pollicinonelbosco
00martedì 8 luglio 2008 14:24
Due Italie in Europa
una in testa l'altra in coda
Ha ragione Zapatero di compiacersi per i tanti successi conseguiti dalla penisola iberica, esaltati dal paragone tra Roma e Madrid: "Per la prima volta - afferma infatti il sorridente premier - il nostro pil pro capite è in testa alla media europea. È ormai dimostrato che abbiamo superato l'Italia e accorciato le distanze rispetto a Germania, Francia e Inghilterra". Una constatazione basata su dati nazionali, che, peraltro, non hanno quasi più senso per l'Italia.
Premetto che non voglio affatto - sarebbe stupidissimo - contestare le medie internazionali, ma avanzare qualche riflessione sulla percezione distorta che queste finiscono per indurre sulla situazione reale del nostro singolare Paese.
Resta il fatto che nell'immaginario collettivo, nei mass-media, nei discorsi politici si parla di un Paese inesistente e non vediamo - e, quindi, non facciamo nulla per porvi rimedio - che l'Italia si è spezzata in due e che al vecchio divario tra Nord e Sud, temperato dalle politiche di intervento, dall'ampiezza delle Partecipazioni statali, dalla capacità di assorbimento della PA è subentrato un abisso, tra due realtà sempre più lontane.
La Fondazione Edison, che sotto la guida dell'economista Marco Fortis dedica documentati studi agli squilibri economico - territoriali, giudica che "nei prossimi anni il principale freno alla crescita del nostro Paese potrebbe venire proprio dal sempre più alto divario tra Nord-Centro e Sud che presenta ormai evidenze allarmanti. "Infatti, secondo recenti dati Eurostat, l'Italia del Nord vanta un pil pro capite superiore a quello del Regno Unito, mentre l'Italia centrale sorpassa quello di Paesi come la Svezia, la Germania o la Francia.
Per contro "il Mezzogiorno, con i suoi 20,7 milioni di abitanti costituisce in Europa la più gigantesca area di basso reddito, comparabile a quella rappresentata da Grecia e Portogallo presi assieme, con una popolazione di 21,6 milioni di abitanti, che hanno, peraltro un reddito medio pro capite più alto che nel nostro Sud.
"Non possiamo non chiederci quale unità esista più in uno Stato che comprende in sé un'ampia parte con la popolazione regionale a ricchezza diffusa più numerosa dell'Unione europea (i 24 milioni di italiani residenti nelle sette regioni del Nord e del Centro, con un reddito pro capite superiore del 25% a quello medio dell'Ue) e un'altra zona, tutte le 8 regioni del Mezzogiorno, con un reddito pro capite inferiore a quello Ue, di cui 4, con ben 17 milioni di abitanti, con un reddito pro capite inferiore al 75% di quello medio europeo. Certo, sempre nell'ottica di un recupero della realtà, non si può ignorare che il sommerso, soprattutto nel Sud, è ampiamente sottostimato nella contabilità nazionale. Così come non è valutato il flusso dell'economia criminale che indubbiamente genera ricchezza. Due dati invisibili, che se possono dare qualche conforto sul piano del reddito medio, comportano anche una negatività intrinseca per infiniti altri aspetti.
All'evidenza non percepita delle due Italie va allegata la verifica di un'altra verità profondamente rimossa: quella del peso decisivo dell'economia industriale manifatturiera nel successo consolidato del Nord Centro.
Dopo anni di stoltezze sul prevalere del terziario e sul tramonto dell'era metalmeccanica ci troviamo con alcuni dati strabilianti (sempre di fonte Edison): nel 2007 il surplus esportativo dei prodotti manifatturieri si è attestato a ben 51,2 miliardi di euro, un risultato inferiore solo al record assoluto del 1996 (54,4 miliardi di euro equivalenti) che però fruiva della svalutazione competitiva della lira e dell'ancor debole aggressività asiatica, Ma quel che più colpisce è la classifica europea per valore aggiunto manifatturiero (la differenza fra il ricavo dei prodotti e servizi venduti e il costo di quelli acquisiti per produrli): in testa figura la Lombardia e il Nordest (6,6 miliardi), seconda la Germania (5,5), terzo il Nord-Centro Italia, seguono l'Italia nel suo assieme, la Gran Bretagna, la Francia, Spagna, Grecia e Portogallo. Ultimo il Mezzogiorno (1,5).
