Droga

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ilcantastorie
00giovedì 15 dicembre 2005 16:24
Secondo voi,perche' ci si droga?
Jack8321
00giovedì 15 dicembre 2005 16:53
Varie ragioni: Noia, per provare qualcosa di nuovo, per evadere, per trasgredire, per essere considerati fighi o altre cavolate del genere
==Mew Pam==
00giovedì 15 dicembre 2005 17:04

Varie ragioni: Noia, per provare qualcosa di nuovo, per evadere, per trasgredire, per essere considerati fighi o altre cavolate del genere


Sono d'accordo!
Anche se bisognerebbe andare alla radice del perché: sicuramente, in alcuni casi, ci sono delle motivazioni ben più complicate come ad esempio la solitudine, l'abbandono, lo smarrimento...
RedheadWitch
00giovedì 15 dicembre 2005 17:06

Noia, per provare qualcosa di nuovo, per evadere, per trasgredire, per essere considerati fighi



Per quanto mi riguarda questo discorso vale per quelle leggere; quelle pesanti sono un altro discorso.
Avevo un ex che faceva uso di ecstasy e se non sbaglio di cocaina. Non ho mai capito esattamente il perché, ma era evidente che lo faceva perché la realtà tangibile non gli piaceva e ne preferiva una surreale.
Ovviamente, con presupposti del genere, per smettere bisogna modificare fattori esterni a sé. Anche se ovviamente imparare come prenderli è fondamentale.
Matteo Pascal
00giovedì 15 dicembre 2005 19:19
Sono d'accordo con Jack. La storia delle "motivazione ben più complicate" che ci starebbero dietro invece non mi ha mai convinto per niente. Ci sono moltissime persone che soffrono la solitudine, lo smarrimento o l'abbandono, o problemi anche più grandi, eppure non si rifugiano nella droga ma continuano ad affrontare ogni singolo prpblema della loro vita senza arrendersi... perchè? Sono "anormali" rispetto agli altri? Mi dispiace, passerò per cinico ma non considero la mancanza di palle come una motivazione per drogarsi. (che poi io sia favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere è un altro discorso, per me ogni individuo ha il diritto di farsi del male, se è quello che vuole)


Per quanto mi riguarda questo discorso vale per quelle leggere; quelle pesanti sono un altro discorso.
Avevo un ex che faceva uso di ecstasy e se non sbaglio di cocaina. Non ho mai capito esattamente il perché, ma era evidente che lo faceva perché la realtà tangibile non gli piaceva e ne preferiva una surreale.


Credo che il rifugiarsi in un mondo surreale rientri in quel "per evadere" di cui parlava Jack.
Però sono d'accordo sulla distinzione tra motivazioni per le droghe pesanti e motivazioni per le droghe leggere (ad esempio penso che il "per essere considerati fighi" valga soprattutto per quelle leggere... se chi si fa le canne venisse trattato da sfigato il consumo della maria crollerebbe ai livelli della tisana all'ortica)

PS: Io non so come reagirei se la mia ragazza si drogasse... da una parte la mia stima per lei crollerebbe ai minimi storici, ma dall'altra vorrei anche aiutarla... non deve essere per niente una bella situazione...

[Modificato da Matteo Pascal 15/12/2005 19.25]

Kaos Rising
00giovedì 15 dicembre 2005 19:48
Non è questione di mancanza di palle, secondo me. È semplicemente modo diverso di vivere i momenti negativi.
C'è chi ha il suo periodo di simil-depressione, poi si accorge che piangendosi addosso/lamentandosi/simili non ottiene nulla, si alza le maniche e fa qualcosa.
C'è chi invece questa forza non ce l'ha e si lascia abbindolare dalle promesse che una sostanza stupefacente può dare.
Non mi sembra il caso di giudicare così seccamente un così sfaccettato gruppo di persone con una serie di frasi così delineate.
Toh, so anche essere flessibile.
ST: Wicked witch - Demons & Wizards.
Hazel dei Misteri
00giovedì 15 dicembre 2005 19:54
Ho trovato questa documentazione, link: xoomer.virgilio.it/3472209533/Opinions/droghe.htm

"La droga nelle sue svariate tipologie, nei suoi effetti e danni devastanti è argomento di parecchi dibattiti, dove ognuno vuole dire la sua sulla gravità di questo problema ormai largamente diffuso.
Il tema fondamentale che viene trattato è quello riguardante la reale differenza tra droghe leggere e pesanti, le prime sono “rappresentate” dai cannabinoidi, tra i quali sottolineo la marijuana e l’hashish, mentre le seconde comprendono eroina, cocaina, LSD e ecstasy.
Quest’ultime, come si può intuire dall’aggettivo loro affibbiato, sono considerate più nocive rispetto alle prime, che provocano comunque danni alla salute, ma in maniera meno rilevante............................................

Personalmente sono favorevole alla differenziazione tra droghe leggere e pesanti e di conseguenza contraria all’approvazione della legge Fini, perché aumenta la popolazione carceraria già sovraffollata e come se non bastasse limita la libertà di scelta di ognuno di noi.
A sostegno della mia tesi c’è la posizione presa dagli scienziati,i quali affermano che le sostanze stupefacenti devono essere differenziate a causa dei diversi effetti che provocano.
Basti paragonare l’ecstasy alla cannabis.La prima inizialmente provoca sensazioni piacevoli, come sentirsi fratelli con gli altri, avere più fiducia in se stessi, non badare al pericolo e così via(gli effetti durano all’incirca sei ore e ce ne vogliono ventiquattro per tornare alla normalità),ma poi a lungo andare si va incontro a depressione, angoscia, mancanza d’interessi, stanchezza, tristezza, sonno e spesso provoca dipendenza, soprattutto nelle persone carenti di serotonina, ovvero una sostanza che ha il compito di controllare l’umore, i cicli sonno-veglia, la fame, il dolore e il comportamento sessuale.
Mentre dopo aver assunto cannabinoidi ci si sente euforici, rilassati e fino a due ore dopo aver fumato si ha un calo dell’attenzione,della memoria e della capacità di coordinare i movimenti.
Ma poi questi effetti cessano e se l’uso è limitato non si prevede l’assuefazione.
Comunque i dottori confermano che è difficile arrivare a un punto tale d’intossicazione da aver compromesso la propria vita.

La legge sopraccitata, quindi, prevede un cambiamento a 360° gradi delle attuali politiche di prevenzione,cura e repressione delle droghe e si muove sulle seguenti direttrici:
contrarietà anche verso il semplice uso e la detenzione di droghe leggere, impegno delle istituzioni verso una coerente prevenzione da sviluppare su un piano informativo e culturale, nessuna condiscendenza o addirittura collaborazione nel mantenimento di soggetti in stato permanente di tossicodipendenza, intelligente repressione dello spaccio e soprattutto cancellazione della distinzione tra droghe leggere e pesanti.
Questa può essere definita una legge che “fa comodo” ai narcotrafficanti che si arricchiscono sul proibizionismo.
Basti pensare che nel campo dei fautori della legalizzazione controllata degli stupefacenti, si trovano personalità diverse come economisti liberali, giuristi, medici, psicologi o sociologi.
Essi non pensano tanto al consumo, quanto alla lotta alla criminalità.
Il loro ragionamento è che si deve legalizzare la droga per limitare i costi enormi della repressione, al fine di privare i criminali di una fonte di guadagni considerevole.
Come se non bastasse nel caso di applicazione di questa legge sarebbero gravemente inasprite le sanzioni amministrative che limitano le libertà personali.

