E Van Gogh nascose la contadina

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martee1964
00giovedì 31 luglio 2008 19:30
LEA MATTARELLA
Una notte del 1888 Vincent Van Gogh si taglia un orecchio per farne omaggio a una prostituta. Due anni dopo si spara, alimentando così la leggenda dell’artista maledetto. Che uno così abbia cancellato un suo quadro dipingendoci sopra tutta un’altra cosa, in fondo, non stupisce per niente. La scoperta è stata fatta all’acceleratore di particelle di Amburgo, dove una tela del pittore è stata bombardata con i raggi X. I ricercatori dell’Università di Deft e Anversa hanno così svelato che sotto il prato del Sentiero d’erba, eseguito nel 1887, si nasconde il volto di una donna. Anzi, di una contadina. Si tratta di uno dei tanti studi di visi malinconici e spesso ottusi che Van Gogh aveva realizzato per portare a termine il suo capolavoro giovanile I mangiatori di patate, dipinto con i toni scuri e bituminosi del suo periodo olandese. L’opera che lo ricopre è invece successiva al trasferimento in Francia, quando l’artista si invasa con una violenza quasi brutale del colore puro: verdi accesi, gialli maturi di luce, blu senza esitazioni. Insomma, tra i due dipinti c’è un passaggio fondamentale della cultura visiva del genio più sregolato dell’Ottocento.

Certo, il giovane Vincent, giunto a Parigi dal fratello Theo che lavorava presso un mercante d’arte, non aveva un soldo. Ma probabilmente non è soltanto questa la ragione del riutilizzo della tela. Cancellando quella faccia di donna, quel cromatismo sordo, Van Gogh sembra quasi dichiarare, con l’autodistruttività che lo contraddistingue, il suo nuovo cammino, l’avventura del colore, della luce, la nuova vita in Francia dove forse il dipinto della contadina era giunto per sbaglio (gran parte delle opere lasciate a Nuenen in Olanda, alla partenza della madre dell’artista, vengono distrutte o vendute a 10 centesimi l’una da un rigattiere di Breda). Questa figura giovanile è coperta per sempre da un colore acceso, dal desiderio incontenibile di conquistare un Sud che possa salvare l’artista dal buio che aveva dentro di sé, da quella che Antonin Artaud ha chiamato la sua «carne ostile».

Non è la prima volta che i raggi X scoprono segreti che i pittori credevano di aver celato per sempre sotto una nuova veste. Leonardo, altro genio inquieto, è un campione di rifacimenti. Sotto la Gioconda ci sono così tanti pentimenti che a metterli insieme i quadri diventano molti, anche se sempre di una misteriosa giovane donna si tratta. Un soggetto completamente diverso si è invece rivelato di recente sotto La Vergine delle rocce della National Gallery: una donna in ginocchio con un braccio proteso e gli occhi rivolti verso l’alto. In questo caso è davvero difficile spiegare come mai Leonardo abbia abbandonato il dipinto iniziato. Al massimo ci viene in soccorso l’irrequietezza della creazione artistica. Più facile è invece comprendere la ragione per cui dietro L’uomo in arme di Sebastiano del Piombo sia stato soppresso il volto estatico del paggio che guardava in adorazione il suo signore, a dire il vero, di splendide fattezze. Non era il caso di mostrare in un modo così esplicito e seducente una relazione omosessuale.

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