Invito i lettori a discutere su questi fatti, su cosa ha significato la modifica del Titolo V della Costituzione e la rottura di una tradizione politica e storica basata sulla difesa dell'Unità d'Italia, della solidarietà tra Nord e Sud, di un Welfare unico dalle Alpi alla Sicilia. E ancora cosa ha comportato negare la centralità del lavoro operaio per sostituirla col precariato dei servizi come archetipo attuale di riferimento. Infine dove porta dipingere una Italia in declino, quando le Italie sono ormai due, una in testa, l'altra in coda all'Ue.
wild§live®
00martedì 8 luglio 2008 16:18
non penso che gli stipendi da grecia e i prezzi da germania stiano solo giù, anzi
pollicinonelbosco
00martedì 8 luglio 2008 16:43
Re:
wild§live®, 08/07/2008 16.18:
non penso che gli stipendi da grecia e i prezzi da germania stiano solo giù, anzi
il problema del costo della vita c'è in tutta italia. quello che cambia è il livello occupazionale, il numero di imprese, la loro efficenza e anche la retribuzione. anni fa ho fatto delle interviste per unioncamere sulle figure lavorative più richieste e al nord richiedevano sempre alcune figure di operai specializzati (saldatori o altro) offrendo stipendi notevoli e in qualche caso anche l'alloggio, al sud è immensamente più difficile. in ogni caso è innegabile che città come bologna e agrigento, vibo valenzia e parma etc rappresentino universi totalmente distinti. se il sud avesse il livello socio economico del nord l'italia sarebbe di gran lunga il paese piu' ricco d'europa.
wild§live®
00martedì 8 luglio 2008 18:25
non penso proprio, sto vedendo un po' le offerte di lavoro e se il sud è il terzo mondo, il nord è il secondo mondo e mezzo al massimo
pollicinonelbosco
00martedì 8 luglio 2008 19:15
non proprio....
Si allarga la forbice tra Nord e Sud: nel 2007, la media nazionale del Pil tra le due zone del Paese ha mostrato una differenza di 713 euro a testa. Se per ogni italiano il Pil pro capite è di 25.921 euro, quello del Centro-Nord è stato di 30.505 euro, quasi il doppio dei 17.433 euro del Mezzogiorno.
Secondo le stime di Unioncamere, rese note in occasione dell'Assemblea, rispetto al 2006, nelle regioni più sviluppate del Paese l'incremento della ricchezza prodotta per abitante è stato di 1.143 euro, nel Mezzogiorno di 430. Ovvero, la forbice della ricchezza prodotta tra Centro-Nord e Sud si è allargata in un anno di ulteriori 713 euro a testa. Tra la prima e ultima provincia italiana, il divario continua a crescere anche quest'anno: la ricchezza prodotta nel 2007 attribuibile a un crotonese (14.548) e' pari al 36,9% di quella prodotta da un milanese (39.442 euro). Il gap nel 2006 era del 37,6%.
Le prime 65 posizioni della classifica nazionale, secondo la ricerca realizzata da Unioncamere e Istituto Tagliacarne, sono occupate tutte da province del Centro-Nord. Alle spalle di Milano, le province ad alto livello di ricchezza prodotta sono Bologna, Bolzano, Aosta e Modena. Quindi Roma, che mantiene un saldo sesto posto, seguita da Firenze. Al capo opposto, Crotone, preceduta da Enna, Agrigento, Foggia e Lecce.
e questi sono dati unicamente economici che non tengono conto dell'enorme differenza di servizi sicurezza qualità delle vita etc.
lungi da me fare il leghista, ma chiudere gli occhi difronte a un problema o minimizzarlo è il modo migliore per far si che si aggravi.
wild§live®
00martedì 8 luglio 2008 19:55
tu parli di pil pro/capite, io di stipendi
ti dico (perchè sto già cercando) che quando ti va bene ti offrono, al nord come al sud, 22.000 euro lordi l'anno
e non cerco lavori per laurati in scienze della comunicazione o sociologia
poi vedo in inghilterra, e vedo che mediamente partono da 26.000 sterline lorde, e considera che lì si pagano anche meno tasse
forse il nord va bene per cogliere le mele del trentino, impagliare sedie, tornire bulloni, o poco altro..
ti ripeto per un giovane neolaureato in una delle migliori lauree tecniche sul mercato (ossia quelle più richieste nei paesi civilizzati) il nord è il secondo mondo e mezzo
se non sei d'accordo, allora la fuga dei cervelli è un'invenzione
pollicinonelbosco
00martedì 8 luglio 2008 20:50
sono discorsi diversi.