Una legge che metterebbe in galera altre decine di migliaia di persone che fumano marijuana o che ne assimilano il principio attivo per uso terapeutico, aggravando così ulteriormente la già grave condizione di sovraffollamento delle carceri e ignorando l’imminente necessità di attuare misure alternative alla detenzione per i tossicodipendenti.

Tutto ciò testimonia la mia tesi iniziale e quindi vuole dimostrare l’importanza del saper distinguere un semplice spinello dalle ben più dannose droghe pesanti, che come ho già detto causano danni molto gravi alle persone che ne fanno uso.
RedheadWitch
00giovedì 15 dicembre 2005 21:17
Re:

La storia delle "motivazione ben più complicate" che ci starebbero dietro invece non mi ha mai convinto per niente. Ci sono moltissime persone che soffrono la solitudine, lo smarrimento o l'abbandono, o problemi anche più grandi, eppure non si rifugiano nella droga ma continuano ad affrontare ogni singolo prpblema della loro vita senza arrendersi... perchè? Sono "anormali" rispetto agli altri? Mi dispiace, passerò per cinico ma non considero la mancanza di palle come una motivazione per drogarsi.



Ci sono anche moltissime persone che la forza di affrontare ogni singolo problema non ce l'hanno.
E per favore non essere uno di quelli che rispondono "e se la fanno venire!" perché ti mangio XD!
Seriamente, la forza non la trovi nell'uovo di Pasqua, la forza deve provenire o da te stesso o da un aiuto esterno. Ma possiamo ben capire che se una persona si trova in un tale disagio da ricorrere alla droga per evitare la sua vita, è ben difficile che sia psicologicamente pronta per farsi forza. E quanto all'aiuto esterno, se fosse disponibile difficilmente ci si getterebbe in un'avventura di questo genere.
Insomma, non è una questione di bravura, il tirare fuori le palle; è questione dello stato in cui versa la tua persona. In certi casi la persona non ne è capace; non ne ha alcuna colpa e non è giusto darle della codarda che non sa darsi da fare per salvarsi.
Che poi, parlare di "salvarsi" suona un po' strano di fronte a una persona che usa determinate sostanze proprio a quello scopo.
Tornare dal proprio carnefice, ovvero la propria vita, non è esattamente una prospettiva allettante.
Ripeto: c'è chi ha il coraggio di farlo (perché conserva dei residui di forza) e chi no. E chi non l'ha va rispettato e assolutamente non colpevolizzato.


Credo che il rifugiarsi in un mondo surreale rientri in quel "per evadere" di cui parlava Jack.



Oh, pensavo si riferisse più a un discorso di evasione dalla quotidianità.. un'esperienza sempre legata al divertimento ^^ beh, fa nulla, ho avuto un'occasione per approfondire [SM=g27768].


PS: Io non so come reagirei se la mia ragazza si drogasse... da una parte la mia stima per lei crollerebbe ai minimi storici, ma dall'altra vorrei anche aiutarla... non deve essere per niente una bella situazione...



Beh, lì dipende da cosa ritieni fattori degni di stima.
La forza secondo me non rientra tra questi fattori; non dipende da sé ma da come ti hanno fatto crescere, dalle persone che hai incontrato e da come hanno inciso sulla tua vita.
Io quel ragazzo lo amavo, non è che un lack di forza, per così dire, creatogli per altro da altre persone, potesse farmi cambiare idea sul suo conto.
Matteo Pascal
00venerdì 16 dicembre 2005 00:02
Possiamo chiamarla "mancanza di forza" invece che "mancanza di palle", se volete, ma per me il concetto di fondo non cambia: non è una giustificazione.
Trovo ENORMEMENTE ingiusto mettere sullo stesso piano persone che cercano rifugio nella droga da altre che pur partendo da un background molto simile o persino peggiore continuano a lottare e rifiutano la strada che è chiaramente la più facile. Anzi, da alcuni di questi discorsi sembra che i primi meritino più "comprensione ed affetto" dei secondi, in quanto più sfortunati per il fatto di non essere abbastanza forti. Magari non è questo che volevate dire, ma il passo per arrivarci è breve.


La forza secondo me non rientra tra questi fattori; non dipende da sé ma da come ti hanno fatto crescere, dalle persone che hai incontrato e da come hanno inciso sulla tua vita.


Arianna, questa alla fine è l'unica frase del tuo discorso su cui non sono d'accordo e credo sia il fulcro del perchè la pensiamo diversamente. E non solo perchè il modo in cui le persone che incontriamo incidono sulla nostra vita dipende in gran parte da noi. Come ho già detto ci sono persone che crescono in ambienti molto simili e con esperienze simili, ma reagiscono in modo diametralmente opposto. C'è chi non ha mai ricevuto un gesto di affetto, nè un abbraccio nè altro, ma non per questo si arrende ed evade in un mondo irreale. C'è chi qualche segno di fiducia o di affetto lo ha ricevuto ma nonostante ciò cerca di rifugiarsi nella droga. C'è anche chi pur non essendo abbastanza forte cerca di evadere dalla realtà in modi meno distruttivi (e il mondo delle fanfic a volte è uno di questi). Mi rendo conto che sia una realtà complessa, per questo non voglio colpevolizzare nessuno, ma nemmeno giustificare.
Kaos Rising
00venerdì 16 dicembre 2005 02:47
Nessuno, o quantomeno non io, mette le due categorie su piani diversi. O meglio, non su piani uno più alto dell'altro, perché diversi comunque lo sono. Ma nessuno dei due gruppi è migliore o peggiore dell'altro.
Insomma, come diceva giustamente Redhead [parentesi: che bel nome Arianna] c'è chi ce la fa e chi non ce la fa, per tutta una serie di motivi che possono partire dalla semplice inclinazione personale sino a giungere alla totale assenza di volontà di andare avanti. Non hai scritto Dio in testa per giudicare costoro, mi pare. O mi sbaglio e mi stai per incenerire con una saetta?
Personalmente penso che una persona, sinché non mostra chiaramente di essere davvero cattiva, vada il più possibile capita e aiutata. E con questo non sto dicendo che bisogna anche reggerglielo quando va in bagno a pisciare, semplicemente che per quanto mi riguarda lo sparare sentenze del tipo "non hai le palle neanche per smettere di drogarti, ti disprezzo" è un comportamento da evitare come la peste.
Eh, ci vorrebbe un po' più di compassione.
ST: Flash of the silverhammer - Bathory.
Matteo Pascal
00venerdì 16 dicembre 2005 13:37

Nessuno, o quantomeno non io, mette le due categorie su piani diversi. O meglio, non su piani uno più alto dell'altro, perché diversi comunque lo sono. Ma nessuno dei due gruppi è migliore o peggiore dell'altro.


