E' stata una bella storia, Miro.

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ReflexBlue74
00giovedì 12 maggio 2016 16:10
Domenica ci lascia il più grande campione (forse) che abbia mai vestito la nostra maglia. Anche se il prestigio e la gloria immortale se li è costruiti lontani da Roma, anche se il suo rapporto con la Lazio è stato giudicato da molti di noi, compreso me, un po' tiepido. Molto professionale, a volte pianificato sui suoi impegni con la nazionale.

Noi laziali siamo famosi per non accontentarci mai, per cercare il pelo nell'uovo, per dividerci e scannarci sulle sfumature, ma io dico che alla fine è stata una bella storia. Ciao Miro, non perdiamoci di vista.

ps: e ora cercate un video con le sue prodezze, alzate il volume di una canzone romantica un po' strappalacrime e pensate che il prossimo anno quella maglia la vestirà Djordjevic. O Ibisevic.


Mark Lenders (ML)
00giovedì 12 maggio 2016 19:17
Uno dei più grandi, non il più grande. Almeno per me. Nedved ha vinto un Pallone d'Oro, se non è nato cittadino tedesco mica è colpa sua: avrei voluto vedere Klose nella Polonia, fare tutti quei gol e vincere la Coppa del Mondo...  
Comunque spero che batta il record di Pandev, merita di essere lo straniero più prolifico nella storia della Lazio. Anche se di gol veramente memorabili per me ne ha segnato solo uno, quello che ci ridiede il derby all'ultimo secondo dopo cinque schiaffi consecutivi. Il resto - a parte un altro gol alle merde - sono state reti un po' anonime che a dispetto della quantità non hanno fatto grossa breccia nel mio cuore. Un anno fa ero molto più triste per l'addio di Ledesma, tanto per dire. Per quanto mi riguarda Klose è andato avanti un anno di troppo contribuendo a rimandare il necessario rinnovamento in attacco. Non è Totti, che devi rinnovarlo per forza perché è un simbolo. Miro è, numeri alla mano, il nono marcatore di sempre: una posizione di tutto rispetto, ma niente di leggendario. Se parliamo solo di Lazio viene molto dopo un certo Tommaso Rocchi, per il quale la si è fatta assai meno lunga al momento del commiato. Perché c'è poco da fare, tutto quello che Klose ha fatto con la nazionale tedesca io non lo sento affatto mio. Nei primi anni la sensazione, netta, era che ci usasse per allenarsi in vista delle grandi manifestazioni. E dopo la vittoria in Brasile neanche un grazie alla Lazio, neanche un pensiero per i tifosi laziali. Domenica gli renderò omaggio per quel che ha fatto: cinque stagioni, 170 presenze e 62 reti; media 0.36, media 12 gol e mezzo all'anno. Ottimo, specialmente se consideriamo che fu pagato zero di cartellino, ma la sua leggenda l'ha costruita altrove.
alenboksic71
00venerdì 13 maggio 2016 08:30
Occhio che se interviene Cuchillo si ribalta il post...
Sono uno di quelli che si aspettava qualcosa di più, lo ammetto.
Troppo spesso fuori per salvaguardarsi, è vero. Ma quando in campo, sia che facesse bene, sia che facesse male, sempre impegno, aiuto ai compagni, presenza. Incredibilmente mi piace ricordare che domenica scorsa è stato il primo ad arrivare su uno dei rigori parati da Marchetti a buttarla fuori, in una partita che contava zero.
Leadership non tanta, calore da tedesco, però un buon ricordo alla fin fine.
E bisogna sempre sperare che chi arriverà sia meglio del Klose migliore che abbiamo avuto. Con Djordjevic settima scelta.
ℬaruch
00venerdì 13 maggio 2016 12:39
Re:
alenboksic71, 13/05/2016 08.30:

Sono uno di quelli che si aspettava qualcosa di più, lo ammetto.



Questo no. Secondo me si può non essere pazzi di Klose ed esporre mille ragioni, ma davvero il giorno in cui ha firmato davi per scontato che la Lazio sarebbe diventato il club più importante, per presenze, minuti giocati e gol fatti, della carriera di Miroslav Klose? Al suo arrivo io non mi aspettavo questo, né me lo aspettavo dopo l'ottimo avvio, che credevo sarebbe rimasto un unicum. Il post iniziale di Reflex e il suo titolo rappresentano per me lo spirito giusto con cui affrontare la questione: Klose non ha scaldato i cuori ma per lo stesso motivo non poteva deluderli. Non s'è mai "portato avanti": ha sempre lasciato che fosse il campo a parlare, nel bene e nel male.

