Emilio Fede: "Farò la fine di Marco Biagi"?

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CARMINE84
00venerdì 5 luglio 2002 15:40
Fede: "Sarò il nuovo Marco Biagi?"
Il direttore del Tg4 ancora minacciato
"Da mesi sono oggetto di minacce serie e documentate e da parte della magistratura non c'è nessun riscontro. Stanno forse aspettando un secondo Marco Biagi?". Così Emilio Fede commenta la e-mail ricevuta a firma delle Brigate Rosse-Partito Comunista Combattente che avvisa il direttore del Tg4 di essere "nel mirino". "Nel mirino ci sono da sempre -continua il giornalista- non ho paura, ma certamente sono condizionato, non vivo più da uomo libero".

Fede, dopo il pacco esplosivo e le telefonate, ora arrivano anche le e-mail...
"E' una novità che complica un po' le cose rispetto alle ormai abituali chiamate telefoniche. Arriva da un sito Internet russo, parte da là, segno che abbiamo a che fare con dei professionisti del pc. Tento sempre di non dare credibilità a questo tipo di cose, ma lo faccio anche per esorcizzare..."

Qual è il contenuto della lettera?
"Un po' di tutto, siamo identificati come nemici dei lavoratori e nel mirino delle Brigate Rosse, oltre che la redazione del Tg4 è presa di mira anche Scajola, definito "ministro fascista". 'Arriverà il momento giusto per colpirci', dicono".

Lei ha già avuto a che fare con questo clima negli "anni di piombo". Ebbe dei problemi anche allora?
"Sì, ero nel mirino delle Brigate Rosse negli anni '70, quando lavoravo al Tg1. In un covo venne trovato un elenco, c'ero anch'io. Venivo definito "pennivendolo di regime". Avevo già allora una scorta, evidentemente talvolta serve. Mi assegnarono quattro poliziotti, uno più zelante degli altri venne prima dell'orario previsto a prendermi. Stavamo percorrendo una strada di Trastevere quando vedemmo una moto parcheggiata di fianco a un furgone. L'agente si insospettì, scese pistola alla mano e si avvicinò al furgone, da dove saltarono fuori due che presero la moto e scapparono. Il poliziotto sparò, ne ferì uno, ma riuscirono comunque a fuggire. Il furgone era attrezzato per un agguato".

In tempi recenti, invece, le minacce e i messaggi eloquenti sono iniziati con la busta esplosiva inviata alla redazione del Tg4...
"Non era un giochetto, è meglio non dimenticarsi che una segretaria rimase ferita. Ferita leggermente solo ed esclusivamente perchè aprì quel pacco in piedi, se fosse stata seduta, i danni sarebbero stati ben più gravi. Da quel momento sono partite una serie di telefonate dirette ai miei telefoni personali. La maggior parte sono delle stupidaggini e sono fatte da imbecilli e mitomani, ma ne arrivano alcune che hanno ben altra origine e che hanno per oggetto minacce vere e proprie. Quello che mi indigna maggiormente, però, è che nonostante le denunce non ci siano riscontri da parte della Magistratura, dopo mesi e mesi di episodi di questo tipo non conosco nemmeno un nome di quelli che mi minacciano. Non lo so, forse stanno aspettando di vedere un secondo Marco Biagi".

Cosa rimprovera maggiormente agli inquirenti?
"Quella di avere dei tempi burocratici, lunghi, davvero incredibili in casi come questi. Non è possibile che in una situazione di rischio debbano passare dei mesi per avere dei tabulati telefonici. Ho scritto una lettera di protesta al capo della Procura D'Ambrosio, che, debbo dire, si è immediatamente impegnato a lavorare sul caso, affidato poi a un magistrato bravissimo come Pomarici che si è già attivato per accelerare i tempi della burocrazia. E' comunque uno schifo che chiunque possa raggiungere e violare la privacy di una persona senza potere saprere nulla. Amo dire che sono l'unico italiano che ha chiesto di avere il telefono sotto controllo, credo che non esista una persona che lo voglia in tutto il Paese. Non penso che la Magistratura sia in malafede, ma il lavoro degli inquirenti è troppo impastato da queste lungaggini, mi chiedo come sia possibile che non ci sia una procedura per saltare dei passaggi con polizia, Telecom e quant'altri per ottenere dei tabulati telefonici. Sono riuscito io ad avere dei numeri telefonici di chi mi chiama, non riescono loro?".

Si dice che i toni nel Palazzo della politica e nelle piazze esasperano e aizzano i terroristi reali e potenziali. E' così anche nel mondo dei media?
"Sì, è così. Ho criticato e denunciato da tempo qualsiasi violazione della privacy, della sfera personale. Ma quando il presidente della FNSI Serventi Longhi mi indica pubblicamente come nemico storico del sindacato, io rispondo che lui è responsabile per qualsiasi cosa mi possa succedere. Per non parlare di Moretti, che mi dà dello squadrista. Io lo querelo e il Tribunale lo assolve, perchè secondo loro un soggetto pubblico è passibile di queste offese"


Dietro il sorriso e l'apparente tranquillità ha paura?
"Non sono spaventato, non ho paura di morire. Ma sono condizionato, non vivo più da uomo libero, ho sempre tre carabinieri con me. Poi le minacce, le e-mail possono essere attendibili, non attendibili, ma la realtà è questa".









Il forum di Carmine84


sperminator
00venerdì 5 luglio 2002 17:38
come sono cadute in basso le brigate rosse.. da aldo moro a fede ...:angelon: :ekk
liama
00venerdì 5 luglio 2002 17:55
:fig
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Se si guarda con gli occhi della mente la nostra confusione
arriverà fino alla pazzia. Se guardiamo con gli occhi della vita
ci accorgeremmo che ogni cosa che noi vediamo, é una sola
immagine che ci guarda negli occhi


Amministratrice del Mentalmente Instabili Forum

666
00sabato 6 luglio 2002 12:37
scommetto che Fede è disposto a suicidarsi pur di rompere ci coglioni:inc:

I buoni vanno in , invece io che sono vado dove voglio.

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