Infatti mi lamentavo proprio di questo, che mi sembra li stiate mettendo su piani dello stesso livello. Per me chi pur trovandosi in una situazione difficile non si droga è migliore di chi si droga, così come questi ultimi sono migliori di chi per "svagarsi" lancia sassi dal cavalcavia, ad esempio. Almeno in linea di massima un tossicodipendente non fa del male a nessuno tranne che a se stesso (anche se bisogerebbe ricordare che indirettamente fa del male a tutte le persone che gli vogliono bene...).


Insomma, come diceva giustamente Redhead [parentesi: che bel nome Arianna] c'è chi ce la fa e chi non ce la fa, per tutta una serie di motivi che possono partire dalla semplice inclinazione personale sino a giungere alla totale assenza di volontà di andare avanti. Non hai scritto Dio in testa per giudicare costoro, mi pare. O mi sbaglio e mi stai per incenerire con una saetta?


Sì ma giudicare fa parte della natura umana... persino io sono stato giudicato in un certo modo per quello che ho scritto in questo dibattito. E non me ne lamento, è normale che sia così.


Personalmente penso che una persona, sinché non mostra chiaramente di essere davvero cattiva, vada il più possibile capita e aiutata. E con questo non sto dicendo che bisogna anche reggerglielo quando va in bagno a pisciare, semplicemente che per quanto mi riguarda lo sparare sentenze del tipo "non hai le palle neanche per smettere di drogarti, ti disprezzo" è un comportamento da evitare come la peste.


Non ho mai detto che li disprezzo, ho detto che non li giustifico, la differenza è sottile ma sostanziale. (il disprezzo, tornando all'esempio di prima, lo riservo a chi si "svaga" lanciando sassi dal cavalcavia et similia). E vanno sicuramente aiutati, non ho mai detto il contrario (anzi, far capire QUANTO sia una cazzata senza giustificazioni secondo me è già un modo per aiutarli), ma...


Eh, ci vorrebbe un po' più di compassione.


...ma la compassione no, mi dispiace, quella la riservo a persone che secondo me se la meritano di più, quelli che soffrono tutti i giorni ma tirano avanti lo stesso, spesso nel silenzio più totale sui propri drammi.
faith81b
00venerdì 16 dicembre 2005 16:39
effettivamente credo che un pò la noia, e la voglia di fuggire dalla realtà, siano le principali motivazioni!
in tutta la mia vita ho provato solo uno spinello, e lo ammetto, l'ho fatto perchè ero curiosa, tutti lo facevano c'ho provato pure io! l'unica cosa che mi ha fatto, è stato lasciarmi uno strano sapore in bocca ma per il resto non ho trovato niente di diverso dalle sigarette normali!
@yukino@
00venerdì 16 dicembre 2005 21:21
perché non hai tirato bene XD
no kmq scherzi a parte... trovo anche io che siano da dividere le due categorie è una cosa diversa.
E questa volta sono d'accordo con Kaos...Toh che strano O_o
Certo, è normale giudicare per questo cerco per quanto possibile di non farlo, perché non vorrei che un domani dovessero giudicare me così duramente solo perchè non ho avuto la forza di tirarmene fuori in tempo.
E' vero, le due categorie sono diverse e certamente chi ha una vita difficile ma non si droga merita assoluto rispetto, ma penso che prima di giustificare o meno una persona bisogna conoscerla meglio, la sua vita, com'è lui, il suo carattere, i suoi sentimenti, i suoi progetti...trovo sia riduttivo limitarsi a fare un discorso generico.
Io conosco una persona che si è drogata, cocaina, ha avuto due arresti cardiaci e poi è riuscito a uscirne grazie all'aiuto di alcune persone.
Ebbene è la persona più forte che io conosca, più che mancanza di forza la sua era la mancanza di un senso.
Era solo un altro modo per buttarsi incontro a un treno in corsa, non vedeva il motivo per andare avanti, per vivere, così almeno si rifugiava li per non pensare. Che poi se questo può essere inteso come mancanza di forza non lo so, bisognerebbe sapere cosa intendete voi con forza...
Io aspetterei di conoscere la persona prima di azzardarmi a dire qualcosa, perché ce ne sono alcuni che non giustifico assolutamente e altri invece si.

baci
yuki

PS x Kaos, non ho l'abitudine di non rispondere alle discussioni è che mi è partito il portatile e mi connetto di scriscio al fisso... ormai comunque mi sembra inutile andare avanti, mi sembra di capire che un putno di contatto l'abbiamo trovato ma di più sarà difficile:P
Matteo Pascal
00venerdì 16 dicembre 2005 21:43

Certo, è normale giudicare per questo cerco per quanto possibile di non farlo, perché non vorrei che un domani dovessero giudicare me così duramente solo perchè non ho avuto la forza di tirarmene fuori in tempo.


Io invece vorrei essere giudicato così duramente, allo stesso modo in cui non sopporto che si sminuiscano i miei errori passati. Se ho fatto una cazzata non voglio un "poverino", voglio che me lo si dica nel modo più chiaro possibile così che non mi passi più nemmeno per l'anticamera del cervello di ricascarci.


Io conosco una persona che si è drogata, cocaina, ha avuto due arresti cardiaci e poi è riuscito a uscirne grazie all'aiuto di alcune persone.
Ebbene è la persona più forte che io conosca, più che mancanza di forza la sua era la mancanza di un senso.


Il tuo amico ha tutto il mio rispetto e la mia stima, ci vuole una forza enorme per uscire dal tunnell della tossicodipendenza, ben maggiore di quella necessaria per non entrarci. Però credo che quella forza gli sia venuta dopo, grazie forse anche all'aiuto delle persone di cui parli. Il mio era un discorso generale su chi entra nel mondo della droga, non su chi riesce anche ad uscirne, che così facendo dimostra di aver superato di molto quella mancanza di forza per la quale non giustifico chi si droga.
galadwen
00venerdì 16 dicembre 2005 21:49
un neuropsichiatra che si occupa di queste cose una volta disse che il problema è molto più vasto, il problema che sta all'origine è la "dipendenza"; parola che può essere intesa, per lui -ed anche per me, condivido la sua opinione e per questo la riporto- molto in generale, ed anche, e soprautto, come "dipendenza emotiva", sopratutto da persone. Non c'è molta differenza fra un dipendente di cocaina, un alcolizzato, e una persona che dipende morbosamente da un'altra persona; ci sono quindi cause all'origine, nella persone e nel contensto sociale in cui sono cresciuti e in cui si trovano, che li porta ad una fragilità tale che dà adito alle dipendenze; la dipendenza da droga è solo quella più palese e con effetti potenzialmente più devastanti.

