Errori arbitrali, la scienza spiega: "Sbagliano, ma certi di non farlo"

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vanni-merlin
00venerdì 17 febbraio 2006 18:48
La ricerca, tutta italiana, di un gruppo di studiosi di Firenze
La decisione, anche se sbagliata, è presa con grande convinzione


Errori arbitrali, la scienza spiega
"Sbagliano, ma certi di non farlo"



FIRENZE - Quante volte, davanti a un fuorigioco non fischiato o a un rigore non concesso si levano grida, insulti e accuse contro l'arbitro? Da parte dei tifosi e dei giocatori penalizzati: ed è proprio qui che il giudice di gara ostenta la sicurezza della sua decisione, la stessa di quando estrae il cartellino (giallo o rosso che sia). Nessun dubbio di aver potuto sbagliare. Anche se moviola e replay da infinite angolazioni provano il contrario. Arbitri spocchiosi? Le cose non stanno così. A risolvere il quesito ha pensato la scienza. In uno studio in uscita su PLoS Biology, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Firenze dimostra come in particolari situazioni visive, affollate di segnali, si prendano decisioni sbagliate ma con grande sicurezza.

Lo studio non poteva che essere italiano, e per i molti adepti del calcio potrà persino sembrare blasfemo. Ma gli scienziati, alla larga da giudizi calcistici, puntano a comprendere l'origine degli errori visivi assunti con un alto grado di certezza. In laboratorio gli studiosi hanno osservato come i processi percettivi e neurali sottostanti alla ricerca visiva influenzino la prestazione di un compito; in particolare hanno posto la loro attenzione al ruolo giocato dalle fonti di distrazione. Immaginiamo, ad esempio, di cercare un amico in una strada affollata, o di trovare un documento in una scrivania in disordine. Ci aspetteremmo che all'aumentare dei cosiddetti distrattori (rumori, segnali visivi, ecc.) cadano a picco le certezze di essere nel giusto. Eppure, dicono i ricercatori fiorentini, avviene esattamente il contrario.

"In presenza di un alto numero di rappresentazioni interne indipendenti e rumorose - affermano - il sistema visivo tende a basare la decisione percettiva su quella più intensa". Una decisione che genera un alto livello di sicurezza negli osservatori, anche se si tratta di un errore percettivo.

"Questi risultati - spiegano gli scienziati - suggeriscono che la probabilità di essere certi di aver visto qualcosa che effettivamente non si è visto aumenta in situazioni di confusione, un fenomeno che può avere implicazioni molto estese. E lo stesso processo può essere applicato a compiti cognitivi complessi che coinvolgono problem-solving e memoria. Quando ci si trova di fronte ad eventi multipli in ambienti caotici, si può decidere su alcuni aspetti di quelle situazioni sbagliando di sana pianta pur essendo del tutto certi della correttezza delle decisioni prese". Ecco perché - per rimanere nell'ambito calcistico - nel giudizio del fuorigioco l'arbitro o il guardalinee nutrono molti più dubbi nella situazione apparentemente semplice di due o tre giocatori che non quando la linea di fuorigioco include molti più giocatori.

Questo fenomeno può avere ricadute ben più ampie: influenzare i testimoni oculari di un fatto, ad esempio, o addirittura non far distinguere ai soldati i loro avversari durante una battaglia, oppure nelle strategie di controllo dei bagagli da parte degli operatori aeroportuali.


(16 febbraio 2006)


da: www.repubblica.it/2006/b/sezioni/scienza_e_tecnologia/arbitrosbagli/arbitrosbagli/arbitrosba...


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