Inoltre sarà vero che la sua leggenda è stata costruita altrove, ma non sentiamoci esclusi: minuto 2:30




Drenai71
00venerdì 13 maggio 2016 14:07
klose è stata una delle toppe che ho preso.
si è rivelato molto piu forte di quello che credevo, non solo i gol, proprio come talento, klose nei periodi in cui è stato in buona forma ha fatto vedere di essere realmente un campione in grado in serie a di fare la differenza da solo.
inoltre io facevo parte del partito che difendeva la scelta di non pagare quello che chiedeva il bayern a gennaio, visto che lo avevamo in parola per giugno gratis. e a tutt'oggi sono convinto che in astratto la strategia sia giusta. ma oggi sono anche convinto che con klose a roma a gennaio 2011, quell'anno la CL non ce la toglieva nessuno.
per il resto, lo saluto con rispetto, ma senza quell'affetto che si prova per chi ti ha fatto vedere che gli è entrata nel cuore la lazio.
soprattutto mi preoccupa il vuoto tecnico, perchè chiunque arriverà non potrà valere certo il miglior klose. si spera che almeno quello che andiamo a perdere come apice lo guadagnamo in continuità.


cuchillo76
00venerdì 13 maggio 2016 16:18

Una storia che se si fosse chiusa, come speravo, il 26 maggio 2013, avrebbe avuto tutt'altro sapore.
E' durata 3 anni di troppo.
3 anni in cui se al suo posto ci fosse stato Toni, Borriello, Pazzini, Pellé o Maccarone non sarebbe cambiato granché. Quella resa e quei gol li avrebbe grosso modo garantiti uno di quelli che ho citato al suo posto nell'ultimo triennio.
C'è stato un robusto colpo di coda nella scorsa stagione da Lazio-Milan a Lazio-Chievo in cui è stato sui livelli delle due prime mezze stagioni, perfino qualcosa di più a livello di leadership. Ma poi è finita lì e quest'anno è stato perfino peggio di due anni fa.
Non sono uno di quelli cui interessa ciò che si è fatto prima di arrivare alla Lazio e/o ciò che si fa con la propria squadra nazionale.

Assolutamente d'accordo con Lenders sul fatto che Rocchi e Ledesma abbiano dato di più alla Lazio.

Ma perfino lo stesso Pandev, assolutamente determinante per la conquista della Coppa Italia 2009 coi suoi gol al Torino, al Milan e alla Juventus (fu anche cannoniere dell'intero torneo). E, questo, scusatemi conta infinitamente di più di 5 gol al Bologna nella stessa partita.  

Di Klose, sempre citando Lenders, mi vengono in mente i due gol ai derby, il rigore ed espulsione rimediati (sempre a un derby), il gol all'Inter il suo secondo anno. Restando ai gol che, come dice Boks, "m'hanno fatto sgra' la gola" non mi viene in mente altro. Ci sarebbe anche il 2 a 3 momentaneo al Ludogorets ma non potei seguire la partita dalla TV. Di sicuro avrei esultato come un pazzo.

CIO' DETTO, se prendiamo i 3 blocchi "settembre 2011-gennaio 2012", "settembre 2012-dicembre 2012", "gennaio-marzo 2015" siamo di fronte a un'incidenza sulle partite del livello di Vieri, di Signori, di Nedved, del Veron del primo anno (tolti due mesi invernali). Quindi, di fronte AL MASSIMO che abbiamo avuto negli ultimi 30 anni di Lazio. Un gigante assoluto.
Ma sono 12 mesi in 5 anni. Poco per diventare una leggenda. Della Lazio s'intende.

 

 