Personalmente, alla domanda "perchè ci si droga" si può rispondere in mille modi; alcuni banali, altri meno.
Il problema è perchè si dipende da qualcosa, perchè si è così fragili, perchè ci vogliamo autodistruggere? Drogarsi, per me, è un comportamento autodistruttivo non dissimile da molti altri, dall'autolesionismo ai distubi alimentari etc etc.
Jack8321
00venerdì 16 dicembre 2005 21:51
Re:

Scritto da: galadwen 16/12/2005 21.49
un neuropsichiatra che si occupa di queste cose una volta disse che il problema è molto più vasto, il problema che sta all'origine è la "dipendenza"; parola che può essere intesa, per lui -ed anche per me, condivido la sua opinione e per questo la riporto- molto in generale, ed anche, e soprautto, come "dipendenza emotiva", sopratutto da persone. Non c'è molta differenza fra un dipendente di cocaina, un alcolizzato, e una persona che dipende morbosamente da un'altra persona; ci sono quindi cause all'origine, nella persone e nel contensto sociale in cui sono cresciuti e in cui si trovano, che li porta ad una fragilità tale che dà adito alle dipendenze; la dipendenza da droga è solo quella più palese e con effetti potenzialmente più devastanti.

Personalmente, alla domanda "perchè ci si droga" si può rispondere in mille modi; alcuni banali, altri meno.
Il problema è perchè si dipende da qualcosa, perchè si è così fragili, perchè ci vogliamo autodistruggere? Drogarsi, per me, è un comportamento autodistruttivo non dissimile da molti altri, dall'autolesionismo ai distubi alimentari etc etc.



Ecco cosa mi sono dimenticato: La fragilita emotiva.
RedheadWitch
00venerdì 16 dicembre 2005 22:40

Redhead [parentesi: che bel nome Arianna]



Graziegrazie :*


credo sia il fulcro del perchè la pensiamo diversamente.



Dunque, riassumendo: il punto focale della tua tesi sta nel fatto che ci sono persone che con lo stesso background familiare trovano la forza di reagire, e non vedi perché altri non possano farlo.
Anzitutto c'è da dire una cosa: se una persona persiste nel fare uso di droghe, non è certo perché gli piaccia essere dipendente da qualcosa, e tanto meno perché gli piaccia aver bisogno di sostanze stupefacenti per poter sentirsi felice.
Credo che chiunque di loro sarebbe molto più felice senza le crisi d'astinenza e senza aver bisogno di tirare di coca per poter stare bene.. per cui, non è che l'assuefazione faccia piacere, ecco.
E' la strada più facile, hai detto bene, perché chi te lo fa fare di affrontare la dipendenza fisica (che ha effetti veramente disastrosi, specie quando viene a mancare la materia prima) e di rinunciare a un modo semplice di tirare avanti?
Come ho già detto, ognuno reagisce in modo differente. Non tutti hanno ricevuto in dotazione dalle esperienze la stessa dose di forza morale. Come hai giustamente detto tu, potrebbero esserci persone che condividono alcuni dei propri trascorsi e avere reazioni diametralmente opposte, quindi non vedi perché taluni tirino fuori le palle e altri no.
Dal mio punto di vista, il fatto è questo: metti che io e te condividiamo la stessa orribile esperienza di aver perso un genitore, e, giusto per renderci più simili, a tutti e due sia successo di essere stati traditi e lasciati dalla persona che amavamo.
Entrambi ci rivolgiamo alla droga per passare qualche oretta in serenità; però tu a un certo punto ti fai coraggio e ne esci, ma io no.
Un osservatore esterno dice: ambè? E perché Arianna non lo fa anche lei? Perché lei fa la vita più comoda?
Che tralasciando che tanto comoda non è, e neanche tanto auspicabile; comunque, l'osservatore potrebbe non sapere che Arianna è stata cresciuta in modo tale da non avere la benché minima fiducia in sé stessa. Magari da genitori prepotenti che pretendendo troppo la fanno sentire una fallita e una persona di merda, o magari Arianna è stata vittima delle feroci prese in giro da parte dei compagni di classe delle medie (esempi a caso, sia chiaro ò_o).
Mentre, invece, Matteo conserva ancora un po' di sanità perché la vita non l'ha ancora intaccato a sufficienza da fargli perdere la voglia di recuperarla.
Matteo ha qualcosa da recuperare; Arianna no.
Matteo ha qualcosa a cui aggrapparsi; Arianna no.
E se a quel punto arriva l'amico di turno che offre il suo sostegno ad Arianna, magari Arianna se ne frega anche, perché con tutto il sostegno che l'amico le può dare, chi glieli leva i genitori stronzi e i compagni più stronzi ancora? Chi glielo leva il profondo senso d'insicurezza radicato in lei da anni? (Anche qui nessun riferimento a me stessa [SM=g27777]).
Ah, e per finire, certo che merita più comprensione e affetto chi non riesce a uscirne. Magari non sotto forma di sviolinate come "oh, povero ciccino" - perché a volte una bella scrollata potente fa molto meglio -, ma sicuramente merita più aiuto.
Se ci sono due persone che stanno annegando ma una inizia a muovere le braccia e in qualche modo a rivolgersi verso riva, tu chi vai ad aiutare?
Io quello che annega.
@yukino@
00venerdì 16 dicembre 2005 22:54
Ecco volevo dire questo... non sempre è questione di debolezza o meglio, non solo, spesso è una questione di 'disinteresse', non avere niente (o almeno pensare di non averlo) per cui valga la pena risalire.
E poi chiaramente c'è la questione che ha messo in luce Galdwen, ossia la dipendenza...è difficile smettere di fumare (o almeno io non ci riesco>_<) figuriamoci di drogarsi.
La persona di cui ho accennato prima sicuramente si è rafforzato molto ma non penso che in poco tempo (un anno circa) la forza sia nata in lui (oddio fa tanto guerre stellariXD) penso più che altro che ci sia sempre stata solo che non trovava una ragione per tirarla fuori e preferiva lasciarsi andare così.
POi ovviamente ogni caso è soggettivo e diverso dal precedente quindi quello che dico è comunque limitativo.
Poi certamente, anche io preferirei che le cose me le dicessero perché così ho la possibilità di migliorare e dopo il primo momento in cuyi rimarrei male poi mi metterei a pensare.
Questa si chiama sincerità secondo me e non giudicare qualcuno, per me (e sottolineo per me) il giudizio è qualcosa di inappellabile che moooolto difficilmente cambierà, ben diverso dal costruirsi un idea che potrà poi essere modificata.
Un giudizio secondo me è sempre impreciso in quanto anche se si conosce perfettamente l'altra persona non si è in lei e alcune cose possono sfuggire, meglio quindi limitarsia costruirsi un idea secondo me.

baci
yukino
galadwen
00venerdì 16 dicembre 2005 22:56
Re:

Scritto da: @yukino@ 16/12/2005 22.54
la forza sia nata in lui (oddio fa tanto guerre stellariXD) yukino



La soluzione è una sola: USA LA FORZA!!!
Matteo Pascal
00venerdì 16 dicembre 2005 23:18

Anzitutto c'è da dire una cosa: se una persona persiste nel fare uso di droghe, non è certo perché gli piaccia essere dipendente da qualcosa, e tanto meno perché gli piaccia aver bisogno di sostanze stupefacenti per poter sentirsi felice.
Credo che chiunque di loro sarebbe molto più felice senza le crisi d'astinenza e senza aver bisogno di tirare di coca per poter stare bene.. per cui, non è che l'assuefazione faccia piacere, ecco


Tutto il mio discorso si riferiva al momento in cui si entra nel mondo della droga, nonostante si sappia benissimo a cosa porti (e con tutta ciò che si sente in giro non puoi dirmi che non si sa...), non a quando si è già dentro o si cerca di uscirne. E' un periodo più o meno breve in cui dal semplice consumo occasionale si passa alla dipendenza. Superato quel momento è già qualcosa di patologico, e chi ne soffre non ha certo nessuna responsabilità, così come non ha colpe un epilettico che non riesce a impedirsi di ricadere in una crisi. Per uscirne ci vuole una forza di volontà che va ben oltre la norma... e quella forza non la ottieni se non lavorando su te stesso.