punto primo: tu ti basi su una tua esperienza personale in un singolo e limitato settore per trarne un dato statistico, il che è sbagliato in partenza. in italia non si fa ricerca e un ricercatore, o un tecnico, che altrove è richiesto come il pane rischia la disoccupazione o stipendi bassi, per questo i cervelli "fuggono" all'estero. questo non ha nulla a che fare con l'economia complessivamente intesa. in un altro settore ci possono essere condizioni diversissime. mia cugina che è infermiera professionale si è trasferita a milano perchè, all'oncologico, le danno 26 euro lorde all'ora. poi ci deve pagare le tasse, aprire la partita iva etc, ma è molto piu' di quello che prendeva a roma, non parliamo di cosa prenderebbe a palermo. una ragazza che mi dava ripetizioni di statistica anni fa si è laureata (peraltro in sociologia) e è andata a lavorare come selezionatrice del personale in una grande azienda del nord di prodotti di bellezza, prende 6000 euro al mese piu' auto e benefit. a catania avrebbe trovato un posto simile? quanti posti del genere ci sono a milano e quanti ce ne sono invece a palermo (che pure per popolazione non è lontana)?
quello di cui io parlo comunque (lasciando da parte gli esempi dei singoli che lasciano il tempo che trovano) sono i dati macroeconomici, che sono quelli che leggi quando si parla di sviluppo. il nord italia, la lombardia in particolare, è una delle tre zone più industrializzate dell'intera europa, uno dei motori propulsivi, la calabria è in una situazione molto diversa, ne converrai con me. non è solo una questione di stipendi (e comunque sono ben diversi, visto che da che mondo è mondo sono i calabresi che vanno a milano e torino, non i torinesi che vanno a vibo, e se come dici tu gli stipendi sono uguali un ingegnere di milano correrebbe al sud, se non altro per pagare casa e alimentari molto meno percependo lo stesso reddito e non avere la nebbia)ma una questione di quantità di posti di lavoro. pensa anche al commercio. nella tua statistica personale non esiste,ma il numero di esercizi commerciali, la loro grandezza,il loro giro d'affari, fa la differenza a livello di pil, anche se i commessi prendessero le stesse cifre a milano come a catania.
wild§live®
00martedì 8 luglio 2008 21:38
ma forse ancora non hai capito che metto il sud sotto in nord (e ci mancherebbe
) ma non vedo affatto quest' italia a due velocità. O meglio la vedo, ma vanno entrambe piano.
E cmq ovvio che una nazione può andare avanti con settori che non siano quelli hi tech, ma è avviata al declino, non lo dico io o le mie esperienze ma tutti gli istituti. Che il Nord ORA sia ancora ricco non è che ci voglia molto a capirlo, ma non penso proprio che sia una situazione che durerà a lungo.
Cmq ora che ci penso è inutile parlarne, tempo fa aprii un topic dove io dicevo che eravamo il terzo mondo d'europa e tu già non eri d'accordo
ps. cmq prima di andare via pure io sto vedendo di agganciare qualche posto di quelli che dici tu.. ovviamente con raccomandazione
pollicinonelbosco
00mercoledì 9 luglio 2008 08:34
che l'italia sia in declino, ormai da un pezzo, è cosa più che risaputa.
non sono però d'accordo quando dici che in fondo da nord a sud la situazione è sempre nera. certo, non c'è da stare allegri neppure al nord, ma la cosa che il sole 24 ore ha sottolineato è che, non solo si parte con una differenza già macroscopica tra nord e sud ma, e qui sta la notizia, questa differenza aumenta costantemente anzichè calare. alcune zone d'italia crescono, poco, ma crescono. altre, soprattutto al sud, perdono addirittura posizini, con il risultato che un paese già profondissimamente disomogeneo si candida a diventarne due. non può esistere una nazione piccola come l'italia in cui una parte sia tra le piu' ricche d'europa e una parte tra le più povere.
wild§live®
00mercoledì 9 luglio 2008 13:22
ma che l'italia del nord offra una serie di posti di lavoro come badanti, operai, segretari, manovali ... non vi è dubbio. E infatti la cosa trova riscontro nei dati, visto che anche loro fanno PIL. Di quel lavoro ce n'è in abbondanza, altrimenti gli extracomunitari non arriverebbero a frotte in quei posti.
Poi c'è una piccola quantità di posti qualificati, e anche questo non c'è dubbio, ma sono troppo pochi e qualsiasi ricerca che leggi ti parlerà di un nord ricco di operose e ricche PMI che investono poco in ricerca e sottocapitalizzate. Queste due parole dicono che lavori qualificati non ce ne sono, o sono mal pagati.
