ELFI - Sileno il Satiro

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Kudrak
00lunedì 29 marzo 2004 21:09
Il Sileno fu il primo di una stirpe di metà uomini e metà capre create per
preservare, come dovrebbero gli Elfi, le proprietà della natura. Sono
chiamati Satiri, altri ancora li chiamano Fauni dei Boschi.
Tutt'ora sono considerati dei custodi del "Sacro Tempio della Grande Madre"
a cui loro sono devotissimi:mai sfregiare o distruggere qualcosa che
appartiene alla natura al loro cospetto! Potrebbero diventare
improvvisamente rabbiosi ed isterici. Tra l'altro dalla loro possedevano la
forza e la resistenza degli animali da boschi e un'intelligenza simile a
quella degli Elfi, donata direttamente dalla Grande Madre.
Molti di loro raggiungono l'altezza media degli uomini, ma li superano
nell'età massima, raggiungendo e oltrepassando di solito i 200 anni.
La loro esistenza si completa tra le verdi fronde dei vitigni carichi d'uva,
da cui ricavano un vino
apprezzato sia dagli uomini che dagli elfi.
A parte la produzione e la degustazione di questa dolce bevanda alcolica,
sono dediti alla pastorizia e il loro passatempo preferito è suonare
melodie con il flauto, ma non è detto che molti di essi sappiano usare
tamburi o altri strumenti sconosciuti.
Il loro rifugio è situato nei tronchi cavi degli alberi o in grosse tane che
spuntano dal terreno;
si cibano di vegetali, latte e formaggi.
Il loro carattere è socievole e scherzoso, e di solito sono propensi ad
aiutare il prossimo in difficoltà..ma scatenare la loro ira potrebbe anche
rivelare una natura malvagia e dispettosa.
Le loro terre d'origine sono il Litoner, ma dopo la terribile invasione del
Caos, la razza ha subito una vera e propria diaspora; la maggior parte dei
satiri pare dimorino nei Boschi Azzurri.
Così finchè questa razza sviluppatasi in fitti boschi o in prossimità di
piccoli laghi non venne in contatto con il mondo degli uomini, sopravvisse
in prosperità e a volte servendosi di un legame di protezione reciproca con
gli Elfi. Ma quando il primo di loro, Sileno, conobbe lo splendore delle
città umane, proprio in quel momento la razza conobbe il lato oscuro degli
uomini, la loro malvagità e le loro armi.
Molti Satiri vennero presi come schiavi, data la loro possanza fisica e la
naturale resistenza. Soprattutto il Caos fino a poco tempo fa disponeva di
numerosi satiri da usare nei compiti più riprovevoli e degeneranti,
torturati il più delle volte o uccisi in massa solo per un lamento
disperato. La razza si disperse e molti membri pluricentenari morirono, le
loro foreste bruciate e distrutte dalle orde conquistatrici.
Pochi ancora sono liberi, e proprio questo è il mio compito. Già, io.
Sileno, il primo dei satiri.
Solo da poco posso essere fiero di esser riuscito a fuggire dalla schiavitù
del Caos, schiavitù
diversa da quella che legava i miei fratelli, invece costretti a turni di
lavoro e condizioni vitali
che avrebbero tolto la vita in pochi giorni anche al più fiero ed esperto
guerriero umano. Solo io ebbi il "vantaggio" di combattere: la mia forza e
la mia furia, proprio quella rabbia che provavo contro i carcerieri della
mia razza fu usata dal Caos in battaglia, proprio contro quei popoli che un
tempo chiamavo "Amici"...ma il Caos fu spietato con la mia gente, e tutti i
satiri schiavizzati dopo diversi anni morirono e io non avevo più la
speranza, la speranza che un giorno tutti quei satiri con cui riuscivo a
malapena a scambiare due parole ogni plenilunio avrebbero un giorno
ritrovato la libertà.
Proprio per la morte della totalità dei Satiri schiavizzati dal Caos, che si
serviva dei malefici di
Kain per soggiogare i loro animi temprati, tentai e riuscii dopo l'ennesima
vittoria a fuggire dal giogo mortale che mi costringeva a loro. La mia mente
fu liberata dal maleficio, ma ancora adesso sento in me i segni inflitti
dalla potenza del potente dio del Caos.
Vagai a lungo, ritornando nelle mie terre, ma trovai solo morte e
distruzione. I nostri villaggi erano
stati distrutti da tempo, tutto quel tempo passato a "servire" il
Caos...erano passati poco più di due
anni, ma a me sembrava un'eternità. Solo ultimamente riuscii a venire in
contatto con Elfi e diversi Uomini che ancora cercano la Libertà delle loro
terre, mi legai a loro solo per poter avere maggiori informazioni sugli
ultimi rimasti della mia razza e aiutarci reciprocamente nel nostro cammino;
ma anche essi perirono e persero contro il sovrumano odio del Caos e dei
Violatori, ma tutte le volte fuggii proprio quando la battaglia era ormai
persa dai pochi rimasti. Tutt'ora risiedo nelle foreste di queste terre,
apparendo ai viandanti come un eloquente e saggio guardiano della natura,
armato se c'è n'è il bisogno con una spada forgiata dagli Elfi, con i quali
ancora sono legato da un rapporto di amicizia reciproca.
La mia missione è ritrovare i miei fratelli. E ripagare il torto subito.


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