Dal mio punto di vista, il fatto è questo: metti che io e te condividiamo la stessa orribile esperienza di aver perso un genitore, e, giusto per renderci più simili, a tutti e due sia successo di essere stati traditi e lasciati dalla persona che amavamo.
Entrambi ci rivolgiamo alla droga per passare qualche oretta in serenità; però tu a un certo punto ti fai coraggio e ne esci, ma io no.
Un osservatore esterno dice: ambè? E perché Arianna non lo fa anche lei? Perché lei fa la vita più comoda?
Che tralasciando che tanto comoda non è, e neanche tanto auspicabile; comunque, l'osservatore potrebbe non sapere che Arianna è stata cresciuta in modo tale da non avere la benché minima fiducia in sé stessa. Magari da genitori prepotenti che pretendendo troppo la fanno sentire una fallita e una persona di merda, o magari Arianna è stata vittima delle feroci prese in giro da parte dei compagni di classe delle medie (esempi a caso, sia chiaro ò_o).
Mentre, invece, Matteo conserva ancora un po' di sanità perché la vita non l'ha ancora intaccato a sufficienza da fargli perdere la voglia di recuperarla.
Matteo ha qualcosa da recuperare; Arianna no.
Matteo ha qualcosa a cui aggrapparsi; Arianna no.
E se a quel punto arriva l'amico di turno che offre il suo sostegno ad Arianna, magari Arianna se ne frega anche, perché con tutto il sostegno che l'amico le può dare, chi glieli leva i genitori stronzi e i compagni più stronzi ancora? Chi glielo leva il profondo senso d'insicurezza radicato in lei da anni? (Anche qui nessun riferimento a me stessa ).


Ho parlato di background molto simili, non solo con qualche elemento in comune. Ma mettiamola pure così, con Arianna che ha avuto molti più problemi di Matteo, che ne hanno minato ulteriormente la fiducia in se stessa. E mettiamo che invece sia Matteo a drogarsi, perchè nonostante tutto non ce la fa, mentre Arianna che in più ha dovuto sopportare prese in giro e sentimenti di fallimento di vario tipo tiene duro e non demorde. Mettiamo infine che il povero drogato Matteo sia considerato degno di affetto e comprensione più di Arianna, perchè Arianna... beh, non si è drogata, forse allora i suoi problemi non l'hanno intaccata così tanto... almeno questa è l'impressione... forse forse è stato più sfortunato Matteo... non ti girerebbero un pò le palle sentendo questi discorsi?
Lasciando da parte noi due (che spero rientriamo il meno possibile in questi esempi), io ho l'impressione (ma non volermene, non lo sto dicendo per attaccare il tuo ragionamento) che a te quello che dico dia fastidio perchè una persona a cui volevi bene si drogava, così come a me danno fastidio i vostri discorsi perchè persone che conosco (e che secondo queste fantomatiche motivazioni dovrebbero vivere con una flebo di eroina permanente, da quello che hanno passato) non lo fanno e continuano a tenere duro, non ricevendo un decimo della comprensione che si rivolge verso un tossicodipendente.


Ah, e per finire, certo che merita più comprensione e affetto chi non riesce a uscirne. Magari non sotto forma di sviolinate come "oh, povero ciccino" - perché a volte una bella scrollata potente fa molto meglio -, ma sicuramente merita più aiuto.
Se ci sono due persone che stanno annegando ma una inizia a muovere le braccia e in qualche modo a rivolgersi verso riva, tu chi vai ad aiutare?
Io quello che annega.


Visto che me l'ha fatto notare anche Kaos, posso chiederti dove avrei detto che chi si droga non va aiutato? Almeno ammetti anche tu che la scrollata potente può essere più utile di tanta compassione. Rimanendo in metafora, io vado ad aiutare quello che sta annegando, ma una volta a riva il mio affetto e la mia comprensione vanno ad entrambi allo stesso modo, perchè entrambi se la sono vista brutta. Ma se vedo che il primo, quello che ce l'ha fatta da solo, non lo caga nessuno proprio perchè ce l'ha fatta da solo, allora la mia comprensione e il mio affetto vanno verso di lui in misura maggiore che verso il secondo.
Matteo Pascal
00venerdì 16 dicembre 2005 23:29
Re:

Scritto da: @yukino@ 16/12/2005 22.54
Questa si chiama sincerità secondo me e non giudicare qualcuno, per me (e sottolineo per me) il giudizio è qualcosa di inappellabile che moooolto difficilmente cambierà, ben diverso dal costruirsi un idea che potrà poi essere modificata.
Un giudizio secondo me è sempre impreciso in quanto anche se si conosce perfettamente l'altra persona non si è in lei e alcune cose possono sfuggire, meglio quindi limitarsia costruirsi un idea secondo me.

baci
yukino

Allora precisiamo, quando parlo di giudizio io intendo l'opinione che in quel momento ho di una persona, opinione che sono disposto a modificare all'istante in seguito ad esperienze future con quella persona. Può darsi che il giudizio cambi perchè imparo a conoscerla meglio, può darsi che cambi perchè è la persona a cambiare. Questo per me sarebbe il caso del tuo amico, perchè per me avere una "forza sopita che non si riesce a risvegliare" non è tanto diverso dalla "mancanza di forza". Come ho già detto, massima ammirazione per quello che è riuscito a fare dopo, come nessuna giustificazione per quello che ha fatto prima (nel complesso: un pareggio [SM=g27768] )Mi dispiace di essere stato frainteso sull'uso della parola "giudizio", non voleva essere così inappellabile come può essere sembrata. [SM=g27777]
faith81b
00sabato 17 dicembre 2005 01:45
Ad esempio, sta sera che sto giu mica male (l'amore non ricambiato fa strani effetti ne^???) mi sparerei una canna da far paura, o meglio, potrei provare a tirare guardate!
Come si dice, fuggire dalla realtà, si si, è una cosa da fare!
no, non è da fare intendiamoci! il desiderio è li, bello bello, ringrazio di non avere i soldi per comprarla o sarei già in un centro a disintossicarmi! almeno da due anni a questa parte ne farei uso
Kaos Rising
00domenica 18 dicembre 2005 04:01

Ho parlato di background molto simili, non solo con qualche elemento in comune. Ma mettiamola pure così, con Arianna che ha avuto molti più problemi di Matteo, che ne hanno minato ulteriormente la fiducia in se stessa. E mettiamo che invece sia Matteo a drogarsi, perchè nonostante tutto non ce la fa, mentre Arianna che in più ha dovuto sopportare prese in giro e sentimenti di fallimento di vario tipo tiene duro e non demorde. Mettiamo infine che il povero drogato Matteo sia considerato degno di affetto e comprensione più di Arianna, perchè Arianna... beh, non si è drogata, forse allora i suoi problemi non l'hanno intaccata così tanto... almeno questa è l'impressione... forse forse è stato più sfortunato Matteo... non ti girerebbero un pò le palle sentendo questi discorsi?



