Emanuele Zilli

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godsavethebeer88
00domenica 6 luglio 2008 23:06
Emanuele Zilli era un militante di quelli che non si tiravano indietro, in anni di scontri anche molto duri. Aggredito una prima volta, nel 1972, in piazza Castello insieme ad un amico, qualche settimana dopo, il 5 Dicembre 1972, stava per subire la stessa sorte. Teatro dell'aggressione è Piazza della Vittoria, all'angolo con Corso Cavour, verso le 13:45. Era insieme ad altri due iscritti, uno dei quali, Marco Noè, reagì sparando un colpo di pistola che ferì uno degli aggressori, Carlo Leva. Naturalmente questo episodio ebbe grande risonanza ed Emanuele passò non pochi guai. Infatti, poche ore dopo, lo stesso giorno alle ore 17:30 fu "prelevato" da un branco di comunisti mentre si trovava di fronte alla sede dell'MSI e selvaggiamente percosso. Testimoni citarono un "gruppo di trenta persone accanirsi contro un singolo". Ricoverato in ospedale in gravi condizioni fu però dimesso quasi subito, ancora sofferente, per consentire alla polizia non di proteggerlo, bensì di arrestarlo per l'episodio precedente. Due medici del Policlinico del reparto neurochirurgia-ortopedia, furono denunciati per la loro prognosi a dir poco "sospetta". Sarebbe del tutto inutile specificare che Zilli fu poi riconosciuto completamente innocente, ma ormai il suo destino era segnato. Il suo indirizzo di casa, perennemente sui giornali in modo che fosse "raggiungibile" da chiunque. Emanuele era sposato e padre di due bambine che, nel novembre 1973, avevano appena due e un anno: era un operaio che, per mantenere la sua famiglia, lavorava duramente presso uno spedizioniere di Pavia, la ditta Bertani, e fu all'uscita dal lavoro che trovò ad aspettarlo la morte.

mentre Zilli procedeva ad andatura modesta col suo ciclomotore, dalla parte destra gli piombarono alle spalle almeno un paio di aggressori, che lo colpirono almeno un paio di volte al capo forse cercando di disarcionarlo dal motorino facendogli una "cravatta", ossia passandogli un braccio attorno al collo. Ciò avrebbe giustificato il taglio sotto al mento, causato da un orologio, dalla fibbia al polso di un eskimo, o da un'unghiata.
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