x Kaos
Massimo rispetto a chi riesce a non buttarsi nel tunnel della droga con una situazione disastrosa alle spalle. Mai detto che non glielo si debba, nè lo dico adesso.
Ma anche massima disponibilità ad aiutare qualcuno che da solo non ce la fa.
Ma dico, è davvero tanto complicato provare a non pensare in termini "tu sei figo perché ce l'hai fatta e tu sei uno sfigato perché non ce l'hai fatta"? Non si può semplicemente, come diceva giustamente Arianna (pardon per la confidenza), aiutare chi ne ha più bisogno al momento? Senza tutte 'ste pippe. Perché a me queste sembrano pippe. Possibilissimo che mi sbagli.
Se vuoi fare il pragmatico fallo fino in fondo. Visto che siamo perfettamente d'accordo sul fatto che queste persone vadano aiutate (anche se probabilmente dissentiamo sul metodo), cosa ti cambia se io penso o meno in termini di "fighi" e "sfigati"? Mi pare che siate stati voi a sollevare tutte queste pippe con il solo scopo di tirarmi fuori una compassione che non provo. Cosa che avevo previsto, dicendo che sarei passato per cinico. Ma ti faccio notare che la domanda del dibattito non era "come aiutare chi si droga" ma un molto più generico "perchè ci si droga", in cui le mie considerazioni personali su cosa penso di chi si droga non sono nè pippe nè OT.
Beh, io non conosco nessuno che si droghi in modo pesante, nè che l'abbia fatto in passato. Quindi, a me personalmente, non dà fastidio proprio un bel nulla
Mah, l'impressione invece è che ti abbia dato fastidio, conoscenze o meno... ma immagino che sia perchè per qualche misteriosa ragione tu l'abbia interpetato come un "non vanno aiutati".
In secundis l'uscita sulla flebo perpetua te la potevi proprio risparmiare. Fuori luogo, messaci (o "messami", se mi sto prendendo la briga non richiesta di parlare al plurale) in bocca a gratis e anche un pochino irrispettosa.
Chiedo scusa, non era mia intenzione offendere nessuno, non la mettevo in bocca a voi ma a persone che sentendo i vostri discorsi potrebbero sentirsi giustificate a drogarsi.
Io non voglio dire che chi si droga perché ha avuto una vita schifosa faccia bene. Lungi da me. Dico solo che, pur non approvando assolutamente ciò che fanno, posso dire di capire, o quantomeno intuire, le loro motivazioni. E, in un certo modo, giustificarli. Questo poi, però, non mi impedisce di fare quanto in mio potere per aiutarli a venirne fuori. Senza discorsi su palle o non palle, non servono a un tubo.
Sei libero di giustificarli, se vuoi, io continuerò a pensarla allo stesso modo, ovvero nessuna giustificazione ma nemmeno colpevolizzazione eccessiva. I discorsi sulle palle non servono a niente (forse) ma sono semplicemente la mia opinione al riguardo, non vedo perchè dovrei nasconderla. Anche se dico "Emilio Fede è un leccaculo" non serve a niente e non migliora di certo il livello dell'informazione in Italia, ma non per questo mi autocensuro. Il che non vuol dire che non sia disposto a discutere in modo costruttivo sul sistema mediatico in Italia. Spero che l'esempio sia chiaro.
C'è gente che tiene duro, nonostante la situazione difficile? Rispetto, un filo di ammirazione e disponibilità nel caso il tutto precipitasse ulteriormente. Se conosci gente ignorata forse non è colpa del nostro ragionamento, ma di chi sta loro intorno. Sono cose sconnesse fra loro.