A me no.
Massimo rispetto a chi riesce a non buttarsi nel tunnel della droga con una situazione disastrosa alle spalle. Mai detto che non glielo si debba, nè lo dico adesso.
Ma anche massima disponibilità ad aiutare qualcuno che da solo non ce la fa.
Ma dico, è davvero tanto complicato provare a non pensare in termini "tu sei figo perché ce l'hai fatta e tu sei uno sfigato perché non ce l'hai fatta"? Non si può semplicemente, come diceva giustamente Arianna (pardon per la confidenza), aiutare chi ne ha più bisogno al momento? Senza tutte 'ste pippe. Perché a me queste sembrano pippe. Possibilissimo che mi sbagli.


Lasciando da parte noi due (che spero rientriamo il meno possibile in questi esempi), io ho l'impressione (ma non volermene, non lo sto dicendo per attaccare il tuo ragionamento) che a te quello che dico dia fastidio perchè una persona a cui volevi bene si drogava, così come a me danno fastidio i vostri discorsi perchè persone che conosco (e che secondo queste fantomatiche motivazioni dovrebbero vivere con una flebo di eroina permanente, da quello che hanno passato) non lo fanno e continuano a tenere duro, non ricevendo un decimo della comprensione che si rivolge verso un tossicodipendente.



Beh, io non conosco nessuno che si droghi in modo pesante, nè che l'abbia fatto in passato. Quindi, a me personalmente, non dà fastidio proprio un bel nulla.
In secundis l'uscita sulla flebo perpetua te la potevi proprio risparmiare. Fuori luogo, messaci (o "messami", se mi sto prendendo la briga non richiesta di parlare al plurale) in bocca a gratis e anche un pochino irrispettosa.
Io non voglio dire che chi si droga perché ha avuto una vita schifosa faccia bene. Lungi da me. Dico solo che, pur non approvando assolutamente ciò che fanno, posso dire di capire, o quantomeno intuire, le loro motivazioni. E, in un certo modo, giustificarli. Questo poi, però, non mi impedisce di fare quanto in mio potere per aiutarli a venirne fuori. Senza discorsi su palle o non palle, non servono a un tubo.
C'è gente che tiene duro, nonostante la situazione difficile? Rispetto, un filo di ammirazione e disponibilità nel caso il tutto precipitasse ulteriormente. Se conosci gente ignorata forse non è colpa del nostro ragionamento, ma di chi sta loro intorno. Sono cose sconnesse fra loro.
RedheadWitch
00domenica 18 dicembre 2005 11:34

giustamente Arianna (pardon per la confidenza)



Ma no, anzi, chiamami pure così che preferisco è_é


Tutto il mio discorso si riferiva al momento in cui si entra nel mondo della droga, nonostante si sappia benissimo a cosa porti (e con tutta ciò che si sente in giro non puoi dirmi che non si sa...), non a quando si è già dentro o si cerca di uscirne. E' un periodo più o meno breve in cui dal semplice consumo occasionale si passa alla dipendenza. Superato quel momento è già qualcosa di patologico, e chi ne soffre non ha certo nessuna responsabilità, così come non ha colpe un epilettico che non riesce a impedirsi di ricadere in una crisi. Per uscirne ci vuole una forza di volontà che va ben oltre la norma... e quella forza non la ottieni se non lavorando su te stesso.



No, no, non dico che non si sa ^^ dico solo che quando arrivi a un certo punto niente ti sembra peggiore della vita che hai tu.
In ogni caso, non faccio una gran differenza tra il momento in cui decidi di entrare nel mondo della droga e quello in cui già ci sei dentro. In entrambi i momenti, il problema non è la droga, ma ciò che ti spinge verso di lei: che è sempre il medesimo motivo (o i medesimi motivi).


Ho parlato di background molto simili, non solo con qualche elemento in comune. Ma mettiamola pure così, con Arianna che ha avuto molti più problemi di Matteo, che ne hanno minato ulteriormente la fiducia in se stessa. E mettiamo che invece sia Matteo a drogarsi, perchè nonostante tutto non ce la fa, mentre Arianna che in più ha dovuto sopportare prese in giro e sentimenti di fallimento di vario tipo tiene duro e non demorde. Mettiamo infine che il povero drogato Matteo sia considerato degno di affetto e comprensione più di Arianna, perchè Arianna... beh, non si è drogata, forse allora i suoi problemi non l'hanno intaccata così tanto... almeno questa è l'impressione... forse forse è stato più sfortunato Matteo... non ti girerebbero un pò le palle sentendo questi discorsi?



No, non mi girano, perché se Arianna ce l'ha fatta vuol dire che lei ha meno bisogno di me che non Matteo. Non considero affetto e comprensione come 'premi', ma come mezzi per cercare di costruirsi una certa solidità interiore.
A me non interessa molto chi ha avuto più o meno problemi, e se quello che ne aveva di più o ne aveva tanti quanti l'altro non ce la fa a uscirne.. se non ci riesce non penso sia per pigrizia. Io vedo che una persona ha bisogno d'aiuto e questo mi basta, non ho il diritto di giudicare i meccanismi per cui quello che stava tutto sommato meglio alla fine ha meno forza di quello che stava peggio. Può anche essere che una persona, messa per la prima volta di fronte al dolore, ad esempio di essere stati lasciati, possa reagire molto peggio di una a cui ne sono capitate di cotte e di crude, perché è la sua prima esperienza di sofferenza e la sente molto più profonda.
Io non mi sento nessuno per giudicare chi ha sofferto di più o di meno, perché non posso conoscere la psiche di ognuno, né posso sapere quali siano i suoi motivi che sicuramente saranno sempre validi, perché non si tratta di decisioni totalmente lucide ma di bisogni. Per cui giudico dai fatti: se uno ha bisogno d'aiuto più di un altro, qualsiasi siano i loro problemi messi in confronto, aiuto chi ne ha bisogno. Che sia con una ramanzina che non finisce più, che sia con un approccio più dolce, che sia in qualunque modo.. anche perché l'atteggiamento da "poverino, chissà come soffri" spesso non aiuta [SM=g27768].


Lasciando da parte noi due (che spero rientriamo il meno possibile in questi esempi), io ho l'impressione (ma non volermene, non lo sto dicendo per attaccare il tuo ragionamento) che a te quello che dico dia fastidio perchè una persona a cui volevi bene si drogava, così come a me danno fastidio i vostri discorsi perchè persone che conosco (e che secondo queste fantomatiche motivazioni dovrebbero vivere con una flebo di eroina permanente, da quello che hanno passato) non lo fanno e continuano a tenere duro, non ricevendo un decimo della comprensione che si rivolge verso un tossicodipendente.



