ESCURSIONI "BIZZARRE"

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enrock74
00lunedì 5 luglio 2010 17:17
Non vi è mai capitato guardando una forcella, una cima, una vallata di pensare: "voglio andare là!" e poi farlo veramente?
Volevo proporre a chi ne abbia voglia di raccontare le proprie escursioni più strane, particolari o folli svoltesi magari al di fuori delle vie battute e documentate....
arteriolupin
00lunedì 5 luglio 2010 17:33
Non si tratta di itinerari folli...

Smeplicemente di lasciarsi guidare dai segni che la Montagna stessa ti fornisce, scrutando attentamente i "segnali" ch eit lasciano intravvedere i passaggi più agevoli.

E' un semplice andar per monti senza seguire i bolli rossi o i sentieri battuti...

In ordine di tempo, l'anno scorso, nel Gruppo delle Grigne, siamo andati ad arrampicare sul magnifico monolito chiamato Punta Giulia.

AL termine della breve ma favolosa via, ci siamo guardati in faccia: che si fa? Si scende ai Resinelli o si sale dal Mauro al Rosalba per la Birra?

Dalla Punta Giulia l amontagna mostra un canalone, piuttosto impervio, che risale, vicino alla Torre Costanza: è il Canalone del Diavolo. Quando questo fnisce, inizia un altro canalone, che si chiama - credo - Canalone Garibaldi.

La risalita segue ripidissimi pendii erbosi alternati da alcune roccette, con rare tracce di camosci ed ungulati vari.

Dopo circa un'oretta, si incontra un canalino sulla destra, che si chiude a camino... Un passaggio forse di terzo, ma esposto e su roccia marcia. Poi, ancora su per detriti e massin instabili, verso un altro cnaalino, con passaggi di max I grado, molto ripidi... Però la direzione è evidente e c'è il gusot di cercarsi il passaggio senza aspettarsi il bollo rosso o la traccia...

Contiuiamo... Ancora una risalita... Sentiamo voci...

Spuntiamo sul sentiero Giorgio, all'altezza della Piramide Casati.

Fine della poesia, di nuovo la calca e di nuovo bolli rossi e sentiero ipersegnato...

Per me, un ritorno a quando ragazzino ci "cercavamo" i sentieri sul Monte Tudaio o sul Cridola... O quando, andando a funghi, "esploravamo" valli e vallette con scene da malavitosi per passare tra frane, alberi, roccette, forre...
La montagna ci guidava, ci mostrava lei dove passare.

Ora ci attendiamo i bolli ed i sentieri segnati... Basterebbe avere l'orientamneto, un paio di punti fissi e saper seguire quello che ci viene mostrato...

Buone Mottagne a tutti
mocion
00lunedì 5 luglio 2010 19:20
15 gg fa, prima di partire per le Mauritius, avevo visto la cima + alta dell'isola: 'Devo andare là' mi sono detto. E Piton de la Petite Noire fu. Adesso c'è il vulcano di Bora Bora che mi aspetta...ma per ora non se ne parla..... (pochi $$$$)

Ma questa è solo l'ultima della seria.L'anno scorso fu Tissi ('Devo ritornare sul Civetta') e quest'anno , come da un pò di anni, c'è sempre Monte Alto di Pelsa, il mio 'Totem'.

Max Guderian
enrock74
00martedì 6 luglio 2010 10:59
Avete colto esattamente il senso di ciò che intendevo!

Ora però vi annoio io....
Come ho già scritto, da oltre 20 anni trascorro le ferie ad Auronzo. Ebbene da qualche anno uscendo di casa guardavo quella forcella che stava li dietro: la forcella Val da Rin sull'Aiarnola. Monte che ho snobbato per anni....
Mi dicevo: "un giorno esco di casa e vado sù, voglio assolutamente superare la forcella e scendere dal versante di Padola e poi boh vediamo...puntare magari al bivacco Piovan e trascorrere la notte li”. Attenzione il sentiero è il 125, ma è un sentiero dell quale oltre a vederlo segnato con piccoli pallini sulla carta non trovavo altro come relazioni, tempi e cose del genere.Il motivo presumibilmente è che si tratta di un sentiero sconsigliato, mal segnalato e il dislivello dal centro di Auronzo alla piccola forcella è di circa 1600 m.

Così con un amico maratoneta (cosa che farà la differenza alla fine) , avvisato sull'azzardo della cosa, partiamo alle 8.00 di una mattina di settembre.

Dopo un piao d'ore di ripida salita perdiamo il sentiero a ridosso di un ghiaione, che si fa? Scorgo qualcosa che sembra un ponticello in cima al ghiaione, così lo risaliamo, la ghiaia è fine e franosa ogni passo si dimezza e la ripidità impone di aiutarsi con le mani.
Non era un ponticello ma una condotta dell'acqua, accanto a questa sembra correre un sentierino....Proviamo a seguirlo: in un punto il sentiero si ferma e il tubo continua sospeso sul vuoto accanto la roccia con un cavo metallico in bella vista e poi dopo questo salto di 3-4 metri il sentiero sembra riprendere. Ok provo ad andare a vedere: a cavalcioni sul tubo e tenendomi al cavo supero il salto..Niente da fare da qui vedo cosa c'è oltre: non è percorribile.Intanto questa bravata la pago cara: il tubo era rivestito da residui di lana di vetro che mi irritano la pelle delle gambe...

Allora il piano B prevedeva di raggiungere la vecchia miniera da li visibile e non distante da dove eravamo: scelta giusta ritroviamo ben segnato il sentiero.
Qui una piacevole sorpresa : il sentiero impone il passaggio in una galleria da attraversare a "gattoni".

Saliamo con costanza e fatica, camosci, silenzio ineguagliabile, e dopo 5 ore dalla partenza arriviamo finalmente alla forcella: vediamo Padola da una parte e Auronzo dall'altra. Negli ultimi 400 m. le mie gambe danno i primi segni di stanchezza....
La sosta dura pochissimo perchè inizia piovere.La discesa lungo il Giao Caneva è tuttaltro che semplice: praticamente si scende aiutandosi con le mani, di sedere stando attenti a non far cadere troppi sassi, uno alla volta riparandosi dietro a qualche masso per non essere investiti dalle frane innescate da chi sta sù. In certi punti è necessario proprio scendere in arrampicata.Questo allunga i tempi: la meta del Piovan non sembra a portata....Ma da dove siamo si vede bene il nuovo rifugio Col di Tenda dove arriva la seggiovia da Padola, vediamo la seggiovia in funzione e le luci accese del rifugio.Ok passeremo la notte li
ora siamo su sentieri ben battuti: seguendo il sent. 153 si sale alla forcella del Corno Ciapelei superata questa si continua a salire nel vallone seguente fino ad incontrare il sent. 152 qui si scende fino ad incrociare il sentiero, di recentissima creazione, che sale al nuovo rifugio Col di Tenda: si va sù ripidisssimi su fango e spesso è necessario usare le mani.
Arriviamo alle 18:00: il rifugio è in ristrutturazione, è chiuso e non c'è nessuno....
Scendiamo lungo le piste, dispiaciuti di dover ripiegare su Padola, ma incrociando il 164 che porta al rif. Lunelli il mio compagno insiste sul percorrerlo fino al predetto rifugio. Alle 18.30 le mie gambe non ce la fanno più, mi arrendo e impongo la discesa a Padola.
Dislivello in salita totale circa 2000 m. ore di cammino 11 abbondanti, persone incontrate: nessuna. Un ricordo bellissimo.
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