E allora cosa avremmo dovuto fargli noi?

Sextum
00mercoledì 28 luglio 2010 19:09

Se ai poveri calciatori nordcoreani, che poi non hanno affatto sfigurato ai recenti mondiali di calcio, è stato riservato ciò che è descritto nella'articolo che riporto, cosa avemmo dovuto fare noi a Lippi, Cannavaro & compagnia bella? ( [SM=g27816] taccio per autocensura e carità di patria)



ROMA - Una gogna raffinata, una tortura psicologica che non ha avuto bisogno di staffe di legno o di collari in ferro di ispirazione medievale. Una sosta interminabile, lunga sei ore: i giocatori della nazionale nordcoreana reduci dal Mondiale, fermi, in piedi su un palco allestito al Palazzo della Cultura popolare. Davanti a loro quattrocento persone che li insultano rinfacciando le debacle sudafricana. La notizia è riferita da "Radio Free Asia", protagonista ancora il regime di Pyongyang. Il 2 luglio, riporta l'emittente, scena partorita dalla macchina del tempo in Corea del Nord. Dopo il confortante esordio con il Brasile (sconfitta onorevole per 2-1), troppo pesanti i ko con Costa d'Avorio (3-0) e soprattutto con il Portogallo, un 7-0 che tra parentesi ha avuto l'aggravante di essere trasmessa in diretta televisiva. Gli unici a salvarsi Jong Tae-se (la stella, chi non ricorda il pianto a dirotto durante l'inno) e An Yong-hak, rientrati direttamente in Giappone. Ancora peggio per il tecnico il ct Kim Jong-Hun, mandato a lavorare in un cantiere edile della capitale Pyongyang. Povero ct, in fondo alla Corea del Nord non si poteva certo chiedere di entrare nelle prime quattro. E per fortuna che in occidente i metodi sono più morbidi, caso contrario Marcello Lippi sarebbe stato fortunato a cavarsela con qualche impiego nell'agricoltura.

Tornando all'oscura Nord Corea, eloquente il motivo della punizione. Aver tradito la fiducia del 'Caro leader' Kim Jong-Il, uno che non sembra avere grosso senso dell'umorismo. Non si rilassa
con il calcio, ma nemmeno con l'atomica viste la continue sfide portate alla comunità internazionale. E l'epilogo del Mondiale è stato in linea con gli inizi. Già in partenza infatti tirava una brutta aria: i giocatori non potevano rilasciare interviste, allenamenti blindati almeno fino alla notizia sulla presunta fuga di quattro giocatori. Poi il cambio di rotta: tutti in campo davanti alla stampa con tanto di numerazione ufficiale, mentre funzionari non meglio identificati filmavano coloro ciò che girava intorno all'evento.

Poi la disfatta ed il ritorno in patria. In quei giorni il Chosun Sinbo, quotidiano stampato a Tokyo dalla comunità nordcoreana in Giappone, dava questa interpretazione dell'immediato rientro in patria dei nordcoreani: "I funzionari hanno confortato i giocatori dicendo di aver apprezzato il loro lavoro. Il commento dominante è stato sui giocatori che daranno risultati positivi in futuro se faranno leva su fiducia ed esperienza acquisita con la partecipazione alla Coppa del mondo sudafricana". La carota prima del bastone, ma del resto non poteva certo finire diversamente visto il precedente.

La Corea del Nord infatti era alla seconda partecipazione, dopo quella del 1966. Allora Pak Do Ik spedì a casa gli azzurri (l'Italia solo quest'anno ha fatto peggio), gli asiatici entrarono nei quarti, si trovarono in vantaggio di tre reti sul Portogallo prima che un certo Eusebio ribaltasse la situazione rimandandoli a casa. Impresa eroica, sai che festa al rientro a Pyongyang? Macchè, neanche per sogno. I giocatori festeggiarono le loro gesta andando in un locale, alla maniera occidentale, ed al ritorno il 'premio' fu una deportazione nei campi di lavoro per curare l'atteggiamento da 'borghesi decadenti'. Si salvò solo l'autore del gol, Pak Do Ik, rimasto in albergo per un attacco di gastrite. Per la cronaca Kim Jong-Il non è responsabile dei fatti del '66, all'epoca era poco più di un bambino. All'epoca i provvedimenti li prese Kim Il-Sung, suo padre. E' proprio il caso di dirlo, buon sangue non mente.

da Repubblica - 28/7/2010
massimo.z
00mercoledì 28 luglio 2010 19:23
Taccio per non incorrere in possibili querele!

Massimo
Daniele S65
00mercoledì 28 luglio 2010 22:01
Si, vabbe', da quelle parti hanno le loro "usanze", per quanto riguarda noi direi che le dovute critiche bastano e avanzano, credo anche accettate dai protagonisti, Lippi per primo.

Ma a me personalmente c'e' una cosa che non va giu' e che detesto profondamente: Non so se avete notato su Italia 1 e credo sulle altre emittenti Mediaset, quella pubblicita' orrenda sulle suonerie per telefonino, gia' mi disgustano normalmente, ma questa e' davvero aver toccato il fondo in una vasca fognaria; infatti ora pubblicizzano una suoneria che denigra e, secondo me, offende come eprsona il signor Lippi: "Vergogna, vergogna" con riotornello rimato piuttosto pesante riferito a lui in prima persona, al di la' dei suoi errori, non la trovo giusta e soprattutto non trovo giusto che qualcuno ci guadagni sopra, io "Vergogna" lo urlerei a chi permette e la creazione e la divulgazione di questi messaggi al solo scopo di lucro oltretutto.

Fossi in Lippi li querelerei, ci deve sempre essere rispetto per un uomo, che tra l'altro non e' nemmeno un delinquente mi pare........ perche' non fanno una suoneria contro la Mafia, magari in prima persona a qualche Boss conosciuto? Vergogna a loro......
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