ReflexBlue74
00venerdì 13 maggio 2016 19:50
Sono dati oggettivi e considerazioni che condivido praticamente in toto -io all'arrivo gli pronosticai addirittura un epilogo alla Cruz (Julio Ricardo) e in un'ipotetica formazione ideale dell'era Lotito lo metto in panchina-, ma che non mi impediranno di unirmi all'ultimo all'applauso speciale che intende tributargli la società e di provare malinconia quando ci saluterà uscendo dal campo. D'altronde sarebbe come se Donald Trump, non pago di stima, affetto e fedeltà, un giorno ripudiasse quella topolona che lo accompagna accusandola di non averlo sposato per amore.
Mark Lenders (ML)
00venerdì 13 maggio 2016 21:15
Premesso che tutto fa brodo per il marketing, mi pare che quest'idea del "Klose Day" con tanto di maglia celebrativa nasca come tentativo di invertire la tendenza nel rapporto con la tifoseria. Fanno benissimo eh, non sto dicendo che sia sbagliato, anzi. Magari fosse stato usato di più e meglio in questi cinque anni, il personaggio Klose. Però che lui abbia le celebrazioni d'addio e Ledesma e Rocchi non ce le abbiano avute fa parecchio strano. Almeno a me. E potrebbe valere anche per Mauri, se questa fosse anche la sua ultima...
ℬaruch
00sabato 14 maggio 2016 09:31
Già è tanto che abbiamo organizzato questa, di celebrazione...
Peraltro domani saranno in campo i 3 giocatori con la più alta quota di gol+partecipazione al gol (assist, rigore o autogol procurato) per partita dell'era Lotito
Klose sta avanti a tutti di un bel po', Zarate la spunta su Candreva



Magnopèl
00domenica 15 maggio 2016 18:38
E' stato davvero un onore averlo, per me un grande vuoto il suo addio (o arrivederci).
Er Matador
10domenica 15 maggio 2016 22:15
Ero fra quelli che al suo arrivo mettevano in preventivo il rischio "vacanze romane": semplicemente come spiegazione razionale per il divario incolmabile fra la carriera di Klose, sia pure giunta alla fase finale, e il livello della Lazio in cui approdava.
Ma pensavo che, di fronte all'irripetibile occasione di associare alla Nostra una simile leggenda vivente, ne valesse la pena.
E così è stato, per carità, ma lasciando sempre la sensazione che mancasse qualcosa.

Per me lo slesiano è il giocatore che contrappongo in maniera quasi ideologica ai vari Messi e CR7.
Da una parte gol a grappoli contro il Deportivo Cojones e splendide assenze quando c'è da fare la differenza in proprio; dall'altra magari un solo gol, ma di quelli che cambiano la storia del calcio.
Da una parte lustrini, pailettes e sponsor, più la truffaldina assegnazione alternata a tavolino dell'ex Pallone d'Oro; dall'altra tutto nel terreno di gioco per poi scomparire all'occhio dei media al di fuori di esso, ed è ciò che distingue uno sportivo da un personaggio dello spettacolo.
Un mito, un personaggio quasi paradigmatico per il mio "io sportivo": e, la dico tutta, lo sarebbe in maniera ancor più incondizionata se non avesse militato da noi.

No, non perché nessun uomo è grande per il proprio cameriere, vale a dire se visto da troppo vicino.
E neanche per il suo contributo tecnico più o meno all'altezza delle aspettative.
A tutti sarebbe piaciuto ritrovarsi un po' più spesso il mostro di Lecce-Lazio: dove vinse da solo mandando in gol Cana (Cana...) e chiudendo il match con una torsione aerea da Discobolo di Mirone, mentre la cosa informe - squadra sarebbe troppo - messa in campo dal goriziano veniva ridicolizzata dalla retrocedenda formazione di Cosmi.
Dobbiamo essere onesti, però: fosse stato ancora stabilmente a quei livelli, non avrebbe mai vestito la nostra maglia.

Eppure qualcosa è mancato, e me ne sono reso conto quando ha battuto il record di Ronaldo ai Mondiali.
Esultavo con la bava alla bocca come sportivo, perché Miro aveva sfrattato un videogioco riportando il calcio, quello vero, in una collocazione così prestigiosa.
Come laziale, percepivo a livello razionale l'irripetibile allineamento con quegli irraggiungibili pianeti: ma la cosa finiva lì, senza emozioni vere.
Come se quel Klose e quello che vestiva la casacca biancoceleste fossero due giocatori diversi.

Le ragioni di tanta freddezza da parte del sottoscritto sono verosimilmente due.
Una riguarda la puntuale subordinazione della Lazio alla sua Nazionale, quando si avvicinavano gli impegni con quest'ultima.
Un vulnus gravissimo non tanto per l'amor proprio del tifoso quanto per la professionalità, della quale Miro sembrava quasi un'incarnazione.
Come poco pofessionale o peggio, e scarsamente rispettoso nei confronti della sua stessa carriera, mi è apparso il continuare a percepire uno stipendio - peraltro assai lauto per i nostri parametri - quando la festa era palesemente finita.
Al punto da far sospettare una sorta di razzismo positivo nei suoi confronti: è tedesco, dalla testa ai piedi nonostante le origini per metà allogene, quindi serio.
E rimango convinto che un atteggiamento del genere, da parte di un singolo con meno credibilità personale e di diversa nazionalità, non sarebbe passato in cavalleria: pensate cosa si sarebbe detto di un brasiliano, sfiorando forse il razzismo non positivo.

