex esploratore immagino non ti lasci indifferente la motivazione della medaglia di bronzo che è stata concessa al sottotenente di cui ho accennato: 
Alla testa di un plotone esploratori, con intelligenza e coraggio, fugava forti pattuglie nemiche e forniva preziose informazioni al proprio comandante, rendendo così possibile al battaglione di avanzare in un terreno assai insidioso. Persisteva arditamente nel suo compito, finché cadde mortalmente colpito. – Casera Zingarella (Vicenza), 27 Giugno 1916.

Buona giornata.
lemberg
00giovedì 23 febbraio 2012 14:05
Ai miei tempi bastava avere una certa pratica in roccia e sci, almeno tra gli alpini. Credo, ma è una mia idea, che all'epoca del nuovo regolamento (1914) gli ufficiali ricevessero una breve istruzione, mentre la truppa veniva (ma è sempre una mia opinione) scelta tra gli elemnti più prestanti.Escluderei il "volontariato" nella truppa.
Seroverò cose certe non mancherò di informarti.

Lemberg

ronco78
00venerdì 24 febbraio 2012 01:35
lemberg, 23/02/2012 14.05:

Ai miei tempi bastava avere una certa pratica in roccia e sci, almeno tra gli alpini. Credo, ma è una mia idea, che all'epoca del nuovo regolamento (1914) gli ufficiali ricevessero una breve istruzione, mentre la truppa veniva (ma è sempre una mia opinione) scelta tra gli elemnti più prestanti.Escluderei il "volontariato" nella truppa.
Seroverò cose certe non mancherò di informarti.

Lemberg





non so se chiamarli esploratori, o guide, o scout, o arditi, o tutto insieme...ma a me hanno sempre e da sempre affascinato i "Caimani del Piave".
Mitizzati, certo, ma un corpo di specialisti nuotatori, in pantaloncini corti, pugnal tra i denti, neri di pece, addirittura esperti di arti marziali credo sia unico nela storia della GG.
(...so già che verrò immediatamente smentito! [SM=g7346] )

saluti
ronco
polesano75
00venerdì 24 febbraio 2012 09:29
non mi torna il conto
Allora: nel 1915 il rgt aveva 3505 uomini. Dato che 3204 (1068 x 3) erano nei btg, ne rimangono 301, ma 213 erano nella salmeria reggimentale: ne rimangono 88, che sono un po' pochini per il comando di reggimento e il reparto esploratori.
Qualcuno sa spiegarmi l'anomalia ?
Ofi
00venerdì 24 febbraio 2012 09:58
non so se chiamarli esploratori, o guide, o scout, o arditi, o tutto insieme...ma a me hanno sempre e da sempre affascinato i "Caimani del Piave". Mi

Ciao Ronco.

L’impiego degli arditi nella prima guerra mondiale non fu per l’esercito italiano una scelta strategica originale, ma trasse ispirazione dalle truppe d’assalto austro-ungariche, come sottolinea lo storico Giorgio Rochat nel suo libro Gli Arditi della Grande Guerra:

«Tutta la produzione sugli arditi (...) nega con la massima energia qualsiasi dipendenza degli arditi dalle Sturmtruppen, le truppe d’assalto dell’esercito austro-ungarico. Dalla documentazione disponibile risulta invece che le Sturmtruppen furono senza ombra di dubbio il modello di partenza dei reparti d’assalto italiani, che pure seppero svilupparsi con un’indiscutibile originalità. Una circolare del Comando supremo del 14 marzo 1917 attira l’attenzione dei comandi italiani sui “riparti d’assalto presso l’esercito austro-ungarico, affinché la conoscenza dei metodi d’azione seguiti dall’avversario offra il mezzo, non solo di opporvisi con adeguati procedimenti, ma altresì di adottare, ogni qual volta se ne presenti la convenienza, analoghi sistemi”.»

Vero è che l’esercito austro-ungarico e quello italiano furono gli unici, a livello europeo, a dotarsi di unità autonome di questo tipo.

Sempre Rochat:

«Pur nella varietà di forme e denominazioni, si può dire che tedeschi, francesi e inglesi diedero poco rilievo alle truppe scelte interne ai reparti normali di fanteria, come alle truppe d’assalto organizzate a parte, preferendo puntare sulla crescita omogenea di tutta la massa dei combattenti per quanto riguarda addestramento, armamento, aggressività: i reparti specializzati che vennero creati avevano compiti definiti, connessi in generale all’impiego di armi nuove come lanciafiamme e carri armati.»

