Elio, anzi Frankenstein

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Crosty
00martedì 8 luglio 2003 10:17
Il cantante e band leader si dà all'opera. In diretta e alla radio il 29 luglio


Elio dalla testa ai piedi: cappellino alla marinara bianco e celeste, T shirt blu con scritta rossa, bermuda mimetici, calzini bianchi corti con scarpe da ginnastica. In versione balneare, ma anche seria. Perché accanto al tour che lo sta portando in giro per l'Italia insieme al suo gruppo (l'ultimo disco è "Cicciput" uscito un mese fa), Elio ha un piacere che coltiva raramente: la musica e il canto "classico". Non è la prima volta che si cimenta (lo ha già fatto nel 2000 con "L'opera da tre soldi" dove aveva vestito i panni di Mackie Messer), ma di sicuro è la sua prima apparizione nei panni di Frankenstein. Sì, proprio lui, il mostro scaturito dalla fantasia di Mary Shelley è diventato un'opera musicale (intitolata appunto "Frankenstein!!") firmata dal compositore Heinz Karl Gruber, un "pazzo genio" con cui Elio si è trovato subito in sintonia. La passione di Elio per la musica classica e per l'opera («non sono un melomane però», confessa) c'è sempre stata e i suoi studi sono stati classici, essendo diplomato in flauto. Ma da questi presupposti a passare ad "Elio e le storie tese" per finire a "Frankenstein!!", pare francamente un doppio salto mortale.

Elio, raccontaci come è andata...
Non sono mai stato un vero appassionato di opera lirica. Negli ultimi anni, ho conosciuto l'opera e mi piace molto, ma mi ritengo un principiante, anche come baritono. Ho cominciato a riavvicinarmi a quel mondo e conosciuto il Maestro Gruber, un vero pazzo genio che mi è piaciuto. Abbiamo cominciato con Weill e poi mi ha proposto Frankenstein...

Perché proprio Frankenstein?
Ho scelto di fare Frankestein per due motivi, forse tre. Il primo è che, essendo che con il nostro ultimo album "Cicciput" abbiamo puntato molto di più sull'aspetto fisico piuttosto che sull'intelligenza, per placare la corse delle donne verso di me ho deciso di puntare decisamente sull'imbruttimento. Nello stesso tempo, sento dire da più parti che l'ambiente rock e un ambiente dove si sono parecchie donne e si fa spesso l'amore. Non è vero niente. Nella lirica ci sono invece meravigliose cantanti e se mi fabbrico una fama di cantante pseudolirico forse ho più chances. A parte gli scherzi: mi sento e mi sono sempre sentito un po' Frankenstein...

Come vivi questa commistione tra rock e classica a livello personale?
Beh, innanzitutto io vengo da una formazione classica. Poi devo confessare che sebbene calchi i palcoscenici rock da molti anni non mi piaccio tante cose, prime tra tutte l'approssimazione. Ma negli ultimi anni si è un po' alzato il livello medio.

Spiegati meglio...
Se a un artista classico gli chiedi "fai questo, questo e questo" Lui ti fa questo, questo e questo. Cosa che non accade assolutamente con gli artisti pop, gente che spesso ha preso la chitarra in mano per la prima volta. Sono analfabeti, ma ora si sono evoluti un po'. Ammiro la professionalità del mondo classico lirico, anche se penso sia un mondo che vada verso una fine certa, chiudendosi sempre più nel suo ghetto. Gli manca il pubblico: io posso quindi essere in grande messo tra i due mondi. Un po' come quando Ciarrapico fece da tramite tra Berlusconi e De Benedetti...

Ancora una volta hai scelto la radio per esprimerti nella tua performance "mostruosa". La preferisci alla tv?
Altroché! Preferisco senza dubbio fare la radio. C'è molto più spazio per la creatività, indipendentemente dal fatto che oggi la tv sia caduta a livelli veramente bassi. La radio ha però un limite: ci sono meno soldi, e anche meno ascoltatori della tv.

I tuoi fan come prendono questo tuo eclettismo?
Mah, loro sono pronti a tutto. Anzi, se non faccio tante così anche loro, come me, si annoiano a morte.



4 luglio 2003

Andrea Muti



Crosty
00martedì 8 luglio 2003 10:20
Elio si presenta in mutandoni
Gli italiani? Meglio vestiti, nudi sono orribili

Le donne le conquista con le sue battute, le canzoni, l'ironia e quando arriva il momento di massima intimità... le fa impazzire. Come? Si presenta in mutandoni vecchio stile. È Stefano "Elio" Bellisari, per tutti Elio, fondatore e cantante del noto gruppo musicale "Elio e le storie tese", macho che non rientra nella categoria delle persone che amano l'amplesso al buio.

Meglio quindi la luce?
Decisamente. Faccio parte di quella categoria che ama fare l'amore con la luce accesa, meglio vedere...

Quindi mai completamente nudo?
No, io lo faccio vestito e anche la mia donna deve essere vestita. È un amplesso un po' difficile da spiegare, ma funziona ed è divertente. Le donne hnno ragione a non voler vedere il proprio partner completamente nudo perché l'uomo italiano privo di veli è davvero brutto, una cosa orribile da vedere. Inutile nasconderlo, se facessero una graduatoria mondiale gli italiani sarebbero al penultimo posto, davanti solo agli americani. Loro sono anche peggio, tutti così obesi.

Non trovi affascinante i rotoloni e un po' di pancetta?
Sì, la pancetta è anche bella da toccare, ma non certo da vedere.

Ricapitolando. Sotto le lenzuola niente slip, boxer o magliette aderenti?
Esatto, sono molto legato alle tradizioni e preferisco indossare i mutandoni vecchio stile, di lana possibilmente. Lo consiglio a tutti i maschioni. Parliamo di donne.

Molte giovani ragazze non si piacciono prive di veli, perché?
Questo è un sintomo di insicurezza. Molte vivono uno strano rapporto con il proprio corpo, non amano quel chilo di troppo e si vergognano. Per questo forse preferiscono fare l'amore al buio.

C'è un momento in cui ti senti sexy?
Quando sono completamente nudo. Ma nessuna riesce a godersi questa bellezza perché io mi presento sempre con i mutandoni vecchio stile!

24 aprile 2002



Davide Camicioli

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