L'altra ragione riguarda aspettative, quelle sì, piuttosto elevate.
Speravo che Klose, con tutte le differenze del caso fra i due contesti, potesse diventare una sorta di nuovo Mancini: magari irresistibile in campo solo a tratti, ma decisivo, insostituibile, una sorta di sine qua non nel portare mentalità vincente.
Alcuni suoi accenni alle grandi squadre e a ciò che mancava alla Lazio per diventarla, nelle rare e sempre soppesate parole, davano ossigeno a simili illusioni.
Eppure non è mai cambiato nulla nello spogliatoio mangia-allenatori, alla stregua di uno Zamparini collettivo, nella mancanza di personalità, nella tremarella in occasione dei salti di qualità.
Al punto che veniva da gridargli: perché ne parli coi giornalisti? Dillo nello spogliatoio!
Magari in tedesco o in polacco, ma fatti sentire: e invece nulla.
Tant'è che per i limiti umani e mentali, i più gravi di questa squadra e da anni, un jolly epocale come lui è passato senza neppure scalfirne la superficie.
Il che lo rende, almeno per me, non tanto meritevole di una sanzione a mente fredda quanto involontariamente, irrimediabilmente distante, come separato da un vetro.

E anche stasera, per quanto mi sforzi di ricordare la sua grandezza, i suoi meriti in quel di Formello, l'irripetibile privilegio di un campione del genere con la nostra maglia, mi ritrovo a salutare semplicemente uno che ha giocato più o meno bene nella Lazio.
Somebody that I used to know (cit.), non un idolo o un pezzo di cuore.
NoSurrender
00domenica 15 maggio 2016 23:44
Perfetti ML e Matador.


Stasera non mi è uscita nemmeno una lacrima per Klose.

Troppe invece ne dovremmo versare per come è ridotta la nostra povera Lazio.
Mark Lenders (ML)
00lunedì 16 maggio 2016 00:19
Il like al post del Matador è il mio, soprattutto per questi due passaggi:

Er Matador, 15/05/2016 22.15:

nessun uomo è grande per il proprio cameriere, vale a dire se visto da troppo vicino.



Er Matador, 15/05/2016 22.15:


Le ragioni di tanta freddezza da parte del sottoscritto sono verosimilmente due.
Una riguarda la puntuale subordinazione della Lazio alla sua Nazionale, quando si avvicinavano gli impegni con quest'ultima.
Un vulnus gravissimo non tanto per l'amor proprio del tifoso quanto per la professionalità, della quale Miro sembrava quasi un'incarnazione.
Come poco pofessionale o peggio, e scarsamente rispettoso nei confronti della sua stessa carriera, mi è apparso il continuare a percepire uno stipendio - peraltro assai lauto per i nostri parametri - quando la festa era palesemente finita.
Al punto da far sospettare una sorta di razzismo positivo nei suoi confronti: è tedesco, dalla testa ai piedi nonostante le origini per metà allogene, quindi serio.
E rimango convinto che un atteggiamento del genere, da parte di un singolo con meno credibilità personale e di diversa nazionalità, non sarebbe passato in cavalleria: pensate cosa si sarebbe detto di un brasiliano, sfiorando forse il razzismo non positivo.



Che poi l'avete visto anche stasera? Buona partita, perfino pressing sul portiere, niente da dire. Ma al momento del rigore voleva cederlo a Felipe Anderson! Voglio dire, c'è un limite all'altruismo, e lui sicuramente è sempre stato un giocatore altruista. Ma stavolta non mi è sembrato altruismo bensì disinteresse. Intorno c'erano 30mila persone venute in buona parte per lui, mute di fronte all'ennesima prova sconcertante della Lazio e improvvisamente elettrizzate dalla concessione del rigore. E lui che fa? Si sottrae. Perché è umile, mi direte, perché sotto i riflettori ci sta scomodo. O perché non gliene frega niente, perché queste sceneggiate strappacuore da italiani lo mettono anche un po' in imbarazzo? Mi piacerebbe sapere come si è comportato dopo il fischio finale. Io me ne sono andato, gli ho fatto ciao ciao con la manina e mi è sembrato più che sufficiente.
ℬaruch
00lunedì 16 maggio 2016 00:41
Re:
Trovo molto vero questo

Er Matador, 15/05/2016 22.15:


Come se quel Klose e quello che vestiva la casacca biancoceleste fossero due giocatori diversi.