In ogni caso, al di là di certe esagerazioni - difficile, inutile e pericoloso nuotare con un coltello fra i denti - il mito dei Caimani sembra resistere, se gli Incursori Subacquei - COMSUBIN - che costituiscono il reparto d’elite della nostra Marina conservano ancora oggi sullo stemma un caimano, proprio perché si sentono gli eredi dell’unità di arditi che si è distinta sul Piave.

lemberg
00venerdì 24 febbraio 2012 15:56
Le prime sturmtruppen AU si addestrarono nei campi organizzati dai tedeschi per le loro truppe d'assalto. E' una catena.

Lemberg

Ofi
00venerdì 24 febbraio 2012 17:29

Qualcuno sa spiegarmi l'anomalia ?



Ciao polesano75.
Io conosco i dati relativi al 228° e più in particolare al sottotenente Angelo Astolfoni che comandava il plotone esploratori del III battaglione.
Nella copia del Quadro costituente il Reggimento e in quella dell'Elenco nominativo degli Ufficiali del Reggimento, Astolfoni viene sempre messo in quota alla X compagnia.
Per cui credo che gli uomini del reparto esploratori debbano essere conteggiati fra i componenti del battaglione e non come unità a parte.
ronco78
00domenica 26 febbraio 2012 09:39
Re: non so se chiamarli esploratori, o guide, o scout, o arditi, o tutto insieme...ma a me hanno sempre e da sempre affascinato i "Caimani del Piave". Mi
Ofi, 24/02/2012 09.58:

L’impiego degli arditi nella prima guerra mondiale non fu per l’esercito italiano una scelta strategica originale, ma trasse ispirazione dalle truppe d’assalto austro-ungariche,




Ciao Ofi, giustissimo ( il tema arditi/sturmtruppen peraltro credo sia tra i più dibattuti sul forum , dopo ovviamente i kappenabzeichen [SM=g7349] )...
l'originalità cui mi riferivo però è proprio quella dei Caimani..."arditi nuotatori"; da qualche parte ho letto anche che fossero nati inizialmente proprio come reparto esploratori, scelti tra i soldati nati lungo il Piave e conoscessero perfettamente ogni secca, ogni ansa, ogni sasso del fiume in questione...il cui compito era proprio quello di attraversarlo a nuoto - osservare - rifeire.
L'iconografia poi ci ha messo del suo per creare il mito, ma un reparto simile,credo, sia stato unico nel suo genere!




saluti ronco
lemberg
00domenica 26 febbraio 2012 14:25
Buffissima immagine... a volte la propaganda non si rende conto degli autogoal; nudi, con l'elmetto e il pugnale fra i denti. Mi ricorda ciò che Lussu dice del generale Leone che con il bastoncino tra i denti simula il pugnale: ricordava una foca...

Lemberg

Ofi
00domenica 26 febbraio 2012 18:04

un reparto simile,credo, sia stato unico nel suo genere!




Buffissima immagine...



Quindi, per tirare un po’ le somme: anche i “Caimani” - almeno inizialmente - avevano compiti di esplorazione, e il contesto in cui hanno operato li ha portati ad affinare doti e attitudini uniche nel panorama della grande guerra.

Certo è che alla loro fama ha contribuito una certa iconografia, troppe volte falsata dalla propaganda.
Credo che come tutte le azioni di guerra, anche le imprese degli arditi siano state troppo serie e tragiche per essere rappresentate come nella tavola di Beltrame pubblicata nel settembre del ’18 dalla Domenica del Corriere.

La didascalia riporta il seguente testo, che sottolinea come ci si fosse preso gioco degli austriaci. In realtà a me sembra che il ridicolo coinvolga un po' tutti...

UN’INCURSIONE ORIGINALE E AUDACE SUL BASSO PIAVE. – Passato il fiume in barchette o a nuoto, nuclei di arditi, con indosso le sole mutande, piombavano sulla linea nemica di vigilanza portandovi la distruzione e la morte. Intanto, l’artiglieria austriaca si sfogava contro alcuni barconi che passavano tranquillamente sul Piave, carichi di soldati che erano in realtà... dei fantocci.

codo96
00lunedì 27 febbraio 2012 18:45
A proposito di Caimani del Piave, segnalo il monumento dedicato a questi; presente a Falzè di Piave (Treviso).


Davide
lemberg
00lunedì 27 febbraio 2012 18:49
Ma questi... non sono in mutande! [SM=g7349]

Immagino che conosciate il film

Il Caimano del Piave, di Giorgio Bianchi con Gino Cervi.


Lemberg

Ofi
00lunedì 27 febbraio 2012 19:13
Questa è la locandina del film: sullo sfondo si potrà notare uno a petto nudo e con il classico coltello in bocca.