Al sud questo c'è in poche isole felici, mentre gran parte delle zone è già tanto se trovi un posto come raccoglitore di pomodori in nero.
Fra l'altro, ripeto, neanche i dati confortano questo specchio delle due italie. Considerando che il nord produce gran parte del Pil italiano, suppongo che il dato globale rispecchi più il nord che il sud: sinceramente non penso che fino all'emilia si cresca al 5% annuo e giù al -3%, non ho i dati ma fatico a pensare che siano di questo tipo
pollicinonelbosco
00mercoledì 9 luglio 2008 20:06
Re:
non penso che fino all'emilia si cresca al 5% annuo e giù al -3%, non ho i dati ma fatico a pensare che siano di questo tipo
secondo il sole 24 ore che si basa su dati unioncamere invece la situazione è molto simile a quella che descrivi. globalmente l'italia è pressochè ferma, ma le aziende del nord mantengono posizione o in alcuni casi guadagnano ulteriore fette di mercato, quelle del sud diminuiscono in numero e fatturato, e calcola che si partiva gia' da un divario forte. l'articolo dice che la spagna ci ha superati in pil procapite se presi globalmente ma che se ci si riferisce solo al centro nord siamo molto ma molto più in alto. non penso dipenda da badanti e posti mal pagati, o se è così significa che al sud non ci sono neppure i posti a reddito basso. peraltro mi stupisce che uno che come te si intende di economia tralascia un dettaglio piuttosto rilevante, in italia la maggior parte del pil è fatto da piccole e piccolissime aziende,al nord ce n'è una concentrazione mostruosa (una zona del nord est in particolare è la seconda zona, dopo una zona del giappone, con il maggior rapporto al mondo tra popolazione e imprese)..una piccolissima imprenditoria diffusa garantisce al piccolo imprenditore redditi molto più alti di un "buon posto" per ingegneri o fisici presso qualche istituto.
wild§live®
00giovedì 10 luglio 2008 13:28
Re: Re:
pollicinonelbosco, 10/07/2008 11.40:
sinceramente non capisco. dici che l'italia è spaccata in due oggi, ma che domani la situazione sarà diversa (anche se tu immagini una riunificazione nel basso,ossia terzo mondo tutti e due) ma questo è in contraddizione con i dati postati da te, che mostrano una crescita sostenuta al centro nord (certo non paragonabile a quella di realtà emergenti come cina o india,ma quando si raggiunge un certo livello si rallenta,è fisiologico)e irrosoria al sud, il che lascia pensare alla situazione opposta, a un aumento della disuguaglianza che, peraltro, si verifica ormai da decenni.
non pensare che io dico questo per denigrare il sud, sono metà "terrone" di sangue e tutto terrone per sentimento,ma se non si evidenzia la gravità del problema non si troveranno mai soluzioni.
peraltro ritengo che le colpe più gravi nel ritardo, ormai cronico, del sud ce l'abbiano in primo luogo i politici nazionali che dall'unità in poi l'hanno sempre penalizzato.
allora, finalmente ci siamo capiti su un fatto: per entrambi l'italia, soprattuto quella del nord, è RICCA. Per me è anche in declino
, il declino solitamente è una cosa che accade fra 5,10,20 anni.. peccato che fra 20 anni io e te saremo ancora nel "meglio" quindi ci dobbiamo preoccupare
Ti ho detto e ribadisco di non fidarti troppo del pil. E' una misura che non tiene conto della qualità del flusso di denaro, ma solo di esso. Per dirne una, se uno compra una pistola, colpisce un tabaccaio, e questi fa in ospedale, il pil aumenta
Quando si parla di declino di parla di uno stato che non investe, e di altre cose. Per quanto riguarda il dato della lombardia; 1) il 2007 è stato un anno mediamente proficuo (1.5 di media nazionale) 2) la lombardia cresce meno della spagna, paese dove cmq la catalogna e i paesi baschi hanno una crescita superiore alla loro media.. per non parlare di paradisi come l'irlanda.
ps. per quanto riguarda la questione meridionale.. io penso che ci siano dietro un sacco di fattori, nel senso che fa comodo un po' a tutti. Detto questo, figurati se non mi farebbe piacere vedere l'amato sud crescere e progredire.. anzi ti dico di più, qua il mille euro al mese lo accetterei pure, se può servire a migliorare la mia terra, se poi devo emigrare preferisco andare dove c'è il meglio possibile, anche se a 10.000km