Esperienze farlocche ed esperienze vere

F.Delemme
00domenica 27 gennaio 2013 14:03
"...mi manda il prete..."

Siamo abituati alle esperienze farlocche che alcuni fuoriusciti si scambiano con dovizia, facilmente, arricchendole e personalizzandole. Ora vi racconto la mia esperienza VERA, con alcuni predicatori cattolici.
Ieri, sabato 26 gennaio 2013, sto leggendo il libro “Amore e il sesso nell’antica Roma” di Alberto Angela. Sono le ore 16,15 e suona il citofono. Invece di rispondere al citofono, apro la porta e davanti al cancello principale si presentano 5/6 persone. Una di queste, da lontano, con voce amplificata dice: "mi manda il prete".
Esco, percorro i 15 metri che dividono la porta d'entrata da quella del cancello che immette nel mio giardino e che è anche l'entrata del mio immobile.
Arrivato al cancello mi accorgo della presenza di ben 7, 8 o 9 persone. La "capogruppo" mi ripete che il prete della parrocchia vicina l'ha incaricata (seguita dal gruppo) di visitare le famiglie per condividere il mistero di Gesù e la sua incarnazione. Apro il cancello, 6 persone del gruppo chiedono di entrare mentre gli tre 3 preferiscono aspettare fuori perché, dicono, siamo in troppi. Altri due del gruppo che stavano entrando, rendendosi conto che stavano invadendo il mio appartamento, fanno marcia indietro e si accodano agli altri 3 rimasti fuori. Alla fine si accomodano due donne e due uomini. Il salone d’entrata ospita principalmente un salotto e un tavolo rettangolare, ci accomodiamo ai vari lati del tavolo. La “capogruppo” si sistema su quella che abitualmente è la mia sedia, poggiando sul tavolo una bibbia e, mi accorgo dopo che sotto la Bibbia aveva anche un crocifisso metallico almeno di un 15x10. Gli altri non avevano libri o Bibbie, soltanto la signora accanto aveva la Bibbia di Gerusalemme come ha precisato nel corso della nostra chiacchierata.
Una volta accomodati chiedo se preferiscono un Thè o qualche biscottino, mi dicono di no perché hanno poco tempo. La signora, prima ancora di chiedermi quale religione professassi, fa presente che il prete della parrocchia vicina li ha mandati a visitare le famiglie cattoliche per parlare di Gesù e del miracolo eucaristico. Le dico che mi fa piacere vedere la concorrenza in fibrillazione. Noi, continuo a dirle, non siamo una famiglia cattolica e forse il prete non ha aggiornato la lista dei suoi parrocchiani. [SM=g27994]

La sua religione…, mi chiede il signore che si era seduto alla mia destra, faccia simpatica e baffo alla D’alema. Siamo testimoni di Geova da diverse generazioni, replico io. La capogruppo rimane un po’ disorientata però si riprende subito. Col sorrisetto sulle labbra pronuncia un anonimo “conosco la vostra religione”.
Allora sa che non crediamo a certi miracoli eucaristici e tantomeno al pane che si trasforma in carne e il vino in sangue nella più classica transustanziazione. A questo punto la mia interlocutrice principale, spostando la sua Bibbia, scopre il corposo crocifisso e accarezzandolo come se si trattasse di un amuleto portafortuna, puntualizza: ormai la chiesa è andata avanti, questo succedeva molti anni fa. Io le dico di informarsi meglio perché questo miracolo è ancora attuale, basta leggere il catechismo della sua chiesa. Mi fa presente d’essere laureata in teologia e, cercando fra i suoi ricordi, mi precisa che ha più di una laurea in materie religiose. Ribadisco che non sono necessarie le lauree per affermare una cosa del genere.
La signora fa cadere il discorso come un mazzo di carciofi, con un goffo tonfo. Riprende così il discorso accennandomi ad una testimonianza di un ex testimone di Geova siracusano che dopo 40 anni di militanza è diventato cattolico e ora accusava i testimoni di Geova.
Sfido chiunque a trovare un’espulso di qualsiasi religione o comunità a parlare bene dei suoi ex confratelli, preciso io, trovando parere favorevole nelle parole di chi mi sta accanto “basso simpatico”: è vero, perché anche nella nostra comunità ci sono stati dei fuoriusciti e raccontano peste e corna. La signora annuisce e con lo sguardo di chi non può tirarsi indietro conferma che in effetti nessun ex parla bene dei suoi trascorsi. Avendo accennato ad un ex di Siracusa, le chiedo se parlava di Sergio Pollina. Il suo sguardo di assenso, conferma. Io preciso che, non dopo 40 anni ma dopo circa 20 anni è stato espulso dalla nostra organizzazione e che non credo sia diventato cattolico ma è stato usato dai cattolici per meri fini propagandistici. Come si spiega, dico ai miei ospiti, dopo la sua fuoriuscita si è separato dalla moglie, come ha fatto il prof. Meli, altro ex? Oltre a ciò, si dice che abbia intrecciato una relazione con una ragazza mentre il Meli, attualmente convive con una sua ex alunna… E come mai, poi i due ex, d’amore e d’accordo nel diffamare i testimoni di Geova, col tempo hanno litigato perché “due galli in un pollaio non possono stare”? Era evidente a questo punto che aveva attinto notizie da altri e non conosceva i fatti.

Non volendo infierire più di tanto, col sorriso ironico le dico che in effetti non conosce neppure i testimoni di Geova e la loro dottrina se non per sentito dire manifestando pregiudizi immotivati. No, mi dice, anzi io non capisco come fate ad essere così legati al vostro credo e ad essere così zelanti. Se avesse conosciuto la nostra dottrina, saprebbe che noi non abbiamo i testimoni di Geova non praticanti. Da noi, chi non è attivo non può essere considerato un testimone di Geova. Chi non si attiene ai principi della nostra confessione, se non si pente, perché se uno sbaglia può essere perdonato, mentre se continua a sbagliare ha fatto delle libere scelte, viene espulso. A questo punto, accarezzando ancora una volta il suo crocifisso mi fa presente che è tardi. “Baffo” mi invita a partecipare a una delle loro riunioni. Gli dico di lasciarmi il suo numero di telefono mentre gli do un mio bigliettino. La signora del crocifisso dice al “baffo” di stare attento perché facilmente i testimoni di Geova riescono a convincere i cattolici…
Io la prendo a ridere e la riassicuro: Il compito di un testimone di Geova è quello che ci presenta Gesù nel Vangelo di san Matteo “e questa buona notizia del Regno sarà predicata in tutto il mondo e poi verrà la fine”. Gesù ci dice di fare questo e noi testimoni di Geova lo facciamo. Poi, ognuno è libero di aderire o meno al nostro messaggio. Fatelo anche voi, in modo organizzato e preparato. Prima di concedarci mi ringraziano per l’ospitalità, nessuno ci ha fatti entrare, dice “baffo”, ed è stato un piacere conoscerci. Da noi c’è un giovane prete, mi dice “baffo”, ci venga a trovare … Sicuramente qualche giorno della prossima settimana le farò una sorpresa.


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