[IMG]http://[/IMG]
Ofi
00lunedì 27 febbraio 2012 19:21
... e in ogni caso credo renda più merito ai Caimani il monumento di Falzè di Piave piuttosto della tavola di Beltrame.

[IMG]http://[/IMG]
codo96
00martedì 28 febbraio 2012 16:01
lemberg, 27/02/2012 18.49:

Ma questi... non sono in mutande! [SM=g7349]

Lemberg




Comunque sono sicuro che è dedicato ai Caimani...riguardo all'abbigliamento...non ne ho idea.

Davide
lemberg
00martedì 28 febbraio 2012 18:14
Colfosco / Monumento ai Caimani del Piave.
Nella piazza centrale di Falzè di Piave un dinamico gruppo bronzeo raffigura tre arditi tesi nello slancio offensivo, con l’armamento leggero tipico dello speciale corpo d’assalto. Il monumento ricorda l’azione del 27 ottobre 1918, che valse loro l’appellativo di “caimani del Piave”.

Dal sito di Falzè. [SM=g7348]

Ciao Lemberg [SM=g7349]
Max D.K.
00mercoledì 29 febbraio 2012 09:44
Forse sul monumento li hanno rappresentati vestiti per ... decenza !!!

Saluti.

lemberg
00mercoledì 29 febbraio 2012 10:39
Certo... non come "la ragazza di Trieste o la bagnante" bronzo posto sulle rive barcolane avvolta in asciugamano in bronzo troppo trasparente, spece lì dove non batte il sole!!

Lemberg


Gira60
00mercoledì 29 febbraio 2012 14:26
Forse questa rende di più....



lemberg
00mercoledì 29 febbraio 2012 15:00
Arditi all'assalto. Non è nemmeno brutto. [SM=g7348] Un bel movimento e buoni dettagli, vedi la SIPE.

Lemberg

lucallo78
00mercoledì 29 febbraio 2012 22:11
ecco unìinoccente immagine, che anche se non specificato mi rappresenta un improbabile "esploratore" di inizio guerra..(cartolina viaggiata nel 16 ma probabilmente stampata prima...)
lemberg
00giovedì 1 marzo 2012 08:07
Veramente bella... secondo me guarda le contadinelle mentre mungono le mucche... tipica immagine da spaccio militare. Bella.

Lemberg

Ofi
00giovedì 1 marzo 2012 09:12
Davvero bella la cartolina.
Queste foto invece sono tratte dal libro La guerra italo austriaca 1915-1918 di Paolo Marzetti (Ed. Armando Albertelli).
E’ visibile il distintivo di Esploratore applicato sulla manica sinistra, la stella a sei punte in lana nera per la truppa e in argento oppure oro per gli ufficiali, istituito con la circolare n. 300 del Giornale Militare del 27 giugno 1914.

[IMG]http://[/IMG]

lemberg
00giovedì 1 marzo 2012 09:19
Dunan e Lipmann indossate sul berretto. Comodissimo... Però si, hanno la stella da esploratori.

Lemberg

Ofi
10giovedì 1 marzo 2012 14:22
Caro Lemberg, in effetti questi esploratori non si sono fatti mancare niente...

E a proposito di Dunand, quella che vedi stava aspettando proprio me da un'ottantina d'anni. Devo ringraziare mia moglie che durante una delle nostre tante peregrinazioni sull'Altopiano di Asiago ha scorto un pezzettino "strano" che sbucava dal terreno.
Mi sa che più di qualche appassionato dotato di metal detector mi manderà a remengo...

[IMG]http://[/IMG]
lemberg
00giovedì 1 marzo 2012 15:39
E' una bella botta di ... fortuna. Anche se poco resta è un pezzo rarissimo. Le ultime a mia memoria sono saltate fuori più di 10 anni orsono da una caverna in montagna.

Lemberg

polesano75
00mercoledì 9 agosto 2017 09:18
Riesumo questa vecchia discussione per aggiungere un paio di informazioni che ho trovato leggendo "Storia delle truppe d'assalto italiane" di Salvatore Farina (che in questi giorni potete trovare in edicola allegato al quotidiano Il Giornale.
A partire dal 1914 ogni reggimento di fanteria ebbe il suo reparto esploratori composto da 4 ufficiali e 80-90 soldati. Il reparto era articolato su tre gruppi, ognuno al comando di un ufficiale, articolati a loro volta su quattto pattuglie.
Mi pare di capire, quindi, che ogni compagnia avesse una sua pattuglia di 6-7 esploratori, presso il comando di battaglione c'era il tenente che comandava le quattro pattuglie mentre presso il comando di reggimento c'era il capitano che guidava l'intero reparto.
Ciao
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:18.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com