No, no, te lo assicuro ^^ non è per questo, dico sul serio. L'ho sempre pensata così anche da prima di stare con quella persona.
In ogni caso, conosco anch'io persone che hanno avuto esperienze molto, molto peggiori delle sue, eppure non si sono mai rivolte alla droga. Ma mai, per questo, l'ho colpevolizzato di più.
In ogni caso; se c'è gente che si occupa di meno di qualcuno solo perché i suoi problemi non vengono espressi in modo più 'tangibile', beh, la colpa è di queste persone. E' un atteggiamento che va evitato come la peste.
Ma c'è anche da dire che, ovviamente un tossicodipendente ha più bisogno d'aiuto. Non tanto per i trascorsi, ma proprio perché il suo problema è di ordine fisico: il suo corpo ha bisogno di staccarsi da una sostanza, in fondo.
E, in ogni caso, continuo a sostenere che, se una persona da sé ha abbastanza forza da non iniziare (oppure smettere) a usare droghe, possiede sicuramente almeno un minimo di forza in più di chi invece lo fa (o vi rimane attaccato).
Non è che meriti meno aiuto; quello lo merita tutto.
Dico solo che chi non ha le stesse capacità ha lack maggiori.


Visto che me l'ha fatto notare anche Kaos, posso chiederti dove avrei detto che chi si droga non va aiutato?



Da nessuna parte o_ò ma neanch'io ho fatto riferimento a nulla di simile, io ho parlato del *primo* che vado ad aiutare, non dell' *unico* che vado ad aiutare.


Almeno ammetti anche tu che la scrollata potente può essere più utile di tanta compassione. Rimanendo in metafora, io vado ad aiutare quello che sta annegando, ma una volta a riva il mio affetto e la mia comprensione vanno ad entrambi allo stesso modo, perchè entrambi se la sono vista brutta. Ma se vedo che il primo, quello che ce l'ha fatta da solo, non lo caga nessuno proprio perchè ce l'ha fatta da solo, allora la mia comprensione e il mio affetto vanno verso di lui in misura maggiore che verso il secondo.



Allora faremmo la stessa cosa ^^.
Nemmeno io sopporto chi non dà attenzione a una persona solo perché il suo malessere non viene incanalato in modo da risultare più evidente.
Shian Tieus
00domenica 18 dicembre 2005 20:50
perchè ci si droga? perchè...

"i miei amici lo fanno tutti"

ma è normale, come cosa... io stesso, non fumo, ma ogni tanto una sigaretta in compagnia me la faccio...

è uno dei tanti modi per sentirsi accettati... o perlomeno, così si comincia, poi si finisce nella dipendenza
Jack8321
00domenica 18 dicembre 2005 21:01
Re:

Scritto da: Shian Tieus 18/12/2005 20.50
perchè ci si droga? perchè...

"i miei amici lo fanno tutti"

ma è normale, come cosa... io stesso, non fumo, ma ogni tanto una sigaretta in compagnia me la faccio...

è uno dei tanti modi per sentirsi accettati... o perlomeno, così si comincia, poi si finisce nella dipendenza



Un'altra che non ho messo, drogarsi per sentirsi accettati
Matteo Pascal
00martedì 20 dicembre 2005 20:21
x Kaos


Massimo rispetto a chi riesce a non buttarsi nel tunnel della droga con una situazione disastrosa alle spalle. Mai detto che non glielo si debba, nè lo dico adesso.
Ma anche massima disponibilità ad aiutare qualcuno che da solo non ce la fa.
Ma dico, è davvero tanto complicato provare a non pensare in termini "tu sei figo perché ce l'hai fatta e tu sei uno sfigato perché non ce l'hai fatta"? Non si può semplicemente, come diceva giustamente Arianna (pardon per la confidenza), aiutare chi ne ha più bisogno al momento? Senza tutte 'ste pippe. Perché a me queste sembrano pippe. Possibilissimo che mi sbagli.


Se vuoi fare il pragmatico fallo fino in fondo. Visto che siamo perfettamente d'accordo sul fatto che queste persone vadano aiutate (anche se probabilmente dissentiamo sul metodo), cosa ti cambia se io penso o meno in termini di "fighi" e "sfigati"? Mi pare che siate stati voi a sollevare tutte queste pippe con il solo scopo di tirarmi fuori una compassione che non provo. Cosa che avevo previsto, dicendo che sarei passato per cinico. Ma ti faccio notare che la domanda del dibattito non era "come aiutare chi si droga" ma un molto più generico "perchè ci si droga", in cui le mie considerazioni personali su cosa penso di chi si droga non sono nè pippe nè OT.


Beh, io non conosco nessuno che si droghi in modo pesante, nè che l'abbia fatto in passato. Quindi, a me personalmente, non dà fastidio proprio un bel nulla


Mah, l'impressione invece è che ti abbia dato fastidio, conoscenze o meno... ma immagino che sia perchè per qualche misteriosa ragione tu l'abbia interpetato come un "non vanno aiutati".


In secundis l'uscita sulla flebo perpetua te la potevi proprio risparmiare. Fuori luogo, messaci (o "messami", se mi sto prendendo la briga non richiesta di parlare al plurale) in bocca a gratis e anche un pochino irrispettosa.


Chiedo scusa, non era mia intenzione offendere nessuno, non la mettevo in bocca a voi ma a persone che sentendo i vostri discorsi potrebbero sentirsi giustificate a drogarsi.


Io non voglio dire che chi si droga perché ha avuto una vita schifosa faccia bene. Lungi da me. Dico solo che, pur non approvando assolutamente ciò che fanno, posso dire di capire, o quantomeno intuire, le loro motivazioni. E, in un certo modo, giustificarli. Questo poi, però, non mi impedisce di fare quanto in mio potere per aiutarli a venirne fuori. Senza discorsi su palle o non palle, non servono a un tubo.


Sei libero di giustificarli, se vuoi, io continuerò a pensarla allo stesso modo, ovvero nessuna giustificazione ma nemmeno colpevolizzazione eccessiva. I discorsi sulle palle non servono a niente (forse) ma sono semplicemente la mia opinione al riguardo, non vedo perchè dovrei nasconderla. Anche se dico "Emilio Fede è un leccaculo" non serve a niente e non migliora di certo il livello dell'informazione in Italia, ma non per questo mi autocensuro. Il che non vuol dire che non sia disposto a discutere in modo costruttivo sul sistema mediatico in Italia. Spero che l'esempio sia chiaro.


C'è gente che tiene duro, nonostante la situazione difficile? Rispetto, un filo di ammirazione e disponibilità nel caso il tutto precipitasse ulteriormente. Se conosci gente ignorata forse non è colpa del nostro ragionamento, ma di chi sta loro intorno. Sono cose sconnesse fra loro.