La connessione invece c'è, anche se indiretta. Perchè una volta che sei arrivato al punto di dire "povero matteo, si droga, quindi è stato molto più sfortunato di Arianna" ci vuole poco per girare le spalle ad Arianna. Certo, colpa delle persone che lo interpetano in questo senso, ma di sicuro non possono fraintendere discorsi come i miei. Ah, piccolo appunto: la disponibilità deve esserci subito, non nel caso che tutto precipiti ulteriormente, perchè magari dopo anni e anni di tener duro quella persona a un certo punto scoppia e si butta da un ponte, dopo l'ennesima volta che si è sentita dire "eh, scusa, non ho tempo per starti a sentire, c'è gente che ha più bisogno della mia comprensione"
x Arianna
In ogni caso, non faccio una gran differenza tra il momento in cui decidi di entrare nel mondo della droga e quello in cui già ci sei dentro. In entrambi i momenti, il problema non è la droga, ma ciò che ti spinge verso di lei: che è sempre il medesimo motivo (o i medesimi motivi).
A me invece sembra che ci sia una differenza enorme. O_O Quando ci sei dentro rientri in un caso patologico, c'è dietro una dipendenza chimica, non basta assolutamente avere la forza di una persona normale per uscirne e l'aiuto degli altri (e di terapie mediche) è come minimo indispensabile. Io ho interpretato il titolo del dibattito come un "perchè ci si comincia a drogare o si entra nella fase della dipendenza", non come un "perchè ci si continua a drogare", la cui risposta mi sembrava un pò scontata. Può darsi che mi abbiate frainteso: tutto quello che ho detto finora si riferiva solo a chi entra nel mondo della droga.
Può anche essere che una persona, messa per la prima volta di fronte al dolore, ad esempio di essere stati lasciati, possa reagire molto peggio di una a cui ne sono capitate di cotte e di crude, perché è la sua prima esperienza di sofferenza e la sente molto più profonda.
Questo discorso non mi convince perchè tutti prima o poi affrontano "la prima esperienza di grande sofferenza". E' successo anche a quello a cui ne sono capitate di cotte e di crude. Però già lì c'è chi reagisce meglio e chi peggio.
Io non mi sento nessuno per giudicare chi ha sofferto di più o di meno, perché non posso conoscere la psiche di ognuno, né posso sapere quali siano i suoi motivi che sicuramente saranno sempre validi, perché non si tratta di decisioni totalmente lucide ma di bisogni. Per cui giudico dai fatti: se uno ha bisogno d'aiuto più di un altro, qualsiasi siano i loro problemi messi in confronto, aiuto chi ne ha bisogno. Che sia con una ramanzina che non finisce più, che sia con un approccio più dolce, che sia in qualunque modo.. anche perché l'atteggiamento da "poverino, chissà come soffri" spesso non aiuta
E' ovvio che per una persona i propri motivi saranno sempre validi, ma questo non vuol dire che si debba considerarli tali. Proprio perchè sono decisioni non totalmente lucide è necessario che qualcuno dica loro chiaramente "no, stai sbagliando, la tua non è assolutamente una motivazione valida per drogarsi anche se ti sembra che lo sia". Per il resto non dico niente perchè ho la sensazione che ci comporteremmo in modo molto simile : P
(di sicuro evitare espressioni come "meno male che ti ha salvato Rei"... ops, sto andando leggermente OT su una nostra vecchia discussione XD)
Da nessuna parte o_ò ma neanch'io ho fatto riferimento a nulla di simile, io ho parlato del *primo* che vado ad aiutare, non dell' *unico* che vado ad aiutare.
E' che non mi pare di aver mai insinuato nemmeno che vadano aiutati per secondi. E' un pò come in medicina, l'opionione personale che un medico ha dei pazienti non dovrebbe mai avere la precedenza sulle priorità d'impegno, che deve essere decisa a seconda della gravità del caso.
Allora faremmo la stessa cosa ^^.
Beh alla fine l'importante è come ci si comporta, no? ^_-
Perchè le parole, come giustificazione, affetto, comprensione o palle possono essere fraintese, ma le azioni sono azioni e parlano da sole.
x Jack
Un'altra che non ho messo, drogarsi per sentirsi accettati
Io la consideravo compresa in quel "per essere considerati fighi" che hai giustamente messo tra le ragioni.
[Modificato da Matteo Pascal 20/12/2005 20.23]