colloquio con minori
E' successa la stessa cosa a me quando lavoravo a Milano: secondo la psicologa io avrei dovuto curare il rapporto con i genitori (dare le regole) e lei quello col minore (clinico, secondo lei).Logicamente ho fatto come credevo e, dopo le isterie della psicologa, l'ho letteralmente mandata a quel paese.
Il problema con le altre professioni è sempre quello del confine e, negli ultimi tempi, dell'invasione, fino al paradosso che le nostre competenze sarebbero determinate dallo stereotipo (allontana i bambini, scrivi le scartoffie, fà quello che agli altri non compete). Su ciò richiamo l'attenzione dei colleghi NON ad adattarsi a questo strano trend che ci porta all'estinzione, ma a ribadire (e praticare!) competenze chiare.
Consiglio due azioni, in casi come questi:
1) segnalazione all'Ordine: è una questione macro da risolvere con l'Ordine degli psicologi;
2) chiarezza circa le proprie competenze nel lavoro minorile. Va da sè che i colloqui col minore dobbiamo farli, anche perchè su cosa basiamo le nostre valutazioni? Se io fossi un giudice e sapessi che una valutazione sociale è stata effettuata senza aver avuto un rapporto con il minore, denuncerei l'assistente sociale!!
Allora, calma, consapevolezza e conseguenzialità.
Ugo Albano
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