La connessione invece c'è, anche se indiretta. Perchè una volta che sei arrivato al punto di dire "povero matteo, si droga, quindi è stato molto più sfortunato di Arianna" ci vuole poco per girare le spalle ad Arianna. Certo, colpa delle persone che lo interpetano in questo senso, ma di sicuro non possono fraintendere discorsi come i miei. Ah, piccolo appunto: la disponibilità deve esserci subito, non nel caso che tutto precipiti ulteriormente, perchè magari dopo anni e anni di tener duro quella persona a un certo punto scoppia e si butta da un ponte, dopo l'ennesima volta che si è sentita dire "eh, scusa, non ho tempo per starti a sentire, c'è gente che ha più bisogno della mia comprensione"

x Arianna


In ogni caso, non faccio una gran differenza tra il momento in cui decidi di entrare nel mondo della droga e quello in cui già ci sei dentro. In entrambi i momenti, il problema non è la droga, ma ciò che ti spinge verso di lei: che è sempre il medesimo motivo (o i medesimi motivi).


A me invece sembra che ci sia una differenza enorme. O_O Quando ci sei dentro rientri in un caso patologico, c'è dietro una dipendenza chimica, non basta assolutamente avere la forza di una persona normale per uscirne e l'aiuto degli altri (e di terapie mediche) è come minimo indispensabile. Io ho interpretato il titolo del dibattito come un "perchè ci si comincia a drogare o si entra nella fase della dipendenza", non come un "perchè ci si continua a drogare", la cui risposta mi sembrava un pò scontata. Può darsi che mi abbiate frainteso: tutto quello che ho detto finora si riferiva solo a chi entra nel mondo della droga.


Può anche essere che una persona, messa per la prima volta di fronte al dolore, ad esempio di essere stati lasciati, possa reagire molto peggio di una a cui ne sono capitate di cotte e di crude, perché è la sua prima esperienza di sofferenza e la sente molto più profonda.


Questo discorso non mi convince perchè tutti prima o poi affrontano "la prima esperienza di grande sofferenza". E' successo anche a quello a cui ne sono capitate di cotte e di crude. Però già lì c'è chi reagisce meglio e chi peggio.


Io non mi sento nessuno per giudicare chi ha sofferto di più o di meno, perché non posso conoscere la psiche di ognuno, né posso sapere quali siano i suoi motivi che sicuramente saranno sempre validi, perché non si tratta di decisioni totalmente lucide ma di bisogni. Per cui giudico dai fatti: se uno ha bisogno d'aiuto più di un altro, qualsiasi siano i loro problemi messi in confronto, aiuto chi ne ha bisogno. Che sia con una ramanzina che non finisce più, che sia con un approccio più dolce, che sia in qualunque modo.. anche perché l'atteggiamento da "poverino, chissà come soffri" spesso non aiuta


E' ovvio che per una persona i propri motivi saranno sempre validi, ma questo non vuol dire che si debba considerarli tali. Proprio perchè sono decisioni non totalmente lucide è necessario che qualcuno dica loro chiaramente "no, stai sbagliando, la tua non è assolutamente una motivazione valida per drogarsi anche se ti sembra che lo sia". Per il resto non dico niente perchè ho la sensazione che ci comporteremmo in modo molto simile : P
(di sicuro evitare espressioni come "meno male che ti ha salvato Rei"... ops, sto andando leggermente OT su una nostra vecchia discussione XD)


Da nessuna parte o_ò ma neanch'io ho fatto riferimento a nulla di simile, io ho parlato del *primo* che vado ad aiutare, non dell' *unico* che vado ad aiutare.


E' che non mi pare di aver mai insinuato nemmeno che vadano aiutati per secondi. E' un pò come in medicina, l'opionione personale che un medico ha dei pazienti non dovrebbe mai avere la precedenza sulle priorità d'impegno, che deve essere decisa a seconda della gravità del caso.


Allora faremmo la stessa cosa ^^.


Beh alla fine l'importante è come ci si comporta, no? ^_-
Perchè le parole, come giustificazione, affetto, comprensione o palle possono essere fraintese, ma le azioni sono azioni e parlano da sole.

x Jack


Un'altra che non ho messo, drogarsi per sentirsi accettati


Io la consideravo compresa in quel "per essere considerati fighi" che hai giustamente messo tra le ragioni.

[Modificato da Matteo Pascal 20/12/2005 20.23]

Isilascar
00mercoledì 21 dicembre 2005 19:41

La storia delle "motivazione ben più complicate" che ci starebbero dietro invece non mi ha mai convinto per niente. Ci sono moltissime persone che soffrono la solitudine, lo smarrimento o l'abbandono, o problemi anche più grandi, eppure non si rifugiano nella droga ma continuano ad affrontare ogni singolo prpblema della loro vita senza arrendersi... perchè?



Ti rispondo citando testualmente: perchè ci sono moltissime persone; ed aggiungo: diverse.

Non si può applicare la legge del più forte, ti amo perchè sei forte. Proprio no.E' troppoo comodo.


Si crede sempre che dietro le droghe pesanti ci siano pessimi contesti sociali e familiari, grandi drammi, tragedie eclatanti.Ma il dolore, quello forte, quello vero, sta anche dove non lo vedi, in cose che per molti sono normali, e per altri noi. Un amico di mia sorella si è suicidato a vent'anni, e non c'era nella sua vita nessuna eclatante giustificazione. Era dolore e basta. E lo so che il suicidio è diverso dalla droga,ma di fondo c'è sempre una volontà di autodistruzione.

E, per conludere, la droga non è affatto una via comoda. Ti distrugge da dentro pezzo per pezzo, credo. Se c'è dipendenza, non è che sei felice. Ti senti peggio di prima. Ho letto la testimoninianza di una ex-tossica a proposito, che ha confermato il mio parere.
Kaos Rising
00mercoledì 21 dicembre 2005 20:42

Non si può applicare la legge del più forte, ti amo perchè sei forte. Proprio no.E' troppoo comodo.



Questa frase riassume il mio pensiero.
E sinceramente non ne posso più di questa discussione. Mi sembra di parlare con un muro, così come probabilmente a te sembra lo stesso.
ST: Killing all the flies - Mogwai.
egoio
00mercoledì 21 dicembre 2005 22:06

Non si può applicare la legge del più forte, ti amo perchè sei forte. Proprio no.E' troppoo comodo.



Posso dire però che capisco il pensiero di Matteo. E' una questione puramente istintiva, c'è chi (specie di primo acchito e specie se posto davanti al problema generale e non ad un caso particolare) non riesce proprio a capire/giustificare/provare compassione per il problema 'droga' (per il semplice fatto che, oggettivamente, non è un problema 'imposto', come tanti altri, ma che ci si procura).
Di primo acchito, è il mio caso, perchè per come mi pongo con le persone per me il rispetto è praticamente tutto.
Non si tratta di amore quindi, ma di rispetto/stima.

Detto questo, non credo comunque che anche chi riesce a provare sentimenti più positivi rispetto a me (o a chi è simile a me) su questo problema stia in un qualche modo rendendo meno 'omaggio' a chi invece ha la forza di farcela da solo.
Ha solo un altro modo di rapportarsi con la questione.

Alla fine comunque credo che chi è forte di suo abbastanza non abbia bisogno dell'appoggio altrui, a differenza di altri.
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