Dubbio: chi fa i colloqui con chi?

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Paolo
00venerdì 1 giugno 2007 07:33
Ciao a tutti colleghi/e. Vi chiedo lumi. [SM=g27833] Lavoro in un Servizio Famiglia e Minori del Milanese e oltra all'as vi è anche lo psico.E sin qui nulla da eccepire se non che da una paio di volte, non riuscendo a capire la situazione che la madre mi presentava (nei 5 colloqui fatti sapeva solo dirmi che vuole il figlio in Comunità perchà irrequieto, manesco nei suoi confronti), ho chesto se poteva portatmi il figlio. E così mi son visto il fanciullo, dove mi ha raccontato cosa fa durante il giorno, la vita scolastica. Non essendo psico mi son fermato qui. Ho solo voluto spiegare cosa vuol dire stare in Comunità, visto che la madre con il lavaggio del cervello l oha convinto in tal senso. Saputo lo psico che "ho osato vedere il minore" mi è saltato in testa asserendo che il mio compito è solo normativo, che devo lavorare solo con le famiglie e che solo lui può vedere i minori. Oltre al mio "vai a ca...e" ho sottolineato che se si costriusce un progetto, visto che anche lui vede le famiglie "per la restituzione di ciò che ho capito da suo figlio", mi chiedo: chi fa i colloqui con chi? Premettendo che ho esposto ciò alla mia resp.le dandomi ragione, ma che a volte me ne faccio ben poca perchè lei , rispetto al mio ufficio è disante un altro edificio
Paolo
barbarade
00venerdì 1 giugno 2007 08:23
per il mio modesto parre hai avuto le tue buone ragioni per voler fare un colloquio con il minore, io però, visto che lavori in staff, lo avrei precedentemente concordato con i colleghi, visto che parli di restituzione. avresti dovuto ( per evitare discussioni) far presente la tua necessità anche senza chiedere il permesso, solo dirglielo. si fa fatica a pensare a tutto, però si evitano tante beghe!
Ugo Albano
00venerdì 1 giugno 2007 10:22
colloquio con minori
E' successa la stessa cosa a me quando lavoravo a Milano: secondo la psicologa io avrei dovuto curare il rapporto con i genitori (dare le regole) e lei quello col minore (clinico, secondo lei).Logicamente ho fatto come credevo e, dopo le isterie della psicologa, l'ho letteralmente mandata a quel paese.

Il problema con le altre professioni è sempre quello del confine e, negli ultimi tempi, dell'invasione, fino al paradosso che le nostre competenze sarebbero determinate dallo stereotipo (allontana i bambini, scrivi le scartoffie, fà quello che agli altri non compete). Su ciò richiamo l'attenzione dei colleghi NON ad adattarsi a questo strano trend che ci porta all'estinzione, ma a ribadire (e praticare!) competenze chiare.


Consiglio due azioni, in casi come questi:

1) segnalazione all'Ordine: è una questione macro da risolvere con l'Ordine degli psicologi;

2) chiarezza circa le proprie competenze nel lavoro minorile. Va da sè che i colloqui col minore dobbiamo farli, anche perchè su cosa basiamo le nostre valutazioni? Se io fossi un giudice e sapessi che una valutazione sociale è stata effettuata senza aver avuto un rapporto con il minore, denuncerei l'assistente sociale!!

Allora, calma, consapevolezza e conseguenzialità.

Ugo Albano


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