Il viaggio di Aelin
Una piacevolissima conferma del talento di Egle Rizzo, questo suo secondo romanzo
Più completo di "Ethlinn la Dea nascosta" e al tempo stesso meno astratto e didascalico, "Il viaggio di Aelin" si presenta inoltre con una forte connotazione autobiografica.
La caratteristica più gradevole è il continuo strizzare l'occhio al lettore, la grande auto-ironia e la capacità di giocare con tutti gli stereotipi del genere fantasy, utilizzandoli al meglio senza lasciarsene sopraffare, ma al contrario colorandoli di umorismo senza far loro perdere di efficacia.
La provenienza della maggior parte degli stilemi, oltre ad essere riconoscibile, è infatti indicata direttamente dall'alter ego dell'Autrice, al tempo stesso personaggio, lettore e giudice del proprio operato.
Non mancano i riferimenti colti, a cui la Rizzo ci aveva già abituato in "Ethlinn" e che le sono tanto cari: citazioni latine, etimologia greca di molte dei nomi-chiave, Dante e Boccaccio fino ad arrivare a spiegazioni di concetti scientifici ed economici.
Ho riconosciuto inoltre omaggi a Lewis Carroll (Aelin è una novella Alice, al di là dello specchio), a Michael Ende (anche se qui è l'autore e non il lettore, come ne "La storia infinita" ad essere catturato dal libro), ai miti celtici (i Sidhe, Oisin ed il diverso scorrere del tempo), alle favole di Andersen, ad Anne McCaffreys ad ai suoi Dragonieri di Pern, a Michael Moorcock (Elric e la sua spada con una personalità) e non ultimo il Dungeons' & Dragon (sono presenti praticamente tutte le classi: chierici, maghi, guerrieri, ladri ed elfi, con la sola eccezione dei nani).
Senza voler svelare nulla delle tante sorprese che la nostra Egle ha riservato ai suoi lettori, vi basti sapere che le influenze rimangono tali dando vita ad eventi imprevedibili e ad una trama nuova e profondamente avvincente: ogni volta che ero certa di aver intuito il gioco dell'Autrice sono stata piacevolmente smentita da un colpo di scena.
L'unica critica che posso muovere al romanzo è che è forse alcuni aspetti vengono chiusi un po' frettolosamente rispetto alla costruzione dettagliata che hanno avuto nella prima parte del libro.
Davvero innovativa e filosofica la posizione della Rizzo rispetto alla figura dello scrittore: è colui o colei che crea o si limita a raccontare mondi già esistenti e visibili soltanto a lui/lei?
Per concludere, non nascondo che dà profonda soddisfazione vedere che, per una volta, il mondo parallelo non è anglofono, ma italianissimo!!
Egle Rizzo, che al termine di "Ethlinn" ci aveva lasciato con la speranza di leggere un'altro romanzo altrettanto bello, ci lascia oggi con la piacevole certezza di trovarci di fronte ad una scrittrice di razza, che non potrà che continuare a soddisfare le nostre aspettative.
Trama: Aelin sta scrivendo un romanzo fantasy quando si ritrova catapultata al suo interno, a dialogare direttamente con i personaggi creati dalla sua fantasia, ad essere parte integrante delle loro avventure, anzi, ad avere un ruolo chiaro proprio perchè ha una visione precisa di quello che sta per accadere. Si troverà quindi a lottare accanto a Rhory. Sethrian e Gwyon contro il perfido Isengrin, che vuole assoggettare al suo volere i varchi dimensionali che connettono universi paralleli per portare il caos nel suo mondo.