Elisa Springer - la speranza e la fede che hanno vinto Auschwitz

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worry
martedì 26 gennaio 2010 23:10
Volevo lasciare la testimonianza di Elisa Springer, che nel 1944 venne deportata ad Auschwitz e successivamente in altri lager, perchè mi è sembrata simbolica.



Difronte ad un crimine così deplorevole come quello dei campi di sterminio generalmente si può stare solo in silenzio. Un silenzio che è rispetto, ma anche distanza. Perchè infondo solo chi ha vissuto realmente questa esperienza può parlare. Chi non c'è stato, chi non ha subito in prima persona questi crimini non può neanche lontanamente immaginare, nemmeno sforzandosi, come sia stato.
E' difficile immaginare che un sopravvissuto ad una simile tragedia possa dimenticare. Speranza, fede, perdono...sono tutte parole che non si addicono ad un campo di sterminio.
Eppure Elisa Springer, nel suo libro "Il Silenzio dei Vivi" ci regala una piccola introduzione alla storia della sua vita, lasciando un messaggio di speranza, di orrore verso i crimini della guerra ma anche di consapevolezza che Dio esiste per tutti.
Vi lascio una parte di questa introduzione:

[...]Oggi ho compreso che Dio mi ha concesso di liberarmi della prigionia del passato, attraverso le pagine di questo libro [...]

[...] Siamo tutti figli di Dio, di un unico Dio, quel Dio che a me è stato negato e che, nonostante tutto, ho sempre, disperatamente, cercato!
A distanza di cinquant'anni, nel mondo, si è fatto ancora poco per far comprendere alla gente cosa sono stati il nazismo e la Shoà. C'è stato anche chi ha negato, e nega tutt'ora, a volte anche per nascondere le proprie colpe o la propria vergogna!
Ma in questi anni qualcosa si è mosso.
Oggi, finalmente, anche papa Giovanni Paolo II e la Chiesa cattolica, nel definire Auschwitz "Golgota dell'umanità", chiedono perdono per un colpevole silenzio.
Si è riconosciuto che, fra i cattolici, ci sono state colpe e manchevolezze. Non pochi infatti, si sono lasciati prendere dall'ideologia del Nazionalsocialismo, e sono rimasti indifferenti nei confronti dei crimini contro la vita e la proprietà degli ebrei.
Alcuni hanno appoggiato i crimini, diventando colpevoli essi stessi.

Oggi posso ritenere che il rapporto con Cristo e la storia sia stato rispettato e riscattato dall'atteggiamento del Papa e della Chiesa. Quel Dio sacrificato e umiliato ad Auschwitz, quel Dio messo in discussione, è stato riscattato, grazie anche al sacrificio di un considerevole numero di suore e preti, esseri liberi nelle coscienze e nella fede, veri esempi di luce che, senza esitare un solo attimo, hanno offerto la vita, evitando l'orrore e la estrema sofferenza a tanti innocenti.
doncsi
mercoledì 27 gennaio 2010 15:33
Sono d'accordo con te Sofi,penso che soltanto chi ha vissuto l'orrore dei campi di concentramento possa raccontare la tragedia che si è consumata all'interno di essi.

Vorrei riportare la testimonianza di una cara persona, Aldo Pantozzi ,proponendovi le parole di perdono con le quali l'autore conclude il volume"Sotto gli occhi della morte" da Bolzano a Mauthausen - pubblicazione del Museo Storico in Trento:


"Ritrovammo la nostra personalità,rimasta compressa fino allora in un lontano angolo di noi stessi;ricostruimmo in noi,come su una tersa lavagna,gli ordini dei valori dell'esistenza,molti dei quali,fino allora, ci erano sempre sfuggiti.
Costruzione fondata sulla fede nel Cristo che sola,nell'immane crollo avvenuto intorno a noi e dentro di noi,era rimasta integra e salda,che,rafforzata nella tragedia e nel dolore,ci aveva donato la calma forza della rassegnazione e che,nell'abisso,aveva fatto germogliare anche il generoso seme del perdono."
crisspi
mercoledì 27 gennaio 2010 22:41
hai fatto bene
ad inserire una discussione sulla shoà! oggi ho sentito al Quirinale il discorso di Elie Wiesel, premio nobel per la pace e sopravvissuto ad Auschwitz...è stato commovente.
Noi giovani che non abbiamo vissuto gli orrori della guerra e tantomeno l'olocausto non ci possiamo veramente render conto di cosa sia stato. E' giusto RICORDARE PER NON DIMENTICARE MAI le persecuzioni naziste e far sì che non succedano mai più.
Hitler era un pazzo ma tutti i tedeschi, popolo culturalmente elevato, come hanno fatto a seguirlo? E' questo che non si riesce a spiegare, la follia COLLETTIVA...
Elie Wiesel ha detto:"Quando un giorno sarò al cospetto di Dio, una sola cosa gli chiederò....PERCHE'?"
worry
giovedì 28 gennaio 2010 14:56
Re: hai fatto bene
crisspi, 27/01/2010 22.41:

ad inserire una discussione sulla shoà! oggi ho sentito al Quirinale il discorso di Elie Wiesel, premio nobel per la pace e sopravvissuto ad Auschwitz...è stato commovente.
Noi giovani che non abbiamo vissuto gli orrori della guerra e tantomeno l'olocausto non ci possiamo veramente render conto di cosa sia stato. E' giusto RICORDARE PER NON DIMENTICARE MAI le persecuzioni naziste e far sì che non succedano mai più.
Hitler era un pazzo ma tutti i tedeschi, popolo culturalmente elevato, come hanno fatto a seguirlo? E' questo che non si riesce a spiegare, la follia COLLETTIVA...
Elie Wiesel ha detto:"Quando un giorno sarò al cospetto di Dio, una sola cosa gli chiederò....PERCHE'?"




Proprio in occasione del Giorno della Memoria abbiamo tenuto a scuola una conferenza sulle leggi razziali. Io stessa, studiando e guardando diversi documentari, mi sono chiesta come fosse possibile che tutte quelle persone accettassero degli orrori simili. Capisco che possa esistere un pazzo come Hitler, ma un intera nazione che lo segue! Basti pensare che solo ad Aushwitz c'erano migliaia di persone che lavoraravano, tra guardie e membri delle SS. Putroppo all'epoca in Germania vigeva una fortissima cultura antisemita, molto più che in Italia. Per questo ho amato molto la testimonianza di Elisa Srpinger: ha messo un pò di speranza su un capitolo storico così orribile.





Conny1810
giovedì 28 gennaio 2010 17:55
è doveroso ricordare e meditare su questa tragedia che non trova spiegazione se non nella pazzia che si impadronisce delle persone quando nel cuore non hanno Dio ma l'odio causato dal male.

Dal "Diario" di Etty Hillesum, giovane scrittrice ebrea, morta ad Auschwitz, ho tratto questa preghiera che scrisse in una delle sue ultime lettere e, nonostante avesse già intravisto l'approssimarsi della morte, le sue parole sono di ringraziamento a Dio !



“Mi hai resa così ricca, mio Dio. Lasciami dispensare anche agli altri questa ricchezza a piene mani.

La mia vita è diventata un colloquio ininterrotto con Te, mio Dio, un unico grande colloquio.

A volte, quando me ne sto in un angolino del campo con i piedi piantati sulla tua terra e gli occhi rivolti al tuo cielo, le lacrime mi scorrono in faccia, lacrime che sgorgano da una profonda emozione e riconoscenza.

Anche la sera quando sono coricata e riposo in Te, mio Dio, lacrime di riconoscenza mi scorrono in faccia e questa è ormai la mia preghiera.

Sono molto, molto stanca, già da diversi giorni, ma anche questo passerà. Tutto avviene secondo un ritmo profondo che bisognerebbe imparare ad ascoltare e questo imparare ad ascoltare è la cosa più importante che si possa fare in questa vita.

Io non combatto contro di Te, mio Dio.

Tutta la mia vita è un unico grande colloquio con Te.

Forse non diventerò mai una grande artista come in fondo vorrei, ma mi sento già fin troppo al sicuro con Te.

A volte vorrei comporre delle piccole massime o scrivere storie appassionanti, ma poi mi ritrovo pienamente in una sola parola: Dio, e questa parola contiene tutto e allora non ho più bisogno di dire altre cose.

E la mia forza creatrice si tramuta in un colloquio interiore con Te e le ondate del cuore sono diventate via via lunghe e mosse, ma insieme anche tranquille. E mi sembra che la mia ricchezza interiore continuamente cresca ancora”.
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