Non mi ritrovo invece con il giudizio negativo latente di quasi tutti i commenti, compreso l'ultimo di ML. Non mi è mai andato di far entrare l'uomo nel giudizio del calciatore, a meno che la cosa non fosse in positivo (Ledesma). Se la cosa è in negativo (come per lo stesso Zarate) non mi va di non riuscire a storicizzare il giudizio per questo. Klose e Zarate, due uomini opposti, capaci di suscitare amore, indifferenza e odio, ma alla resa dei conti sono stati i due attaccanti più influenti per media di gol/assist degli ultimi 12 anni di Lazio, quelli di Lotito. Klose si porterà nella tomba i se e i ma, però stasera guardarlo per l'ultima volta non mi ha lasciato indifferente, vuoi perché era il nostro più o meno giustificato vanto nel mondo, vuoi perché tremo al pensiero di chi ci sarà l'anno prossimo a sostituirlo. Ma soprattutto perché ha onorato la maglia, fino a 37 anni, fino all'ultima rincorsa in pressing, e se Lotito non ha comprato un attaccante titolare in grado di sostituirlo questo non possiamo addebitarlo al tedesco

ReflexBlue74
00lunedì 16 maggio 2016 11:16
Re:
Mark Lenders (ML), 16/05/2016 00.19:

Il like al post del Matador è il mio, soprattutto per questi due passaggi:

Che poi l'avete visto anche stasera? Buona partita, perfino pressing sul portiere, niente da dire. Ma al momento del rigore voleva cederlo a Felipe Anderson! Voglio dire, c'è un limite all'altruismo, e lui sicuramente è sempre stato un giocatore altruista. Ma stavolta non mi è sembrato altruismo bensì disinteresse. Intorno c'erano 30mila persone venute in buona parte per lui, mute di fronte all'ennesima prova sconcertante della Lazio e improvvisamente elettrizzate dalla concessione del rigore. E lui che fa? Si sottrae. Perché è umile, mi direte, perché sotto i riflettori ci sta scomodo. O perché non gliene frega niente, perché queste sceneggiate strappacuore da italiani lo mettono anche un po' in imbarazzo? Mi piacerebbe sapere come si è comportato dopo il fischio finale. Io me ne sono andato, gli ho fatto ciao ciao con la manina e mi è sembrato più che sufficiente.



Non è mai stato un gran rigorista, secondo me aveva paura di sbagliare e lasciare un brutto ricordo. O addirittura di castrare l'ipotetica rimonta in una gara fondamentale per la nostra stagione.  

Rigore a parte, pure stavolta sono riusciti a fare casino. In campo il Klose day con Tare che afferma che hanno assecondato il volere del tedesco, il quale a sua volta in zona mista smentisce tutto e dichiara di non aver ricevuto nessuna proposta da Lotito. Che fenomeni.
boks xv
00lunedì 16 maggio 2016 11:18
nel saluto prepartita non ha mai pronunciato la parola cuore.
è stato un grande professionista, prima per la Germania poi per la Lazio, come giustamente osservato, ma noi non siamo entrati nel suo cuore e lui non è entrato nel mio.
il sentimentalismo di un impiegato del catasto, seppur di grande livello.

comunque, il momento più triste di ieri è stato vedere tutto quell'entusiasmo per il suo gol a fronte di una Lazio umiliata dalla Florentia Viola e di una povertà tecnica e caratteriale che dovrebbe metterci i brividi in previsione del futuro prossimo.
qui, dal portiere alla punta centrale, servirebbero otto titolaroni ex-novo e invece tutti a esultare come invasati per il gol di Klose...
del quale, in definitiva, me ne frega il giusto (grazie, tutto molto bello, è stato un piacere e un onore, ciao) mentre sono sconfortato e demoralizzato se penso al futuro della mia Lazio.
Mark Lenders (ML)
00lunedì 16 maggio 2016 13:00
ReflexBlue74, 16/05/2016 11.16:


Rigore a parte, pure stavolta sono riusciti a fare casino. In campo il Klose day con Tare che afferma che hanno assecondato il volere del tedesco, il quale a sua volta in zona mista smentisce tutto e dichiara di non aver ricevuto nessuna proposta da Lotito. Che fenomeni.



Che sia stata la Lazio a dire basta e non Klose per me è un (tardivo) punto a favore della società. Certo che Tare ha fatto una bella figuraccia, troppo brutta per non essere curiosi di una sua contro-replica...
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